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NUBE RADIOATTIVA VERSO L’ITALIA «NESSUN RISCHIO PER LA SALUTE»
Fazio: anche se arrivasse non contaminerebbe gli alimenti
ROMA — «L’Italia è a rischio zero. Non c’è pericolo per la salute e la contaminazione degli alimenti. Nessun allarme» . Il ministro Ferruccio Fazio non è impensierito dalla nuova minaccia. Una nube radioattiva, generata dall’incidente nucleare in Giappone, e in arrivo dalla Francia, già segnalata nel nord Europa. Secondo l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) potrebbe interessare anche noi con «valori di contaminazione davvero minimi, diluiti dopo l’attraversamento dell’Atlantico, di assoluta irrilevanza radiologica» . Le particelle di questa formazione qualche anno fa non sarebbero stati nemmeno misurabili dalle apparecchiature di allora, meno sofisticate di quelle disponibili oggi, rassicura Giancarlo Torri, esperto dell’Istituto. E aggiunge: «Non abbiamo elementi per affermare se accadrà o no. La nube è attesa in Francia tra oggi e domani, quindi è ovvio che giungerebbe anche da noi» . I fumi sprigionati dai reattori sono già stati segnalati in Islanda e potrebbero espandersi nell’emisfero nord. Previsione della Comprehensive Test Ban Treaty Organization, agenzia dell’Onu. «Ma la salute degli europei non è in pericolo» , afferma Andreas Stohl, esperto del Norwegian Institute for Air Research. In altre parole, si tratta di quantità non superiori a quelle presenti normalmente in natura. La Svizzera ha attivato la massima sorveglianza e aspetta la nube tra oggi e domani. I controlli hanno confermato che in Italia siamo lontanissimi da un’emergenza radioattività. Sono 220 gli italiani di ritorno dal Giappone sottoposti nei centri specializzati a test per individuare la presenza di eventuali sostanze cancerogene (iodio, cesio, stronzio). In nessun caso è stato rilevato iodio su pelle e tiroide. In alcuni casi solo lievi tracce di iodio 131, ma molto inferiori ai limiti considerati a rischio per la salute. Nessuna traccia di contaminazione negli alimenti importati dalle zone colpite dal disastro e monitorati dagli uffici di sanità marittima e aerea, sulla base di un provvedimento ministeriale che, a tre giorni dal danno procurato dal terremoto alla centrale di Fukushima, ha disposto il rafforzamento della vigilanza. È atteso nei prossimi giorni un nuovo documento che dovrebbe rendere uniformi le procedure dei test clinici utilizzati negli ospedali di riferimento. Specializzato in Medicina nucleare nel 1970, Fazio conosce a fondo l’argomento. Ma non esprime giudizi: «Qualunque decisione venga presa per il futuro non si può prescindere dall’analisi probabilistica del rischio. Sarebbe un grosso errore procedere in altro modo. E sul nucleare un analisi del genere non esiste. Dunque ben venga una moratoria» . Proprio per fornire elementi obiettivi di valutazione Il ministro ha affidato a Antonio Moccaldi, ex presidente Ispesl, l’incarico di elaborare un rapporto specifico con l’obiettivo di dare alla materia «contorni meno generici» . Certo è che il disastro giapponese è molto diverso da quello di Chernobyl. Circa 4.000 europei nell’arco di 25 anni morirono di tumore innescato dalle radiazioni (160 vittime all’anno). In percentuale, lo 0,08%dei 180 mila casi all’anno di cancro in Italia. Margherita De Bac mdebac@corriere. it © RIPRODUZIONE RISERVATA
CORRIERE DELLA SERA 23 MARZO 2011