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organoDi Paola Becco
Il sole dell’Occidente è caldo... il sole dell’Oriente brucia; così recita il ritornello che si ripete nella famosa canzone “Palestina”. Quel sole, che si condensò in materia nell’Oriente di oltre duemila anni fa, percorre ancora una volta l’illusorio binomio spazio-tempo, per farci entrare in sintonia con la verità cristica.
31-03-13, Ciudad de Campana diviene coordinata spirituale segnata dall’Alto, per abbracciarci e 'bruciarci' nel calore della Santa Pasqua di Resurrezione.
Il grido dell’aquila risuona nei cuori di coloro che hanno accettato e si sono compromessi con la chiamata. È così che hanno preso il volo dai diversi punti della Terra, confluendo in questa isolata oasi spirituale. Dal Messico, Cile, Paraguay, Uruguay, Argentina ed Italia giungono gli uccelli con i loro differenti profumi, piumaggi e colori, fondendosi in un prisma perfetto, incandescente.
Il magico ed indescrivibile momento dell’incontro tra il calice e i suoi chiamati, che si svolge una volta all’anno, supera qualsiasi condizione umana, qualunque capacità di comprensione. Ci folgora, ci inonda, ci svuota, ci riempie, moriamo, rinasciamo ad ogni battito, ad ogni insegnamento, ad ogni sguardo.
Ed è così che ci sforziamo di imparare, di assimilare quell’acqua viva, luminosa che elude l’istante umano con tutti i suoi vizi, meschinità, debolezze, carenze e  oscurità per sommergerci completamente, se lo vogliamo, nell’eterno presente  cosmico.
Il responsabile di tutte le arche dell’Argentina, Juan Alberto Rambaldo, ha aperto l’incontro: “Ringrazio Giorgio Bongiovanni che è qui in un giorno così speciale, la Pasqua di Resurrezione e spero che ognuno di noi prenda coscienza del significato di quanto lui ci indicherà. Voglio ringraziare anche i fratelli paraguayani, cileni, uruguayani e messicani. Praticamente abbiamo un quadro completo dell’America Latina, perché per tutti noi è un orgoglio, ma al di sopra di ogni cosa, credo sia una manifestazione di ciò che rappresenta la figura di Giorgio in tutto il Sud America”.
Ha preso la parola Giorgio Bongiovanni:
“Buongiorno, auguri di Pasqua a tutti. Sono felice di essere qui. Era un desiderio del Cielo che oggi, giorno di Pasqua, potessimo essere insieme a tutti voi fratelli, o almeno ai rappresentanti delle Arche del Latino America. Mi auguro che un giorno avremo la possibilità, superando i maledetti soldi, e l’opportunità di riunirci veramente con  tutti i fratelli delle arche.
Qual è la causa, il motivo per cui siamo qui? Compiere la nostra missione e, qual è la nostra missione? È quella di annunciare la Seconda Venuta di Cristo e vivere il Suo messaggio, la comunione cristica tra noi. Cristo ci parla, non è assente, non è silente, ma è presente, ci invia segnali, messaggi ed uno di questi, l’ultimo, lo condivido con voi: è della Santa Pasqua. Ascoltatelo bene, perché ci sono delle parole che stimolano a fare domande e ad approfondirle. Lo stesso Maestro afferma che il vostro servitore può analizzare ciò che Lui dice, e cosa dice?
 
