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ManifestacionUruguay100Di Adriana Navarro 
Il 25 febbraio 2013 abbiamo preso parte ad una manifestazione indetta dal Frente Amplio, il Pit-Cnt e dai familiari dei desaparecidos, dopo l’affermazione fatta dalla Suprema Corte di Giustizia dell’Uruguay, che ha dichiarato incostituzionale la “Norma Interpretativa sulla Legge di Prescrizione”.
Nei giorni precedenti è avvenuto un altro fatto molto significativo: la giudice Mariana Mota è stata trasferita dal penale al civile, senza alcun motivo valido. Questa giudice stava investigando su oltre 50 casi di desaparecidos, che si sono verificati durante la dittatura nel nostro Paese. Cadendo la imprescrittibilità, saranno archiviate molte cause ancora aperte, poiché chiunque dovesse assumere l’incarico dovrebbe studiare da capo tutte le pratiche.
Facciamo prima di tutto un breve excursus storico, per comprendere l'importanza di questi eventi. La Legge di Prescrizione fu ratificata da un Referendum dopo l’uscita del Paese dalla dittatura, che governò dal 1972 al 1985. L’esito del referendum derivò dalla sottile strategia di terrore seminato, tra altri, da Julio María Sanguinetti, primo Presidente in carica dopo questo atroce periodo di governo militare. Le sottili minacce, come quella di vivere "il processo di cambiamento in modo pacifico" ed altre sottigliezze, erano mirate ad estorcere alla nazione – che ancora portava dentro sé una profonda ferita –  la concessione dell'amnistia ai responsabili di terribili omicidi e della scomparsa di bambini, giovani, donne e cittadini in genere.   
D'altra parte, storicamente è stato usato ed è ancora usato un pretesto per giustificare la dittatura e la suddetta legge. Si afferma che ci fu una guerra tra il movimento guerrigliero MLN (Tupamaros) ed il governo (dittatura), quindi non vi è differenza tra le vittime di uno o dell’altro fronte.
Una tremenda bugia! Già nel 1972, il MLN, un movimento armato, era completamente annullato ed i principali dirigenti vennero messi in carcere, non vi fu nessuna resistenza armata che potesse mettere in pericolo la stabilità del governo; esisteva invece un'insostenibile corruzione al suo interno. Un movimento sociale unito ad altri che stavano nascendo in tutto il SudAmerica, spaventava non solo i governanti corrotti, ma anche coloro che stabilivano le linee economiche da adottare, vale a dire gli USA ed i Paesi che si riunivano nel Club di Roma.  
Fu indetto uno sciopero generale che si protrasse per oltre 15 giorni contro il governo di facto che voleva insediarsi. Le maestre scioperarono tre mesi per rivendicare i loro diritti, migliaia di operai guidati da veri sindacalisti lottarono per aspirare ad una società più giusta, più equa. Donne e bambini collaboravano all’organizzazione di pranzi popolari, organizzati in diversi quartieri di Montevideo per sostenere gli scioperi. La resistenza del popolo non è stata fatta con le armi, ma con idee, proteste, solidarietà e intelligenza. Valori che non servono al mondo capitalista, né alla globalizzazione e tantomeno alle multinazionali quando vogliono imporre i loro prodotti. C’e bisogno di un popolo individualista, che si lasci andare al consumismo, in cerca di quella felicità oramai scomparsa che prima si trovava nella chiacchierata con l'amico, con il vicino, nel comitato di base o nel campo di calcio insieme agli amici. E’ necessario che il popolo sia terrorizzato all’idea del ripetersi di terribili crimini, che si chiuda in se stesso cercando di proteggere i propri figli (o quelli rimasti); serve un popolo corrotto come chi li governa.
Ed è su questo principio che si dovevano sopprimere quelle idee sul nascere, come in effetti è stato fatto nel nostro Paese e in tutto il Sudamerica: sono stati uccisi e torturati uomini saggi, giovani maestre, professori, lavoratori, padri di famiglia, neonati (figli di quelle idee), ecc.  
Nell'anno 2012, dopo anni di lotta portata avanti dai familiari dei desaparecidos e dei morti in dittatura, l'ONU ha posato lo sguardo su questo Paese, perché la Legge di Prescrizione è davvero aberrante.  
Ed ecco l’atto più ipocrita di tutti. Il nostro governo attuale, "governo di sinistra" (Encuentro Progresista-Frente Amplio), nella figura del Presidente, uno dei leader di quel MLN, José Mujica, che ottenne la maggioranza parlamentare,  potrebbe annullare con un "colpo di penna" la legge in questione e quindi permettere che possano essere giudicati tutti i responsabili di questo vero genocidio perpetrato in Uruguay; Paese che ospita pericolose figure ancora in libertà e non identificate. Il governo ha deciso di stabilire questa “Norma Interpretativa della Legge di Prescrizione”, la quale sancisce che determinati delitti di lesa umanità non sarebbero mai prescritti.
Nel momento dell’approvazione di questa “norma interpretativa”, giuristi di prestigio, grandi combattenti sociali, come l'avvocato Helios Sarthou, misero in guardia sulla fragilità di una tale azione. Le nostre leggi contemplano che la Suprema Corte di Giustizia può accogliere l'appello degli accusati e dichiarare l'incostituzionalità della “Norma Interpretativa”, ciò significa ritornare al punto di partenza; addirittura alcuni militari oggi in carcere, potrebbero riavere la libertà. Sarthou fu uno dei pochi a mettere in guardia sulla pericolosa mossa e a non avere interessi compromettenti. Poco tempo dopo la sua morte si è avverato quanto da lui predetto, la sentenza della Suprema Corte di Giustizia dichiara l'incostituzionalità della “Norma Interpretativa della Legge di Prescrizione”.   
