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ricardoseppia"LI VOGLIO GIOVANISSIMI". GLI SMS SHOCK DI DON SEPPIA
L'ex parroco di Sestri usava un pusher nordafricano per adescare le vittime che pagava con cocaina. "Inequivocabili" i messaggini che inviava ai chierichetti. Nell'ordinanza si fa cenno ad una violenza sessuale. Ascoltato il minorenne. Il padre di un bambino coinvolto: "Quell'uomo ha sbagliato e deve pagare". Il giudice: "il sacerdote resta in carcere: potrebbe ripetere il reato"
di BRUNO PERSANO
"Li voglio giovanissimi" Gli sms shock di don Seppia Don Riccardo Seppia
"Non li voglio di sedici anni, ma più giovani. Quattordici anni vanno bene". Don Riccardo Seppia chiedeva ad un pusher nordafricano di trovargli le vittime a cui prometteva cocaina. Ignorava, il sacerdote della parrocchia di Santo Spirito arrestato a Sestri, che le sue conversazioni erano registrate dai carabinieri del Nas da più di un anno.
Scriveva sms espliciti, "inequivocabili", dicono gli inquirenti. Al giovane adescatore marocchino domandava di "pescare" tra la gioventù che frequentava il centro commerciale della Fiumara o i vicoli del centro storico.
Almeno 50 sms sono finiti nel voluminoso fascicolo raccolto dalla procura di Milano che, partendo da un'indagine sugli anabolizzanti nelle palestre in Lombardia, si è imbattuta nel giro di pedofili.
"Ho la neve, vieni da me, ho bisogno di compagnia", scrive don Seppia ad un quindicenne. I messaggi e le telefonate erano insistenti, quasi assillanti: anche decine al giorno. "Ma li scrivevo solo perché ero sotto l'effetto della coca e non ho mai compiuto gli atti di cui mi accusano", tenta di difendersi il sacerdote.
Nell'ordinanza non si fa cenno, tuttavia, dei presunti incontri sessuali con i ragazzini. Dal documento emerge solo una violenza sessuale, un bacio sulla bocca di un chierichetto sedicenne della parrocchia. "Ora è fatta, gli ho dato un bacio con la lingua" scriveva in un messaggino il parrocco ad un suo confidente, un ex seminarista quarantenne residente nel quartiere, accusato anch'egli di aver avuto rapporto con minorenni.
Il ragazzino baciato è stato il primo ad essere stato ascoltato dai carabinieri. Nei prossimi giorni sarà sentito un altro minorenne che il prete avrebbe approcciato, ma l'inchiesta non esclude che potrebbero esserci altri minorenni coinvolti residenti a Milano dove il prete andava per rifornirsi di cocaina e frequentava saune omosessuali.
"Non vogliamo vendetta - dice il padre di uno dei bambini vittime dell'ex parroco - ma quell'uomo ha fatto del male ai nostri ragazzi ed è giusto che paghi". Sono almeno quattro le famiglie ascoltate dai carabinieri del Nas di Genova. "Ci hanno fatto ascoltare le intercettazioni telefoniche", si limita ad aggiungere il padre di uno dei ragazzini coinvolti. "Si ascoltano commenti terrificanti di quell'uomo nei confronti dei nostri figli. Sono cose inaudite, indicibili e irripetibili".
Nel carcere, dove stamane il giudice ha convalidato l'arresto dell'ex parroco - sospeso con provvedimento immediato dall'arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei - don Riccardo Seppia tace: si è avvalso della facoltà di non rispondere. Strategia difensiva in attesa di conoscere meglio le accuse e stendere per i prossimi giorni la richiesta al Tribunale del Riesame perché tramuti la detenzione in cella con gli arresti domiciliari.
Per ora don Seppia resta in cella: "Potrebbe ripetere il reato e potrebbe inquinare le prove", ha scritto il giudice per le indagini preliminari Analisa Giacalone.
17 maggio 2011 – La Repubblica Genova.it