SANTA PASQUA DELL'ANNO DOMINI 2013
 
ASCOLTATEMI E RICONOSCETEMI DA CIÒ CHE VI DICO!
HO GIÀ SCELTO IL LUOGO DEL MONDO DOVE MANIFESTERÒ LA MIA POTENZA E LA MIA GLORIA CON IL MIO SPIRITO ED IL MIO CORPO. LE LEGIONI ANGELICHE MI ACCOMPAGNERANNO E SULLA TERRA TRIONFERÀ LA GIUSTIZIA, LA PACE E L'AMORE.
STATE ATTENTI E VIGILATE! IL TEMPO CHE MANIFESTERÀ QUESTO GRANDE ED UNICO EVENTO PER GLI UOMINI DELLA TERRA È PROSSIMO ED I SEGNI CHE LO PREANNUNCIANO SONO PALESI A TUTTI. DURANTE QUEI GIORNI IL CIELO SI SQUARCERÀ E LE FORZE DELLA NATURA: L'ACQUA, L'ARIA, LA TERRA ED IL FUOCO, AVRANNO GIÀ PERCOSSO CON LA VERGA DIVINA I POTENTI DEL MONDO E MILIARDI DI ESSERI UMANI. LE LEGIONI ANGELICHE SI PRESENTERANNO ALLA CIVILTÀ DEL PIANETA TERRA COMPIENDO MIRACOLI CHE SCONVOLGERANNO LA SCIENZA E LA RELIGIONE DEGLI UOMINI.
VIGILATE QUINDI! E PREPARATEVI, FIGLIOLETTI MIEI!
VI HO GIÀ DETTO, ATTRAVERSO LO SCRIVENTE CHE PORTA NEL SUO CORPO I SEGNI SACRI DELLA MIA CROCIFISSIONE, MIO SERVO E SERVO VOSTRO, CHE VISITERÒ UNO AD UNO GLI ELETTI DAL PADRE MIO E TUTTE LE ANIME CHE SONO STATE DA LORO CHIAMATE PER PARTECIPARE ALLA CHIESA GIOVANNEA.
VIGILATE! E SOPRATTUTTO SIATE UNITI, IL CAMMINO SOLITARIO SENZA LA COMUNIONE TRA VOI CHIAMATI È UNA TENTAZIONE CHE VI TRASCINERÀ INESORABILMENTE LONTANI DALLA MIA LUCE CRISTICA.
IL FIGLIO DELL'UOMO È PRESENTE CON VOI SOLO SE, UNITI NEL CAMMINO MESSIANICO, VI AMATE COME FRATELLI, VI CIBATE DEL MIO CORPO E BEVETE DEL MIO SANGUE. NON PENSATE CHE IO POSSA CONSOLARE LE VOSTRE ANIME SE LE STESSE PERCORRONO SOLITARIE IL CAMMINO DELLA VERITÀ CHE PORTA ALLA REDENZIONE.
STATE ATTENTI! IO VI HO AVVERTITI!
IL CALICE DELLA CRISTICA COMUNIONE CHE VIVE IN MEZZO A VOI ESISTE PER DISSETARE CON L'ACQUA DELLA VITA IL VOSTRO SPIRITO CANDIDATO ALLA REDENZIONE!
ASCOLTATELO!
ABBIATE LA MIA PACE!
 
DAL CIELO ALLA TERRA

Las Parejas (Santa Fe-Argentina)
30 Marzo 2013. Ore 9:52
G. B.      

Il messaggio di Gesù che ho ricevuto ieri è importantissimo per noi. Se voi lo analizzate, vedete che Cristo esprime con fermezza alcuni concetti basilari per noi: la nostra unione, l’unione tra i chiamati, i candidati ad essere eletti. Allora, noi lo siamo. Formiamo parte della Chiesa di Giovanni. La chiesa spirituale di Cristo è una, ma gli apostoli furono diversi e due di loro, Giovanni e Pietro, ereditarono la missione di essere le guide degli apostoli. Giovanni, che era il prediletto di Cristo, ebbe la missione di dire la verità, tutta la verità ed iniziare gli altri discepoli affinché questi, che siamo noi, potessero risvegliare le anime alla rivelazione cosmica. Quindi, la Chiesa di Giovanni non è la Chiesa di Pietro, entrambe sono parte del corpo mistico di Cristo, sono due insegnamenti complementari, ma quello di Giovanni è un insegnamento che compie una profezia del Vangelo, quando Cristo dice: “Io manderò loro il Paraclito, il Consolatore che dirà tutta la verità sulle cose celesti, tutta la verità sul giudizio”. Questo è il concetto: Lui ritornerà, le forze della natura sono le armi di Cristo, perché noi non possiamo fare una rivoluzione armata, non abbiamo bisogno di armi, quelle della giustizia divina sono le forze della natura. La nostra arma è il verbo, annunciare la Venuta di Cristo, ma è anche un ammonimento, questo messaggio chiede, ci dà l’ordine di essere uniti. Essere uniti spiritualmente, perché non tutti viviamo nello stesso luogo, veniamo da diverse parti del mondo; dobbiamo vivere l’unione spirituale e coloro che sono vicini, devono vivere anche l’unione umana, fisica, la fratellanza, perché la divisione sarà per noi la pena della morte seconda.
Oggi la mia presenza serve a farvi comprendere sempre di più, ora che ci troviamo alla fine dei tempi, chi siamo, dove andiamo e qual è la nostra vera chiesa, se c’è una chiesa. Qual è il  ruolo che abbiamo, qual è la nostra missione finale?
 
