Washington "perdona" il nemico comunista Usa e Vietnam verso un accordo sul nucleare. Anticipazione del Wall Street Journal: il primo impianto dovrebbe essere pronto nel 2020.
ANGELO AQUARO
DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK - S´erano tanto odiati. Ma più di 30 anni dopo la fine della guerra che cambiò per sempre l´America, gli Stati Uniti e il Vietnam stringono un patto di ferro, anzi addirittura atomico. L´America di Barack Obama permetterà al Vietnam comunista di accedere alla tecnologia nucleare Usa - il primo impianto dovrebbe entrare in funzione del 2020 - e arricchire direttamente uranio.
Una mossa senza precedenti per almeno due motivi. Perché l´arricchimento è quel procedimento che può portare alla costruzione dell´atomica e proprio per questo non è previsto negli altri contratti che gli Usa stanno siglando nel resto del mondo. Ma anche perché l´apertura di credito verso Hanoi è uno schiaffo alle pretese egemoniche della Cina, che considera il Sud Est asiatico il suo cortile di casa.
La rinuncia all´arricchimento in proprio dell´uranio è un caposaldo della politica di non proliferazione nucleare che proprio Obama ha sbandierato e concretizzato nell´accordo sottoscritto con la Russia in aprile. Il divieto è la garanzia che finora ha sigillato l´accordo per la cooperazione nucleare con gli Emirati Arabi Uniti, un modello che Washington sta forzando anche altri paesi ad accettare: in lista ci sono Giordania e Arabia Saudita. Ma allora perché l´eccezione vietnamita?
«Le preoccupazioni che abbiamo in Medio Oriente non sono le stesse che abbiamo in Asia» dice al Wall Street Journal un funzionario dell´Amministrazione. Ma per la verità la situazione lì non è più rosea. Diversi studi denunciano il sostegno nucleare che la Corea del Nord sta dando al regime della Birmania. Anche il Giappone sarebbe pronto a sviluppare la tecnologia nucleare: manca solo la decisone politica. Così, al di là delle argomentazioni ufficiali, la verità sarebbe un´altra: gli Usa si muovono in Vietnam prima che in Vietnam si muovano altri. L´ha detto sempre la Clinton durante l´ultima visita nel paese: «L´amministrazione Obama è pronta a portare le relazioni tra Usa e Vietnam a un nuovo livello». Non solo. L´accordo diplomatico «fa parte della strategia per rafforzare l´impegno americano» nel sud est asiatico.
Più chiaro di così. Il nemico è Pechino, quel Dragone che continua a coprire la Corea del Nord. Che tuona di fronte alle esercitazioni congiunte di Corea del Sud e Usa». Che considera un affronto la presa di posizione americana a difesa degli interessi dei paesi che si facciano su quei Mari del Sud che Pechino chiama della Cina. Ultimo atto ieri. Il Vietnam ha pubblicamente denunciato l´espansionismo del vicino: Pechino sta conducendo esplorazioni e trivellazioni alla ricerca di ricchezze energetiche proprio nelle acque delle Paracel Islands vietnamite.
La situazione potrebbe esplodere da un momento all´altro. Ma allora è veramente cosa buona e giusta accendere anche la miccia nucleare?
LA REPUBBLICA 6 AGOSTO 2010
DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK - S´erano tanto odiati. Ma più di 30 anni dopo la fine della guerra che cambiò per sempre l´America, gli Stati Uniti e il Vietnam stringono un patto di ferro, anzi addirittura atomico. L´America di Barack Obama permetterà al Vietnam comunista di accedere alla tecnologia nucleare Usa - il primo impianto dovrebbe entrare in funzione del 2020 - e arricchire direttamente uranio.
Una mossa senza precedenti per almeno due motivi. Perché l´arricchimento è quel procedimento che può portare alla costruzione dell´atomica e proprio per questo non è previsto negli altri contratti che gli Usa stanno siglando nel resto del mondo. Ma anche perché l´apertura di credito verso Hanoi è uno schiaffo alle pretese egemoniche della Cina, che considera il Sud Est asiatico il suo cortile di casa.
La rinuncia all´arricchimento in proprio dell´uranio è un caposaldo della politica di non proliferazione nucleare che proprio Obama ha sbandierato e concretizzato nell´accordo sottoscritto con la Russia in aprile. Il divieto è la garanzia che finora ha sigillato l´accordo per la cooperazione nucleare con gli Emirati Arabi Uniti, un modello che Washington sta forzando anche altri paesi ad accettare: in lista ci sono Giordania e Arabia Saudita. Ma allora perché l´eccezione vietnamita?
«Le preoccupazioni che abbiamo in Medio Oriente non sono le stesse che abbiamo in Asia» dice al Wall Street Journal un funzionario dell´Amministrazione. Ma per la verità la situazione lì non è più rosea. Diversi studi denunciano il sostegno nucleare che la Corea del Nord sta dando al regime della Birmania. Anche il Giappone sarebbe pronto a sviluppare la tecnologia nucleare: manca solo la decisone politica. Così, al di là delle argomentazioni ufficiali, la verità sarebbe un´altra: gli Usa si muovono in Vietnam prima che in Vietnam si muovano altri. L´ha detto sempre la Clinton durante l´ultima visita nel paese: «L´amministrazione Obama è pronta a portare le relazioni tra Usa e Vietnam a un nuovo livello». Non solo. L´accordo diplomatico «fa parte della strategia per rafforzare l´impegno americano» nel sud est asiatico.
Più chiaro di così. Il nemico è Pechino, quel Dragone che continua a coprire la Corea del Nord. Che tuona di fronte alle esercitazioni congiunte di Corea del Sud e Usa». Che considera un affronto la presa di posizione americana a difesa degli interessi dei paesi che si facciano su quei Mari del Sud che Pechino chiama della Cina. Ultimo atto ieri. Il Vietnam ha pubblicamente denunciato l´espansionismo del vicino: Pechino sta conducendo esplorazioni e trivellazioni alla ricerca di ricchezze energetiche proprio nelle acque delle Paracel Islands vietnamite.
La situazione potrebbe esplodere da un momento all´altro. Ma allora è veramente cosa buona e giusta accendere anche la miccia nucleare?
LA REPUBBLICA 6 AGOSTO 2010