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bosquimanos_01BOTSWANA: CHIUSO POZZO AI BOSCIMANI, SI INAUGURA PISCINA NEL RESORT DI LUSSO
Sconcerto nel paese per la decisione dell'Alta Corte sull'uso dell'acqua. Il popolo indigeno non ha accesso ad alcuna fonte idrica. Il governo punta solo a turismo e miniere di diamanti.
NAIROBI - L'Alta Corte del Botswana ha negato ai Boscimani il diritto all'acqua. Una fine giuridica. I giudici hanno vietato loro il diritto di accedere al pozzo esistente nelle loro terre. E, se questo non bastasse, non potranno nemmeno costruirne uno nuovo all'interno della Central Kalahari Game Reserve (CKGR), una delle regioni più aride del mondo: la loro terra da sempre. Insomma vengono "presi per sete", come molti temevano che accadesse, visto che nella zona insistono enormi interessi di estrazioni minerarie (diamanti prima di tutto) e turistici, entrambi in contrasto con la presenza della popolazione indigna. La decisione era attesa da tempo e c'erano stati anche interventi dell'Onu perché si garantissero i diritti di un popolo che non vuole lasciare la sua terra. Il caso era stato discusso il 9 giugno alla presenza di molti boscimani che avevano affrontato un lungo viaggio per raggiungere il tribunale. Poi un nuovo rinvio.
SFRATTI ILLEGALI - «La sentenza - fa sapere Survival International, un'associazione che tutela le tradizioni dei popoli indigeni - infligge un'enorme ferita ai boscimani che lottano per sopravvivere senz'acqua già dal 2002, quando il Governo sigillò il pozzo per indurli ad abbandonare le terre ancestrali. Ma nel 2006 l'Alta Corte definì illegali e incostituzionali gli sfratti forzati operati dal Governo e, da allora, a centinaia sono ritornati nella riserva». Nel 2005 una donna indigena, Xoroxloo Duxee, è morta per disidratazione. Nonostante la sentenza, il governo proibì ai boscimani di riaprire il pozzo condannandoli ad affrontare quelle che l'Alto Commissario per i diritti indigeni dell'Onu James Anaya ha definito «condizioni di vita pericolose a causa dell'impossibilità di accedere all'acqua».
NEL RESORT DI LUSSO APRE LA PISCINA - Survival International ha poi anche rilevato che «allo stesso tempo è stata autorizzata l'apertura di un complesso turistico di lusso della "Wilderness Safaris" dotato di bar e piscina per i turisti, e lo scavo di nuovi pozzi per abbeverare gli animali selvatici con i soldi della Fondazione Tiffany & Co. Inoltre la Gem Diamonds ha ottenuto il nulla osta ambientale per aprire una miniera di diamanti nella riserva ma solo a condizione che non sia fornita acqua ai boscimani».
COME SI PUO' VIVERE SENZ'ACQUA? - Jumanda Gakelebone, portavoce dei Boscimani, non nasconde la sua disperazione: «Terribile. Come possiamo sperare di sopravvivere senz’acqua? Il tribunale ci ha autorizzato a vivere nelle nostre terre ma come si fa a farlo senz’acqua?». «Negli ultimi anni, il Botswana è diventato uno dei luoghi più ostili del mondo per i popoli indigeni» ha dichiarato Stephen Corry, direttore generale di Survival. Se ai Boscimani viene negata l’acqua nelle loro terre mentre viene fornita liberamente ai turisti, agli animali e alle miniere di diamanti, beh, allora gli stranieri dovrebbero chiedersi seriamente se possono accettare di sostenere questo regime visitando il paese e acquistando nei suoi negozi di gioielli».
22 luglio 2010