Eccomi qui per rispondere alle vostre domande.
Questo tempo non è diverso da quello di 2000 anni fa. In questo giorno Cristo si alzò dal Sepolcro mostrandosi alle donne, a Sua madre e dopo agli apostoli. E’ un  tempo simile, perché Cristo è risorto e, come 2000 anni fa, si sta manifestando a qualcuno di voi, non a tutti, ma ad alcuni si. Ad esempio, a me che sono vostro fratello si è manifestato risorto: “Eccomi!” Sono 23 anni che si manifesta, mi parla e dice: “Ci sono, sono presente, dillo ai tuoi fratelli, preparali alla mia potenza, la mia gloria!”. Quello che viviamo oggi non è diverso da quel tempo,  2000 anni fa vivevano il miracolo della presenza di Cristo e soprattutto la Sua Resurrezione, così come la quotidianità, giorno dopo giorno. C’è un aneddoto molto importante del Vangelo, come tutte le cose presenti in esso, che riguarda  Cristo, si riferisce ad oggi, alla nostra vita quotidiana in questo tempo. Quando Cristo resuscitò dopo tre, quattro giorni, gli apostoli andarono in Galilea, Lui li aveva già visitati, lo avevano toccato, baciato. Ma non avevano da mangiare, dovevano sopravvivere, lavorare, si chiedevano cosa fare. “…Non abbiamo soldi per comprare il cibo, ci siamo fatti prestare del denaro, dobbiamo lavorare”; a quel punto Pietro disse a Giovanni, a Giacomo e agli altri: “Allora andiamo a pescare, è la nostra professione, siamo dei pescatori”. E andarono al lago di Tiberiade, di fronte a Cafarnao, rimasero lì tutta la notte a pescare, ma pescarono un pesce chiamato niente. Ritornarono delusi, tristi. Si facevano domande sulla vita quotidiana, non avevano di che mangiare, nel momento storico più grande della storia umana, dove apparentemente queste domande non dovevano esserci, domande del tipo: “…Come facciamo? Tu hai soldi? Mi presti qualcosa?…Facciamo questo lavoro… no, vai tu, ecc.” Domande  apparentemente assurde, ma Cristo quando resuscitò non diede loro soldi né altro. Erano umani in quel momento, non erano Cristo. La loro fede era messa alla  prova; mentre erano sul cammino di ritorno, si chiedevano come fare perché non avevano pescato niente e dicevano: “Dov’è il Signore?” Era l’alba e videro da lontano un fuoco ed un uomo accanto che preparava del pesce. A mano a mano che si avvicinavano, riconobbero che era Cristo risorto. Si avvicinarono tutti emozionati e Cristo li vide: “Ragazzi, non avete pescato niente!” E loro umilmente, con vergogna, annuirono, allora Cristo diede loro il pesce che stava cucinando e disse: “andate da quella parte, verso sinistra e buttate le reti, vedrete che pescherete”. Essi ubbidirono e pescarono così tanti pesci che le reti si ruppero e dovettero chiedere aiuto alle barche che erano lì in mare a pescare.  Cristo fece il miracolo ed aiutò i Suoi discepoli. Quindi, qual è il messaggio di questo aneddoto? Cosa vuole dire Giorgio raccontandolo? Nonostante viviamo il momento più importante della storia, con la presenza dei segni cristici che si manifestano, dei segni celesti, dobbiamo vivere la quotidianità, lavorare, cercare dei soldi per dare da mangiare ai nostri figli e a noi stessi, ma con la fede che Lui è presente. Apparentemente il Signore non c’è, ma non è così e quando abbiamo bisogno di Lui c’è sempre. Se noi perdiamo la fede, non siamo degni di servirlo. Lui non ci darà mai la ricchezza o un assegno pieno di soldi, ma vuole che viviamo, soffriamo avendo fede, perché non ci mancherà mai nulla se saremo i Suoi apostoli. Questo momento è lo stesso di duemila anni fa, solo le persone che hanno la cera negli occhi non vogliono vedere gli eventi, ma è il tempo più importante ed anche il più terribile. Noi siamo chiamati a giocare l’ultima partita, come fosse la finale della coppa del mondo, dove non possiamo pareggiare, né perdere, ma solo vincere; e vinceremo con la fede, con la nostra fede.
 
