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NUCLEARE AVANTI TUTTA E L’IRAN ANNUNCIA LA COSTRUZIONE DI UN ALTRO IMPIANTO
Un braccio di ferro senza fine. L'Iran annuncia l'avvio, entro i primi sei mesi del prossimo anno, della costruzione di un nuovo sito

per l'arricchimento dell'uranio, che si aggiungerà a quello di Natanz, nella provincia centrale di Isfahan, già in attività, e all'impianto di Fordo, nei pressi della città santa di Qom. Proprio nel momento in cui, tra giugno e luglio, Onu, Unione europea e Stati Uniti hanno deciso un nuovo giro di vite nei confronti di Teheran, varando un duro pacchetto di sanzioni, il regime degli ayatollah sembra voler rilanciare la propria sfida sul nucleare. E lo fa invocando il diritto internazionale. Mentre il direttore dell’organismo per l’energia atomica iraniano, Ali Akbar Salehi, annunciava ieri mattina la costruzione del nuovo impianto (aggiungendo che sono state già scelte le località per la realizzazione di altri dieci), il presidente Mahmud Ahmadinejad firmava una legge nella quale si mette in guardia sull’illegalità di qualunque obbligo che non sia espressamente previsto nel Trattato di non proliferazione nucleare   , del quale l'Iran è firmatario. La norma, approvata nelle scorse settimane dal Parlamento, dà mandato al governo di andare avanti nel piano di arricchimento dell’uranio al 20 per cento e “difendere le conquiste del programma nucleare” del Paese, che viene definito “pacifico”, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa ufficiale Irna. In realtà, gran parte della comunità internazionale accusa l’Iran di occultare, sotto l’ufficialità del suo programma nucleare civile, un piano il cui obiettivo sarebbe l’acquisizione di armi atomiche   . Il conflitto diplomatico ha cominciato a subire un’escalation da quando, alla fine dello scorso anno, il regime degli ayatollah ha respinto una proposta per lo scambio di uranio fatta da Russia, Usa e Regno Unito pochi mesi dopo che Teheran cominciasse ad arricchire l'uranio con propri mezzi nel sito della provincia di Isfahan. Tre mesi fa, su proposta di Luiz Inacio Lula da Silva, le diplomazie di Iran, Turchia e Brasile hanno concordato una formula di scambio di combustibile nucleare simile all’originale, in base alla quale l’Iran depositerebbe i suoi 1200 chili di uranio in Turchia per poi ricevere nel giro di un anno 120 chili di combustibile nucleare. Ma l’attivismo del leader sudamericano non è stato per niente apprezzato da Washington. Immediato lo “stop” della segretaria di Stato Hillary Clinton: gli Usa rifiutano la proposta ricordando che l’Iran ha detto più volte (e quella di ieri è una nuova conferma) che andrà avanti con il suo programma nucleare e, inoltre, dall’ottobre scorso, ha incrementato la quantità di uranio a sua disposizione.
Quando mancano appena quattro giorni   all’inaugurazione della prima centrale nucleare iraniana, realizzata dall’agenzia russa Rosatom, intorno al regime degli ayatollah si riaccende un clima di fortissima tensione. “Il programma di arricchimento di uranio non ha nessuno sbocco civile identificabile”, sostiene da Parigi la portavoce del Quai d’Orsay. Teheran risponde con la litania di sempre: “Siamo disponibili a dialogare, ma non abbiamo ricevuto ancora proposte formali per avviare un negoziato”. 
di Alessandro Oppes
(FOTO LAPRESSE)
IL FATTO QUOTIDIANO 17 AGOSTO 2010