Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Italiano Español English Português Dutch Српски
testa sito 2024
nuclear_02I RUSSI NON VOGLIONO PIÙ LE SCORIE NUCLEARI FRANCESI. PERÒ LE PORTERANNO ALLE TERME IN KAMTCHATKA
Greenpeace France annuncia di aver scoperto che Areva smetterà di esportare le sue scorie radioattive in Russia molto prima della scadenza del contratto nel 2014. Secondo gli ambientalisti «I russi hanno deciso di interrompere dal prossimo 11 luglio questa collaborazione che dura dal 1972!».
Greenpeace grida vittoria e dice che il ripensamento russo è dovuto alla pressione internazionale, frutto anche dei blitz degli ambientalisti che hanno sollevato il velo sullo scandalo del traffico e del deposito all'aria aperta delle scorie nucleari francesi in Siberia. Nell'ottobre 2009, l' inchiesta televisiva di Laure Noualhat ed Éric Guéret su Arté, « Déchets: le cauchemar du nucléaire», (della quale ha scritto anche greenreport) ha portato in prima serata l'esportazione dell'incubo del nucleare « sicuro » francese, senza che da parte di Areva venisse una qualche spiegazione soddisfacente. Il ministro dell'ecologia e dell'energia francese era stato costretto ad affidare all'Haut comité pour la transparence et l'information sur la sécurité nucléaire l'apoertura di un'inchiesta i cui risultati dovrebbero essere resi noti a fine giugno. «Durante tutta questa battaglia - dice Greenpeace France - Areva non ha cessato di mentire per cercare di giustificare queste esportazioni. Oggi l'industria cerca di far credere che il blocco delle esportazioni era previsto da lunga data... Il giornalista di Rue89 che ha realizzato un'inchiesta completa su questo affaire ha avuto molte difficoltà ad ottenere delle risposte».
Secondo Greenpeace esportare scorie nucleari non è contrario solo alla legge russa sulla protezione dell'ambiente del 1989, ma anche della direttiva europea del 2006 relativa alla sorveglianza ed al controllo del trasferimento di scorie e rifiuti nucleari e di combustibile nucleare esausto.
«Questo testo stipula che chi spedisce rifiuti nucleari deve assicurarsi delle buone condizioni di sicurezza delle quali disporranno nei Paesi nei quali li invia - spiega Greenpeace France - Ad Oggi, né Areva, né Edf e neanche le autorità francesi sono in grado di controllare le condizioni di sicurezza in Russia, come ha confermato l'Autorité de sûreté nucléaire française (Asn)».
Per questo Greenpeace ha avviato una richiesta di procedura di infrazione alla Commissione europea accusando le industrie del nucleare francesi (il nostro più probabile partner del « rinascimento nucleare » italiano) di aver violato la direttiva spedendo le scorie in Russia.
Intanto i russi tacciano e annunciano un procedimento rivoluzionario per la neutralizzazione delle scorie nucleari. Secondo il sito cybersecurity.ru, «Un gruppo di ricercatori russi afferma di aver messo a punto in  Kamtchatka (Estremo Oriente russo) un procedimento fondamentalmente nuovo di seppellimento dei rifiuti nucleari liquidi e semi-liquidi. Questa nuova procedimento consiste nel seppellire le scorie ad una  temperatura elevata (350°) in dei sistemi idrotermali».
Da non crederci, le scorie verrebbero messe in un luogo dal quale tutti dicono bisognerebbe tenerle lontano: falde acquiferi di un'area geologicamente molto attiva e per farlo si è scelta la penisola della Kamtchatka, terra di terremoti e di gigantesche eruzioni vulcaniche. Eppure, secondo i ricercatori russi, questa intrusione in un processo naturale molto attivo non avrebbe nessuna conseguenza negativa (a parte il rischio di dover pre-stoccare scorie in attesa di essere inertizzate in uno dei siti geologicamente più pericolosi del pianeta...) «Questo si spiega con il volume insignificante dei rifiuti inviati paragonato ai volumi di questi flussi», dicono i russi che pensano di poter procedere all'inertizzazione delle scorie attraversi i bagni termali già entro un anno: «Mancano solo la volontà politica e 70 milioni di dollari di investimenti». Insomma, bruscolini.
Uno dei ricercatori russi, Alexandre Vainer, spiega su Ria Novosti che per risolvere il problema delle scorie nucleari  liquide e semi-liquide «Abbiamo proceduto ad uno studio dettagliato del sistema geotermale di Paramuchir. L''isola di Paramuchir, la più vicina alla Kamtchatka, è stata scelta come terreno di sperimentazione per costruire questo sistema e determinare, inviando in un pozzo un liquido di simulazione, quel che si produce con i sali di metalli pesanti ad una grande profondità». Secondo i russi l'esperimento ha prodotto una catena di reazioni chimiche che hanno portato, a partire dalle scorie radioattive, «alla formazione di combinazioni stabili e di giacimenti geologici minerari di origine idrotermale. In queste condizioni naturali, le scorie si associano in degli insiemi geologici localizzati, inoffensive per la biosfera. In altre parole, l'operazione consiste nel restituire alla natura quel che le abbiamo preso».
La Kamtchatka e le isole Curili (quelle rivendicate dal Giappone) sarebbero adatte a questa strana forma di restituzione alla natura di scorie che non siamo molto certi voglia indietro, perché ospitano una combinazione unica di pressione, temperatura e di altri fattori fisici che, assicura Vainer, «Attivano dei processi geochimichi naturali di depositi di Sali di metalli pesanti in quelle che vengono chiamate le "zone di transizione profonde". E tutto questo si produce in tutto in qualche ora. Questo sistema ha la capacità promettente di seppellire I rifiuti radioattivi di tutti I Paesi del mondo». Poi si potranno fare addirittura le terme perché «La neutralizzazione delle scorie in dei sistemi geotermali sarebbe ecologicamente inoffensivo ed apporterebbe una soluzione poco onerosa ad un grave problema che si pone su scala mondiale».
Alla fine però si scopre che la tecnica non è poi così nuova e rivoluzionaria perché gli stessi scienziati russi tra il 1993 e il 1996 hanno già ottenuto tre brevetti per questa inertizzazione delle scorie radioattive, ma fino ad ora non avevano trovato un sistema geotermale utilizzabile in maniera conveniente per neutralizzare I rifiuti nucleari liquidi e semiliquidi e che la tecnica non è così universale perché, come spiega Viktor Sugrobov, l'ex capo del dipartimento di geotermia e geochimica dell'Istituto di vulcanologia della sezione dell'Estremo Oriente dell'Accademia delle scienze russa, «Tutta una serie   di condizioni sono necessarie e soprattutto una temperatura e una pressione elevata, così come una mineralizzazione spinta e un potente scarico di fluidi. Tali sistemi non esistono sicuramente solo in Kamtchatka. Potremmo scoprirli in altre zone del globo. Ma in molte regioni l'accesso sarà molto più difficile e ben più oneroso. Sistemi come quello di de Paramuchir permetterebbero dio neutralizzare un centinaio di tonnellate di uranio all'anno, così come scorie radioattive. Questa procedura è conforme alle esigenze dell'Iaea».
Voi vedere che i francesi sposteranno le scorie di Areva dalle fredde pianure siberiane per portarle alle terme in Kamtchatka?
LIVORNO.
31-5-10 – Greenreport