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LA FRAGILITÀ DEL SISTEMA ALIMENTARE MONDIALE

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Bruno Picozzi
Per la Fao rispetto al 2008, sono aumentati sensibilmente gli individui che soffrono ancora di sottoalimentazione.
Il numero di persone che nel mondo soffrono di sottoalimentazione ha sorpassato, per la prima volta nella storia, la soglia del miliardo. Secondo le stime pubblicate lo scorso 19 giugno dalla Fao, l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura, rispetto al 2008 sono oggi oltre 100 milioni in più gli individui che, non potendo acquistare cibo a sufficienza per assumere la quantità di calorie necessaria al loro fabbisogno quotidiano, a fine giornata vanno a letto affamati. Secondo l’analisi della Fao, l’aumento della sottoalimentazione non è un fenomeno dovuto a mancanza di cibo, cattivi raccolti o catastrofi naturali.
Anzi, la produzione di cereali nel 2009 sarà piuttosto consistente. Sotto accusa sono l’abbassamento generalizzato dei redditi dovuto alla crisi e l’aumento dei costi delle derrate alimentari sul mercato, dovuto a vari fattori concomitanti. L’insieme di queste cause rende impossibile ai poveri l’acquisto di cibo a sufficienza, soprattutto nell’Africa subsahariana, dove il tasso di sottoalimentazione raggiunge il 32 per cento.
Non si tratta quindi di un fenomeno congiunturale, una fatalità piombata a ciel sereno su un mondo preparato all’emergenza. Al contrario, si tratta dell’aggravamento prevedibile di un sistema alimentare mondiale assolutamente fragile nei suoi meccanismi, che necessita di profondi cambiamenti strutturali. Sotto accusa principalmente la scelta di investire risorse consistenti sulla grande produzione industriale, attraverso la quale gli errori eventuali si moltiplicano fino a diventare irreparabili.
La Fao raccomanda invece la messa in opera a breve di filiere di sicurezza per i più poveri del pianeta, allocando risorse a favore dei piccoli produttori, a disposizione dei quali vanno messi concimi, foraggi, utensili e macchine agricole, ma soprattutto sementi di qualità e conoscenze tecniche. Il sostegno alle piccole imprese contadine permetterà a medio termine di far abbassare i prezzi delle derrate alimentari con tutto vantaggio dei consumatori poveri. Invece il rischio è che ci si concentri sui meccanismi assistenzialisti di aiuto alimentare a breve termine, assai costosi e frutto principalmente di accordi di mercato sulle rimanenze di produzione dei grandi gruppi industriali.
E che la crisi porti a una riduzione fino al 25 per cento dell’aiuto internazionale allo sviluppo di cui beneficiano i 71 Paesi più poveri del pianeta, una buona parte dei quali è in Africa. La Fao sottolinea quindi l’aspetto politico della questione. A lungo termine, solo l’aumento degli investimenti nel settore agricolo potrà dare soluzioni definitive al problema della sottoalimentazione nel mondo. Una strada che i Paesi economicamente più solidi del pianeta sembrano tuttavia poco intenzionati a intraprendere.
28-8-09
Fonte: Terra News