Si è resa necessaria questa premessa per riuscire a comprendere l'incertezza che imperava nel nostro animo, di fronte alla convocazione del giorno 25. Da una parte era necessario manifestare contro questo nuovo sopruso nei confronti dei diritti degli innocenti, ma dall’altra parte ad indire la manifestazione sono stati lo stesso Frente Amplio (il partito di governo che non volle abrogare la Legge di Prescrizione), il Pit Cnt (centrale dei lavoratori) ed i familiari dei desaparecidos.   
Prima di decidere se partecipare o meno, abbiamo contattato alcune persone competenti non tanto per la loro fama pubblica, ma per la conoscenza che hanno in campo sociale e politico, per il loro vissuto personale, una storia di lotta a favore dei valori della giustizia.  
Finalmente, abbiamo deciso che era molto grave quanto stava succedendo e quindi dovevamo manifestare il nostro disappunto in qualche modo.   
Pochi membri della nostra Associazione hanno avuto la possibilità di partecipare: Claudio Futten, Loreley, Domingo, Ricardo ed io. Abbiamo portato  alcuni volantini, cercando di semplificare in poche parole i terribili  avvenimenti di attualità presenti nel nostro Paese, dove si sta tentando nuovamente di uccidere la giustizia ed il diritto alla verità; ricordando che c'è un'altra Giustizia, certamente superiore all'uomo. Abbiamo esibito un cartellone che recitava:
"POTERE POLITICO PERVERSO, TRADITORE, COMPLICE DEL POTERE CIVICO MILITARE GOLPISTA. LA GIUSTIZIA UMANA È MORTA, MA PRESTO ARRIVERÀ QUELLA DIVINA. BASTA CON L’OMERTÀ E L’IMPUNITÀ!” ASSOCIAZIONE UN PUNTO EN EL INFINITO.   
  ... Con nostra sorpresa, tutte le persone che ci passavano davanti si fermavano a leggerlo ed alcuni scattavano delle foto. Certi dicevano: "bravi questi di Un Punto en el Infinito, chi sono?"; altri domandavano se eravamo religiosi e noi  rispondevamo di no. Un uomo giovane si è avvicinato per chiedermi i motivi della manifestazione. La franchezza e l'interesse di questa persona mi hanno fatto riflettere sul fatto che, tanta gente non sa e non capisce niente di quanto stia accadendo, per cui dobbiamo informare, informare, informare... Il sistema fa di tutto per privarci di questa possibilità durante le 24 ore del giorno e ci bombarda attraverso i mezzi di comunicazione, con banalità e partite di calcio.  
C'erano circa duemila persone, un po' difficile calcolare la quantità, ma era molta gente, ben poca in confronto ai partecipanti alla Marcia del Silenzio, che si celebra ogni 20 maggio in memoria dei desaparecidos, organizzata dai loro familiari.   
NESSUN PROCLAMA, NESSUN DISCORSO... si percepiva un certo sconcerto nei manifestanti, neppure una dichiarazione "Light" sui diritti umani, niente... Dopo un po’ la gente ha iniziato ad applaudire, a gridare slogan, è stata  messa in atto la rappresentazione di un soldato che scorta un prigioniero, con gli occhi bendati e la bocca tappata... Dentro di me provavo un enorme desiderio di piangere... dolore..., quanto dolore e solitudine avranno sofferto in quei giorni tanti uomini e donne, famiglie intere!...  
Ovviamente, è evidente il motivo dell'assenza di proclami, perché a chi dovremmo indirizzare il nostro reclamo? Al Frente Amplio che è il partito di governo, uno degli organizzatori della mobilitazione, ma allo stesso tempo responsabile dei motivi che hanno ispirato la stessa? Alla Suprema Corte di Giustizia, i cui membri sono stati nominati previo accordo politico tra i distinti partiti? A chi?  
A chi dobbiamo reclamare una giustizia umana che non esiste oramai in nessuna parte del pianeta?  
Ma almeno noi eravamo lì con la nostra umile denuncia, affinché la gente iniziasse "a trarre conclusioni", a coltivare una speranza che va depositata in una giustizia che sovrasta quella degli uomini, a denunciare ed accusare tutto il sistema politico che sta cadendo sotto il suo stesso peso.
Durante la mobilitazione ci è giunta notizia che era arrivata a Montevideo, ed era accampata di fronte al Palazzo Legislativo, una delegazione di lavoratori rurali che reclama le terre – UTAA: “la terra per chi la lavora". UTAA è la corporazione che rappresenta e tutela i lavoratori della canna da zucchero del Dipartimento di Artigas, che conta una lunga storia nel nostro Paese, difesi da un uomo emblematico: un "Che Guevara" uruguaiano (il bebé Sendic). Un uomo che abbracciò le armi, perché era stanco di vedere nelle vesti di avvocato che non riusciva a difendere questo gruppo di uomini, i quali vivevano nel campo in condizioni disumane, sfruttati dai proprietari terrieri nella raccolta della canna da zucchero.  
Abbiamo deciso di andare da loro ed è stato profondamente triste constatare che la storia si ripete, si ripete sempre. Questi uomini lottano, reclamando per i loro figli, per le famiglie. Hanno un progetto che riguarda un terreno di circa 2000 ettari, dove potrebbero istallarsi 69 famiglie e così provvedere al loro fabbisogno...  
Ma la tristezza ci pervade tutti. In questo Paese, dove sempre di più i latifondisti, i proprietari delle miniere, dei campi di soia e i forestali sono quelli che dirigono le politiche economiche, educative e sociali, possiamo credere che qualcuno del governo si preoccupi di loro? Che qualcuno abbia a cuore i figli di questi uomini?   
Alla fine rimane sempre lo stesso amaro in bocca e preghiamo il Padre che una volta per tutte faccia giungere la Sua giustizia su questa Terra, per gli indifesi, gli innocenti, per coloro che lottano, per coloro che resistono...  
 
