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hubble_0120 ANNI DI MISSIONE FRA LE STELLE E' RECORD DI SCOPERTE
Le immagini più belle e 'rivoluzionarie' dello spazio sono quella catturate da Hubble , il telescopio della Nasa e dell’Agenzia Spaziale Europa (Esa), lanciato in orbita esattamente 20 anni fa, il 24 aprile 1990.
Roma, 23 aprile 2010 - Costato 1,6 miliardi di dollari, ha il nome di Edwin Hubble, l’astrofisico americano che nei primi decenni del ‘900 dimostrò che l’universo è in perenne espansione ed è molto più vasto si quanto si credesse.Le osservazioni di Hubble hanno permesso di definire esattamente l’età dell’universo, di ‘vedere’ le prime galassie e di realizzare una mappa in 3D della materia oscura.
Pesante 11 tonnellate, lungo 13,3 metri e con un diametro di 4,3, è stato il primo "occhio" con cui l’uomo è riuscito a osservare il cielo al di fuori dell’atmosfera terrestre, fino a vedere stelle e galassie giovanissime che popolavano il baby-universo
Eppure il progetto sembrava nato sotto una cattiva stella: dall’incidente del “Challenger” che ritardò il lancio di cinque anni al difetto di progettazione della parabola riflettente, passato inosservato nei test a terra e che costrinse i tecnici ad adottare un dispositivo di correzione (ribattezzato prontamente “gli occhiali dello Hubble”) che venne montato in orbita nel 1992.
hubble01In questi venti anni, Hubble ha goduto di 5 missioni di manutenzione effettuate con lo Shuttle, l'ultima nel maggio scorso. Il telescopio spaziale si trova a 563 chilometri dalla Terra ed è l'unico la cui manutenzione poteva essere curata dall’uomo. Le missioni di manutenzione sono state indispensabili alla lunga vita di Hubble. La prima, nel 1993, ha dato allo strumento ‘’occhiali’’ per correggere un difetto dello specchio primario. Le altre missioni di manutenzione sono avvenute nel 1997 (che installo’ nuovi strumenti piu’ potenti), nel 1999 (sostituzione di alcuni strumenti e aggiunta di un computer di bordo) e nel 2002 (riparazione e miglioramento di numerosi strumenti).
La missione di riparazione effettuata dall’Atlantis ha permesso di prolungare fino al 2014 la vita operativa del telescopio, che aveva sofferto di numerosi guasti meccanici tanto da portare ad una sospensione delle operazioni nel 2007: sono stati cambiati i sei giroscopi, le batterie, il sistema di protezione termica e il sistema informatico, mentre sono stati installati due nuovi apparecchi, uno spettrografo per raggi cosmici e un obbiettivo grandangolo; il tutto ha migliorato da 10 a 70 volte le capacità dello Hubble, in grado così di rilevare oggetti risalenti a 500 milioni di anni dopo il Big Bang contro il precedente limite di un miliardo di anni.
Hubble sarà operativo almeno fino al 2014, ma considerando che considerando che il suo rientro nell’atmosfera è previsto fra il 2019 e il 2032, la sua 'missione effettiva' potrebbe essere prolunagata ancora a lungo.
hubble02Lo Hubble viene infatti considerato dagli astronomi ancora uno strumento di assoluta avanguardia, anzi insostituibile: non vi è nulla di simile in orbita per quanto riguarda l’astronomia nel campo della radiazione visibile; le moderne reti di telescopi sulla Terra possono raggiungere in alcuni casi la stessa risoluzione, ma l’atmosfera terrestre li rende ‘ciechi’ all’infrarosso e all’ultravioletto. Proprio l’infrarosso dovrebbe essere il punto di forza del “James Webb Space Telescope”, il cui lancio è in programma per il 2013 e che dovrà lavorare fianco a fianco con lo Hubble per poi sostituirlo.
Il telescopio  ha osservato aspetti del cielo impossibili da vedere con i telescopi basati a Terra, e le sue scoperte hanno avuto un impatto rivoluzionario sull’astronomia. Anche la loro quantità è impressionante, con oltre 8.000 articoli scientifici.
Per esempio, nel 1994 Hubble ha inviato le immagini spettacolari dell’impatto su Giove della cometa Shoemaker-Levy. E’ stato Hubble a indicare per la prima volta che esistono altri sistemi solari oltre al nostro e, all’interno di uno di questi, ha catturato la prima immagine ottica di un pianeta extrasolare. Il telescopio spaziale ha inoltre fornito le prime evidenze sull’esistenza dell’energia oscura che costituisce il 70% dell’universo.
Ha inoltre osservato complessivamente più di 446.000 galassie, studiando così la distribuzione della materia nell’universo. Questi dati hanno anche permesso di realizzare una mappa in 3D della materia oscura, la materia ancora misteriosa che occupa il 25% dell’universo, mentre la materia visibile ne costituisce appena il 5%. Le osservazioni di Hubble hanno inoltre permesso di definire esattamente l’eta’ dell’universo, di ‘vedere’ le prime galassie e di dimostrare che al centro di alcune galassie di grandi dimensioni si trovano giganteschi buchi neri.
23 aprile 2010 – Quotidiano.net