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brasilinesDi Inés Lépori
Porto Alegre, Brasile, dal 12 al 14 Giugno 2015

PRIMA PARTE

Il cammino: appunti di viaggio verso la destinazione

Lo Stato di Río Grande do Sul assomiglia ad un immenso mare di dolci colline e bassi colli, una catena continua di colli che sembrano onde, ricoperti da diversi tipi di vegetazione, a volte selvatica, altre molto rigogliosa e ben coltivata. Alle pendici ci sono boschi che crescono all’ombra del clima umido della regione e vasti vigneti preannunciano la vendemmia che culminerà con la produzione del vino, con paesaggi dal grande fascino naturale. È una zona dove la cultura disegna un’interazione molto intima con lo stile di vita delle pianure dell’Uruguay e dell’Argentina. Forse si deve al fatto che questo territorio un tempo formò parte del Vicereame del Río de la Plata, che comprendeva il centro ed il nord della grande Banda Oriental (Striscia orientale).

È lo Stato più meridionale del paese. Ha una superficie di circa 300mila km2 e la sua capitale è Porto Alegre. Un paese che custodisce parte della storia americana e della conquista spagnola. Le città di Sao Miguel das Missoes e Santo Angelo conservano ancora le rovine delle Missioni dei Gesuiti del secolo XVIII, svoltesi ad est del fiume Uruguay.

La regione si presenta pacifica alla vista del viaggiatore, nuova come solitamente appaiono le cose della nostra America, ma che al suo interno possiede segreti che pochi conoscono. Il Geoparque Paleorrota ha una superficie di 83.000 km2, e conserva numerosi fossili del periodo Permiano e Triasico, con un’età compresa tra i 210 e i 290 milioni di anni, quando fu scoperto il continente Pangea. Il territorio ha dato origine a storie affascinanti, tra le formazioni geologiche della zona, percorribili lungo la Strada dei Dinosauri, che attraversa il Parco Nazionale.

L’economia è basata su agricoltura, allevamento e industria. Attualmente, Rio Grande do Sul figura al quarto posto nella lista degli stati più ricchi del Brasile. Una terra dove i figli dell’America si sono incontrati con i figli dell’Africa, di Asia ed Europa, che apportò immigranti da quasi ogni nazione.

Dall’Argentina si arriva alla “Leale e coraggiosa città di Porto Alegre”, come indicato nella sua insegna, attraversando il ponte che collega le città di Paso de los Libres e Uruguaiana. Bisogna percorrere quasi interamente la BR-290, 700 km da Ovest ad Est, lungo una strada federale che attraversa le dolci colline del Sud. Porto Alegre è una delle città più importanti del Brasile, con una popolazione di 1,5 milioni di abitanti, che diventano circa 4 milioni nell’area metropolitana. La città sorge nel punto in cui convergono i cinque affluenti del fiume Guaiba, che sfocia nella vasta laguna di Los Patos. È il centro industriale del sud del Brasile e sorge in una zona strategica per il Mercosur, grazie alla sua posizione rispetto alle città di Buenos Aires, Montevideo, Rosario e Cordoba. Possiede importanti università ed è la capitale della regione sud con il PIL pro capite più elevato.

Sita in una regione abitata dall’uomo da 11mila anni, Porto Alegre fu istituita come città solo nel XVIII secolo. La vegetazione dona un pittoresco paesaggio alla città, sono frequenti i lapachos e gli jacarandá che fioriscono durante tutta la primavera. È una delle capitali del Brasile con più alberi, quasi tutti autoctoni, che donano ai quartieri l’aspetto di grandi giardini naturali. La città è un museo architettonico a cielo aperto, dove si trovano edifici di stili differenti degli ultimi 200 anni, quasi tutti situati nel centro della città. Lungo le strade è possibile vedere strutture storiche come la Cattedrale, la Curia Metropolitana, il Palazzo Piratini ed il Teatro di Sao Pedro, che si alternano all’architettura moderna del Palazzo Farroupilha, la sede dell’Assamblea Legislativa. Dal cuore generoso, con il trascorrere degli anni Porto Alegre si è gemellata con diverse città e capitali di tutto il mondo, tra le quali la nostra città di Rosario.

