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mancha__louisiana_02CENTO MILIARDI DI DOLLARI ECCO IL CONTO DELLA MAREA NERA. PRONTA LA STANGATA: “SARÀ QUASI COME KATRINA”
È la previsione più pessimistica. Dal pozzo sgorgano 680 tonnellate di greggio al giorno.
Altro che "Exxon Valdez", la petroliera arenatasi in Alaska vent´anni fa, che costò al gigante petrolifero almeno 7 miliardi di dollari. Il conto della marea nera del Golfo del Messico sarà probabilmente molto più alto: alcune decine di miliardi di dollari. E, secondo le previsioni più pessimiste ed allarmiste, potrebbe arrivare ad un ordine di grandezza non lontano da quello di Katrina: 100-150 miliardi di dollari contro i 200 miliardi dell´uragano che devastò New Orleans. Tutto dipende dai parametri fondamentali per valutare il costo della tragedia della "Deepwater Horizon". Sono tre. Primo: il numero di barili che il pozzo, ogni giorno, continua a riversare in mare. Secondo: il numero di giorni che passano prima che il flusso possa essere arrestato. Terzo: il danno medio provocato da ogni singolo barile. Su nessuno di questi parametri esistono, oggi, certezze e il conto finale, probabilmente, sarà chiaro solo fra qualche anno.
La "Exxon Valdez", nel 1979, riversò sulle coste dell´Alaska 250 mila barili di greggio. La Exxon spese 2,5 miliardi di dollari per ripulire le spiagge, a cui vanno aggiunti 1,1 miliardi di risarcimenti. Compresa la multa inflitta dal governo americano, l´incidente costò direttamente alla più grande multinazionale del mondo circa 7 miliardi di dollari. Su questa base, i primi calcoli sul costo per la Bp (che, insieme ai suoi partner, in base alla legge americana, è legalmente responsabile dei danni) parlano di 12,5 miliardi di dollari. Si tratta, però, di previsioni minime.
Secondo uno studio compiuto nel 2000, solo ripulire dal greggio 500 chilometri di costa (quanti ne corrono da New Orleans a Pensacola, in Florida) costava mediamente 52 mila dollari per tonnellata di petrolio. Secondo le indicazioni ufficiali, oggi, dal pozzo della Deepwater Horizon sgorgano 5 mila barili, cioè 680 tonnellate di greggio al giorno. Speranze che il flusso si fermi da solo non ce ne sono: il giacimento contiene diversi milioni di barili e la Bp si preparava, infatti, nei giorni dell´incidente, ad annunciare l´importante scoperta. Se non sarà possibile tamponarlo prima di almeno 90 giorni, come si sta facendo capire, ripulire le oltre 60 mila tonnellate di petrolio sgorgate nel frattempo costerà, ai prezzi 2010, un po´ più di 4 miliardi di dollari.
Questo, comunque, è un costo medio. In Alaska, ad esempio, la Exxon fu, in qualche modo, fortunata. Il luogo da raggiungere era remoto, avvicinabile solo via nave od elicottero, ma si trattava di spiagge e scogliere. La marea del Golfo si abbatte su una costa ricca di paludi e acquitrini (i famosi "bayous" della Louisiana), assai più difficili da ripulire. Inoltre, quello della Valdez fu un enorme disastro ambientale, le cui vittime, però, furono, in sostanza, foche e uccelli. Qui, ci sono in ballo delle persone e corposi interessi commerciali. L´industria della pesca della Louisiana ha un fatturato annuo di 2,4 miliardi di dollari, quella del turismo di 20. Se anche prendiamo, per comodità, come punto di riferimento il costo diretto sostenuto dalla Exxon (7 miliardi di dollari per 35 mila tonnellate) si arriva già a 200 mila dollari per tonnellata. Due studiosi italiani - Ugo Bilardo e Giuseppe Mureddu - hanno, tuttavia sostenuto, in un volume pubblicato nel 2005 dall´Unione petrolifera, che il costo, tenuto conto delle voci indirette e nascoste (produzione perduta, crollo delle quotazioni azionarie) fu per la Exxon di 10 miliardi di dollari, equivalenti a 285 mila dollari per tonnellata di greggio.
Sulla base di questi parametri, il conto per la Bp diventa molto più alto, drammatico anche per un gigante che, nel 2009, ha avuto un fatturato di 327 miliardi di dollari. A 200-285 mila dollari a tonnellata, il costo complessivo arriva, infatti, a 25-30 miliardi di dollari. Eppure, anche questa è una previsione ottimistica. La cifra di 5 mila barili al giorno è, infatti, ammette anche la Bp, puramente indicativa. Secondo John Amos - l´esperto che, attraverso le mappe satellitari, ha costretto le autorità ad alzare la prima valutazione di mille barili al giorno fino a 5 mila - è «la più ottimistica possibile». Amos pensa che siano almeno 20 mila. Ian McDonald, dell´università della Florida, pensa che siano 25 mila barili al giorno. Se, veramente, dal pozzo sgorgano non 680, ma un fiume di 2-3 mila tonnellate al giorno, il costo della tragedia schizza verso livelli impensabili: 100-150 miliardi di dollari, non lontano dai danni di Katrina. E sempre che si riesca a tamponare il flusso entro 90 giorni.
Pagherà tutto la Bp che, nel caso specifico, non risulta neanche essersi coperta con una polizza di assicurazione? Lo vedremo, probabilmente, al termine di estenuanti battaglie legali. Di sicuro, al quartier generale della multinazionale, qualcuno deve essersi amaramente pentito di aver dato, al pozzo destinato a finire fuori controllo, il nome di Macondo, il mitico villaggio dei "Cento anni di solitudine" di Gabriel Garcia Marquez, dove i sogni vanno in fumo.
MAURIZIO RICCI
LA REPUBBLICA 3 MAGGIO 2010