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La geopolitica nei messaggi Mariani

di Flavio Ciucani

Dal 1846, dall’apparizione a La Salette in Francia, passando per l’esperienza di Bernadette del 1858 a Lourdes e analizzando i fatti accaduti nel 1917 a Fatima, la Vergine Maria fa una chiara analisi della situazione politico-sociale-religiosa del nostro tempo. Non è sufficiente leggere pedissequamente i colloqui…

LA VERITÀ SULL’APPARIZIONE DELLA MADONNA A LA SALETTE IN FRANCIA

Di Flavio Ciucani Mi è sembrato opportuno pubblicare l’articolo che avevo scritto nel febbraio del 2019 nel quale sottolineavo come certi prelati usano“L’arte di affermare per negare” Credo importate in questo periodo di pazzia bellica, di genocidi di bambini, ricordare il “segreto” della Madonna nell’apparizione de La Salette nel 1846, che non è più segreto perché pubblicato con tanto di imprimatur ecclesiastico, in cui le preoccupazioni della Madre di Dio assumono un valore terribile di attualità. Dopo 173 anni dall’apparizione de La Salette, si continua a depredare le coscienze dei cristiani per renderli ignari della verità e innocui per chi li inganna. È andata in onda il 2 febbraio 2019 su TV 2000 (emittente televisiva della CEI) la trasmissione “Indagine ai confini del sacro”, nella quale si parlato dei “segreti lasciati dalla Vergine a due pastorelli a La Salette. Già il termino indagine ci aveva fatto pensare a qualcosa di non risaputo, a una ricerca fatta con metodo e con rigore per avere più conoscenza sui fatti de La Salette. Siamo stati sconcertati dalla superficialità e da conclusioni contraddittorie. Il primo impatto, per chi si è interessato per molto tempo del caso, è stato irritante: il conduttore, David Murgia, giornalista che ha quasi sempre lavorato per il

SUL VANGELO DI GIOVANNI. COMMENTI E APPROFONDIMENTI (Parte Prima)

Molte persone mi hanno chiesto di parlare della Chiesa Giovannea, recentemente Marco Marsili mi ha fatto un’intervista sul significato di essa, quindi vi rimando al suo canale per poterla visionare.

Abbiamo spiegato cos’è la Chiesa Giovannea, cioè che non è una vera e propria Chiesa e non è una istituzione, però molti si chiedono tutte queste Verità Giovannee dove le troviamo?

DIALOGO SU “LA GIUSTIZIA”

la giustizia flavio200Di Flavio Ciucani

Intervento conclusivo all’incontro tenuto, con l’arca di Varese, avvenuto il 15 novembre 2021

È stata una bella discussione nella quale avete espresso delle belle idee. Adesso per me è difficile mettere insieme tutto ciò che avete detto.
Vorrei partire dagli ultimi che hanno parlato perché penso che sia un modo più facile per partire.

Partiamo dal concetto della conoscenza e della consapevolezza.
Attraverso la conoscenza e la consapevolezza di chi siamo possiamo risolvere questo dilemma della giustizia.

LA MISTICA PRESENZA DELLA GRANDE MADRE DAL VELO DI MAYA AL MANTO DI MARIA

flavio Madonna 200Di Flavio Ciucani

L’uomo ha sempre espresso la sua religiosità in qualsiasi tempo e in qualsiasi spazio dove ha trascorso il suo esistere. La religiosità non è la religione, sono esperienze individuali che parlano ai contemporanei, sono pratiche in cui si manifesta il sentire religioso, sono pratiche liturgiche o extra-liturgiche, preghiere, fustigazioni, digiuni, letture devozionali, testi che indicano i metodi di indirizzo, ma che non sono prescrizioni. Il “prescritto” è quello che la gerarchia ecclesiastica predica e inculca attraverso tutti i canali di comunicazione; il “vissuto” è ciò che viene interiorizzato da coloro ai quali quelle prescrizioni sono rivolte.