Uno dei segni sono le stigmate che sanguinano, poi le apparizioni nel mondo, i messaggi della Madonna, la manifestazione nei cieli di tutto il pianeta di navi extraterrestri, degli angeli del cielo, i terremoti e le scintille di guerra. Ieri, venerdì, è apparso un segno, ma nessuno se ne è accorto.  La Corea del Nord ha minacciato  una terza guerra mondiale, precisamente il venerdì Santo, non poteva essere un altro giorno. Pertanto, ci sono anche grandi eventi politici, anch’essi segni che dobbiamo interpretare. L’elezione di Papa Francesco, argentino, è un segno importantissimo per tutto il mondo, perché hanno scelto un Papa che appartiene alla Galilea dei Gentili, il quale ha la possibilità di cambiare la Chiesa, di riformarla per ritornare ad essere la Chiesa di Cristo. Questo Papa ha anche la possibilità di distruggerla con il suo silenzio, con la sua accettazione, se non dirà la verità sulle infamie che sconvolgono il Vaticano, sulla pedofilia, sul Banco del Vaticano, presso il quale la mafia ricicla denaro, denaro di sangue, di assassini, di delinquenti, al cui interno vi è una curia vaticana di criminali, di degenerati sessuali, parlo dei cardinali. Il Papa ha la possibilità di cambiare, allora diventerebbe il secondo testimone dell’apocalisse, ma se non realizzerà questo cambiamento e accetterà il silenzio, l’omissione, sarà l’anticristo. Allora attenti, bisogna seguirlo, anche se non in persona, potrebbe essere un braccio dell’anticristo. Mi esprimo in un modo così duro e determinato perché Gesù ha insegnato alla Chiesa di Giovanni che noi non dobbiamo considerare la gente per la loro fede, autorità o per il loro grado militare, noi valutiamo, appoggiamo o denunciamo in base ai frutti.
Non siamo ipocriti, noi vogliamo la verità, solo la verità libera l’uomo, non la predisposizione che aiuta a scoprire la verità. La tolleranza, l’espressione aiutano, ma la verità sta nei fatti. In sintesi, un segno del 2013 e dell’apocalisse è l’elezione del Papa e le dimissioni dell’altro. Bisogna seguire con attenzione quello che dice e fa. A me piacciono molto le sue azioni, meno le affermazioni, perché ieri ha detto  qualcosa che non condivido ed io lo denuncio: “Dio reagisce al male con la misericordia e con il perdono”, non è così, è una bugia. Cristo perdona infinitamente con la misericordia chi si pente, ma Dio punisce anche. Ieri Papa Francesco ha detto che non esiste il castigo: è una bugia, esiste, è scritto nel Vangelo. Cristo disse: “Io ritornerò a giudicare e non perdonerò coloro che hanno bestemmiato contro lo Spirito Santo”. Allora, caro Papa Francesco, iniziamo un pochino male, bisogna correggere la parola. Qualcuno mi chiede,  come il gesuita che scrisse il libro su di me: “tu chi sei per parlare così del Papa, del Santo Padre, come ti permetti?” Mi permetto perché non ho il dogma cattolico dell’ubbidienza, perché la mia chiesa è un’altra, non è la Chiesa di Pietro, è quella di Giovanni, dove non c’è ubbidienza verso nessuno, siamo tutti fratelli e l’unica guida è il Cristo ed il suo apostolo prediletto: San Giovanni l’apostolo. Mi permetto di divergere con il Santo Padre o di avallarlo. In realtà, la nostra chiesa non è un’istituzione, ci riuniamo come facevano i cristiani nelle catacombe. La nostra istituzione è spirituale. Allora, dobbiamo stare attenti ai segni ed ognuno di noi è protagonista della Seconda Venuta di Cristo. Protagonista significa che è un Giorgio Bongiovanni e che ha le stigmate invisibili. Voi oggi siete stigmatizzati. Non avete le stigmate fisiche che sanguinano, ma le avete invisibili, siete segnati e a questo punto il compromesso sale di livello. Avete sempre detto: “è la missione di Giorgio, sono le sue stigmate, lui sanguina, dobbiamo aiutarlo, stargli vicino, appoggiarlo e umilmente anche noi siamo discepoli di Cristo”; no, adesso voi siete stigmatizzati spiritualmente. Per avere l’onore del segno di Cristo, dovete imitare nei vostri spiriti il fratello Giorgio, lasciare tutto, essere servitori dei fratelli, lavorare per l’armonia, l’unione ed essere assettati di giustizia…Un uomo mi disse: “Se sanguini, se soffri, è anche colpa mia”. Io ho risposto di no, diciamo che è meglio così, questo dovete viverlo anche voi che siete degli stigmatizzati spirituali. Io non ho nessun potere, per adesso, sulle forze della natura, ma ho  potere con la forza dell’amore e lo uso cercando di imitare il mio Signore. Il  Cristo mi dice: “non ti dò il potere della giustizia, ma il potere dell’amore, usalo”, ed io lo userò fino all’estremo sacrificio per salvare i miei fratelli; pertanto non vi dovete sentire in colpa quando sanguino, perché anche voi siete stigmatizzati e sanguinate spiritualmente. Dovete sentirvi protetti da questo sangue. Protetti spiritualmente, perché il calice della comunione che sanguina mantiene salda la nostra unione. Forse senza questo sangue ci potremmo perdere, dobbiamo esserne grati a Cristo.  Gesù disse: “Il gesto più grande che può fare un uomo sulla Terra è dare la vita per i suoi amici”; questa è la mia missione. Il nostro segno è il segno delle stigmate e non è poco, non ce l’ha la chiesa di Pietro. Lo ha avuto, ma non lo seppe riconoscere, in Padre Pio, in San Francesco, perché è il segno della comunione, il nostro e non soltanto di Giorgio, insisto.
Una volta potevamo dire: “il tuo segno Giorgio”, adesso non più, sono trascorsi tanti anni da quando viviamo insieme, con la maggior parte di voi ci conosciamo da oltre dieci anni. Dobbiamo comprendere che questo è il nostro segno e bisogna   difenderlo anche da noi stessi. Io lo voglio difendere da me stesso, perché sono un uomo debole e a volte ho le mie tentazioni.  Sono un calice che sanguina, ed io stesso bevo da questa coppa, il santo Graal che si chiama Nibiru, lo ha lasciato Gesù qui,  per cui dobbiamo passarlo di bocca in bocca, appartiene a tutti. Un giorno potrebbe non versare più sangue, potrebbero non esserci più le stigmate o averle non sanguinanti, così da trasformare il Suo sangue in una spada, ma mai per fare del male a voi.
 
