Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Italiano Español English Português Dutch Српски
testa sito 2024
NIGERIA, DANNI DA PIOMBO
Sono morti in silenzio, senza che nessuno capisse cosa stava succedendo. In Nigeria, negli ultimi mesi, il piombo ha ucciso 163 persone, soprattutto bambini.
Sale il bilancio dell'avvelenamento di massa che ha provocato una strage in Nigeria. Le 70 vittime di qualche giorno fa sono diventate oltre 160, 116 dei quali bambini. E le autorità nigeriane adesso lottano contro il tempo, sperando di decontaminare interi villaggi prima dell'arrivo della stagione delle piogge, che spargerebbero terriccio e acque tossiche su una superficie ancora maggiore.
Le pietre sbagliate. Cercavano l'oro ma hanno trovato la morte. Speravano di trovare qualche pietra preziosa che avrebbe cambiato per sempre la loro vita ma hanno toccato depositi di piombo che hanno immediatamente inquinato corsi d'acqua e i terreni circostanti. Il recente arrivo di una società mineraria cinese che si era garantita il permesso di estrarre oro deve aver illuso gli abitanti di alcuni villaggi del nord della Nigeria che anche loro potessero fare lo stesso, abusivamente. Alcuni di loro si erano portati delle pietre a casa, confondondendole con minerali preziosi quando invece si trattava di materiale tossico. Siamo nella Nigeria settentrionale, più precisamente nello stato dello Zamfara, uno dei primi ad aver adottato la sharia come legge fondamentale, un territorio povero e arretrato, abitato da contadini che praticano un'agricoltura di sussistenza e dove non è raro imbattersi in gruppi di minatori abusivi. La premessa è necessaria per capire in quale contesto si sia verificata una tragedia che ha fatto, per ora, 163 morti, la maggior parte dei quali sono bambini con meno di cinque anni. Tutti vittima di una intossicazione che se li è presi silenziosamente, settimana dopo settimana, fino a quando una squadra di Medici senza Frontiere non ha capito cosa stava succedendo. Girava il Paese per la campagna annuale di immunizzazione contro la malaria ma in molti remoti villaggi del nord non aveva trovato nessun bambino.
Cinque centimetri. Non si trattava di malaria, come credevano i contadini del posto, che per questo non avevano lanciato nessun allarme, nonostante i sintomi - dolori addominali, letargia, vomito, mal di testa - non fossero gli stessi. Nemmeno il governo locale aveva intuito cosa stesse accadendo in realtà, e fino a qualche settimana fa addirittura negava che ci fossero morti sospette sulle quali indagare. Così, adesso, con l'emergenza si consuma l'ennesima polemica politica, con le autorità che hanno rivelano i dati col contagocce, cercano di ridimensionare l'accaduto, sostengono che da tre settimane non si siano registrati nuovi casi. Ma il bilancio cresce proprio mentre si mette in moto la macchina dell'assistenza e del soccorso. Oltre trecentocinquanta circa i casi sospetti, almeno 80 i bambini ricoverati nelle ultime ore. In prima fila, oltre a Medici senza Frontiere, ci sono l'Organizzazione mondiale della sanità, lo statunitense Center for Disease Control and Prevention e il Blacksmith Institute di New York, che sta eseguendo un'operazione di decontaminazione e che ha già annunciato che, purtroppo, il danno ormai è fatto e nell'immediato futuro molti altri bambini potrebbero morire. Perché sono proprio loro, insieme alle donne in stato di gravidanza, i più esposti alll'avvelenamento da piombo, un metallo velenoso per il nostro organismo, che produce danni sul sistema nervoso, l'apparato riproduttivo e i reni.
Le autorità sanitarie dello Zamfara e quelle centrali ora affrontano l'emergenza muovendosi su più fronti: oltre ad un massiccio programma diagnostico, bisogna curare i pazienti le cui analisi del sangue abbiano rivelato una presenza anomala di piombo e mettere sotto osservazione quelli sospetti. Ci vorranno almeno quattro settimane per capire la reale portata della tragedia e per essere certi che la minaccia sia stata neutralizzata. E poi c'è anche il contenimento dell'emergenza.
Nel villaggio di Yar'Galima ieri è partita un'operazione di rimozione dello strato superficiale del terreno, cinque centimetri che sembrano un'inezia ma possono fare la differenza tra la vita e la morte. Sostituire la terra contaminata con quella pulita però non basterà, se non si provvederà a rinforzare con cemento il pavimento delle case del villaggio, costruite con fango e mattoni, a Yar'Galima come anche a Dareta e Gidanbuzu.
Alberto Tundo
http://it.peacereporter.net/articolo/22414/Nigeria%2C+danni+da+piombo