Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Italiano Español English Português Dutch Српски
testa sito 2024
fukushimaradiactivaSOS PESCE RADIOATTIVO “IN ITALIA NESSUN RISCHIO”
Giappone, Fukushima, radioattività alle stelle: è 7,5 milioni di volte oltre il limite.  Il rischio maggiore di contaminazione radioattiva per i cibi, dopo l’incidente alla centrale nucleare giapponese di Fukushima, riguarda soprattutto il pesce proveniente dai mari giapponesi.
Dalle fughe radioattive legate alle centrali nucleari nipponiche messe ko dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo, “nessun rischio” si paventa invece per l’Italia, afferma il nostro ministero della Salute che, sulla base dei rischi teorici legati all’import di cibo dal Giappone, ha disposto l’aumento dei controlli soprattutto su pesci, crostacei, caviale, soia, alghe, tè verde.
La radioattività in mare, spiegano gli esperti, ha effetti nell’immediato soprattutto sui molluschi che, come cozze e ostriche, filtrando l’acqua finiscono per accumulare radionuclidi. Nel medio periodo, invece, il problema coinvolge i grandi pesci al vertice della catena alimentare marina: questi sono infatti più esposti perché la contaminazione tende ad aumentare man mano che gli animali più piccoli vengono mangiati dai predatori.
PER L’UOMO il rischio a livello alimentare deriva dal fatto che le particelle contaminate entrano nella catena alimentare e vi permangono, perché non possono essere eliminate né neutralizzate dall’organismo. Il consumo prolungato di alimenti anche debolmente contaminati, affermano gli esperti, costituisce  un pericolo, perchè le particelle radioattive si fissano nell’organismo, accumulandosi in genere in organi diversi a seconda della loro specificità (lo iodio radioattivo, per esempio, si fissa nella tiroide). Questo può avere conseguenze serie, determinando patologie come leucemie e tumori. Normative internazionali indicano i livelli massimi di radioattività che si possono riscontrare negli alimenti perchè non costituiscano un danno per la salute.
IL PESCE che arriva sui banchi di mercati e supermarket italiani “è sicuro, perché sottoposto ad accurati controlli”. Insomma nonostante tutto, e al di là delle frodi – “una piccola percentuale che i sistemi di  sorveglianza intercettano nella maggior parte dei casi” – i prodotti che portiamo a tavola sono sani. Lo assicura Elena Orban, esperta dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran).
IL FATTO QUOTIDIANO 5 APRILE 2011