Ci sono dei momenti in cui la religiosità umana sembra trovare una espressione mistica quando l’azione religiosa sembra travolgere i concetti limitati del pensiero umano e travalica ogni sentire per immergersi nella perfezione cosmica, nell’anima stessa della creazione. Sono quadri storici del sentire religioso che segnano quanto sia vicino l’infinito alla limitatezza umana, il maestoso all’umiltà del sentimento, il cosmo all’imperfezione, il creato alla creatura.

GIOVANNI BATTISTA SECONDO MATTEO

flavio200Di Flavio Ciucani

Ho sempre pensato che l’evangelista Matteo non fosse quel Levi, esattore di tasse, che Gesù ha chiamato a seguirlo. Sono consapevole che è solo una mia supposizione e che mai ho approfondito.

Questa idea però mi è ritornata in mente, rileggendo il Vangelo di Matteo nell’episodio in cui parla di Giovanni Battista. Ho avuto la sensazione di leggere un testo di una persona istruita e non di un semplice contabile arricchito, ma di uno che conosce la scrittura, conosce i metodi del racconto tipico ebraico della Torah e biblico in genere e che è ferrato nelle problematiche teologiche: insomma se non è un rabbi, è molto probabilmente uno scriba. Egli presenta un personaggio diverso dagli stessi altri due sinottici: il Giovanni descritto sembra conoscere chi è Gesù e quale sia la sua missione. Matteo per la sua composizione usa il Vangelo di Marco, ma lo mette in ordine e soprattutto lo fa con una visione teologicamente competente.

PERCHÉ CRISTO DEVE RITORNARE

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DAL CIELO ALLA TERRA

HO SCRITTO IL 15 SETTEMBRE 2021:

IL RITORNO DI CRISTO SPIEGATO DAL RABBI CIUCANI.
UN ONORE E UNA GIOIA LEGGERE E IMPARARE.
IN FEDE
G.B.

PIANETA TERRA
15 Settembre 2021

PERCHÉ CRISTO DEVE RITORNARE
Di Flavio Ciucani
Ci troviamo a vivere in una situazione di tale sconforto generale che ci tocca ammettere che, con le nostre capacità fisiche, culturali e le risorse in genere, non siamo in grado di risolvere i problemi sociali, economici, ambientali e politici. Eppure è palpabile un gran desiderio di cambiamento: lo esige la gente, lo esige la natura, lo esige la concezione del sistema spirituale legato all’evoluzione cosmica del creato. Anche lo stesso rivolgerci al “Cielo”, per un suo intervento diretto, fa parte dello stesso sistema spirituale in cui la stessa anima umana è un mezzo di intermediazione tra l’umano e il divino. Molti uomini, scavalcando religioni e ideologie, invocano il cambiamento e si adoperano e si sacrificano per ottenerlo; le loro intenzioni, le loro grida e soprattutto le loro azioni, si uniscono in un unico fiume di energia della manifestazione umana che si trasmette alla manifestazione soprannaturale e da questa ricade forza divina fino al più misero degli uomini. “Nell’angoscia ho invocato il Signore, ho gridato al mio Dio, Egli ha ascoltato dal suo tempio la mia voce; il mio grido è giunto ai suoi orecchi.” (2Sam 22,7)
 

IL PRECURSORE E I TESTIMONI DEL RITORNO

flavio200Di Flavio Ciucani

«Con la seconda sua venuta il Cristo conferma la vera natura divina di suo Padre Dio, il Creatore, che non è solo Amore, ma anche e soprattutto la Giustizia, vale a dire la manifestazione dell’ordine e dell’armonia dell’intero edificio cosmico. Cercate prima il Regno di Dio e la sua Giustizia” (Mt 6, 34). Questa frase avalla quanto noi abbiamo espresso precedentemente. Solo nel tempo dei Vangeli, per la stessa volontà del Padre, è stato permesso a Cristo di anteporre l’Amore alla Giustizia per aiutare gli uomini». È uno dei messaggi celesti comunicato allo stimmatizzato Giorgio Bongiovanni (“Il Ritorno”, pag. 37)

