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nuclear_01IL TRASFERIMENTO "SEGRETO" DI 100 TONNELLATE DI PLUTONIO E URANIO IN KAZAKISTAN
LIVORNO. Il 17 novembre i co-presidenti dell' Energy Partnership Usa-Kazakistan, Daniel Poneman e Suat Mynbayev hanno annunciato il completamento della messa in sicurezza del reattore BN-350 kazako per la produzione di plutonio e del combustibile esaurito prodotto con il suo trasporto in un nuovo impianto di stoccaggio sicuro.
In una dichiarazione ufficiale congiunta Ponenan e Mynbayev affermano che «Queste attività sono state condotte in conformità con i Presidential Joint Statements Usa-Kazakistan del 2006 e del 2010. Nel nuovo centro di stoccaggio a lungo termine, il combustibile esaurito del BN-350 continuerà ad essere sotto le salvaguardie dell'International atomic energy agency».
La gigantesca operazione, che fa impallidire la recente e contestatissima spedizione di scorie nucleari vetrificate dalla Francia alla Germania (il cosiddetto "train d'enfer"), ha coinvolto centinaia di scienziati kazaki ee statunitensi, ingegneri, militari ed esperti in sicurezza, con 12 spedizioni nel corso dell'ultimo anno, il combustibile esaurito è stato trasportato ad oltre 3.000 chilometri da Aktau, vicino al Mar Caspio, verso un luogo segreto del Kazakistan orientale appositamente progettato per il trasporto e lo stoccaggio delle casks, le grandi "botti" contenenti il combustibile nucleare.
«Durante tutto il complicato processo, gli Stati Uniti e gli esperti kazaki hanno mantenuto i più alti standard di sicurezza e protezione. Il Regno Unito ha inoltre contribuito alle fasi successive del progetto - spiegano i co-presidenti dell' Energy Partnership - Per prevenire la minaccia estrema che i terroristi acquisiscano armi nucleari, gli Stati Uniti stanno lavorando con i partner di tutto il mondo per mettere al sicuro il materiale nucleare vulnerabile entro la fine del 2013.
I leader di 47 Paesi e tre organizzazioni internazionali hanno ribadito questi obiettivi al 2010 Nuclear Security Summit dello scorso aprile a Washington. Il presidente Nazarbayev e il governo del Kazakistan sono stati partner forti in questo sforzo. I partecipanti all'Energy Partnership hanno riconosciuto che gli Stati Uniti e del Kazakistan hanno lavorato insieme strettamente per assicurare il completamento del BN-350 spent fuel program nel 2010 per garantire l'obiettivo di accelerare la messa in sicurezza dei materiali nucleari. Il completamento di questo programma è uno dei tanti momenti salienti della 15-year track record of strategic partnership e di una stretta collaborazione tra il Kazakistan e gli Stati Uniti per ridurre le minacce nucleari in Kazakhstan e in tutto il mondo».
Il comunicato congiunto termina con l'ennesimo omaggio al dittatore kazako: «Il co-presidente Usa ha preso atto della leadership del presidente Nazarbayev e del contributo del Kazakistan per il disarmo nucleare e la non proliferazione. Entrambi i co-presidenti hanno convenuto di continuare ad intensificare la loro collaborazione bilaterale e promuovere la cooperazione internazionale per promuovere la sicurezza nucleare e la non proliferazione».
Fino a qui il tranquillizzante e omissivo comunicato di Poneman e Mynbayev, ma cosa è davvero successo tra le rive inquinate del Mar Caspio e un luogo sconosciuto del deserto kazako? Nell'ultimo anno, gli Usa e il Kazakistan hanno segretamente trasferito tonnellate di materiale nucleare pericoloso in tutto il Paese dell'Asia centrale ex Sovietica ad un impianto di stoccaggio, facendo di questa operazione un prototipo per mettere sotto controllo materiali nucleari pericolosi anche altrove. Sono state trasferite più di 100 tonnellate di materiali altamente radioattivi, compresa una quantità di plutonio ed uranio altamente arricchito sufficiente a realizzare circa 775 armi nucleari.
L'ultimo trasferimento di materiali radioattivi da Aktau è avvenuto il 15 novembre. Il tutto si è svolto sotto l'egida della National nuclear security administration del Dipartimento dell'energia Usa e il materiale radioattivo è inserito in 60 enormi contenitori bianchi a forma di botte che sono stati piazzati su quattro piste di cemento in un sito di stoccaggio segreto in una zona militare che viene indicata in una remota parte del nord-est del Kazakistan.
