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nuclear_07«PER FERMARE IL PETROLIO SERVE L'ATOMICA»
Un quotidiano russo cita cinque episodi in cui la Russia ha usato questo sistema. Nel 1966 fu fatta esplodere una  carica una volta e mezza quella di Hiroshima, a sei km di profondità.
ROMA - Per fermare il petrolio in mare aperto serve la bomba atomica. E' un suggerimento, che tra l'altro si basa su precedenti esperienze, contenuto in un articolo del quotidiano russo Komsomoloskaya Pravda. «Come in Armageddon». Un consiglio estremo per fermare la perdita di petrolio nel golfo del Messico.
LA RUSSIA: «NOI L'ABBIAMO FATTO» - Secondo il quotidiano Komsomoloskaya Pravda, ai tempi dell'Unione Sovietica, problemi simili sono stati risolti con esplosioni nucleari controllate. «In passato questo metodo è stato usato almeno cinque volte - scrive il quotidiano - la prima per spegnere i pozzi a gas di Urt Bulak, il 30 settembre 1966. La carica usata fu da 30 chilotoni, una volta e mezza quella di Hiroshima, ma fatta esplodere a 6 chilometri di profondità».
LE ROCCE CHIUDONO LA FALLA - Secondo il quotidiano l'esplosione sotterranea farebbe in modo da spingere le rocce facendo loro chiudere la falla. Degli altri tentativi effettuati nell'ex Urss, continua l'articolo, solo uno non ha funzionato, nel 1972, mentre gli altri hanno raggiunto l'obiettivo anche con testate di 60 chilotoni. «Il metodo non è stato testato sott'acqua - insiste il quotidiano - ma secondo alcuni calcoli di esperti in Russia le probabilità di fallimento sono solo del 20%. Basterebbe scavare un pozzo vicino alla perdita, e far detonare la bomba. La Russia ha una grande tradizione nelle esplosioni sotterranee controllate - conclude l'articolo - che potrebbe essere messa a disposizione degli Usa»
12 maggio 2010