Io sono venuto in questo mondo per incontrare i fratelli, sono qui per abbracciarci, riunirci, sotto le ali di Cristo. Mai farei un’azione di giustizia contro di voi, mai lo farò.  Se un giorno avessi un potere, non lo userei contro i miei fratelli, ma contro l’anticristo. Quindi, il compromesso si alza di livello. Non posso fare niente per obbligarvi a questo compromesso, se voi rinuncerete. Siete dei chiamati, siete i citati nell’apocalisse: “quelli segnati in fronte” con il segno di Cristo, coloro che hanno le stigmate spirituali. Uno di voi lo manifesta fisicamente, perché è la volontà di Dio e perché io sono quello che sono. Ma questo segno lo hanno tutti. Il maligno ve lo vuole togliere, vuole che voi diventiate uomini senza segni né anima. Quindi il compromesso è elevato. La rinuncia alle cose materiali, alla gelosia e all’invidia deve essere totale, dovete sentire l’impulso di amare il fratello, cercarlo, desiderare sempre che l’unione sia alla base; mentre io sono presente in questo mondo dovete cercarmi, chiedere consiglio, partecipare. Praticamente noi dobbiamo vincere questa battaglia contro il demonio, perché il numero dei membri della chiesa di Giovanni, in questo momento, è sufficiente per partecipare alla nuova Era. Non siamo soltanto noi i candidati, c’è molta gente che lo è nel pianeta Terra, ci sono anche fratelli che formano parte della chiesa cattolica, ma molti candidati sono ignoranti, non conoscono la verità. Il nostro compito è trasmettere la verità sul cielo e gli extraterrestri, la reincarnazione, le dimensioni spirituali, la realizzazione dell’uomo, le profezie, la creazione del sole, delle stelle, l’intelligenza suprema, dobbiamo diffondere agli altri questi concetti e allo stesso tempo fortificarci, prendere coscienza di chi siamo.
 
