Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Italiano Español English Português Dutch Српски
testa sito 2024
L’ODISSEA DEI BAMBINI
A Lampedusa 220 minori ammassati in due stanzoni alla casa del mare: solo due bagni, né coperte né materassi di Giampiero Calapà
Gettati a terra, uno vicino all’altro, uno sull’altro, qualche materasso sul pavimento e poco più. Per coperta solo delle finte lenzuola di carta, le stesse usate dai migranti adulti al Centro di accoglienza sovraffollato oltre ogni limite di decenza a Contrada Imbriacola. Qui siamo nell’area marina protetta, vicino al porto, nel museo del mare: il punto di passaggio obbligato per i turisti in attesa dello spettacolo delle uova di tartaruga che si schiudono   sulla spiaggia. Questi però sono bambini, i duecentoventi “bambini tartaruga” di Lampedusa. Per loro due stanzoni di trecento metri quadrati in tutto, con solo due piccoli bagni, senza doccia: “Sono minori non accompagnati ammassati da più di dieci giorni nella Casa Marina di Lampedusa: quello che l’Italia sta facendo è vergognoso, indegno di un Paese civile, sono profondamente amareggiata”. Sandra Zampa, deputato del Partito democratico, è scossa dopo la visita sull’isola che da giorni deve affrontare l’incessante   arrivo di migranti dalla Tunisia (con numeri che oscillano tra i 4 e i 5 mila, per uno “scoglio” di ventuno chilometri quadrati con solo 6 mila abitanti). Il caso dei duecentoventi bambini, in media di 16 anni, i più piccoli ne hanno 11, “parcheggia-ti” (alcuni di loro da oltre dieci giorni) in questi due stanzoni della Casa Marina, rende “l’Italia colpevole – attacca Sandra Zampa – di violare palesemente la Convenzione per i diritti dell’infanzia dell’Onu”.
A ROMA l’onorevole Zampa ne ha chiesto conto in Parlamento, al sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, che ha risposto con l’impegno del governo a trasferire “i minori accompagnati” con la nave San Marco (ieri in porto dalle 9,30 fino a sera). Ed è proprio questo il punto, quelli a cui si riferisce la Zampa non sono accompagnati, ma non sono neppure immaginari “bimbi sperduti” dell’Isola che non c’è di Peter Pan: si tratta di bambini reali finiti in un’isola in cui la situazione   è ormai davvero fuori controllo, non accompagnati e in molti casi orfani. Alcuni di loro hanno perso i genitori a Tunisi, altri sono fuggiti dalle città turistiche, perché il loro lavoro sfruttato non serviva più. “Questa è la prova che il sottosegretario Mantovano, e il governo tutto, non sanno di cosa parlano”, attacca ancora Zampa, che   continua: “Quei ragazzi sono stati parcheggiati là, non possono far niente per tutto il giorno, dobbiamo renderci conto dei rischi che stanno correndo”.
La drammatica situazione della Casa Marina, diventata la casa della disperazione di questi bambini, è denunciata anche da Save the Children : “La struttura che è stata destinata loro, ovvero l’area marina protetta – ha spiegato Raffaela Milano, responsabile programmi Italia-Europa – è assolutamente inadeguata e di ora in ora le condizioni si fanno più critiche, dal punto di vista igienico e, più in generale, dell’accoglienza: questi ragazzi devono essere immediatamente trasferiti”. Purtroppo, dalla risposta del sottosegretario Mantovano all’onorevole Zampa si deduce che lo Stato di questi bambini ignora l’esistenza stessa.  
I LAMPEDUSANI non hanno fatto mancare la solidarietà e anche la presenza e gli aiuti a questi ragazzi. Alcuni loro coetanei delle scuole medie hanno passato il pomeriggio di ieri a giocare a pallone insieme. E non solo. “Ci siamo organizzati – spiega Totò Martello, segretario del circolo isolano del Partito democratico – per andare là in gruppi e pulire. Il ministro delle politiche sociali (Maurzio Sacconi, ndr) dovrebbe vergognarsi. Mentre ai lampedusani, quando tutto questo sarà finito, dovrebbero consegnare la   medaglia d’oro, ma alla gente dell’isola, a ogni persona che si è impegnata, non al sindaco Dino De Rubeis o all’amministrazione. Ieri sera, ad esempio, ho visto una famiglia che si è messa a consegnare ai migranti cento panini imbottiti, questi sono i lampedusani, se ne rendano conto a Roma”. Dopo il sindaco De Rubeis   anche il governatore Raffaele Lombardo si è rivolto a Giorgio Napolitano, chiedendogli di “intervenire quale rappresentante dell’Unità nazionale per sollecitare e vigilare a che la Sicilia in queste difficili contingenze non sia lasciata sola”. Abbandonata, come i “bimbi tartaruga” di Lampedusa.  
Bimbi sperduti
In duecentoventi ammassati in due locali del museo del mare di Lampedusa: il governo si è dimenticato di loro. Da giorni l’unico giaciglio sono materassi e coperte di carta, uno sull’altro in trecento metri quadrati (FOTO MAURO SEMINARA) In basso, illustrazione di Maurizio Ceccato
IL FATTO QUOTIDIANO 24 MARZO 2011