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035 650 Dipinto di Bruce Pennington

DAL CIELO ALLA TERRA

HO SCRITTO L'8 LUGLIO 2019:

IL MIO AMICO E FRATELLO SPIRITUALE ROSARIO PAVONE MI HA INVIATO UNA ANALISI "ISPIRATA" INTERPRETANDO ALCUNI PASSI PROFETICI DEL NUOVO TESTAMENTO.
LEGGETE E MEDITATE.
IN FEDE VOSTRO

G. B.
Sant’Elpidio a Mare (Italia)
8 Luglio 2019

Messaggio allegato:
- “Ovunque sarà il cadavere, lì si raduneranno le aquile” (Matteo cap. 24, 28)
https://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-celesti/2018/7573-ovunque-sara-il-cadavere-li-si-raduneranno-le-aquile-matteo-cap-24-28.html


IL RAPIMENTO 
Di Saro Pavone

Uno degli avvenimenti più importanti e suggestivi della Grande Profezia Cristiana della Seconda Venuta di Cristo, è il cosiddetto Rapimento, o Prelievo, salvifico della "Sposa", o Chiesa con tutta la schiera di Eletti che la compone.

Ove il termine "Chiesa" non è da intendersi rigidamente come gruppo confessionale e religioso, ma ha un suo discrimine che trova pieno riscontro e rigore teologico nelle perentorie parole dello stesso Maestro: "Or non chiunque mi dice Signore Signore entrerà nel Regno dei Cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che sta nei Cieli". Ciò vuol dire che, per essere "salvati", non sono sufficienti il "credere" e la pratica di culti, precetti e sacramenti, bensì bisogna dare e al tempo stesso essere verace testimonianza del Bene Universale di Cristo, nella concretezza della vita e in ogni attimo di essa. Vivere per gli altri, così come ci ricorda anche Giovanni con la sua sapienza evangelica: "adorare Dio in spirito e verità", cioè senza esteriorità e nella coerenza fattiva del servizio ai valori dello Spirito e alle cause della Vita, che sono cuore del messaggio cristico; "mangiare la mia carne" e "bere il mio sangue", ovvero assimilarsi a Lui, mangiando il "pane della vita" e di conseguenza bevendone il "calice" della passione.

Per cui, in quel giorno, sarà grande sorpresa vedere tanti che non "ci aspettavamo", sedere degnamente e con merito al Convito, poiché la chiamata e l'elezione tengono grandemente conto dell'essere e non dell'apparire, del fare e non del vuoto predicare. Ciò vuol dire che questo tipo di salvezza è esteso a tutti, a prescindere dalla religione cui si appartiene e persino a prescindere dal considerarsi "ateo", in virtù e a suggello del servizio reso al Vero Cristo, quello che non sta nell'alto dei cieli o nei tabernacoli, confinato tra il mistico e il misterico, bensì Quello che alberga nei cuori e nei bisogni di ogni uomo.

"Rapimento" è un termine coniato in riferimento alle parole di San Paolo espresse nella sua famosa epistola ai Tessalonicesi, e letteralmente, dal greco "arpazò", ha il significato di "strappare", "afferrare d'impeto e d'improvviso". Qualcuno lo definisce anche Sollevamento, e per quel che sappiamo possiamo indicarlo anche come Prelevamento, composto appunto da una miriade di prelievi.

Non avverrà, come alcuni pensano, alla fine degli eventi con la manifestazione in potenza e gloria del Signore che scende sulla terra, poiché in un simil contesto non avrebbe senso un "rapimento", anche se con la venuta del Figliuol dell'Uomo gli "scampati", non corrottisi, alle Coppe dell'Ira di Dio e al periodo oscuro, verranno "raccolti" e radunati dagli Angeli ai quattro angoli del mondo, e dall'una estremità dei cieli fino all'altra.

Ma sarà prima o all'immediato inizio della Grande Tribolazione, il tempo della terribile e sanguinaria tirannia dell'Anticristo, che dominerà e condizionerà le anime e le coscienze degli uomini, finanche a controllarne il pensiero.

