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OPPIO SENZA LIMITI
Le coltivazioni di oppio sono sempre di più e la droga coltivata dai signori della guerra sta invadendo i paesi vicini: Russia, Iran e Pakistan.
E la Nato non sa più cosa fare.
Aisha ha cominciato a fumare l'oppio perché non riusciva a placare il dolore di aver perso un figlio. ? stato suo marito a insegnarle come fare. "Per un po' sono stata bene, mi sentivo tranquilla. Poi ho smesso di vivere, volevo solo riempire il vuoto che avevo dentro", ci ha detto nel centro di recupero di Kabul.
Ci sono un milione e mezzo di tossici in Afghanistan. Due milioni e mezzo in Russia e in Pakistan e tre in Iran. Il 90 per cento della produzione mondiale di oppio, l'elemento base per l'eroina e la morfina e la codeina, arriva da quell'Afghanistan travagliato dalla guerra e dal terrorismo dove in questi nove anni di guerra si è dimenticato quanto siano stretti i legami tra la droga e la militanza. Il narcotraffico è l'unica certezza del Paese, l'unica risorsa che si è mantenuta nel tempo: durante la guerra fredda, quando la Cia usava i mujaheddin e tollerava i loro traffici pur di combattere i russi, poi quando la droga serviva per finanziare la guerra civile, quindi servì a sponsorizzare la creazione dei talebani e oggi nutre la militanza, la corruzione e il terrorismo.
Circa 2 milioni e mezzo di persone, per lo più contadini e le loro famiglie, vivono del raccolto di oppio. Ma i coltivatori sono solo il primo tassello e il più povero di un mercato che vale miliardi di dollari. In Afghanistan rappresenta la metà del bilancio dello Stato. Layla Man spendeva 4 dollari al giorno per la sua dose. Si recava al decaduto centro culturale russo dove girano gli spacciatori e i miserabili di Kabul. "Non so da dove arriva la droga, ma qui si trova sempre".
L'oppio è per lo più coltivato nelle regioni del Sud controllate dai talebani e dove la qualità è migliore, ma c'è anche una buona produzione a Ovest, dove c'è il contingente italiano, e a Nord dove i trafficanti controllano i confini con le ex province russe. Fino a un paio di anni fa il traffico di droga non era un problema della missione internazionale in Afghanistan, gli Stati Uniti avevano affidato a tedeschi e inglesi l'impegno di trovare una soluzione, ma a parte la distruzione di qualche tonnellata di oppio poco è stato fatto.
D'altra parte, la coalizione non aveva alcuna intenzione di irritare più di quanto fosse necessario i contadini perché sarebbe stato contrario alla politica del "conquistare le menti e i cuori della gente", del generale McChrystal, il capo delle forze Usa e Nato in Afghanistan. Anche l'idea di sostituire le coltivazioni con mais, zenzero e altri prodotti legali si è sempre rivelata inefficace, perché la sicurezza degli accordi tra trafficanti e agricoltori supera le insicurezze della guerra e delle carestie.
Lo scorso marzo, durante una conferenza a Bruxelles, il portavoce della Nato James Apparthurai ha rifiutato i suggerimenti del direttore del Servizio russo contro il narcotraffico Viktor Ivanov (vedi intervento nella pagina a fianco) che chiede la distruzione dei campi di oppio. Russia, Iran e Pakistan rappresentano le prime tappe della droga. Dubai, Quetta (Pakistan) e qualche altra città del centr'Asia sono le capitali finanziare, dove i soldi vengono spostati con l'Hawala (un metodo veloce, che non fa rintracciare i clienti e una rete di dealer che permettono che il denaro si trasferisca ma non si sposti).
Una volta Russia e Pakistan erano le nazioni dove l'oppio veniva raffinato, ora l'Afghanistan è più organizzato, gli elementi chimici necessari vengono fatti entrare di contrabbando, la pianta viene raffinata e trasformata in eroina. Poi viene stoccata (si parla di una riserva afghana che può soddisfare il "bisogno" mondiale per due anni) e trasferita. Via terra con camion, carri, cammelli attraverso confini che sono ovunque permeabili, perché incontrollabili: solo tra Iran e Afghanistan ci sono 900 chilometri di frontiera comune. Da questi paesi poi via nave o aereo raggiungono le loro destinazioni principali, l'Asia e l'Europa.
Il mercato annuale dell'oppio vale 65 miliardi di dollari. Negli ultimi due anni le Nazioni Unite hanno registrato un calo della produzione nelle regioni dove ci sono state numerose operazioni della Dea americana con un'ottantina di agenti che si muovono sganciati dai contingenti, ma soprattutto dove è più solida la presenza dello Stato afghano (che spesso però sostiene il traffico di droga). I militari inglesi hanno richiesto la rimozione di governatori locali, sindaci, amministratori, nonché del fratello del presidente di Karzai, considerato il capo del cartello della droga nella provincia di Helmand.
di Barbara Schiavulli
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/oppio-senza-limiti/2129139