FRANCESCO: LA CHIESA EVANGELICA GIOVANNEA DENTRO LA CHIESA DI PIETRO

giottoDi Flavio Ciucani

Francesco lasciò l’Egitto dove aveva visto gli orrori della guerra dei crociati. Aveva parlato con il sultano al-Malik. Aveva approfittato per visitare la Palestina e i luoghi santi. Nella primavera del 1219 Francesco, prima di imbarcarsi per l’Italia, incontrò un certo frate Stefano che gli raccontò della divisione tra i frati, avvenuta durante la sua assenza, a causa della regola; si parlava di tradimenti e che qualcuno stava rivedendo, in maniera meno rigida, la regola.

Francesco, raccolti vicino a sé Pietro Cattani, Elia, Cesario da Spira e Stefano, lasciò la Terra santa e si imbarcò da San Giovanni d’Acri per far vela verso Venezia. Durante la traversata Francesco in silenzio meditava se avesse fatto bene a lasciare i suoi frati per andare in una missione troppo grande per lui, cioè di convertire il sultano. Forse si chiedeva perché la sua regola era ritenuta troppo rigida se era stata data agli Apostoli da Gesù stesso, e perché volevano seguire il suo esempio se non erano d’accordo.

TEOLOGIA PROFETICA

flaviomen200DAL CIELO ALLA TERRA

HO SCRITTO L’8 APRILE 2020:

SCRITTO TEOLOGICO E PROFETICO DEL FRATELLO E RABBI, FLAVIO CIUCANI.
LEGGETE E MEDITATE.
IN FEDE
G.B.

PIANETA TERRA
8 Aprile 2020

UN’ALTRA CHIESA… UN’ALTRA STORIA

Ireneo era ancora molto giovane quando il suo maestro Policarpo, vescovo di Hierapolis, assecondando l’ardore giovanile di divulgare il Vangelo, lo benedisse e lo inviò tra i popoli delle Gallie. La città di Hierapolis, di cui oggi restano solo bellissime rovine, era all’epoca molto nota perché era un luogo di passaggio per chi dalla Palestina volesse recarsi verso la Grecia, passando per l’Anatolia (odierna Turchia); ci passavano i mercanti che venivano da lontano, con le loro carovane, i quali approfittavano delle acque termali per rimettersi in sesto dalla stanchezza, ma ci erano passati anche tutti, o quasi tutti, gli apostoli e i discepoli di Gesù nel loro peregrinare per portare al mondo la “bella novità(εὐαγγέλιον), il Vangelo. Era passato anche l’apostolo Giovanni e ci si era anche soffermato per un bel po’ di tempo. Ed è stato proprio Ireneo, oramai anziano e vescovo della città di Lione, a raccontarci che, a Hierapolis, Giovanni, durante il suo soggiorno, aveva raccontato la sua esperienza vicino al maestro Gesù e aveva sempre accanto a sé due giovani, assetati di sapere, i quali lo sollecitavano con molte domande: uno si chiamava Policarpo che, quando Giovanni si recò verso Efeso con la Madre di Gesù, venne eletto vescovo di Hierapolis; l’altro era Papia che dai racconti dell’apostolo aveva compilato ben cinque libri dal titolo «Spiegazione dei detti del Signore», dei quali purtroppo non rimangono che poche affermazioni, ma da queste si desume che Giovanni molto aveva raccontato.

Anticamente si riteneva che la memoria risiedesse nel cuore. Ancora oggi i francesi usano il detto antico «apprendere attraverso il cuore» (apprendre par coeur) per dire «imparare a memoria». I primi cristiani chiamavano Giovanni come il “discepolo prediletto di Gesù” o “colui che ha appoggiato il capo sul petto del Maestro”; egli aveva appreso dal cuore della memoria del Cristo ed era portatore delle sue confidenze.