Così come anche evidenziato da tanti circostanziali riferimenti scritturali, di cui i passi seguenti ne sono un esemplificativo campione: "Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché siate ritenuti degni di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'Uomo" (Luca); "… e per aspettare dai cieli il suo Figlio, che Egli ha risuscitato dai morti, cioè Gesù, che ci libera dall'ira a venire. / Poiché Dio non ci ha destinati all'ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo …" (Paolo).

"Nessuno ne sa il giorno e l'ora" precisa Gesù, e aggiunge che "sarà improvviso come il lampo" per la sua imprevedibilità. Per cui, attraverso parabole e raccomandazioni, caldeggia ai suoi perseveranza e soprattutto vigilanza.

La data no, ma il tempo lo si potrà intuire da tanti segni abbondantemente descritti ad hoc, per bocca del Cristo, in tutti i Vangeli. Si manifesteranno "pestilenze e carestie", prolifereranno "guerre" e sarà continuo il "rumor di guerra", vi sarà un'accelerazione dell'attività sismica che produrrà "terremoti in ogni dove".

Sarà essenzialmente un tempo come riportato anche nella antichissima profezia indiana del "Vishnu Purana", dove "tanto si moltiplicherà l'iniquità che la carità e l'amore dei più si raffredderà", così come lo stesso Paolo descrive a Timoteo: "… negli ultimi tempi verranno momenti difficili. Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, senza religione, senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili, nemici del bene, traditori, sfrontati, accecati dall'orgoglio, attaccati ai piaceri più che a Dio, con la parvenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la forza interiore!"

Avverrà allorquando saranno sorti Falsi Profeti e Falsi Cristi che ci indicheranno di seguire, e che soprattutto proporranno un'etica sterile fondata su allettanti storture lontane dall'autentica spiritualità e in contrapposizione ad essa.

Sarà preceduto di poco da "l'abominazione della desolazione posta nei luoghi santi", una descrizione a nostro vedere, che attiene alla profanazione di ciò che è stato considerato e descritto come il luogo santo per eccellenza, ovvero il Corpo, "Tempio dello Spirito". Si può ipotizzare, seguendo questa esegesi, che si tratti di manipolazioni genetiche, clonazioni, le ultime terribili e mostruose frontiere dei trapianti e/o qualcosa che riguardi una sorta di legittimazione della violazione dell'innocenza dei bambini.

E non sarà, avverte ancora Paolo, precedente ad una particolare manifestazione, descritta bene anche nel paragrafo 675 del Catechismo, ovvero la cosiddetta apostasia: "Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro incontro con Lui … Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo …"

Vi saranno anche Grandi Segni dal Cielo, tra i quali va sicuramente annoverata la contemporanea, messianica e massiccia presenza degli Angeli ieri Extraterrestri oggi.

E ancora. Sarà "prima che passi questa Generazione", dove per generazione non dobbiamo pensare a quella biologica di riferimento del tempo di Gesù, bensì piuttosto al vasto ciclo di vita, di nascite e rinascite, che si sviluppa nell'arco di una Era o età astrologica o Eone (Aion), e che è di 2150 anni circa. Computo legato al fenomeno astronomico della precessione degli equinozi che assegna l'Anno Platonico o Perfetto, di 25.800 anni circa, somma delle età delle dodici ere zodiacali. Quindi al tempo del Maestro si era da poco entrati nell'Era dei Pesci, oggi siamo alla fine quasi della stessa, mentre sta per subentrare quella dell'Acquario. Da notare anche che il Maestro, e i suoi, non utilizzarono mai l'espressione "Fine del Mondo", ma Fine dell'Era o Eone come genuinamente scritto nel testo greco. Furono poi i soliti "revisori" a togliere l'imbarazzo di qualunque spiegazione con la traduzione nell'accomodante "fine dei tempi" o "fine del mondo".

