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SCHIERATI IN LIBIA ELICOTTERI D’ATTACCO FRANCESI E INGLESI
Affiancheranno i ribelli nell’offensiva a terra
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Non è ancora l’intervento di terra, ma quanto di più vicino possa esserci.

Francia e Gran Bretagna inviano in Libia gli elicotteri da combattimento, che dovranno supplire alle mancanze dei bombardamenti aerei e probabilmente rafforzare l’azione delle squadre speciali terrestri che dall’inizio del conflitto operano (senza conferme ufficiali) sul campo. «Dobbiamo migliorare la nostra capacità di colpire i bersagli a terra con mezzi più precisi», ha detto il ministro degli Esteri francese Alain Juppé, a Bruxelles per una riunione con gli omologhi europei. «L’intervento aereo non permette di raggiungere tutti gli obiettivi, in particolare la logistica, le batterie antiaeree, i camion cisterna e i mezzi che trasportano le munizioni — ha aggiunto il ministro della Difesa Gérard Longuet —. Soprattutto nelle aree urbane, che i nostri aerei non sono in grado di colpire senza correre gravi rischi di danni collaterali». È una svolta, un cambio di strategia che sancisce quello che molti esperti militari hanno sostenuto pochi giorni dopo il via all’operazione, il 19 marzo scorso: i ribelli anti Gheddafi sono troppo deboli, la no-fly zone e i bombardamenti non possono bastare. Dopo l’uscita di scena o quasi degli Usa e il passaggio del comando alla Nato, con il rallentamento della missione che ne è conseguito, Parigi e Londra riprendono ora in mano la guida dell’intervento, evitando il passaggio all’Onu che sarebbe richiesto per consentire l’entrata in azione ufficiale di truppe di terra. «Siamo nel prolungamento della risoluzione 1973» , prova a sostenere il ministro Longuet. Ma l’annuncio dell’ Salva invio degli elicotteri d’assalto, e della svolta strategica, è stato strappato alle autorità francesi dalla rivelazione dell’esperta di Difesa del Figaro, Isabelle Lasserre. I ministri francesi, non senza imbarazzo, hanno confermato la partenza, giovedì scorso da Tolone, della nave da guerra Tonnerre, con a bordo elicotteri (probabilmente 12) di tipo Gazelle e Tigre, e Longuet si è spinto anche a parlare per conto dei britannici, confermando il coinvolgimento della portaelicotteri HMS Ocean con i Lynx, e gli Apache di fabbricazione americana («Non siamo abituati a parlare delle missioni prima che abbiano inizio» , si è limitato ad affermare innervosito un portavoce del governo a Londra). I soldati delle forze speciali francesi e britanniche operano già (più o meno segretamente) sul terreno per segnalare agli aerei gli obiettivi da colpire, e forse anche per altri interventi mirati. Il loro ruolo potrebbe crescere nelle prossime settimane, allo scopo di conseguire risultati definitivi entro il 19 luglio, prima del grande caldo estivo e soprattutto prima che scadano i quattro mesi che renderebbero obbligatorio il via libera del Parlamento per rinnovare l’impegno militare francese. Stefano Montefiori
CORRIERE DELLA SERA 24 MAGGIO 2011