Un dato che pochi conoscono è che la città acquisì fama e prestigio per essere stata la prima al mondo ad implementare il bilancio partecipativo, in vigore dal 1989, e che almeno altre 70 città del Brasile hanno adottato come modello, così come tante altre città in altri paesi. Dietro la sua trasformazione vi è una storia interessante. Inizialmente, Porto Alegre sembrava condannata al fallimento, come di solito succede alle città che crescono troppo velocemente, carenti di qualsiasi piano urbanistico. Basta dire che tra il 1960 e 1980 quadruplicò quasi la sua estensione, di conseguenza le infrastrutture della città non riuscirono a seguire il ritmo della popolazione. La situazione diede origine a grandi aree sottosviluppate prive di qualsiasi servizio di base. Nel 1980, circa un milione di persone viveva nelle favelas o in insediamenti precari, senza acqua potabile né rete fognaria. Nel 1989, nemmeno la metà della popolazione aveva acceso alla rete fognaria. Le risorse, inoltre, non venivano distribuite in maniera equa ed il governo della città era accusato di corruzione ed incompetenza.

Di fronte a questa situazione i cittadini di Porto Alegre avviarono un esperimento che chiamarono ‘bilancio partecipativo’. Decisero di auto-governarsi, invece di dipendere dai politici eletti. Loro decisero come spendere il denaro dei contribuenti, perché erano proprio loro a risentire dei problemi presenti. Le 16 regioni della città iniziarono a celebrare, annualmente, delle assemblee generali dove venivano analizzati gli investimenti effettuati l’anno precedente e si valutavano nuovi progetti. I fondi assegnati ad ogni regione tenevano conto di due criteri principali: il numero di abitanti e la qualità delle infrastrutture e risorse di cui disponeva la comunità in quel momento. Quanto più povera è la regione, maggiore sarà la sua quota all’interno del bilancio preventivo annuale.

I risultati furono sorprendenti. In 7 anni la corruzione diminuì ad un livello minimo ed il 95% della città ebbe accesso alla rete fognaria. La qualità della vita migliorò nelle favelas. Fino al 1989, venivano asfaltati 4 km all’anno di strade nuove; grazie al nuovo sistema erano 20 i km asfaltati ogni anno. Questo tipo di organizzazione basato su presupposti partecipativi ebbe un successo così grande che altri governi nel mondo iniziarono ad adottarlo. Dal 2000 al 2005, in Europa i bilanci partecipativi passarono da 6 a 55. Ad esempio, oggi circa il 10% delle risorse di bilancio comunale della Spagna viene distribuito sul modello introdotto da Porto Alegre.

I ricordi della capitale alla quale ritornavo dopo tanti anni si succedevano e si mescolavano con un’altra innegabile realtà, la città non ha eliminato le diseguaglianze, né la povertà che scuote da 500 anni l’America Latina, e ciò si riscontra ogni giorno nelle sue strade, ma bisogna riconoscere che gli abitanti hanno realizzato un coraggioso sforzo per migliorare la loro qualità di vita.

SECONDA PARTE

L’arrivo e l’incontro

Mentre penso distrattamente a tutto ciò, alle acute contraddizioni del nostro continente ed ai dolori antichi e nuovi della nostra gente, osservo la strada già quasi interamente percorsa.

Lentamente inizia ad imbrunire. Abbiamo viaggiato tutto il giorno ed i cartelli stradali ci dicono che siamo a pochi km dalla destinazione. È difficile da credere, perché proseguiamo attraversando la stessa vegetazione, che circonda gli ampi corsi di acqua. Arrivare a Porto Alegre da Ovest è come sbucare improvvisamente sopra la città. Il fuso orario del Brasile fa si che in inverno imbrunisca molto presto. Il crepuscolo ci accoglie al nostro arrivo nel centro antico della città e qualche minuto dopo è già notte.