 Su come avverranno i Prelievi, o il Rapimento, Paolo ci da dei dettagli interessanti: "… perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore".

In cui la frase "per prima risusciteranno i morti" abbisogna di un approfondimento. Anzitutto poiché si parla di una categoria di "morti" che, come dice il buon Filippo, sono già "resuscitati" prima, quando erano ancora in vita, ai valori dello Spirito e alla "vita eterna", risorgendo dal sonno dei "morti che sotterrano i morti", giacché se così non fosse, morendo non si beneficerebbe di questa resurrezione particolare.

Poi è da escludere tassativamente il "rialzarsi dalla morte" con il corpo fisico che si ricompone dalle ceneri del nulla. Questa favoletta dello scoperchiarsi delle tombe con scheletri e resti in decomposizione che vengono fuori, giganteggia nel pensiero teologico soprattutto cattolico, con grande sprezzo del … ridicolo e in totale spregio alla scienza della materia e in particolare a quella dello spirito. E' ancora Paolo, infatti, a darci un ulteriore lume su ciò chiarendo che "… la tromba suonerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo ‘mutati' insieme a loro", dove "incorruttibili" non è esattamente la stessa cosa di "incorrotti", come maldestramente tradotto solo nei testi Cei. (*)

Poiché indica, spiegherà poi Paolo, l'acquisizione, per morti e vivi, di un nuovo corpo durante il rapimento, con la caratteristica principale, che con molta profusione indica, di "incorruttibilità", concetto su cui torneremo nelle parti finali dell'articolo. Non solo, ma bisogna anche capire che codesti "morti in Cristo" di cui si parla non sono tutti coloro che sono deceduti in questi duemila anni, poiché sappiamo bene, chi legge comprenda, che tutti costoro hanno sperimentato altre esistenze in questi secoli; sono piuttosto tutti quelli che hanno abbandonato il corpo fisico in un arco temporale ridotto e comunque contiguo al "rapimento", e attendono, senza più prospettiva di incarnazione, con il loro corpo "astrale", nella dimensione pneumatica o "spirituale" pertinente ai trapassati, "di incontrare -anche loro- il Signore nell'aria".

fotosaro2"E verremo trasformati in un batter d'occhio"

Mentre, tornando a sopra, il "verremo rapiti (testualmente "afferrati d'impeto e d'improvviso" -ndr) sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria", ci è in verità molto familiare poiché ci riconduce a quelli che sono i prelievi degli Angeli ieri, Messaggeri Spaziali o Celesti oggi; le "nuvole", di biblica memoria, non sono il vapore acqueo, come ben tutti sanno, ma vascelli che si muovono e stazionano nell'aria o cielo.

