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frio_03NEVE E GHIACCIO FERMANO L’AMERICA
Blackout nelle metropoli e tutti i trasporti paralizzati Si moltiplicano gli appelli in 48 Stati su 50: restate a casa.
FRANCESCO SEMPRINI NEW YORK
I venti sempre più forti abbattono alberi e scoperchiano le case Le raffiche
Chicago è paralizzata e il sindaco ammette che mezzo metro di neve l’ha messa ko Sotto la tormenta
Lo strato di ghiaccio che si è depositato sull’asfalto rende impossibile la circolazione delle auto Le strade
Un ricovero sicuro per chi ha lasciato la propria casa Sfollati
Come in montagna La neve sta causando difficoltà enormi anche a chi tenta di spostarsi a piedi
C’è chi si arrangia Anche un paio di sci da fondo possono tornare utili per muoversi
Il ciclone Yasi copre un’area equivalente all'intera superficie di Gran Bretagna Francia Spagna e Germania.
Città ghiacciate, trasporti paralizzati, blackout a tappeto e Super Bowl a rischio. Gli Usa sono di nuovo sotto scacco a causa dell’ennesima micidiale offensiva guidata dal generale inverno, con 48 Stati su 50 investiti da un’ondata di maltempo come poche se ne ricordano in passato. E’ Chicago l’epicentro della nuova ondata di gelo, piegata dalla terza più estesa perturbazione della storia della metropoli che ha causato la chiusura degli aeroporti e delle scuole, misura, quest’ultima, che non veniva Fadottata da 12 anni.
L’esercito di spazzaneve e spargisale che consente di garantire la normalità anche di fronte a forti perturbazioni stavolta rischia di non essere sufficiente. «Non c’è nulla su cui scherzare – dice Edward Butler, portiere di un condominio sul lungolago della città intento a spaccare le lastre di ghiaccio che si sono formate davanti al portone –. Ci troviamo a combattere con forze polari». Nel pomeriggio di ieri Wind City, soprannome di Chicago, era coperta da 40 centimetri di neve destinati ad aumentare, visto il prolungamento della perturbazione annunciato dei meteorologi, con conseguenti gravi disagi per i trasporti. Numerosi incidenti sono stati registrati su strade e autostrade, i treni sono fermi, mentre le compagnie aeree che fanno scalo all’O’Hare International Airport hanno deciso di cancellare tutti i voli. In mattinata è giunto l’appello del sindaco Richard Daley, che ha esortato i cittadini a non lasciare le abitazioni se non in caso di necessità. Ma se la zona dei Grandi Laghi è l’epicentro del maltempo, il gelo non ha risparmiato il resto del Paese. La maxi perturbazione formata dall’incontro di masse d’aria provenienti dal Canada e quelle più calde del Sud, si estende per una lunghezza recorddi 3500 chilometri, dal Maine al profondo del Midwest, causando rovesci nevosi e trascinando la colonninadi mercurio ben sotto lo zero. New York si è svegliata con oltre 30 centimetri di neve e a causa del repentino aumento di temperatura delle ore successive grandi lastre di ghiaccio si sono staccate dai palazzi, causando incidenti e qualche ferito. Fortissimi disagi si sono avuti anche in Maine, Vermont, New Hampshire e Massachusetts, come del resto in Kentucky, Ohio, Pennsylvania, e più a sud in Kansas e Oklahoma.
Del resto che ci si trovasse dinanzi a un evento di straordinarie dimensioni lo si era capito già martedì dai bollettini d’allarme della Federal Emergency Management Agency (Fema), la protezione civile, rimbalzati sui circuiti Internet della Casa Bianca. Mentre le autorità aeroportuali annunciavano la cancellazione di 12 mila voli a titolo precauzionale e ieri ne sono stati soppressi 5500, oltre il 16% del traffico giornaliero. L’obiettivo è evitare di farsi trovare impreparati a una grave emergenza, come accaduto il 26 dicembre, quando una tempesta di neve di 20 ore ha messo in ginocchio intere città, New York in testa, bloccando i flussi di turisti che partivano o arrivano negli Usa per trascorrere le feste.
Questa volta, insomma, le autorità non si sono volute far trovare impreparate, anche se i disagi continuano nei quattro angoli del Paese: 200 mila tra abitazioni ed uffici in Ohio hanno iniziato la giornata senza corrente, mentre sono stati oltre 100 mila quelli rimasti al buio per ore sia nel New Jersey sia in Pennyslvania, dove la neve ha mandato in tilt alcuni tratti della rete di distribuzione. Il direttore della Fema, Craig Fugate, assicura che l’agenzia è pronta a fornire generatori, cibo, acqua e materiali di diverso genere. «Gli eroi in queste occasioni sono quegli uomini e quelle donne, volontari o funzionari, che vanno per le strade sfidando gelo e neve per aiutare o salvare chi si trova in pericolo», spiega Fugate a margine di un colloquio con il presidente Obama, e assicura di essere in costante contatto con le autorità di quasi tutti gli Stati d’America. Il generale inverno non ha risparmiato neanche il profondo Sud: in Texas ad esempio, la colonnina di mercurio è scesa sotto lo zero, causando estesi blackout, compresa l’area di Dallas sede del Superbowl, la finalissima di football americano considerata l’evento sportivo dell’anno. Il timore è che ci possano essere disagi per l’incontro in calendario domenica. Gli organizzatori ostentano sicurezza e garantiscono la fornitura di ogni servizio. Ma per gli sportivi il surreale paesaggio delle strade ghiacciate e deserte intorno allo stadio di Arlington rappresenta un presagio ben poco rassicurante.
La Stampa.it – 3 febbraio 2011