cabezal punto
IL PUZZLE DEL POTERE
 
L'AVVOCATO E DIFENSORE DEI I DIRITTI UMANI
HELIOS SARTHOU, LANCIAVA IL SUO AVVERTIMENTO RIGUARDO LA ‘NORMA INTERPRETATIVA DELLA LEGGE DI PRESCRIZIONE’  PROMOSSA GRAZIE ALLA MAGGIORANZA DEL FRENTE AMPLIO- ENCUENTRO PROGRESISTA.  
LUI DICEVA: “ATTENZIONE! PERCHÈ LA SUPREMA CORTE DI GIUSTIZIA POTREBBE DICHIARARE L'INCOSTITUZIONALITÀ DELLA STESSA!”  
 
ALLORA, NOI CHIEDIAMO: IL POTERE POLITICO, GLI AVVOCATI CHE CONSIGLIAVANO OGNI SENATORE, IL GOVERNO, TUTTI,
NON LO SAPEVANO?  
DI COSA SI MERAVIGLIANO?  
A QUALE GIOCO STANNO GIOCANDO?  
 
IL VERO POTERE SI NASCONDE E FA IL SUO GIOCO... 

Testo del volantino distribuito durante la manifestazione.

Adriana Navarro
Montevideo, 1 marzo 2013