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UNA BUFERA COSTRINGE GLI ATTIVISTI A LASCIARE LA PIATTAFORMA NELL'ARTICO
International — Hanno passato più di quaranta ore appesi alla piattaforma petrolifera nell'Oceano Artico.
Sono state le dure condizioni climatiche – drastico abbassamento delle temperature, vento forte e mare in tempesta - a costringere i nostri quattro attivisti a scendere. Hanno bloccato le operazioni di esplorazione per ben due giorni!
I quattro climber sono stati subito arrestati. Prima di lasciare la piattaforma, uno di loro, Sim McKenna dagli Stati Uniti, ha dichiarato da un telefono satellitare:Siamo orgogliosi di essere riusciti a fermare le perforazioni, anche se solo per due giorni. Il forte vento e il mare in tempesta sotto di noi ci costringono a scendere. Non so bene cosa succederà adesso, ma siamo pronti a tornare appena potremo per chiedere al mondo di liberarsi dalla schiavitù del petrolio. È ora che ognuno di noi chieda al proprio governo di impegnarsi seriamente nella lotta al cambiamento climatico, di vietare pericolose perforazioni in alto mare e investire in energia pulita.
La piattaforma appartiene alla compagnia britannica Cairn Energy, che la settimana scorsa aveva annunciato di aver trovato gas e di essere ottimista sulla possibilità di trovare petrolio. Esplorazioni petrolifere come questa potrebbero far scattare la scintilla della corsa al petrolio nell'Artico, mettendo a rischio questo fragile ecosistema e il clima.
Speriamo che fermando le attività della piattaforma per qualche giorno, Cairn Energy non riesca a terminare le operazioni di esplorazione prima dell'arrivo dell'inverno, quando le rigide condizioni ambientali renderanno impossibile ogni attività di ricerca di petrolio. È ora di fermare le perforazioni in alto mare, soprattutto in aree particolarmente vulnerabili come l'Artico o il più vicino Mar Mediterraneo.
I climber erano partiti a bordo di gommoni provenienti dall'Esperanza, una delle navi di Greenpeace, impegnata in un tour nell'Artico contro le perforazioni petrolifere. Nell'ultima settimana la nave è stata seguita costantemente dalla marina danese ma i nostri attivisti sono riusciti a eludere lo stretto controllo, salendo sulla piattaforma. In seguito all'azione di Greenpeace, Cairn Energy ha bloccato anche le attività dell'altra piattaforma, la Stena Forth, che sta operando nell'Artico.
02 Settembre 2010
Greenpeace.