Non sapevamo cosa avremmo trovato in quei giorni, ma la magia si faceva sentire nell’aria fresca degli ultimi giorni di autunno. Eravamo a Porto Alegre ad aspettare l’arrivo di Giorgio, per accompagnarlo durante la sua permanenza nella città e per vivere un’esperienza indimenticabile, come ogni esperienza vissuta accanto a lui.

Siamo partiti da Rosario in 3 macchine, 15 viaggiatori ansiosi di vedere nuovamente Giorgio e Sonia. Joel Heredia e Delia Iannone, arrivati rispettivamente dal freddo di Neuquén e di Bahía Blanca, Jorge Pracilio e Pilar Daza Torres, instancabili seguaci di tutte le attività dell’Opera, arrivati da La Pampa, Raúl Blázquez da Córdoba, Matías Guffanti, Emilia Cardoso, Patricio Alod, Daniel Rodrigo, Graciela Recla, Susana Luvino, Andrés Volpe, Eugenia Martínez e Daniel Torreggiani da Rosario. A Concordia, Entre Ríos, si è unita a noi Cristina Collino che aveva attraversato il fiume Uruguay per andare alla città di Salto a prendere Erika Pais e Georges Almendras e proseguire insieme il viaggio. In tutto 18 fratelli che hanno fatto del viaggio in Brasile una questione di fede.   

Non ci trovavamo in un territorio familiare. Il “Terzo Foro Mundial de Contactados”, dedicato in memoriam a Daniela Elisa Fontoura Gevaerd, di recente tragicamente deceduta, figlia dell’organizzatore A. J. Gevaerd, anima preziosa e amico personale di Giorgio. Un evento realizzato per riunire e raccontare la storia di persone che hanno avuto un’esperienza diretta con esseri extraterrestri, questo il programma ufficiale del convegno. I temi da trattare andavano dalla necessità di fornire un approccio scientifico al fenomeno UFO, allo sciamanesimo ed ai rapimenti alieni, gli extraterrestri nel nordest del Brasile, l’incidenza degli stessi nelle nostre vite e nelle nostre azioni, viaggi a bordo di astronavi extraterrestri, ipnosi regressiva, tipologie di alieni, la possibile origine extraterrestre dell’umanità, progetti extraterrestri sul Pianeta Terra e navi in basi aeree inglese.

Tutto lasciava presupporre che avremmo trovato un pubblico interessato a questioni ufologiche specifiche, in cerca di risposte alle solite domande sul tema, da un’analisi scientifica, empirica e documentata. Come avrebbe reagito questo pubblico al discorso di Giorgio Bongiovanni che, sebbene abbracci temi ufologici, lo fa sempre da un punto di vista di integrato, ecumenico e messianico?

Ê giusto evidenziare che il popolo brasiliano ha fatto sentire sin dal principio il suo calore. Forse perché sono nata in una provincia confinante con questa nazione, o forse perché trascorrevo le mie vacanze da bambina sulle sue spiagge, ciò che è certo è che mi hanno sempre commosso la loro apertura, gioia e generosità. Devo tutto alla terra che mi ha visto nascere, ma una delle cose per cui le sono maggiormente grata è di avermi aiutato a comprendere i paesi fratelli, a rispettarli, a riconoscere le loro virtù. Forse per questo motivo mi vedo riflessa nella gioia di questo popolo, ammiro il suo coraggio che lo spinge sempre oltre, ma percepisco anche il dolore dei bambini emarginati che tanto assomigliano a quelli del mio paese, sento nelle mie mani la stanchezza infinita dei senza terra e senza futuro, custodisco nel mio cuore la sofferenza delle madri che si trovano nella povertà, vedo nei miei occhi lo smarrimento degli adolescenti emarginati e sento nelle mie ossa il freddo dei corpi che dormono in strada.

