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ManifestacionUruguay100aDi Loreley Latierro
L'Uruguay condannato all'impunità (Eduardo Galeano)
Nelle ultime settimane il popolo uruguaiano è stato testimone di vari eventi deplorevoli. Mentre a livello internazionale il nostro Presidente José Mujica è ammirato e preso come esempio per la sua semplicità ed austerità, la realtà che si manifesta nei fatti è un susseguirsi di aberranti situazioni.  
La perdita di sovranità, che deriva dalla cessione di terre alle multinazionali o ‘anacionales’ - come le definisce il giudice Enrique Viana – a causa dei loro commerci inquinanti, siano esse fabbriche di cellulosa, megaminiera a cielo aperto o piantagioni di soia e mais transgenico (facendo accordi con la Monsanto); ed il pattugliamento per le strade di Montevideo effettuato dalle camionette dell'ambasciata nordamericana, con personale uruguaiano, che intercettano e richiedono i documenti ai nostri cittadini. L’ambasciatrice degli Stati Uniti ha dichiarato che si tratta di normali procedure, poste in essere da qualche tempo in "supporto" alla polizia uruguaiana, informazione non smentita dalle nostre autorità.  
Durante la partecipazione alla sfilata di carnevale, in particolar modo nel Dipartimento di Durazno, ha dichiarato che il suo Paese era desideroso di stringere legami ancor più duraturi con il nostro e di aver già realizzato diversi investimenti in quel Dipartimento, con l’intenzione di ampliarli, soprattutto nel campo dell’energia. Pochi giorni dopo queste dichiarazioni, ci svegliamo la mattina con la notizia che la flotta dell'Atlantico Sur faceva donazione di un capannone con attrezzatura utile in caso di eventuali catastrofi naturali.
ManifestacionUruguay1Abbiamo un governo di pseudo-sinistra, arrivato al potere con i voti del popolo  che voleva dei cambiamenti profondi, capaci di tirare fuori il Paese dal baratro e quindi ridare la speranza alla sua gente, soprattutto ai giovani desiderosi di vivere una realtà più giusta. Furono molto duri gli anni della dittatura, come in tutta l'America Latina, conseguenza del cosiddetto Piano Condor, pianificato dagli USA nel loro affanno di dominio, gli stessi che oggi ci guardano con avidità e ci "azzannano"… Morti, scomparsi, torturati, anni di prigione e persecuzione.
Uno dei proclami e delle promesse per le quali questo governo fu votato riguardava la ricerca della verità, della giustizia e di un’adeguata punizione per i colpevoli.  
E’ in questo contesto che si colloca il trasferimento della giudice Mariana Mota, avvenuto il 17 febbraio di quest’anno, dal penale in cui si occupava di oltre 50 casi di crimini contro l’umanità, al civile. Era stata lei a far condannare l'ex dittatore Juan María Bordaberri; con il suo trasferimento si paralizzano tutte le indagini.
Per protesta contro questa decisione è stata indetta una manifestazione davanti alla sede del Potere Giudiziario, dove la giudice Mariana Mota avrebbe prestato giuramento per questo suo nuovo incarico, insieme ad altri giudici.
Il popolo, nella maggioranza indignato per questo fatto, i familiari dei desaparecidos e le organizzazioni per i diritti umani, hanno manifestato la loro solidarietà in sostegno della giudice Mota, denunciando l'arbitrarietà della Corte che non ha dato alcuna spiegazione in proposito. Nei giorni successivi la Suprema Corte di Giustizia ha abrogato la legge che dichiarava l’imprescrittibilità dei delitti di lesa umanità, ignorando gli accordi internazionali firmati dal nostro Paese e dichiarando incostituzionale la ‘Norma Interpretativa della Legge di Prescrizione’. Si lasciano così senza condanna tutti i delitti commessi dai militari che non hanno ancora avuto sentenza.   
ManifestacionUruguay2La nostra Associazione “Un Punto en el Infinito” si è unita alla protesta ed ha partecipato insieme ad altre organizzazioni alla manifestazione, indetta lunedì 25 febbraio contro questa aberrazione. Sono stati distribuiti volantini ben accetti dalle persone; come associazione avevamo un cartellone per denunciare la complicità del potere politico e nello stesso tempo annunciavamo la Giustizia Divina, alla quale gli assassini della vita di questo tempo e di tutti i tempi non riusciranno a sfuggire.  
Durante la concentrazione si vedeva il dolore nei volti delle persone, unito alla rassegnazione e all'incertezza. Molti giovani manifestavano il loro malcontento  per la mancanza di misure concrete che mettessero fine a questa vergognosa impunità, reclamavano: “Allora, adesso rimangono in libertà questi assassini autori di genocidi?!” La concentrazione si è realizzata in “Piazza Libertà", a pochi passi dalla Suprema Corte di "Ingiustizia", circondata da recinzioni e protetta da decine di poliziotti armati fino ai denti, pronti alla repressione.  
Durante la manifestazione si è avvicinata a noi un’amica militante che ci ha invitato a dirigerci al Palazzo Legislativo, davanti al quale si trovavano accampati circa ottanta lavoratori con le loro famiglie, appartenenti ai sindacati di zuccherieri di Artigas (UTAA), insieme ai sindacati rurali di altri dipartimenti. Sono venuti a Montevideo, stanchi delle promesse fatte di terre da coltivare che non vengono mai concesse, vogliono denunciare la loro situazione, i loro magri salari, la cessione della terra all’estero ed il saccheggio delle nostre risorse naturali. In qualche modo siamo stati solidali con loro, seppure con la nostra umile presenza, rendendo partecipi di questa causa anche gli altri.   
La realtà che viviamo è sempre più cruda, i ricchi sono più ricchi ed i poveri più poveri. Il costo della vita, l'espropriazione della terra dei piccoli produttori da parte delle multinazionali e le piantagioni di soia non lasciano molto margine. La droga e la violenza sono moneta corrente, al punto che sempre più persone  vivono in strada. Il numero di coloro che si avvicinano alla nostra associazione, in cerca di un piatto di cibo, cresce di continuo.  
La Giustizia Divina arriverà presto, ma nel frattempo dobbiamo continuare a resistere, denunciando e gridando la Verità e la Giustizia, come ci insegna con il suo esempio il nostro amato maestro Giorgio Bongiovanni. 
Un abbraccio, Loreley Latierro. 

Montevideo, 3 marzo 2013.  
 
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