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“NEL MEDITERRANEO 7 GRADI IN PIÙ”. LA PROFEZIA DELL’AGENZIA EUROPEA: “ALLA FINE DEL SECOLO DIVENTEREMO UN DESERTO”
Jacqueline McGlade Direttore dell’Agenzia di Copenhagen.
Inostri nipoti avranno caldo, molto caldo, soprattutto nella bella stagione che bella non sarà più. L’Agenzia europea per l’ambiente (Aea) stima che alla fine del secolo le estati mediterranee ci regaleranno una temperatura maggiorata di sette gradi centigradi rispetto a oggi. Nelle aree più settentrionali del continente il cambiamento climatico concederà alle generazioni future uno sconto d’un terzo, visto che il termometro salirà i media solo del 5%.
In compenso, ma si fa per dire, a Nord delle Alpi le precipitazioni aumenteranno del 10-20%, mentre a Sud della catena le nuvole si asciugheranno del 5-20. Pagheremo con le condizioni di vita e con la vita stessa. La scelta sarà fra usare l’acqua per bere o per irrigare la terra e, dunque, per poter mangiare.
E’ uno scenario da paura, eppure conviene mantenere i nervi saldi, almeno sinché non sarà troppo tardi per fare qualcosa. Il quarto rapporto quinquennale dell’Aea mette sul tavolo della Conferenza di Cancun l’ennesimo impressionante grido d’allarme sullo stato del pianeta. «Consumiamo le risorse necessarie per tutelare la stabilità della Terra», avverte Jacqueline McGlade, direttore dell’agenzia di Copenhagen. Il cambiamento climatico è la conseguenza più evidente, tuttavia si profilano altri gravi rischi per l’ecosistema. Minacciata l’agricoltura, soprattutto olio e vino, che salveremo solo riconvertendo l’economia verde.
Qualcuno dirà che si esagera. Possibile, sebbene le serie storiche non promettano nulla di buono. Nel 2009 la temperatura continentale era di 1,3 gradi superiore alla media della seconda metà del XIX secolo. Il dato non fa spavento sino a che non ti dicono che i 12 anni più caldi dal 1850 sono stati gli ultimi 12. Rispetto allo stesso anno, le ondate di caldo sono raddoppiate e il numero dei giorni torridi è triplicato, così si segnala anche una diminuzione del 10% del ghiaccio estivo artico per decennio dal 1979. Il che porta l’Aea a stimare che il numero di giornate con la temperatura superiore ai 40 gradi nell’area subalpina raddoppierà per quando i bimbi nati adesso avranno un’ottantina d’anni.
Paura? Meglio averne, magari viene voglia di reagire per smentire la profezia dell’Aea, secondo cui i morti per le ondate torride raddoppieranno di qui a fine secolo (furono 70 mila nel 2003) e l’acqua sarà il nuovo oro. «L’efficiente utilizzo delle risorse - sostiene il commissario Ue all’Ambiente, Janez Potocnik - sarà cruciale per creare un’economia a basso contenuto di carbonio».
Occorre consumare meno e meglio, sulla pesca come sui trasporti. Si può fare, incalza la McGlade. L’Europa ha già ridotto del 17% le emissioni serra rispetto al 1990, periodo in cui il traffico s’è gonfiato del 24%.
«Non ci sono soluzioni da miracolo - assicura la direttrice Aea -, responsabili legislativi, imprese e cittadini devono agire insieme per trovare risposte efficaci; le premesse ci sono, ora bisogna costruire». Costerà caro? Certo che sì. Ma sarà sempre meno del conto della desertificazione.
MARCO ZATTERIN CORRISPONDENTE DA BRUXELLES
LA STAMPA 1 DICEMBRE 2010