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joseantonioDi  José A. Bustamante                             
Queste parole pronunciate 2000 anni fa dal Maestro Gesù definiscono in qualche modo l’esperienza che ho vissuto insieme ai fratelli Sudamericani nella riunione delle Arche in Argentina.
Prima di tutto i fratelli argentini ci hanno meravigliosamente accolti e riempito di  attenzioni e premure per rendere il nostro soggiorno il più gradito e comodo possibile. I nostri fratelli transandini ci hanno trasmesso calore umano e ci hanno trattato come se ognuno di noi fosse come Giorgio Bongiovanni.
Secondo: l’esperienza di ascoltare, in varie opportunità, gli insegnamenti trasmessi da Giorgio a tutti noi. I diversi concetti sono penetrati profondamente nel mio essere, come l'appartenere alla  “Tribù di Giovanni” ed essere uno degli “stigmatizzati spirituali”, pur non sentendomi degno, con tutto quello che comporta in impegno e responsabilità.
Terzo: l’avere avuto l’opportunità insieme ai miei fratelli dell’Arca del Cile di essere ricevuti da Giorgio per conversare con lui, avendo l’occasione di condividere un ambiente più intimo, è stato un grande regalo per tutti noi, l'averci accolto e ascoltato con il suo amore e le sua disponibilità. Tutto quello che ho vissuto in Argentina in questi pochi giorni, ha risvegliato nuovamente la mia spiritualità e mi sono sentito umanamente identificato nelle parole pronunciate da Gesù il Cristo “A Dio quello che è di Dio”, perchè dopo il mio rientro a casa, devo ricominciare a convivere con la quotidianità, o ciò che io definisco “a Cesare quel che è di Cesare”.

Con profondo amore e un forte e fraterno abbraccio, a tutti voi miei fratelli di tutte le arche.
A te Giorgio e Sonia mille grazie per la vostra dedizione e il vostro amore.  

José A. Bustamante
Santiago di Cile (Cile)
22 Aprile 2013