Questo è il popolo al quale il Cielo ha concesso la parola del Verbo incarnato, che avrebbe avuto l’onore di riceverlo ed ospitarlo per 3 giorni. L’immenso applauso sorto spontaneamente all’annuncio dell’arrivo di Giorgio e della sua partecipazione al Foro ha indicato chiaramente che coloro che assistevano al forum si aspettavano qualcosa di più che un discorso orientato solamente verso il tema ufologico. Circa 700 le persone che il giorno della sessione inaugurale hanno riempito l’auditorio dell’Hotel San Rafael, accogliendo con emozione l’annuncio della sua presenza.

La presentazione di A. J. Gevaerd è stata una chiara testimonianza dell’amore che lui sente verso il suo amico e fratello Giorgio Bongiovanni, e dell’ammirazione per il suo coraggio di essersi stabilito a Palermo per denunciare e lottare contro la mafia. Nella sua breve ma precisa presentazione è emersa la chiarezza e la grandezza del suo spirito nel citare l’importanza del messaggio che Giorgio deve trasmettere all’umanità e del quale deve dare testimonianza.

E ancora una volta l’emozione affiora in tutti noi. Ecco il calice della comunione cristica dare il suo messaggio agli uomini, gridando nel deserto. Anche se questa volta il deserto era meno arido ed i cuori dei presenti erano aperti e predisposti ad accogliere le parole che come gocce di rugiada divina inumidivano i nostri occhi e spiriti.

Tutti noi insieme al popolo di Porto Alegre, ad ascoltare con gioia il Calice della Comunione Cristica che preannuncia un nuovo Cielo ed una nuova Terra quando Lui ritornerà per fare nuove tutte le cose, perché le vecchie sono ormai passate. Quando ogni cosa deperibile sarà rimossa, affinché permanga soltanto ciò che è incorruttibile. Affinché coloro che sono in Cristo, siano creature nuove. A seguire una sintesi non testuale della magnifica esposizione di Giorgio a Porto Alegre.

Sono emozionato di essere qui e voglio condividere con tutti voi il messaggio che io ho ricevuto dal Cielo, dalla Vergine di Fatima, da Cristo e da esseri che io chiamo esseri di luce, angeli. Nostro Signore Gesù Cristo mi è apparso per indicarmi il cammino che avrei dovuto percorrere nel mondo, io l’ho fatto. Sono un testimone oculare e non posso tacere.

Poi ha parlato del ritorno di Cristo, e qui dobbiamo ricordare che nella sua prima visita il Figlio dell’Uomo si incarnò sul nostro pianeta come essere umano, umilmente e senza imporre la sua presenza a nessuno che non fosse interessato. Prima di partire annunciò il suo ritorno, ma in circostanze completamente differenti. Tutti lo vedremo apparire dalle nubi del Cielo e saremo coinvolti in modo diretto. La storia ed il mondo, così come lo conosciamo, finiranno bruscamente per fare posto alla purificazione e conseguentemente a nuovi cieli e nuove terre.

Questo Gesù promise 2000 anni fa, quando salì in Cielo, che sarebbe ritornato una seconda volta sul Pianeta Terra. E promise che non lo avrebbe fatto da solo, ma insieme ad altri esseri, gli angeli. Significa che Gesù ritornerà con esseri di altri mondi, di altre dimensioni. Gesù di Nazareth insiste affinché io racconti al mondo che Lui è qui, presente nel mondo, ma invisibile. Mi chiede che dica che un giorno Lui si presenterà personalmente davanti a tutti voi. Che tutta l’umanità lo vedrà, lo guarderà e lo ascolterà di persona.

Il discorso ha proseguito alludendo alla bellissima ed imponderabile Creazione del Padre, come si legge nel Vangelo di Giovanni, quando dice che nella Sua casa ci sono molte dimore, e che lì dove Lui sarà ci saranno anche coloro che avranno creduto ed osservato i suoi precetti.