Quando ci saluteremo, domani 7 aprile, per  tornare in Italia, dovrete dire a voi stessi:“Io sono un segnato di Cristo”, con orgoglio e umiltà e offrire questa cristificazione, offrire la nostra vita. Noi non siamo condannati a dare la vita, ma  siamo onorati di darla per Cristo.
Essere parte della Tribù di Giovanni significa donare la vita per Cristo, anche fisica o perlomeno essere pronti a farlo.  Siamo i servitori del Dio Adonay e nemici del Dio Yahveh. Questi due Dei lottavano nella Bibbia, eppure nessuna chiesa lo spiega. Il nostro Cristo Salvatore, di tutto il mondo, è venuto per chiarirci che nella Bibbia c’era il Padre Adonay, insieme ad altri dei ed Egli, l’intelligenza suprema,  permetteva loro di fare delle opere per tentare la fede del popolo scelto. Occhio, perché possiamo convertirci, senza renderci conto, in servitori del Dio Yahveh, che è il Dio della materia. Non c’è bisogno che vi spieghi la materia, perché è egoismo, materialismo, paura, ecc. La materia è avere paura della morte, di non avere soldi o voler fare soldi perché voglio essere ricco. Essa rappresenta tutto ciò che è egoismo, tirannia, potere, dittatura e c’era un Dio che faceva questo. Noi siamo l’antitesi. Il Dio Yahveh è quello che domina il Vaticano, dove si trova il nostro caro fratello, Papa Francesco, io non vorrei essere al suo posto.
 
A volte siamo chiamati a fare delle scelte terribili, occorre decidere in quale parte stare e quando nella società ci sono dei giusti che danno la faccia, noi dobbiamo scendere nelle piazze ed appoggiarli, perché sono i nostri fratelli.  Sapete che ho degli esempi in Sicilia: i giudici antimafia sono i miei fratelli. Se il calice della comunione cristica, un servitore della chiesa di Giovanni, non appoggia la giustizia è un traditore e deve anche farlo con argomenti. Non in modo fanatico, devo diventare un suo fratello, un collega e trasmettergli allo stesso tempo il messaggio di Cristo per salvare la sua anima, che comunque è salva perché fa le opere.  Dovete essere pronti ora per l’ultima tappa, fin quando resterò in questo mondo sempre mi riunirò con voi per fortificare la nostra fede, per compiere le opere in qualunque posto ci troveremo.
Il maligno non vuole che voi diciate di non credere più in Giorgio, ma punta alla nostra divisione, desidera che noi non parliamo, non diffondiamo la verità; potremmo creare una chiesa immensa, come le chiese dei fratelli mormoni, dei Testimoni di Jehovà, riempirle di persone, purché non si parli pubblicamente, né denunciare e chiedere giustizia. A noi non importa fare dei templi, perché il tempio è nel nostro corpo; il nostro corpo è la chiesa, al cui interno risiede il nostro spirito, servitore di Cristo. Ma questa unione è necessaria, anche fisica, perché siamo umani e dobbiamo sentire l’amore del fratello che ci è vicino. Vi voglio bene, grazie”.
 
Si è fatta una pausa per riposare, salutarci, incontrarci con quelle anime che restano ferme nelle loro roccaforti tutto l’anno e che oggi si sono riunite sotto questa grande ala. Non serviva dirci tante cose, si intravedeva un bellissimo sorriso in ogni sguardo che ci portava più in là, dove le parole non arrivano.
Abbiamo ripreso la riunione in un’atmosfera più concentrata, meno impaziente, più armoniosa.
 
