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Inviato da redazione il Mar, 08/09/2009 - 16:29
Susan Dabbous
DIPLOMAZIA Al centro dell’incontro di ieri tra il Capo dell’Eliseo e il presidente Lula i 36 aerei da guerra che la Difesa francese non riesce a piazzare. Intanto si consacrano i rapporti tra i due leader durante la festa nazionale d’indipendenza.


Stavolta Carlà è rimasta a casa. Il presidente francese Nicolas Sarkozy si è recato ieri in Brasile, a distanza di soli nove mesi dal precedente viaggio, per partecipare alla festa nazionale del Paese latinoamericano ma, soprattutto, per consolidare i rapporti commerciali militari tra le due nazioni. Al centro dell’incontro, infatti, c’è un affare da quattro miliardi di euro. Questo il costo di 36 aerei da combattimento Rafale. È da tempo ormai che la Difesa francese non riesce a piazzare il fiore all’occhiello della sua tecnologia militare di fabbricazione della Dassault, specializzata nell’aviazione da guerra; ora invece Parigi potrebbe soddisfare l’esigenza brasiliana di innovare parte della sua flotta.
Così la stretta di mano tra Sarkozy e il suo omologo Inacio Lula del Silva, ieri oltre che calorosa ha rappresentato un passo avanti verso la firma di numerosi contratti, anche commerciali, le cui conclusioni arriveranno comunque a ottobre. Per questo durante la breve visita di appena 24 ore, il capo dell’Eliseo ha portato con sé 25 imprenditori e almeno sette membri dell’esecutivo. Tra i ministri presenti il più indaffarato è stato senza dubbio quello dei Trasporti Jean-Louis Barloo; sono molte infatti le imprese faraoniche che la Francia sta portando e porterà avanti in Brasile al momento. Tra queste spicca la costruzione della metropolitana di Brasilia, affidata alla Alstom.
È ancora in bilico invece l’accordo da 13 miliardi di euro sull’alta velocità che dovrebbe collegare San Paolo a Rio de Janeiro, mentre non vi sono ormai dubbi sulla costruzione del ponte da 400 chilometri sul fiume Oiapoque che farà da cerniera tra la Guiana francese e il Brasile. Per quanto riguarda la cantieristica, a Rio de Janeiro verranno costruiti, al più presto, con tecnologia congiunta, i cinque sottomarini (di cui uno a propulsione nucleare), acquistati a dicembre dal Brasile. Quello del trasferimento del know-how è sicuramente un argomento che ha giocato a favore della Francia, sbaragliando la concorrenza americana e svedese.
Intervistato dai media d’Oltralpe, a proposito della trattativa Rafale, il presidente brasiliano ha dichiarato: «Per noi resta fondamentale il trasferimento di tecnologie e la possibilità di produrre alcuni di questi aerei in Brasile. I francesi sono gli unici disposti a farlo». In cambio il capo di Stato brasiliano ha esortato Sarkozy a richiedere l’ingresso del Brasile come membro permanente nel Consiglio di sicurezza dell’Onu. Un desiderio difficile da non esaudire dopo che Lula ha concesso al suo omologo la più alta decorazione brasiliana: l’Ordine del Cruzeiro do Sul, durante le celebrazioni della festa d’indipendenza.
Più che di segni di amicizia tra le due nazioni, ormai molti analisti parlano del matrimonio del decennio. Una novità positiva che vede da un lato l’ascesa del Brasile, desideroso di diversificare i suoi alleati strategici dopo che gli Stati Uniti hanno dimostrato tutta la loro debolezza con la crisi economicofinanziaria. Ma a influire sulla scelta della prima potenza latinoamericana verso il vecchio continente, influisce anche l’asse Washington-Bogotà che vede un ingente dispiegamento delle forze americane in Colombia per la concessione, da parte di quest’ultima, di nuove basi militari a stelle e strisce.
Intanto la crisi “matrimoniale” tra Usa e Brasile ha già portato una dote da sei miliardi di euro a favore della Francia. Come un’abile seduttrice, Parigi ha saputo insinuarsi a tempo debito nella coppia mentre inziavano a raffreddarsi i rapporti. Così non deve essere stato difficile per il presidente Lula convincere, giovedì scorso, il Senato ad approvare lo stanziamento di sei miliardi destinati a tener fede agli accordi militari con la Francia.
8 settembre 2009 – Terra