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AUSTRALIA: DOPO L’INONDAZIONE È ALLARME SERPENTI E COCCODRILLI
Nel 2010 le catastrofi naturali hanno causato 295.000 morti, il bilancio più pesante degli ultimi trent’anni, in base ai dati del rapporto annuale della società di assicurazione tedesca Munich Re.
A far salire vertiginosamente il numero di vittime è stato il terremoto di Haiti che ha ucciso oltre 222.000 persone. Gli incendi della scorsa estate in Russia hanno fatto circa 56.000 vittime e il terremoto che ha colpito la Cina in aprile ne aveva fatte altre 2.700. E poi ci sono stati altri terremoti, altri incendi e moltissimi eventi anomali collegati al clima: tempeste, tifoni, alluvioni. Proprio con un’alluvione senza precedenti si apre anche questo 2011, protagonista l’Australia.
E’ una delle più gravi inondazioni degli ultimi decenni quella che ha colpito nello stato del Queensland un’area grande quanto Francia e Germania messe insieme. Oltre 200.000 persone sono coinvolte dalla piena dei fiumi. Il bilancio delle vittime è salito a 10, i danni sono incalcolabili. Ora gli occhi del mondo sono puntati su Rockhampton, la città di 77.000 abitanti che si trova vicino alla foce del fiume Fitzroy, a 600 km a nord della capitale Brisbane, per buona parte sommersa e quasi del tutto isolata via terra dal resto del paese.
Ai residenti, che si spostano in barca, viene raccomandato di non entrare in acqua, non solo per il rischio di essere trascinati via dalla piena che continua a salire, ma anche per i pericoli rappresentati dalla presenza di serpenti in fuga e di coccodrilli. A completare il quadro catastrofico, sciami di zanzare che si teme possano trasmettere il dengue: non dimentichiamo infatti che si tratta di una zona tropicale.
Settimane di violente precipitazioni, accompagnate dal passaggio del ciclone “Tasha” a Natale, hanno fatto raggiungere ai fiumi del nordest australiano livelli record, inondando campi agricoli e miniere e costringendo decine di migliaia di abitanti a fuggire.
Il nuovo terrore dei residenti di Rockhampton, che hanno già perso molto se non tutto a causa dell’alluvione, è costituito quindi dal rischio di imbattersi nei coccodrilli, difficili da individuare nelle acque piene di detriti galleggianti, e dalla possibilità che i serpenti velenosi, tra cui il temibile taipan, cerchino rifugio nelle case in parte sommerse dall’acqua. Alcuni incontri troppo ravvicinati sono già stati segnalati dagli abitanti.
A quanto pare i serpenti sarebbero particolarmente pericolosi perché siamo al momento nella stagione dell’accoppiamento e il fatto di essere stati bruscamente tolti dal proprio habitat rende i rettili particolarmente “irritabili“, secondo quanto dichiarato dal direttore dei servizi di emergenza dello Stato, Scott Mahaffey.
Martedì 4 Gennaio 2011 – TGCOM