“Questa mattina abbiamo detto che siamo tutti stigmatizzati. Io sono il portavoce dei precursori, che siete voi. Se non lavorerete come tali, voi che avete scelto la chiesa di Giovanni, di essere testimoni della sua verità, cosa succederà? Andremo  alla morte seconda. Il privilegio di conoscere la verità di Cristo, offerta oggi dal  Consolatore promesso che noi sposiamo, il ricevere le stigmate spirituali, stanno a significare che non possiamo fermarci o ritirarci, perché ci schiaccerà la seconda morte. Non è una minaccia, è la verità. Per questo motivo siamo tentati, perché il maligno sa che possiamo andare incontro alla seconda morte.  Se rimarremo integri come lo siamo adesso, con le nostre debolezze, il Cielo perdonerà i nostri peccati. Non ci perdona se rinunciamo. Se noi pecchiamo: “Padre, ho sbagliato” e Lui: “Va bene figliolo, ti perdono”.  Di nuovo: “Padre, ho sbagliato un’altra volta”.  “Va bene, stai andando avanti nell’opera?” “ Si, certo, ti darò la vita, ma commetto dei peccati, cosa posso fare?”
“Cerca di migliorarti, ma ti perdono, non lo farò se rinuncerai, ti dovrò dare la seconda morte”. Oggi vi lascio un altro comandamento, ricordatelo per tutto l’anno e se Dio vorrà ci rivedremo nel prossimo, è il seguente: vietato rinunciare, perché se abbandonerete non avrete perdono. Potete rinunciare, ma il Padre vi dirà: “Rinunci? Vai dritto alla seconda morte”. Ma se pecchiamo, se tu pecchi e sbagli o commetti un errore con i fratelli nell’arca, con me, con Cristo e ti presenti tranquillamente davanti al sole dicendo: “Signore, sono uno stupido, come posso commettere questo errore, non devo farlo, mi sono sbagliato, perdonami, ma non rinuncerò”, io ti dico nel nome di Cristo che sei già perdonato, voi siete perdonati  per tutti i peccati che farete, vi perdono prima che li facciate. Se ve lo dico in nome di Cristo è così, non vi perdonerò se rinuncerete. Io sarò uno che denuncerà i vostri peccati davanti a Dio se lascerete l’Opera, Cristo e la Verità. Lo dico davvero, se qualcuno dovesse dirmi che un fratello ha rinunciato, io lo dissuaderò, ma se quella è la sua volontà non potrò fermarlo, sapendo che va alla morte seconda, ne sono sicuro.  Se faremo dei peccati, saremo perdonati, perché nessuno è senza peccato. Ci sono peccati veniali ed altri più gravi, ma il peggiore è quello di rinunciare alla chiamata, alla nostra chiamata. Rinunciare significa che uno lascia un cammino spirituale e si dedica ad una vita materiale. Lasciare l’arca per curare i bambini poveri non è una rinuncia, andar via per dedicarsi alla lotta contro la mafia non significa rinunciare, così come seguire un missionario o Madre Teresa di Calcutta, non avete abbandonato, ma lasciare l’Opera in nome della materia, per sopravvivere, per il lavoro, le vacanze, la famiglia si. La rinuncia è questa: la vita materiale, comune e corrente.
 
I fratelli hanno formulato tante altre domande, molte scaturite dal cuore, alcune dalla curiosità, altre si ripetono incontro dopo incontro, ma il più grande tra gli uomini saprà rispondere ad una ad una, con l’amore più puro e paternale.
Di seguito, ogni coordinatore delle arche ha condiviso il suo sentire alla presenza di tutti i fratelli riuniti, manifestando il proprio ringraziamento, i desideri, le convinzioni, le emozioni. In parecchi si sono sentiti paralizzati, senza riuscire a parlare di fronte a questo essere meraviglioso.
Il Maestro si fa presente tramite il suo servo perfetto e ci guarda, legge i nostri cuori, i pensieri impazienti, le nostre mancanze, ma anche gli sforzi, i nostri piccoli sacrifici, il nostro affanno per diventare persone migliori, candidati alla nuova terra. Cammina tra noi, la coscienza non si rende conto, ma lo spirito si, galoppa travolto dall’emozione e guarda il suo Maestro, lo sente vicino a sé, ricevendo in questo sacro giorno le forze e gli strumenti sufficienti per attraversare le future e imminenti tribolazioni.
Una musica divina si esprimeva ad ogni nota suonata da quelle sante mani, facendo vibrare le nostre anime come fossero corde di dolci melodie, coronate nella luce del tramonto del mondo e nell’alba dei nostri spiriti.
Nella Santa Pasqua del 2013, il Graal vivente della rivoluzione cristica ha innalzato le nostre anime oltre le alture e noi abbiamo bevuto da lui e con lui.
 
“Ognuno di voi per me è un volto. Nel vostro volto c’è lo sguardo, la personificazione del vostro spirito. Porto tutti i vostri volti e i vostri spiriti impressi nel mio cuore. Ciò che vi chiedo, fratelli miei, vi prego, è che manteniate questo volto, lo sguardo di amicizia che avete nei miei confronti, questo sguardo di fratellanza, di fedeltà e che preghiate per me, affinché la mia fede sia forte, invincibile; affinché la mia fedeltà a Cristo sia uguale a quella che voi mi offrite”. Grazie, vi amo tutti.
 
Paola Becco
Arca Zárate-Campana
9 Aprile 2013