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nube_radioactivaEMERGENZA FUKUSHIMA. ADESSO ARRIVA LA PAURA DELLA NUBE RADIOATTIVA
La corrente del Pacifico potrebbe spingerla in California entro una decina  di giorni e intanto 17 marinai della portaerei «Reagan» sono stati ricoverati d’urgenza Gli esperti cercano di rassicurare, ma l’allarme sta crescendo in tutto il mondo
MAURIZIO MOLINARI CORRISPONDENTE DA NEW YORK
Arrivata a 160,9 km di distanza dalle coste orientali del Giappone, la portaerei Uss Reagan è stata investita da radiazioni provenienti dall’impianto nucleare di Fukushima e da quel momento l’America si interroga su dimensioni e percorso di questa nube spinta dai venti stagionali verso il Pacifico.
L’equipaggio della Uss Reagan nell’arco di 60 minuti ha assimilato il quantitativo di radiazioni che normalmente un essere umano riceve in 30 giorni. L’allarme conseguente ha portato ad accertamenti sui marinai, 17 dei quali sono stati ricoverati. Da qui l’ordine del Pentagono di allontanare la portaerei, assieme ad altre unità, affidando la missione umanitaria ad un contingente di marines, che sta operando ad ovest delle zone investite dallo tsunami. L’importanza della localizzazione geografica si deve ai venti che in questa stagione soffiano sul Giappone nordorientale, da ovest verso est, con il risultato di proteggere le popolazioni dell’entroterra dal rischio di fallout nucleare ma anche di spingere le radiazioni verso il Pacifico, oltre il quale ci sono gli Stati Uniti. Fra gli esperti meteo c’è convergenza nel ritenere che gli 8 mila km di oceano che separano Fukushima dall’Alaska sono una barriera geografica difficile da superare e Gregory Jackso, presidente della Nuclear regulatory commission, che veglia sulla politica nucleare Usa, ritiene «molto bassa la possibilità che le radiazioni ci raggiungano», ma ciò non toglie che la costa occidentale è in fibrillazione.
I maggiori network tv hanno dedicato approfondimenti alle possibili rotte della nube sul Pacifico che ha tenuto banco anche nel briefing della Casa Bianca mentre la National oceanic and athmospheric administration ha diffuso una previsione in base alla quale le radiazioni giapponesi finirebbero nell’Artico. «Monitoriamo con attenzione quanto sta avvenendo in Giappone - spiega Michael Sicilia, portavoce del Dipartimento della salute della California - e se necessario il nostro sistema di rilevamento delle radiazioni potrebbe essere rafforzato». All’origine dei timori c’è la corrente del Pacifico, un fenomeno atmosferico che trasporta particelle d’aria dal Giappone agli Stati Uniti, fluttuando fra Seattle e San Francisco. E’ tale corrente che potrebbe spingere le radiazioni sulle isole Aleutine in 72 ore e sulla California in dieci giorni. «Ci sono pochi dubbi sul fatto che il vento spinge l’inquinamento nucleare verso il Pacifico» osserva Andre-Claude Lacoste, dell’Ente francese per la sicurezza nucleare, anche se Ken Bergeron, un fisico già protagonista di molte simulazioni di incidenti, assicura che «le radiazioni viaggiano a livello di terra» e dunque saranno verosimilmente catturate dall’oceano. E’ una previsione che l’amministrazione Obama fa propria e per rassicurare l’opinione pubblica afferma che «sulla base delle informazioni in nostro possesso non ci aspettiamo di vedere livelli pericolosi di radioattività in America».
LA STAMPA 15 MARZO 2011