Mi ha detto anche: glielo devi dire alla gente che l'universo, la creazione di mio Padre, ha molti mondi abitati da esseri viventi, ed il numero dei pianeti che hanno vita, che sono popolati da civiltà evolute fisicamente e spiritualmente, equivale al numero dei granelli di sabbia che hanno insieme tutti i deserti e le spiagge della Terra. Una Confederazione che fa parte di queste civiltà, visita oggi la Terra, così come fanno da migliaia di anni. Sono esseri che rispettano Dio, sono esseri che rispettano la vita, sono esseri che amano la vita ed il prossimo, e che viaggiano nell'Universo per aiutare l’evoluzione delle civiltà.

La speranza era presente nel suo discorso, mentre ci ricordava che non dobbiamo temere che il mondo finisca, e che la Nuova Era è alle porte.

Il bellissimo messaggio che mi hanno dato Cristo e la Vergine di Fatima è che in questo Pianeta non ci sarà la fine del mondo, la nostra civiltà passerà ad una nuova era di pace ed amore.

Il suo messaggio ai contattati è stato particolarmente energico; ogni persona che ha avuto dei contatti ha dei doveri. Deve lottare, appoggiare i giusti, difendere i deboli e persino dare la vita per aiutare i fratelli della Terra. In questo modo, il contatto non è più un’esperienza senza fondamento nè ragione apparente, un tema da raccontare in libri e congressi, per convertirsi in un impegno da assumere seriamente. Perché non esiste il caso nel contatto, gli esseri extraterrestri che ci visitano obbediscono ad ordini superiori precisi, e contattano uomini affinché essi divulghino un messaggio ed aiutino i loro fratelli. Se non lo fanno il contatto è falso.

Noi, i contattati, abbiamo un dovere. Uno dei messaggi più importanti che ho ricevuto dal Cielo è stato: tu – mi hanno detto - sei nostro contattato ed hai il dovere di lottare dentro la società ed appoggiare le persone giuste. Hai il dovere di dare la faccia e difendere i deboli, hai il dovere di denunciare i crimini, devi denunciare l'Anticristo, perché hai avuto il privilegio, l'onore, il dono di vederci. Quindi tutti noi abbiamo questo dovere. Ogni contattato, oggi, in un momento tanto terribile per l’umanità, ha il dovere di dare la faccia, fino a dare la propria vita per liberare i nostri fratelli della Terra dall'ignoranza e dalla manipolazione. Perché se il nostro contatto è vero sappiamo che siamo eterni, se è vero il nostro contatto sappiamo che non dobbiamo avere beni materiali, se è vero il nostro contatto dobbiamo amare il prossimo e dare la vita come fece il nostro maestro, il Cristo. Se non lo facciamo il nostro contatto è falso, è una menzogna, è un inganno.   

Il suo messaggio diretto al popolo del Brasile è stato chiaro, un messaggio di amore ed anche un  richiamo alla lotta, all’unità, alla partecipazione per liberare la Terra dal male.

La nostra missione è la lotta, la lotta per liberare i nostri amici della Terra che stanno soffrendo in questo momento. Questo è il messaggio che volevo darvi, cari amici del Brasile. Io amo molto il Brasile, sono innamorato del Brasile. Dobbiamo essere più amici, più fratelli, se conosciamo la verità dobbiamo diffonderla, dobbiamo denunciare tutto ciò che è disonesto, essere attivi nella società civile e dare il nostro contributo per liberare la nostra Terra dal male.   

Ha parlato anche dei tempi che stiamo vivendo, dell’inizio del terzo millennio, che vedrà compiersi tutte le profezie, quando il Cristo ritornerà e porterà con Lui le ricompense che darà ad ognuno secondo le opere.

Io credo che questo sia il secolo più importante nella storia dell’umanità, perché è il secolo del contatto e, quando una civiltà entra in contatto con una civiltà extraterrestre che la visita, inevitabilmente evolve. Forse noi non lo vedremo, ma di sicuro i nostri figli saranno presenti.

Inés Lépori

25 giugno 2015

Arca Lily Mariposa

Rosario - Santa Fe - Argentina