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GOLFO, CHIUSO IL POZZO MALEDETTO MA LA BP NON ESCLUDE DI RIAPRIRLO
"Macondo" sigillato con un tappo di cemento. Dal 20 aprile versati in mare oltre 5 milioni di barili A novembre Obama dovrà decidere se prolungare o meno il divieto alle perforazioni
ANGELO AQUARO
DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK - L´avevano chiamato Macondo come il villaggio magico di Cent´anni di solitudine. E il pozzo che avrebbe dovuto regalare alla Bp un secolo di petrolio e dollari è stato chiuso ufficialmente ieri. Il termine tecnico in inglese è più evocativo: «Kill the well». Ma ci sono voluti ben cinque mesi per "uccidere" quel pozzo che tanta distruzione ha portato. Undici morti la notte dell´esplosione della piattaforma Deepwater Horizon. Quasi ottocento milioni di litri di petrolio riversati nel Golfo del Messico. La più grande tragedia naturale nella storia d´America. «Possiamo finalmente annunciare che il pozzo Macondo 252 è ufficialmente morto» ha detto l´ammiraglio Thad W. Allen che gestì il dopo Katrina e Barack Obama ha dovuto richiamare dalla pensione per mettere un tappo anche in questo disastro. «Non è più una minaccia per il Golfo» ha detto Allen. I test fatti dalla piattaforma Development Driller III hanno dato risultato positivo: l´iniezione di cemento ha definitivamente bloccato il pozzo che era stato comunque stoppato meccanicamente già alla fine di luglio.
Obama può esultare. La marea nera in cui stava annegando anche la Casa Bianca era già scomparsa cento giorni dopo il disastro quantomeno alla vista: pompata dalle navi, evaporata o mangiata dai microrganismi - eppure (temono gli scienziati più pessimisti) ancora maledettamente raccolta sul fondo. Ma adesso l´America ha finalmente raggiunto "una pietra miliare" - dice Barack - nella risposta che aveva impiegato 40mila persone e 7mila imbarcazioni. Naturalmente il presidente sa bene che per la gente del Golfo non è ancora finita. Anzi. «Restiamo impegnati a fare tutto il possibile» anche se «la strada non sarà facile».
E certo. L´uomo che la Casa Bianca ha messo a custodia del tesoretto da venti miliardi con cui la Bp si impegna a pagare i danni l´altro giorno ha dovuto fare autocritica: «Siamo terribilmente indietro nei rimborsi e la situazione è più difficile di quanto pensassi» ha detto quel Ken Feinberg che pure aveva già amministrato il tesoro di Ground Zero. Anche la questione delle responsabilità penali resta aperta: Bp potrebbe pagare da un minimo di 5.4 miliardi per violazione delle leggi ambientali a un massimo di 21 miliardi se l´indagine dimostrerà quella negligenza che Obama ha pubblicamente denunciato.
Nel Golfo a fine novembre si deciderà se prolungare o meno il blocco delle trivellazioni ad alta profondità deciso dal presidente. Ma gli esperti dicono che Bp non è certo a corto di cassa. Il New York Times sostiene che una volta chiuso il pozzo Macondo potrebbe essere anche aperto di nuovo. Del resto da quel giacimento magico è andato perso solo un nono del preziosissimo petrolio. E la Bp potrebbe riprovarci o - ipotesi più probabile - venderne i diritti. «Lì sotto ci sono tre miliardi e mezzo di petrolio» dice Tadeus W. Patzek dell´Università del Texas. «Se glielo offri per un miliardo e mezzo qualcuno pronto a ributtarsi nell´affare lo trovi». Altro che cent´anni di solitudine: l´assedio al Golfo non è mai finito.
REPUBBLICA 20 SETTEMBRE 2010