Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Italiano Español English Português Dutch Српски
testa sito 2024
VIAGGIO  IN  TERRA  SANTA

Fratelli, questa è stata per me un’estate molto intensa, diversa dagli altri periodi di vacanza della mia vita, un’estate di viaggi, viaggi dell’anima, viaggi non programmati, ma ispirati da sogni, sincronicità, eventi dell’ultimo minuto.
Ognuno di questi viaggi ha lasciato in me segni profondi che ancora devo in parte metabolizzare e sono certa che con l’andar del tempo mi riveleranno ancora altro.

jerusalen



E’ del viaggio in Palestina che vorrei raccontarvi.
Un impulso interiore fortissimo e una serie di coincidenze incredibili mi hanno spinto nel giro di pochi giorni a intraprendere questo viaggio.
Amo viaggiare da sola, ma per un viaggio così ho dovuto appoggiarmi ad un tour organizzato, dove tutti erano raggruppati al seguito del sacerdote della loro parrocchia.
Io ero l’unica “indipendente” e questo mi ha dato la possibilità di visitare questa terra mantenendo uno stato di interiorizzazione, senza perdermi nel normale chiacchericcio delle comitive, cercando di sentire l’energia dei posti e immaginando i racconti del Vangelo proprio nei luoghi dove si sono svolti.
Gesù ha proprio scelto un posto incredibile per nascere e per operare, un posto dove “separazione” è la parola d’ordine.
Qui convivono le tre religioni monoteiste, figlie dello stesso padre Abramo; la popolazione è in maggioranza islamica, poi ci sono gli ebrei, numericamente ultimi i cristiani.
Questo è il primo dato dissonante, che proprio nella terra di Gesù, i cristiani siano la minoranza.
All’interno delle tre religioni ci sono ulteriori, penose separazioni, i cristiani si dividono in cattolici, greco-ortodossi, maroniti, armeni, copti, etiopi, siriani, protestanti e altri ancora; ognuno di questi gruppi, pur riconoscendo la venuta del Messia, diverge per qualcosa rispetto agli altri, ha i propri luoghi di culto e i propri rituali.
La presenza cristiano-cattolica è soprattutto francescana, in minor misura benedettina e carmelitana.
Questi ordini religiosi hanno via via comprato parte dei territori più importanti per la cristianità e vi hanno edificato chiese e santuari, preservandoli dal degrado.
Ma proprio nei luoghi fondamentali della comunità cristiana, la grotta di Betlemme e il Calvario, è più evidente la separazione religiosa; i luoghi sacri che hanno visto nascere e morire il Redentore, da secoli sono divisi tra francescani e greco-ortodossi.
I rapporti tra latini e ortodossi sono difficili a tal punto che qui vige la legge dello “status quo”, una legge che risale all’impero ottomano e che lo stato d’Israele ha accettato, in base alla quale i due ordini presero accordi e stipularono regole che da allora continuano a rimanere immutate a causa delle divergenti opinioni.
Il risultato è che proprio questi due luoghi non possono essere toccati, restaurati….e, visto l’enorme numero di visitatori che continuamente vi affluisce, si può facilmente immaginare come, la mancanza di un intervento conservativo comunitario, li  abbia condotti ad uno stato di evidente degrado.
Ma non finisce qui, anche gli ebrei tra loro sono separati; i fondamentalisti, rigidi e conservatori, abbigliati come nell’ottocento, che osservano alla lettera  i 613 precetti della Torah, si considerano il popolo eletto e questo non è solo un convincimento interiore, ma si ripercuote in tutte le manifestazioni esteriori del loro quotidiano.
Loro sono il popolo eletto, gli altri sono impuri; hanno pertanto il loro quartiere, i loro mezzi pubblici, i loro negozi, non amano mischiarsi con persone di altre etnie, sono estremamente critici persino con gli ebrei più moderni considerandoli come traditori della Torah.
