
SIAMO FELICI CHE OGNI TANTO UN VOSTRO PASTORE RELIGIOSO REALIZZI CHI SIAMO, DA DOVE VENIAMO E PERCHÉ VISITIAMO LA TERRA.
LO ABBIAMO DETTO: SIAMO GLI ANGELI DI IERI, GLI ESSERI DI LUCE E GLI EXTRATERRESTRI DI SEMPRE.
PACE!
Oristano, il frate che studia gli alieni: la stella cometa era un ufo
Da Papa Giovanni XXIII alla stella di Betlemme. Il libro del francescano padre Marco Ardu
di Roberto Petretto
La sorpresa comincia a rivelarsi dal sottotitolo: “Quale Stella?”. La “Stella” a cui Padre Marco Ardu fa riferimento nel suo libro è quella che, per l'iconografia cristiana, avrebbe guidato i Re Magi sino alla grotta in cui si trovava Gesù bambino. Cosa era in realtà quella entità luminosa? Non una stella cometa, come vuole la tradizione, ma forse un Ufo. Il frate francescano argomenta a lungo la sua teoria: «Da chi era composta “la moltitudine dell’esercito celeste" che lodava Dio? La notte di Natale a Betlemme?... Parlano, si fanno capire, sono credibili da uomini di questa terra. Potrebbero guidare “macchine aeree” che accendono luce. Tale luce come potrebbero chiamarla gli uomini che a quei tempi non conoscevano gli aerei?». La risposta è scontata: “Stella”.
«A mio parere – scrive il francescano – anche ai Magi i “messaggeri” apparvero la notte di Natale e essi videro la luce che chiamarono stella». E se quella "stella" «probabilmente faceva luce anche di giorno» forse era il prodotto di una tecnologia avanzatissima, usata da una civiltà non terrestre che, sempre secondo il religioso, ha avuto il compito di annunciare la nascita del Cristo.
La questione della Stella è centrale nel libro, ma altrettanto centrale è la questione dell’esistenza di extraterrestri: «Non ho mai letto che solo l'uomo è formato di anima e corpo. Non mi sembra impossibile che esistano esseri non terrestri, se non uguali, almeno simili all'uomo».
La Chiesa stessa sarebbe convinta di questo. Nella prefazione il professor Antonio Murziani cita un episodio che sarebbe accaduto nel 1961 all'allora pontefice Giovanni XXIII: «Papa Roncalli, passeggiando nei giardini di Castelgandolfo, insieme col suo segretario monsignor Capovilla, fu avvicinato da un essere alieno, simile a noi terrestri, sceso da un disco volante, atterrato insieme a altri nelle estreme vicinanze. Secondo i cronisti del periodo, Papa Giovanni si avvicinò a quell'essere e parlò con lui. Alla fine dell'incontro disse a monsignor Capovilla: “I figli di Dio sono dappertutto, anche se, a volte, abbiamo difficoltà a riconoscere i nostri fratelli”. Parole mai smentite da monsignor Capovilla, oggi cardinale».
Fantasie? Pensieri in libertà? Padre Marco chiarisce la natura non scientifica e neppure dottrinale del libro: «Chiedo perdono se dovessi dire sciocchezze e, quindi, cose totalmente false. Certo non lo faccio di proposito, ma solo per sbaglio».
http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2016/01/26/news/oristano-il-frate-che-studia-gli-alieni-la-stella-cometa-era-un-ufo-1.12843311Dopo aver letto l’articolo sulla Nuova Sardegna segnalatomi da mia figlia Joelle, ero molto contenta di sapere che finalmente una persona appartenente alla chiesa avesse scritto un libro “La Stella di Natale” spiegando che quella “stella” era manovrata dagli extraterrestri. Ho chiamato il convento francescano e sono riuscita ad avere il suo cellulare, gli ho chiesto un appuntamento. Il pomeriggio di mercoledì 3 febbraio l’ho incontrato in una stanzetta vicino alla chiesa dove lui si reca molto spesso per ricevere piccoli doni da poter vendere per aiutare le missioni.
Padre Marco è una bella persona, gentile e disponibile, gli ho fatto vedere le foto delle astronavi che conservo gelosamente, abbiamo parlato del suo libro che avevo con me, di Giorgio, di Pier, di Funima International, di Padre Pio, di Papa Roncalli che avevamo entrambi conosciuto quand’era cardinale a Venezia. Anzi, nel libro viene citato brevemente l’incontro del Papa con un alieno. Ad un certo punto mi ha raccontato che nell’orto del convento qui ad Oristano, un loro frate stava per essere prelevato ma ha avuto paura ed è fuggito. Al prossimo incontro mi farò raccontare questo fatto con più dettagli.
Non aveva più tempo da dedicarmi ma siamo rimasti d’accordo che ci saremmo rivisti presto e che gli avrei portato in dono tante riviste ufologiche, poichè lui non usa il computer.
Come sarebbe bello se molti religiosi avessero la stessa apertura mentale di padre Marco.
Flavia Fabris
5 Febbraio 2016