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ninos_pak_01BAMBINI A SCUOLA DI TERRORE
di Gianluca Di Feo
Questo non è un fotomontaggio. E' l'immagine di una scuola di addestramento per piccoli soldati

dell'Islam, probabilmente in Pakistan. E per la lezione di autobomba si usano modellini telecomandati
(11 agosto 2010)
Una scuola religiosa per addestrare i bambini a combattere in nome dell'Islam. Immagini raccapriccianti, tratte da un video di propaganda, che arrivano da una madrassa dell'Asia centrale: forse in Pakistan o in Afghanistan, ma non si sa con precisione.
Un campo dove i piccoli di etnia uigura vengono indottrinati ai principi religiosi e alle tattiche del terrorismo. Vengono fatti sparare con pistole e kalashinikov, fino a una scena surreale: un'autobomba in miniatura per insegnare a schiacciare il telecomando che provoca l'esplosione. Un modellino per abituarli a provocare la morte, come se fosse un gioco. Il documento è stato ottenuto dalla Nefa Foundation, un'istituzione statunitense che si occupa di studiare i movimenti fondamentalisti. Descrive una struttura del partito islamico turkmeno, una formazione fondamentalista alleata dei talebani. Molti dei loro guerriglieri partecipano al conflitto in Afghanistan, operando da basi in territorio pachistano; altri sono attivi proprio nella zona di Bala Murghab attaccando le postazioni del contingente italiano.
Ma la rete si è infiltrata soprattutto tra la comunità uigura in Cina, animando alcuni degli attentati più clamorosi messi a segno nella Repubblica popolare.
Gli uiguri sono musulmani di etnia turcomanna (uiguri in turco significa 'uniti') il cui terriorio - già indipendente - fu ridotto a provincia cinese nel 1949 dalle truppe di Mao Tsedong. Nonostante sia formalmente autonoma, di autonomo ha ben poco, a partire dal segretario generale di partito, Wang Lequan, un cinese han. E se la regione ha recentemente conosciuto una certa prosperità economica, i benefici non sono andati a vantaggio dei nativi, ma a una nuova generazione di coloni han trapiantati da Pechino nel corso degli ultimi 20-30 anni.
A loro vanno i migliori posti di lavoro pubblici e privati, mentre gli uiguri (soprattutto le donne) sono incoraggiati a cercare impiego sulla costa, fenomeno che ha intenzionalmente contribuito a diluire la popolazione nella terra natia, dove oggi è diventata minoranza. Secondo le stime dell'Università di Yale, il 42 per cento della popolazione dello Xinjiang è uigura, il 40 han e il resto di altre etnie.
Gli han erano il 5 per cento nel 1949. Tra le restrizioni imposte da Pechino, la più odiosa riguarda la religione: i minori di 18 anni e coloro che detengono posti pubblici (tra cui gli insegnanti) non possono frequentare le moschee. Un divieto che accresce l'odio degli Uiguri dentro e fuori i confini cinesi. Nella madrassa che appare in queste immagini i ragazzini imparano a costruire ordigni con panetti di plastico, ad assemblare inneschi e maneggiare telecomandi.
Poi c'è l'istruzione alle armi: tiri con pistole e raffiche con i kalashnikov, indossando tute mimetiche di taglia minuscola. Il tutto sempre con il Corano sul tavolo, anche quando confezionano bombe. Per questo fanno sparare i bambini contro foto del presidente cinese Hu Jintao. I piccoli hanno sulla fronte la fascia della jihad, la guerra santa.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/bambini-a-scuola-di-terrore/2132255