Il rispetto del sabato, che in realtà inizia al tramonto del venerdì, va al di là di ogni nostra possibile immaginazione; negli Hotel c’è per esempio “l’ascensore dello shabbat” che per 24 ore sale e scende continuamente fermandosi ad ogni piano senza dover essere comandato, poiché loro non possono premere il pulsante e, se c’è assoluta necessità, si rivolgono ad un musulmano o ad un cristiano perché faccia il lavoro al posto loro.
Di sabato le strade sono deserte, molte vengono chiuse, gli ebrei si ritirano in casa o nelle sinagoghe a pregare, molti si recano al muro del pianto.
Vivere di persona questa realtà, anche se da semplice turista, mi ha fatto comprendere ancora più profondamente la grandezza di Cristo, quanto fu dirompente e scandaloso il Suo operare proprio di sabato, un vero tsunami per un popolo incapace di andare oltre il significato simbolico delle scritture e che ancora oggi, dopo duemila anni, pensa di infrangere la legge divina premendo di sabato il pulsante dell’ascensore o preparando un caffè.
Mi vengono in mente le parole di Gesù: “Il sabato è stato fatto per l’uomo, non l’uomo per il sabato”.
Ma la separazione non finisce qui, girando per la città di Gerusalemme, ho notato tante ragazze ebree, giovanissime con turbante in testa e carrozzina, sotto il turbante erano rasate.
Mi è stato spiegato che la donna quando partorisce è considerata impura e come simbolo di purificazione deve tagliare tutti i peli del corpo; considerando che le ebree hanno molti figli per incrementare il numero degli eletti, queste ragazze passano diversi anni della loro giovinezza calve.
E che dire della divisione del muro del pianto in due settori, maschile e femminile cui si accede dopo essere passati da  metal-detector pure separati? 
Quello che più colpisce è che il settore maschile è più che doppio rispetto a quello femminile, quando è noto che  il numero delle donne è superiore a quello degli uomini.
Così, mentre le donne stanno accalcate in più file, gli uomini pregano comodamente lungo il muro con tutta la teatrale gestualità della loro tradizione.
Penso alla figura di Maria e a quanta importanza abbia per noi e per Cristo la donna, l’ancella, la madre e capisco con l’anima quanto rivoluzionario sia stato il suo modo di comportarsi con la donna, come nel suo ministero abbia dato pari opportunità a tutti. 
Difende e assolve l’adultera, accoglie Maria di Magdala come discepola, le donne piangono sotto la croce, le donne  testimoniano la sua resurrezione ed è Maria di Magdala la prima persona a cui appare dopo risorto.
Sono certa che, quando permise a Maria di ungere i suoi piedi con olio profumato e di asciugarli con i suoi capelli, non si informò se fosse mestruata, sentì solo il suo amore.
Non è così per gli ebrei che considerano impura la donna con il ciclo e in quei giorni le è vietato toccare l’uomo.
Insomma la donna ebrea per buona parte della sua vita è considerata e si ritiene essa stessa impura.
Tali credenze sono talmente radicate da rendere difficili se non impossibili i matrimoni misti,  così tutto si perpetua immutabile generazione dopo generazione.
Un altro aspetto dell’ebraismo mi ha profondamente colpito.
Gerusalemme, la città santa va riconquistata, sottraendola agli arabi cm dopo cm.
Così, come nel gioco del Monopoli, gli ebrei comprano (poiché hanno il potere economico) palazzi, terreni, giardini dai musulmani e fanno sventolare sulle proprietà acquistate le loro bandiere, avanzando sempre di più, anche a prezzo di vite umane, in una corsa inarrestabile, nella  convinzione che questo sia il volere di Dio .
Gerusalemme è attraversata da una valle dove scorre il fiume Cedron più volte citato nelle scritture; sulle sponde del fiume si trova il cimitero ebraico, il costo di una tomba è altissimo e lo spazio è limitato, ma gli ebrei fanno di tutto per essere seppelliti lì perché questo  assicurerebbe loro la resurrezione, essendo questo il luogo designato dai profeti per l’Armagheddon.
