MILANO - Le inondazioni del fine settimana che hanno colpito il nord-est dell'Australia hanno provocato complessivamente nove morti (tra i quali quattro bambini) e 66 dispersi, secondo l'ultimo bilancio comunicato martedì dal primo ministro dello Stato del Queensland, Anna Bligh, aggiungendo che secondo la polizia il bilancio finale delle vittime potrebbe raddoppiare. Tra le località più colpite vi è Toowoomba, cittadina di 90 mila abitanti sommersa da otto metri d'acqua. «Abbiamo avuto dieci anni consecutivi di siccità, per parecchi anni non siamo riusciti nemmeno a lavare le nostre automobili», ha detto il consigliere regionale, Joe Ramia. Allarme anche a Brisbane, capitale del Queensland, dove l'ondata d'acqua minaccia almeno 6.500 abitazioni.
MASSA D'ACQUA - Il Queensland è stato colpito nelle ultime tre settimane dalle peggiori alluvioni degli ultimi 50 anni causando in tutto almeno 18 vittime. Finora la massa d'acqua si era mossa lentamente nella sua strada verso l'oceano, invece le ulteriori precipitazioni nello scorso fine settimana hanno causato la rottura improvvisa degli argini della valle del Lockyer sommergendo Toowoomba («uno tsunami interno», è stato descritto dai soccorritori) e mettendo in serio pericolo Brisbane, terza città australiana con oltre 2 milioni di abitanti. Il sindaco ha ordinato a chi vive nelle zone più minacciate di lasciare le abitazioni e mettersi al sicuro nelle aree più elevate. A Brisbane le acque del fiume sono in rapido aumento e un funzionario locale ha raccontato di aver visto salire il livello di un metro e mezzo in un'ora. Purtroppo le previsioni meteo non sono favorevoli e annunciano nuove precipitazioni. In altre zone dell'Australia, dove ora è piena estate, gli incendi a causa della clima secco e caldo stanno propagando gli incendi, come nelle aree meridionali dello Stato dell'Australia occidentale dove 150 vigili del fuoco stanno lottando contro le fiamme che hanno già distrutto quattro abitazioni.
11 gennaio 2011 – Corriere della Sera