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EL SALVADOR, CORRUZIONE E NARCOS: UN PAESE NELLA MANI DELLA CRIMINALITÀ
Secondo un rapporto pubblicato on line il Paese sarebbe nella mani di un cartello che gestirebbe la droga proveniente dal Sudamerica. Dell'organizzazione farebbero parte poliziotti, politici e anche un sindaco
El CaminitoSono molte a El Salvador le persone che hanno sempre sostenuto che vi fossero stretti legami fra narcotrafficanti, politici e imprenditori. Discorsi aleatori, fino a oggi, quando il presidente del Paese, Mauricio Funes, ha confermato pubblicamente ciò che mai era stato confessato: la connessione fra narcos presenti in territorio salvadoreo e parti delle istituzioni.
Funes ha detto di essere anche a conoscenza di legami fra narcos e la pandilla Maras 18, una delle organizzazioni criminali più pericolose, violente e potenti dell'intero centroamerica.
Sono tre i rapporti dei servizi d'intelligence del Paese che confermerebbero le dichiarazioni di Funes.
L'organizzazione criminale si chiamerebbe "cartello di Texis" (prenderebbe il nome dal municipio del nord del Paese, Texistepeque), e sarebbe riuscita a restare nascosta e a eludere i controlli e le indagini di polizia per molti anni. Si ritiene, infatti, che l'organizzazione possa essere nata più di dieci anni fa.
E' questo il gruppo che, per gli inquirenti, sarebbe responsabile del traffico di sostanze stupefacenti, cocaina su tutti, che dalle zone di produzione dei paesi sudamericani, viaggia verso il territorio Usa. Non solo. La polizia si starebbe concentrando su una strada in particolare, conosciuta come El Caminito, da dove passerebbe tutta la droga in transito in El Salvador, e che sarebbe una vera e propria roccaforte del cartello di Texis. Secondo le "gole profonde" che avrebbero aiutato la polizia a stare sulle tracce del gruppo quell'arteria sarebbe sotto totale controllo criminale.
Il cartello salvadoreno sarebbe composto oltre che da criminali comuni, quelli che si occupano del lavoro, anche da stimati professionisti. Come denunciato in un reportage pubblicato dal periodico on line "El Faro" che fa anche i nomi dei due presunti boss del cartello: José Salazar Umana, soprannominato Chepe Diablo e Roberto Antonio Herrera, detto El Burro.
Secondo quanto si legge nel reportage, che cita fonti vicine all'intelligence statale, il gruppo tratterebbe sostanze stupefacenti di proprietà dei cartelli colombiani. Da qui la convinzione degli inquirenti sui rapporti fra i vari gruppi criminali dell'area.
Di sicuro la notizia farà scalpore e non mancherà di creare tensioni politiche anche perché nell'inchiesta sarebbero incappati diversi giudici, un ex capo e vari esponenti della Policia Nacional Civil, oltre a molti esponenti politici di vari schieramenti e, addirittura, il sindaco di Texistepeque. E pochi sarebbero i dubbi sul loro reale coinvolgimento nella vicenda.
Nel frattempo, i membri della Corte Suprema de Justicia hanno emesso un comunicato con il quale hanno spiegato che verranno effettuati ulteriori approfondimenti per verificare l'opportunità o meno di indagare sui giudici che sono stati nominati all'interno del reportage pubblicati da El faro.
E questa volta, a differenza degli anni passati dove le inchieste di questo tipo venivano bloccate, sembra che nessuno potrà fermare il corso della giustizia.
Alessandro Grandi
18 maggio 2011 – Peace Reporter