Quello che si sa (e che sanno comunque i russi, ex padroni della base, e diversi Paesi Nato) è che l'impianto sorge a 40 miglia dal centro abitato più vicino. Anche la National public radio (Npr) Usa, che ha seguito le operazioni sul Mar Caspio definendola "titanica", ha promesso «Di non rivelare il luogo esatto per motivi di sicurezza». Probabilmente si tratta di una specie di segreto di Pulcinella nucleare: il progetto ha coinvolto oltre 1.000 persone, uomini delle forze di sicurezza, ingegneri, operai edili e molti altri e in un'area dove i segreti ed i materiali nucleari sono merce di scambio, che poi è uno dei motivi che hanno spinto gli americani e gli occidentali a mettere mano alla catastrofe politica, ambientale e sociale dell'eredità nucleare sovietica, presto diventata un grave problema di sicurezza internazionale..
Comunque Eric Howden, responsabile della parte Usa del progetto, è contento ed ha spiegato alla Npr che «E' stata una grande e lunga impresa, che ha comportato il trasferimento del materiale sia su strada che per ferrovia. La sicurezza è stata fondamentale, data la pericolosità di manipolare e movimentare il plutonio e l'uranio altamente arricchito. Durante le spedizioni per ferrovia c'erano forze di sicurezza che sono state collocate lungo l'intero percorso». Le casks sono state spostate prima su oltre 1.500 miglia dei binari della ferrovia che attraversa il Kazakistan, dall'impianto nucleare di Aktau nel Kazakhstan occidentale.
Sono stati coinvolti centinaia di soldati, che stazionavano lungo la linea ferroviaria e sullo stesso treno. Due security cars hanno accompagnato questo convoglio, una davanti ed una dietro. E su queste c'era un certo numero di guardie che avrebbero dovuto respingere ogni attacco, per questo erano anche a bordo del treno. Iniziando dai cancelli controllati dal computer, ci sono numerosi livelli di sicurezza nel sito di stoccaggio a lungo termine che dovrebbe mantenere i materiali sicuri per i prossimi 50 anni. L'elenco delle misure di sicurezza comprende attrezzature e strumentazione di sicurezza, la vigilanza e la response force e soprattutto il fatto che è all'interno di un'importante base militare. Poi ci sono la casks da 100 tonnellate che un avversario dovrebbe violare per raggiungere il materiale. Per non far attaccare le "botti" ci sono ulteriori misure di sicurezza. E infine c'è il terreno che è semplicemente pianeggiante. Non c'è davvero nessun posto dove andare con la presenza militare che c'è in questa regione».
Da quel che si capisce (e che confermano le stesse fonti Usa), la zona isolata scelta è la stessa dove l'Armata rossa sovietica testava le sue armi nucleari in superficie negli anni '60 e '60 e poi nel sottosuolo, con almeno 456 i test nucleari nel sito di Semipalatinsk, nell'attuale nord-est del Kazakistan indipendente. Gli americani ammettono che l'isolamento del sito ha avuto anche i suoi svantaggi: «Costruire l'impianto di stoccaggio e la strada per arrivarci è stato molto più difficile - ha detto ad Nor Brent Harris, dell' of the Idaho national laboratori e a capo del team di ingegneri Usa - La lontananza del luogo ha reso più complesso portarci il materiale. Abbiamo dovuto realizzare un nostro impianto per mescolare il calcestruzzo e portare il cemento, la ghiaia, ecc. Per riparare la strada, l'impianto di asfalto più vicino è probabilmente a circa un centinaio di chilometri di distanza».
Alla fine è stato realizzato un impianto di stoccaggio in acciaio e cemento che dovrebbe essere resistente agli effetti corrosivi del materiale altamente radioattivo, essere inespugnabile agli attacchi armati e durare per i prossimi 50 anni, un battito di ciglia "titanico" costato carissimo rispetto alla durata del plutonio e dell'uranio stoccati in un deposito "venduto" come supersicuro ma sicuramente provvisorio. Gli americani ci hanno messo i dollari, ma la progettazione è quasi esclusivamente russa, ma Randy Snipes, dell'Oak Ridge national laboratory del Tennessee è convinto che le grandi casks potranno rivelarsi preziose anche in altre situazioni simili: «Hanno imparato dall'esperienza di queste "botti" e prenderanno questo prototipo per ulteriori esperienze e le loro future attività all'interno della Russia. Questo è importante perché la Russia ha ancora una grande quantità di materiale nucleare che ha bisogno di migliore protezione e stoccaggio».
19-11-10  Greenreport