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I MUTAMENTI CLIMATICI SPINGERANNO NUOVE MIGRAZIONI E L’EUROPA HA PAURA
La mobilità di persone verso i confini dei Paesi ricchi fa paura. In Europa, 6 cittadini su 10 hanno timore di tale fenomeno.
In Italia, questa percentuale sale all’80%. Ma i cambiamenti climatici inevitabilmente produrranno un aumento del numero di migranti>>. La denuncia e’ stata lanciata, durante la seconda giornata dei lavori del Forum Greenaccord dell’Informazione cattolica, da Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes e docente di Teologia all’università’ Lumsa di Roma.
<<Nei prossimi dieci anni, i cambiamenti climatici gia’ in atto esporranno al rischio fame 49 milioni di persone nel mondo. La produzione agricola potrebbe dimezzarsi, con punte fino al 95% nelle aree africane. I disastri naturali continuano ad aumentare in tutto il mondo. Nel 2007 se ne sono verificati 950. E ad essi vanno aggiunti i disastri legati alle attività industriali, passati dai 20 del 1975 ai 350 del 2005. Sono 262 milioni le persone che ogni anno sono colpite da disastri legati al clima. Persone che si trasformano in ‘rifugiati ambientali’ e che bussano alla porta del Nord del mondo>>. L’aspetto assurdo della questione, spiega Perego e’ che ’sarebbe sufficiente un investimento dell’1% del Pil mondiale annuo per arrestare il cambiamento climatico’. Perego lancia, poi, un nuovo modo di concepire il diritto di cittadinanza e di voto: ‘Una città aperta al mondo oggi non puo’ che riconoscere una cittadinanza diffusa e non esclusiva, che si manifesta attraverso nuovi strumenti di partecipazione inclusivi di chi vive sul territorio. Occorre forse ripensare il diritto di voto, per trasformarlo da strumento di garanzia di un potere da parte di una classe, di una parte di mondo, a strumento di esercizio di cittadinanza attiva’.
Per Flaminia Giovanelli, Sottosegretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, unica donna laica nei vertici della Curia vaticana, ‘la questione ecologica – ha spiegato – deve essere un’opportunità’ per costruire una solidarietà globale; i cristiani hanno una marcia in più in questa ricerca, perché hanno la capacità di comprendere il tema ambientale come una questione antropologica e morale. Sapendo di dover rispondere a un essere superiore delle proprie azioni, il fedele cristiano pone una maggiore attenzione al modo con cui tratta le risorse naturali’. Accanto a un ritrovato amore per la Natura, secondo la Giovanelli e’ necessario un nuovo modo di concepire la crescita economica. ‘Bisogna puntare su un tipo di sviluppo di qualità, che abbia un basso impatto verso l’ambiente’. E, sulla governance ecologica, il sottosegretario pontificio lancia un’idea: <<Nella gestione globale delle questioni ecologiche mi sembra manchi una organizzazione mondiale dell’Ambiente>>.
http://www.gliitaliani.it/2010/06/i-mutamenti-climatici-spingeranno-nuove-migrazioni-e-leuropa-ha-paura/