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pedofiliainterTRAPPOLA SU INTERNET PER 70 MILA PEDOFILI. “OPERAZIONE SALVATAGGIO” IN 30 PAESI: 180 ARRESTI
TUTTI ISCRITTI AL SITO WEB «BOYLOVER» CON SEDE IN OLANDA
ANDREA MALAGUTI CORRISPONDENTE DA LONDRA
Erano settantamila, nascosti come topi in ogni angolo del pianeta. E usavano i bambini come oggetti sessuali.
Filmati, fotografie, ma anche dibattiti per raccontarsi le esperienze reciproche con i toni complici che si usano al tè delle cinque. Commenti dettagliati da predatori deliranti su come agganciare un minorenne, meglio se al di sotto dei dodici anni, e poi suggerimenti dove portarlo, come sfruttarlo e soprattutto come nascondere le proprie tracce per ricominciare ancora, all’infinito, in un agghiacciante sabbah della pedofilia internazionale. «Nessuna vergogna. Una volta all’anno accendiamo una candela blu per rivendicare le nostre inclinazioni». Una festa, come quella della mamma. E un sito di riferimento con sede in Olanda. Amanti dei bambini. Il più grande network internazionale di uomini verme che l’Interpol ricordi. «Tra loro si chiamavano pedofili culturali, noi li abbiamo ribattezzati terroristi della pedofilia». L’Operazione Salvataggio ha smontato questa cattedrale dell’orrore pezzo a pezzo.
È stato necessario coordinare le polizie di mezzo mondo, dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti, dall’Italia alla Thailandia, ma dopo tre anni di lavoro e quattromila rapporti di intelligence, 180 persone sono state arrestate (121 solo in Inghilterra, una in Italia, a Catania) e 670 indagate (diciotto tra Napoli, Torino, Bergamo, Cuneo, Reggio Calabria e Milano). Duecentotrenta i bambini identificati come vittime. Sessanta quelli messi in salvo.
All’Aia, dove aveva sede il sito calamita, Rob Wainwright, direttore di Europol, appoggia sul tavolo un fascicolo alto come la Treccani. Il suo viso scavato è innaturalmente raggiante. Apre il dossier. Ci sono le storie da galera di avvocati, architetti, baristi, bancari. Ma anche di seminaristi e assistenti sociali. Una sola donna. Hanno tra i 19 e gli 84 anni. In Italia mediamente sono trentenni. La fotografia nitida di una società malata. «Per fermarli abbiamo usato i loro stessi strumenti. Ci siamo infiltrati nella rete. Siamo entrati nelle stanze online dove questa gente si scambiava materiale pedo-pornografico, li abbiamo identificati uno a uno. Si sentivano anonimi, protetti. Invece noi eravamo lì. Grazie al contributo decisivo delle forze dell’Ordine di oltre trenta Paesi. Non daremo mai tregua a questa gente».
Rob Wainwright racconta la storia di John McMurdo, capo degli scout di Plymouth, che portava i bambini a giocare a pallone e poi li molestava negli spogliatoi. «Mi piaceva guardarli in calzoncini corti». Quando sono andati a prenderlo ha cercato di fuggire balzando scoordinatamente in avanti con le movenze di chi è in procinto di annegare.
Il filone italiano è partito da una segnalazione dell’Associazione Meter di Avola, guidata da don Fortunato Di Noto. La vittima aveva 8 anni. «L’operazione di oggi è la dimostrazione che anche quando ci attaccavano avevamo ragione a denunciare reti di lobby pedofile e di finti intellettuali che mascheravano gli abusi spacciandoli per progresso culturale e morale». Nel 2010 il numero dei siti pedofili italiani è raddoppiato. Il nuovo veleno si chiama «infantofilia». Abusi su bimbi da zero a due anni.
LA STAMPA 17 MARZO 2011