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VENTI A 300 ALL’ORA, ONDE DI SETTE METRI IL CICLONE YASI TERRORIZZA L’AUSTRALIA
È arrivato a mezzanotte, come previsto, e per gli abitanti di Cairns, Innisfail, Cardwell e Townsville - cittadine costiere dell’Australia nordorientale - è iniziato quello che probabilmente ricorderanno come il giorno più lungo della loro vita.
STEFANO GULMANELLI SIDNEY
Chiuse in centri di accoglienza appositamente predisposti o barricate nelle loro abitazioni, oltre 150 mila persone stanno aspettando che Yasi - il ciclone di categoria 5 che, con un fronte di 500 km e un «occhio» di 35 km di diametro, è il peggiore mai arrivato in Australia a memoria d’uomo - sfoghi nelle prossime 8-10 ore la sua furia distruttrice.
«È qualcosa che non ha precedenti nel nostro Paese», aveva detto ieri Anna Bligh, Premier di quello stesso Queensland che solo due settimane fa era stato colpito da una delle inondazioni più catastrofiche della sua pur breve storia. E purtroppo tale si sta rivelando Yasi, con i suoi venti a 290 km orari e le precipitazioni stimate - a seconda delle zone - fra i 300 e gli 800 mm di pioggia. Il pericolo più grande è però determinato dall’ondata di marea che il ciclone-mostro si sta trascinando dietro, e che sta indirizzandosi verso le cittadine costiere con picchi che in alcuni casi potranno raggiungere i sette metri. Anche per questo buona parte della popolazione ha raccolto l’appello lanciato fino all’ultimo dalle autorità affinché fossero evacuate le abitazioni, soprattutto quelle esposte alle inondazioni che seguiranno il passaggio di Yasi.
A convincere molti di quanti hanno lasciato le proprie case, è stato l’annuncio che nella sua parte più interna Yasi è cinque volte più potente di Larry, un ciclone categoria 4 che solo cinque anni fa ha investito Innisfail causando danni di enormi proporzioni. Fra quanti hanno pensato di resistere asserragliati in casa, si sono avuti ripensamenti tardivi. Man mano che il ciclone ha iniziato a farsi sentire, sono arrivate telefonate ai centri di emergenza con la richiesta di aiuto per un’evacuazione: un aiuto che a quel punto non poteva piùessere fornito.
Come è stato spiegato dall’Unità di Gestione della Crisi di Brisbane, i servizi di emergenza e l’esercito - Townsville è sede del più numeroso contingente militare d’Australia - entreranno in azione solo quando la situazione sul campo sarà tale da assicurare che non sia messa a repentaglio la vita del personale di soccorso. «Durante il passaggio della parte più intensa del ciclone, i centri di soccorso sono nelle stesse precarie condizioni di chiunque altro e nulla possono fare se non dare consigli e supporto morale, sempre che si riesca a mantenere la comunicazione con chi è in difficoltà», ha detto la Premier Bligh nei briefing dati alla stampa in serata.
La forza e l’intensità di Yasi è tale che la devastazione non sarà limitata alla zona costiera colpita. Seppur indebolito a categoria 3, il ciclone proseguirà la sua corsa per altri 500 km verso l’interno, arrivando a lambire il confine con il Northern Territory. Il che porrà ulteriori problemi sulle azioni da intraprendere una volta passato Yasi, poiché ciò porta a quasi un milione il numero di persone che potrebbero ricevere una qualche forma di aiuto.
L’avvicinarsi del ciclone alle città colpite è stato reso visibile in diretta grazie ad alcune webcam installate in punti strategici di Townsville e Cairns. Le immagini sono state rilanciate dalla rete pubblica nazionale ABC, impegnata in una diretta non stop seguita in tutto il Paese, idealmente stretto attorno al Queensland.
LA STAMPA 3 FEBBRAIO 2011