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dafurIL 19 GIUGNO A ROMA, ABBIAMO BISOGNO DEL TUO AIUTO.
Aggiornamenti sulla campagna di Italians for Darfur per il Darfur: da maggio 2006 chiediamo  a Rai, La7 e Mediaset che si parli del conflitto in Darfur. E non solo. Il silenzio delle democrazie è la migliore arma dei tiranni.
Cari amici,
Anche quest’anno si celebra in tutto il mondo il ‘Global Day for Darfur’, dedicato alla crisi umanitaria in atto nella regione sudanese dal febbraio 2003 e che dal 2006 viene ricordata anche in Italia, grazie all'impegno di ‘Italians for Darfur’, associazione Onlus di cui fanno parte giornalisti, operatori sociali ed esponenti della società civile.
Questo conflitto, nell’arco di sei anni, ha provocato (stime Onu) tra i 200 e i 300.000 morti e ha costretto almeno due milioni e mezzo di persone alla fuga, destinandole ad una vita da sfollati sia
all'interno del Sudan, sia nei campi profughi in Ciad, circostanza che di fatto ha allargato il conflitto anche a questo paese confinante.
Siamo onorati di aver ricevuto già in passato messaggi di sostegno dal mondo della società civile e dalle istituzioni, innanzitutto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha conferito anche la medaglia di Rappresentanza per la mostra "Volti e colori del Darfur", che forniscono un importante contributo alla causa da noi promossa e che quest'anno hanno una valenza ancor più importante essendo il Sudan ad una svolta.
*Quest'anno, in occasione dell'iniziativa che vorremo promuovere domenica 19 giugno, ci rivolgiamo soprattutto a ciascuno di voi, nostri sostenitori e simpatizzanti, affinchè, con il vostro aiuto rendiate possibile la nuova giornata di memoria e denuncia in Italia, al fianco dei rifugiati scampati all'eccidio del Darfur. *
*Cerchiamo volontari che, a Roma, vogliano contribuire direttamente all'organizzazione dell'evento, come con il volantinaggio e la raccolta firme, o proponendoci soluzioni, idee e contributi, ma anche, per chi non potrà esserci, con il sostegno morale e l'informazione
sull'evento. *
La giornata del 19 giugno rientra tra le iniziative di livello internazionale dirette a sostenere la forza di pace autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che ancora stenta ad
entrare nel pieno delle sue funzioni, e a ribadire la richiesta di un forte intervento della cooperazione internazionale per ricostruire un paese distrutto.
Mentre l'attenzione internazionale è diretta altrove, il Sudan accusa uno dei momenti peggiori, nuovi reiterati scontri in molte parti del Paese.
Oltre *100 mila* persone fuggono dalla città di Abyei
http://allafrica.com/stories/201106071275.html che galleggia sull'oro nero, al confine tra Nord e Sud Sudan, sotto il bombardamento dei tank governativi, mentre dalle zone vicine a El Fasher, Nyala e Jebel Marra, in Darfur, continuano i bombardamenti aerei che aggiungono nuovi sfollati agli altri oltre *70 mila civili* che hanno già tentato di salvarsi rifugiandosi nei campi profughi
quasi al collasso, negli ultimi sei mesi.
L'aviazione sudanese nelle ultime settimane ha bombardato i villaggi di Esheraya, di Sukamir e di Labado nell’area meridionale della regione mentre le milizie alleate dell'esercito sudanese hanno incendiato cinque villaggi - Karko, Linda, Abu Mara, Jurab Bray e Asilowa - situati a 50 km a sud della capitale provinciale El Kasher (Darfur settentrionale). Tutto questo mentre al Sud continua il flusso di rientro dei profughi dai campi verso i luoghi di origine, ormai privi di ogni bene primario.
*Violenze e scontri* tra forze governative e ribelli del Sud Sudan People Liberation Movement stanno esplodendo anche nelle montagne del Sud Kordofan, stato ai confini con la regione del Blu Nilo, proprio in questi giorni.
Il governo sudanese, contemporaneamente, dichiara con fermezza di voler riconoscere il nuovo Stato del Sud Sudan, e di voler completare il cammino verso la risoluzione del conflitto in Darfur intrapreso a Doha, in Qatar.
Volontà che si scontrano con interessi nazionali e sovranazionali, ma anche con il perdurare delle attività criminali di molte e diverse milizie armate in tutto il Darfur, le quali, molto spesso, imbracciano le armi per ottenere visibilità e ritagliarsi un ruolo politico e militare, al pari delle storiche Sudan Liberation Movement e Justice and Equality Movement.
Per maggiori informazioni, e per comunicarci la tua adesione all'iniziativa del 19 Giugno 2011, a Roma, scrivete a Italians for Darfur ONlus Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Grazie,
ITALIANS FOR DARFUR ONLUS