Fanno riferimento al libro di Gioele in cui si parla della valle di Joshafat come il luogo del Giudizio, che loro identificano con la valle del Cedron e quindi sono convinti che la sepoltura in quel luogo sia comandata da Dio al suo popolo.
Qualche parola vorrei spenderla anche per i musulmani che, fedeli a Maometto, ogni venerdì, a migliaia, si recano alla spianata del Tempio dove una volta si trovava il Tempio di Salomone e oggi domina il Tempio di Omar costruito intorno alla roccia da cui Maometto salì al cielo.
Così, in questa incredibile città, il venerdì è  festa per i musulmani, il sabato per gli ebrei e la domenica per i cristiani.
Ne risulta una comunità variegata, multietnica e multireligiosa, che convive in un apparente stato di pace. 
In realtà l’equilibrio è precario, vi covano focolai di intolleranza e di segregazione, il terrorismo è sempre in agguato e l’addestramento militare obbligatorio: tre anni per gli uomini e due per le donne.
E che dire, sempre a proposito di “separazione”, del terribile muro di cemento e filo spinato, lungo per ora 140 Km che separa Israele dal confine palestinese di  Betlemme e che vorrebbero edificare anche a Gerico?
Giovanissimi soldati e soldatesse armati fino ai denti, senza il minimo accenno di sorriso, salgono sul pullman di noi poveri pellegrini, controllano i passaporti, guardano fra i sedili ed è già una fortuna che non ci facciano scendere per perquisirci.
Gesù, Gesù, quando nell’orto del Getsemani piangevi lacrime di sangue certo vedevi come la tua amata terra avrebbe risposto al  più grande comandamento che ci hai lasciato “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
Fratello contro fratello, uomini e donne separati, religioni separate…..Signore torna presto e riuniscici tutti in una stessa casa, con un unico Padre e con un'unica legge!
Qualche riflessione anche sul lago di Galilea dove si è svolta buona parte della predicazione del Maestro.
Anche qui sono rimasta colpita dalle scelte di Gesù.
Il lago si trova a 200 m sotto il livello del mare con un elevatissimo grado di umidità  e temperature torride d’estate e molto basse d’inverno.
E Lui macinando km, recandosi da una cittadina all’altra, con i suoi apostoli e seguito dalle folle, era proprio lì che operava, con la sua divinità compiva miracoli, ma con la sua umanità sudava, si affaticava, aveva sete, fame e tutti i bisogni legati alla  fisicità. 
Di certo avrebbe potuto soddisfarli in un attimo, ma non lo fece, per vivere totalmente e pienamente quell’umanità che doveva avere il suo compimento nell’atto finale della morte.
Quanto ti amo Gesù!  Questo viaggio mi ha fatto toccare con mano i luoghi dove poggiavi i Tuoi santi piedi, dove imponevi le Tue sacre mani e proferivi parole che ancora oggi sono impresse nei cuori degli uomini che Ti hanno riconosciuto.
Questa terra, con tutte le sue contraddizioni è comunque bellissima.
La natura è rigogliosa e feconda, l’aria  profuma di fiori, i colori restano impressi nella memoria, ma ciò che più conta è la presenza di Gesù.
Ancora, dopo 2000 anni Lui è lì, lo immagini mentre prega sul Monte degli Ulivi, che moltiplica i pani e i pesci a Cafarnao, che viene tentato nel deserto o battezzato nel Giordano.
Lui è presente, ti sembra quasi possa materializzarsi da un momento all’altro.
Non ti stupiresti di vederlo apparire, di poter toccare la sua veste, di mangiare il pane da Lui spezzato; tutto quello che hai conosciuto attraverso i testi sacri qui diventa reale, acquista concretezza e spessore.
In questa terra i miracoli continuano ad avvenire. 
Si parte per vedere la terra di Gesù e ricordare fatti di 2000 anni fa e si trova Lui, più vivo che mai, pronto ad entrarti dentro e ad incendiarti il cuore con una fiamma che si autoalimenta cambiandoti per sempre.

Con amore a tutti i miei fratelli
Grei

Catania, 21 settembre 2009