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I RIFIUTI TOSSICI LI SPEDISCO IN SPAGNA
Formigoni e il ministro Prestigiacomo hanno annunciato lo sgombero in tempi record di 270mila tonnellate di scorie dall'ex polo chimico Sisas, vicino Milano. Ma Greenpeace denuncia che parte dei materiali pericolosi sono finiti senza trattamento in Andalusia. E altri sono 'parcheggiati' a Saronno e Cornaredo
Una colonna di fumo nero e velenoso si è portata via, la settimana scorsa in una discarica di Nerva, Andalusia, un pezzetto di industria chimica lombarda. La storia di quei rifiuti, svaniti nel fuoco in un angolo della Spagna, comincia con una fine. Quella dello sgombero delle circa 270mila tonnellate di rifiuti dell'ex Sisas di Pioltello -Rodano, l'enorme polo chimico alle porte di Milano ripulito a tempo di record (i lavori sono cominciati il 18 settembre 2010) per evitare di incorrere nella maxi multa UE da 400 milioni di euro per la mancata bonifica dell'area.
La titanica operazione di sgombero, che solo pochi mesi fa pareva impossibile, è stata compiuta dalla Daneco, l'azienda vincitrice dell'appalto indetto in luglio dal commissario delegato dal governo Luigi Pelaggi. Per ripulire il sito entro i termini previsti diecimila camion hanno fatto la spola giorno e notte dentro e fuori dall'ex industria chimica. Sino a marzo scorso quando, gongolanti, il presidente delle regione Roberto Formigoni, il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, il commissario Luigi Pelaggi e il commissario europeo Janez Potocnik, hanno convocato una conferenza stampa per annunciare un nuovo successo del governo del fare. Tutto finito, a Pioltello-Rodano i rifiuti tossici non c'erano più: né le 165 mila tonnellate di non pericolosi, né le 91 mila di pericolosi (di cui 50 mila di nerofumo), né le 16 mila di inerti. Tutto pulito, solo ghiaietta candida.
Che fine abbiano fatto quei rifiuti lo spiega Daneco: "I rifiuti classificati pericolosi - precisano - sono stati distribuiti tra dieci impianti in Italia e tre all'estero, tutti idonei a ricevere il materiale in questione". Tra questi c'è la piattaforma polifunzionale di Nerva in Spagna, gestita dalla società Befesa, dove sono state inviate 25 mila tonnellate di rifiuti pericolosi. Le altre 66 mila sono state distribuite tra gli altri impianti di smaltimento che, anche se non comunica quali, Daneco assicura siano del tutto adatti alla gestione di quel tipo di rifiuto. Una spiegazione che non convince Greenpeace, che segue la vicenda ex-Sisas sin dal principio(leggi il dossier): "Il 10 febbraio abbiamo chiesto al commissario Pelaggi di avere una lista degli impianti di stoccaggio temporaneo e dei siti di smaltimento finale di tutti i rifiuti nell'area ex Sisas, con le relative quantità e tipologie di rifiuti. Ma nessuno ci ha ancora risposto".
Anche la sorte delle 25 mila tonnellate arrivate a Nerva non è del tutto chiara. Nonostante Daneco assicuri che "tutti gli impianti di destinazione finale dei rifiuti sono dotati delle autorizzazioni di legge necessarie per la ricezione delle tipologie di rifiuto conferite", alcune foto scattate dagli ambientalisti di Greenpeace e di Ecologistas en accion, mostrano i camion scaricare i barili incriminati direttamente in una fossa, senza nessun trattamento.
Un problema rispetto al quale il commissario Pelaggi nega di avere responsabilità: "Se, ed è da dimostrare, delle inadempienze ci sono state l'unica responsabile è Befesa che comunque aveva fornito tanto a noi, quanto alla Regione e alla Daneco le garanzie necessarie in merito alla sua idoneità a smaltire quel tipo di rifiuti".
Non più di una settimana fa, poi, l'assessore regionale all'ambiente andaluso Diaz Trillo, aveva dichiarato che "non abbiamo mai autorizzato l'arrivo di rifiuti pericolosi dall'Italia". Dimenticando o ignorando, forse, che esiste un'autorizzazione all'invio agli impianti di Nerva di 25 mila tonnellate di rifiuti pericolosi firmata dal direttore generale dell'assessorato all'ambiente dell'Andalusia Jesu Nieto Gonzales e datata 15 novembre 2010.
Quelli partiti da Pioltello-Rodano e arrivati in Spagna non sono gli unici rifiuti ex Sisas di cui si ha notizia: altri, in mancanza di collocazione definitiva, sono stati "appoggiati" in semplici aree di stoccaggio lombarde come Saronno o Cornaredo. Una decisione presa ex imperio dal commissario di cui i sindaci delle località coinvolte erano all'oscuro. "Dell'arrivo di questi rifiuti- dice il primo cittadino di Saronno Luciano Porro, riferendosi a circa 9000 big bags da un metro cubo l'una di rifiuti pericolosi - erano stati avvisati in regione. Io non ne sapevo nulla. Sono stati alcuni cittadini a notare il continuo via vai di camion e ad avvisare i vigili". In teoria il 27 aprile le big bags prenderanno la via della Germania. Ma non è detto: "Prima - continua il sindaco Porro - i rifiuti sarebbero dovuti rimanere sino a metà marzo. Poi è stata chiesta una proroga sino al 15 aprile, ulteriormente prolungata al 27. Spero che sia la volta buona, perché non vedo l'ora di liberarmene".  
Per avere un pronostico sull'attendibilità delle promesse di rimozione dei rifiuti "parcheggiati" il sindaco di Saronno deve guardare verso Cornaredo, dove un altro sindaco, Luciano Bassani, ospite suo malgrado di 2000 tonnellate di rifiuti, confida nel futuro: "Il periodo di deposito scade il 20 aprile: ma mi hanno chiesto una proroga, è tutto rimandato a fine mese".
di Luciana Grosso - Fps Media
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/i-rifiuti-tossici-li-spedisco-in-spagna/2149858