Un'analoga descrizione delle modalità del Rapimento dataci da Paolo ce la dona lo stesso Cristo con una delle sue frasi più enigmatiche: "Ovunque sarà il cadavere, lì si raduneranno le Aquile". Del cui significato, tenendo conto dei doppi termini corpo/cadavere e aquile/avvoltoi utilizzati nelle varie traduzioni, cercheremo di venirne a capo attraverso parte di un altro interessante articolo, postato sempre qui in "Eschatusblog.wordpress.com", il cui titolo è costituito dalla stessa sibillina frase: "… Per tentare però di comprendere meglio il significato di questa frase è necessario anche inquadrare il contesto del discorso in cui essa viene partorita. In ambedue gli evangelisti (Matteo e Luca -ndr) si tratta del discorso profetico di Gesù, quello cosiddetto escatologico e che riguarda gli eventi che precederanno la sua seconda venuta, e nel merito particolare il tema specifico sono i "prelievi" degli eletti, ciò che Paolo definisce l'impetuoso e repentino "rapimento", o sollevamento, dei veri credenti o vera Chiesa (Come da raffigurazione grafica della foto tratta dall'album profetico Eschatus). Infatti i versetti immediatamente precedenti al "nostro" ci dicono di "… due che dormiranno in un letto … due donne saranno alla macina … due uomini saranno ai campi … uno sarà preso e l'altro sarà lasciato, ed altro rigidamente in tema. A questo punto è a Luca che bisogna tornare poiché offre degli elementi che ci aiuteranno meglio per capire. Il verso 37 del cap. 17, dopo che il Maestro profetizza che "due saranno ma uno viene preso", si apre con una interlocuzione dei discepoli che stanno ascoltando con molta attenzione. "E i discepoli rispondendo gli dissero: dove sarà Signore?". Cioè dove avverrà tutto questo? Da li la risposta "secca" del Cristo che stiamo analizzando: ovunque c'è un cadavere, li arrivano gli avvoltoi. Come a rassicurarli che in qualunque posto si trovino sarebbero stati individuati nella stessa maniera di come un avvoltoio ( o un'aquila) individua la sua preda. Utilizzando in vero UNA SORTA DI METAFORA FIGURATIVA DI RIFERIMENTO PER LA LORO COMPRENSIONE, poiché ancora non potevano interfacciarsi con determinate dinamiche e rivelazioni che oggi invece siamo in grado di assimilare. Ovviamente, credo, che questa discussione sia stata sicuramente più articolata di quanto lo striminzito versetto ci racconta. Prova ne è anche il fatto che, sempre in Luca, nella versione greca esiste una piccola appendice del 37° versetto che però non viene mai tradotta nei vangeli. Una chiosa degli stessi discepoli che rispondono con una allocuzione avverbiale "kai autò" che nell'interlineare greco-italiano passa con "I discepoli -dicono- si sarà, sarà si", ma che può anche rendere correttamente come "si proprio così", "senz'altro", "non altrimenti", come quasi a darsi una manata sulla fronte per dire: ma certo, così è!"

Ma chi sono costoro che verranno prelevati in un simile ed epocale avvenimento? Con buona pace di tutti, a parte un considerevole numero di giovani e bambini che verranno portati al sicuro perché servano dopo da "seme" di rinascite, diciamo in maniera chiara e molto semplice che si tratta dei cosiddetti "Eletti" per eccellenza, i famosi 144.000 personaggi, segnati in fronte e che poi si ritroveranno ai piedi del monte Sion nella visione di Giovanni del cap. 14 dell'Apocalisse: "Sono quelli che seguono il Cristo ovunque vada. Sono stati riscattati in mezzo agli uomini per essere primizie a Dio e all'Agnello. E nella loro bocca non è stata trovata menzogna: sono irreprensibili".

Sono gli spiriti che hanno accompagnato il Cristo nella sua missione nel mondo, che si sono incarnati nel corso del tempo per portar "gran frutto" alla Vigna del loro Signore; che hanno portato conoscenza, ammaestramento, scienza e luce dello spirito, spingendo l'evoluzione della civiltà; coloro che con le loro opere e le loro gesta hanno sempre anteposto a tutto la Legge del Cristo, in qualunque contesto storico e sociale; quasi sempre osteggiati, perseguitati e immolati sull'ara dell'ignoranza e della malvagità. Non identificano una etnia, tanto meno un gruppo di credenti religiosi, ma vanno oltre, come "iniziati" allo spirito di servizio del prossimo in qualunque attività svolgono e in qualunque ruolo umanamente ricoprono. Non hanno per questo paura di perdere la loro vita, poiché sanno che la ritroveranno.

Oggi, essendo prossimi al "Nuovo Regno", sono "anonimamente" incarnati nei corpi di tante donne e di tanti uomini che hanno preso coscienza della loro natura e della loro missione. 144.000 non è un numero simbolico, la loro verginità è quella al peccato che "mena ad angosce e tormenti", e il fatto di appartenere alle "dodici tribù" originate da Giacobbe non significa che sono oggi ebrei, ma vuol dire che ne costituiscono una seppur lontana discendenza genealogica che ne incarna oggi lo spirito di ieri.

