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ahmadinejad_lulaNUCLEARE, L´IRAN ANNUNCIA L´ACCORDO L´URANIO VERRÀ ARRICCHITO IN TURCHIA
Ma l´intesa mediata da Lula non elimina i dubbi di USA e UE. La Casa Bianca: "Teheran dimostri coi fatti, e non solo a parole" che accetta gli obblighi
ARTURO ZAMPAGLIONE
NEW YORK - Grazie alla mediazione di due paesi dalle crescenti ambizioni internazionali, la Turchia e il Brasile, è stato raggiunto un accordo per lo scambio di 1200 chilogrammi di uranio a basso arricchimento, prodotto in Iran, con 120 chili di combustibile nucleare per alimentare un reattore per le ricerche mediche a Teheran. L´annuncio è stato dato ieri mattina nella capitale iraniana dal presidente iraniano Ahmadinejad, dal brasiliano Lula e da Erdogan, primo ministro della Turchia: paese, questo, dove avverrebbe la consegna fisica del materiale nucleare.
È una vera svolta o solo una manovra tattica?, si è chiesta la comunità internazionale. Apre forse la strada a una soluzione definitiva del problema nucleare iraniano? Oppure è solo una mossa per guadagnare tempo ed evitare che il consiglio di sicurezza approvi, come aveva intenzione di fare a breve, il quarto round di sanzioni severissime contro l´Iran?
La Turchia ha invitato gli Stati Uniti a giudicare l´accordo in modo favorevole, perché in linea con le richieste fatte a suo tempo dagli americani. Ma alla Casa Bianca prevalgono cautela e scetticismo, mentre Francia e Gran Bretagna non si fanno eccessive illusioni. «I nostri dubbi nascono dalle frequenti violazioni degli impegni che l´Iran stesso si assume», ha spiegato ieri il portavoce di Obama, Robert Gibbs, in una dichiarazione di 18 righe attentamente calibrate. Pur notando che l´accordo di Teheran rappresenta un «passo positivo», Gibbs ha denunciato l´intenzione iraniana di continuare ad arricchire l´uranio fino al 20 per cento, in violazione delle risoluzioni dell´Onu. L´Iran - ha detto - dovrà dimostrare «con i fatti e non a parole» la disponibilità ad accettare gli obblighi internazionali: in caso contrario dovrà subirne le conseguenze.
L´accordo di ieri è per alcuni versi simile a quello raggiunto l´anno scorso con i paesi occidentali. Anche ora tutto ruota attorno allo scambio del materiale nucleare: ma a differenza del 2009, quando Teheran aveva insistito perché la consegna avvenisse sul suo territorio e in modo contestuale (e di fronte al diniego americano aveva fatto saltare l´intero compromesso), adesso l´Iran si dice disposto a trasportare in Turchia il suo uranio a basso arricchimento e ad aspettare un anno per ricevere il combustibile.
D´altra parte il documento firmato da Iran, Brasile e Turchia non tiene conto di due grandi preoccupazioni. La prima riguarda il quantitativo di uranio a basso arricchimento mandato all´estero: quei 1200 chilogrammi rappresentavano l´anno scorso più di due terzi di tutto il materiale a disposizione di Teheran, adesso appena la metà. Col rischio che l´Iran possa usare la metà in suo possesso per produrre armi nucleari. Il secondo timore è proprio nella volontà iraniana di proseguire le attività di arricchimento dell´uranio: non rinunciando, nei fatti, alle sue ambizioni nucleari.

LA REPUBBLICA 18 MAGGIO 2010