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nuclear_16ATOMO PIÙ CARO DEL PETROLIO L’AUTOGOAL DEI NUCLEARISTI
L’Ain fa sparire dal sito l’imbarazzante ammissione
Gli è scappata una cifra.
Una stima di costi in grado di far cascare tutto l’impianto retorico sulla convenienza dell’atomo in Italia. A pubblicarla è nientemeno che l’Associazione italiana nucleare (Ain), comitato che raccoglie i principali centri di ricerca e gruppi industriali attivi nel nucleare,  Enel in prima fila. Fondata nel 1958, membro del Forum atomico europeo e della European nuclear society, l’Ain è un po’ la punta di diamante tecnico-scientifica del mondo nuclearista. La stima, contenuta in una nota ufficiale che contesta uno studio americano secondo  il quale l’energia fotovoltaica sarebbe ora competitiva con quella nucleare, indica il costo dell'energia nucleare prodotta dalle nuove centrali tra i 10 e i 15 centesimi di dollaro al chilowattora. In euro, fa tra gli 8 e i 12 centesimi, vale a dire più del prezzo al quale l’energia è venduta nella Borsa elettrica italiana, che nel corso del 2010 è stato inferiore ai 7 centesimi.
“Rinascimento nucleare”
MA ALLORA che ne è della retorica dell’atomo come fonte di elettricità a prezzo super conveniente rispetto ai costi del termoelettrico a gas o petrolio? Interpellata dal Fatto Quotidiano, l’Ain non ha voluto fornire dettagli sulla stima, affermando che è tratta da “fonti industriali, riservate”, tra le quali, ovviamente, l’Enel. Il colossoenergeticocampionedel “rinascimento nucleare” italiano deve aver suggerito la parte bassa della “forchetta”, visto che la ricerca di 300 pagine recentemente commissionata allo studio Ambrosetti (“Il nucleare per l’economia l’ambiente e lo sviluppo”) e pubblicizzata con grande enfasi indica un costo di 6 centesimi al chilowattora.
A conferma che le stime piuttostoaltesulcostodell’energia nucleare devono essere state imputate agli esperti dell’Ain come una gaffe imperdonabile, va registrato che l’Associazione nucleare ha provveduto rapidamenteafarspariredalsito la nota incriminata. La stima del costo dell’energia prodotta da impianti nucleari è una faccenda complessa, troppo spesso affidata ai pregiudizi in un campo e nell’altro  . Ma i dati dell’Ain fanno riflettere sulla disinvoltura con la quale l’Enel e il Governo diffondono cifre a supporto della tesi dell’economicità del nucleare. “Quelli pubblicati sono tutti range di prezzo”, spiega unportavocedell’Enel,“basati su ragionamenti che hanno un orizzonte temporale dai 10 ai 60 anni”.
L’incognita dei costi
VA QUI ricordato che stiamo parlando di impianti che nascerebbero per una vita utile fino ai 60 anni, e per i quali il costo di produzione del chilowattora dipende per oltre il 90 per cento dal costo di costruzione  della centrale. Esemplare il caso del primo reattore europeo in costruzione dopo l’incidente di Chernobyl del 1986, quello della cittadina finlandese di Olkiluoto. Avviato nel 2000 il cantiere avrebbe dovuto essere chiuso nel maggio2009,spesastimata:2,5miliardi di euro. I costi sono ora saliti a 5,5 miliardi e l’impianto secondo Areva, il colosso pubblico francese che lo sta realizzando,dovrebbeessereconsegnato alla fine 2012. Arevaèilpartnerconcuil’Enel e il governo italiano hanno avviato la nuova avventura nucleare italiana. Con Areva e con il gigante elettrico francese Edf, l’Enel sta costruendo la centrale di Flammanville (in Normadia), basata sulla stessa tecnologia di Olkiluoto, nota come Epr (Europen pressurized  reactor). A Flammanville l’Edf è già stata costretta più di una volta a rettificare verso l’alto il costo previsto per il chilowattora prodotto, e proprio a causa dei ritardi nella costruzione, che fanno impennare i costi finali di tutta l’operazione.
Reattori all’italiana
IN ITALIA si parla di realizzare quattro reattori da 1.600 megawatt di potenza, per un costo stimato di 16 miliardi, 4 miliardi a centrale. La cifra appare ottimistica. Il gruppo energetico tedesco E.on, interessato alla partita, recentemente ha affermato che centrali di questo tipo costeranno almeno 6 miliardi. La differenza  tra 4 e 6 miliardi equivale a un aumento del costo di produzione del chilowattora almeno del 30 per cento. Ad aprile un analista Citigroup, primo gruppo bancario mondiale, ha dichiarato che “da un punto di vista economico, il nucleare è una catastrofe, i costi devono essere trasferiti sui contribuenti”.
Il decreto del febbraio scorso con il quale il Governo ha dato l’avvio al nuovo programma nucleare prevede una massiccia campagna di “informazione” per far accettare le centrali agli italiani. C’è da scommettere che la campagna non spiegherà che il chilowattora nucleare probabilmente costerebbe di più dell’energia che  consumiamoora.Comeanche   i super-nuclearisti dell’Ain hanno scoperto.
di Marco Maroni
IL FATTO QUOTIDIANO 21 SETTEMBRE 2010