Sono gli stessi per i quali chiedeva protezione il Maestro nella sua intima preghiera poco prima di essere arrestato: "Padre santo, custodiscili nel tuo nome / Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome / Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi sono nel mondo ma non sono del mondo, come io non sono del mondo. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo". Chiedendo intercessione anche per tutti coloro che li avrebbero seguiti e ascoltati: "Ti prego, non solo per loro ma per tutti coloro che credono in me per mezzo della loro parola".

Eugenio Siragusa, quando parlava dei Centoquarantaquattromila Eletti asseriva che essi "appartenessero" pure ai dodici Apostoli, in numero di dodicimila per singolo, e che fossero anche dei Mutanti. Mutanti non perché si trasformassero in fantasmagoriche entità, ma Mutanti nel profondo significato alchemico e spirituale del termine, ovvero con la capacità di mutare il nero in bianco, l'odio in amore, ciò che divide in ciò che unisce, il pianto in sorriso, lo sconforto in gioia.

E sono sempre coloro cui Gesù promette di apparecchiare un "posto" poiché nella casa del Padre suo, il Cosmo, "ci sono molte dimore". "E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi". Così come dice anche Paolo, dopo essere stati "rapiti" ed aver incontrato il Signore "nell'aria": "e così staremo sempre con il Signore".

Una cosa ancora riguardo al Prelevamento delle Primizie della Vera Chiesa di Cristo, che puntualizza quella inesauribile fonte di sapienza e di conoscenza che è Paolo: "… tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d'occhio … anche i morti resusciteranno incorruttibili e anche noi saremo mutati … poiché … la carne e il sangue non possono ereditare il Regno di Dio; similmente la corruzione non eredita l'incorruttibilità … poiché bisogna che questo corruttibile rivesta l'incorruttibilità e questo mortale rivesta l'immortalità". Il che, sostanzialmente, ci dice che negli istanti del "Rapimento" i corpi dei prelevati muteranno repentinamente subendo un passaggio da uno stato di corruttibilità e mortalità ad uno di incorruttibilità e immortalità, il che equivale a dire il famoso salto dimensionale e il definitivo abbandono della densità della Terza Dimensione.

"E così come abbiamo portato l'immagine dell'uomo terrestre, porteremo anche l'immagine dell'Uomo celeste".

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P.S.: questo modesto scritto vorrei dedicarlo a tutti i miei fratelli, tra i quali in particolare i tanti studiosi Evangelici, Testimoni di Geova, e in minor parte Cattolici, che con la loro passione e le loro ricerche, sono stati di aiuto a suffragare e consolidare la mia altrettanta modesta ispirata intuizione. Da parte nostra noi, figli della Chiesa Iniziatica Giovannea, abbiamo aggiunto solo quanto purtroppo negato dalla stoltezza di una concezione teologica mendace e sedimentata nel tempo. Ma che si abbina e si armonizza in perfezione con gli studi di cui sopra.

(*) Il termine utilizzato da san Paolo nella sua Prima Lettera ai Corinzi, cap. 15 e versetto 52, è "incorruttibili", che traduce fedelmente l'originale greco "afthartoi", e come parimenti in fedeltà traducono tutti i testi. Tranne quelli cattolici Cei, dove invece utilizzano il vocabolo improprio di "incorrotti", che in greco sarebbe "adiafthartoi", e che non esiste nella stesura di origine. Il tutto per dar forza e avallare il favolistico racconto, loro summa teologica, dello scoperchiarsi delle tombe con scheletri e resti in decomposizione che vengono fuori, ridicolo postulato che strumentalizzano per spiegare la "resurrezione dei morti".

Incorrotto è un aggettivo che ben s'addice di qualcosa che è nato corruttibile, e pur sempre soggetto a ipotesi di corruzione. Incorruttibile, invece, definisce ciò che nasce con la condizione dell'incorruttibilità.

In quanto alla "Resurrezione dei morti e dei vivi", avremo modo di parlarne più avanti.

Saro Pavone
3 Luglio 2019


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