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SHIVA100Di Tino Favazza
Giorni fa una tremenda alluvione ha colpito il nord dell’India, precisamente lo stato dell’Uttarakhand. Leggendo un articolo online di un quotidiano italiano riguardo la tremenda alluvione sopraccitata mi sono soffermato ad una fotografia molto significativa che si vede nell’articolo. La foto ritrae il busto di una statua gigantesca che sovrasta sopra le acque come se le guidasse.
Ho voluto indagare e ho visto in alcune informazioni che si tratta della statua del Dio Shiva presente in quella città devastata dalle acque.
L’India la culla della spiritualità nel mondo euroasiatico con oltre 2 miliardi di fedeli.
Nella tradizione religiosa induista Shiva rappresenta il Dio della creazione e della distruzione, ma non intesa come fine di tutto ma come rinnovamento, rappresenta la via del ritorno verso il divino, la via del ritorno verso la felicità, Ananda, verso la realizzazione e verso la luce.
Un segno divino, attraverso il quale il Padre Creatore Adonay, Shiva, …. e mille nomi ancora, avverte i popoli della terra dell’inizio del rinnovamento distruggendo lo status quo di questa umanità logorata e marcia dalle proprie scelte in totale disarmonia con l’ecosistema della Madre Terra e delle Leggi dell’Universo, dando posto al nuovo Cielo e nuova Terra, Regno Promesso dal Supremo Avatar Cristo Gesù.
Un segno divino che avalla gli avvertimenti che il Divino Padre Adonay, Il Cristo Gesù, la Madre Celeste Miriam e suoi Angeli di ieri - Extraterrestri di oggi ci danno tramite i loro profeti degli ultimi Tempi: Eugenio Siragusa, Giorgio Bongiovanni, e tutti i veggenti della Terra.
Io credo ai segni Celesti, io credo!
 
Con Dilezione Fraterna vostro servo in Cristo
 
Tino Favazza
Dubai, 24.06.2013

INDIA. DILUVIO NELLA ‘TERRA DEGLI DEI’
 
Gravi danni specialmente nella valle di Kedarnath
Sarebbero già oltre 5000 le vittime
Altre 12.000 persone che erano bloccate nelle vallate più colpite sono state tratte in salvo, mentre ancora 10.000 turisti e pellegrini attendono di essere raggiunti dai soccorritori. Ieri bilancio ufficiale fermo a 660 morti, mentre il governatore locale ha ipotizzato ci siano 1.000 morti. L'Ufficio meteorologico indiano ha annunciato da oggi nuove piogge, anche torrenziali. Inoltre alcune organizzazioni non governative segnalano il rapido aumento delle malattie per mancanza di acqua potabile.
ROMA - Questo potrebbe essere il bilancio della tragedia avvenuta nello Stato settentrionale di Uttarakhand, dopo l'arrivo giorni fa del monsone stagionale che ha scatenato piogge distruttive. lo scrive l'agenzia di stampa Pti, citando il ministro indiano per la Gestione dei disastri, Yashpal Arya.
Ieri altre 12.000 persone ( tra cui la star del cricket Harbhajan Singh, che era in pellegrinaggio Sikh ma si è dovuto rifugiare in una stazione di polizia) che erano bloccate nelle vallate più colpite sono state tratte in salvo, mentre ancora 10.000 turisti e pellegrini attendono di essere raggiunti dai soccorritori, almeno con viveri e generi di prima necessità. Le autorità indiane a New Delhi hanno ripetuto che si tratta di "una tragedia senza precedenti per l'Himalaya", ma si sono ostinate a mantenere il bilancio delle vittime in termini di relativa modestia: 557 morti, 412 feriti, ammettendo però che "esiste una lista di 13.000 persone considerate per il momento disperse".Da parte sua il ministro Arya, al termine di un nuovo sopralluogo aereo sulle zone colpite, ha detto ai giornalisti all'aeroporto Jolly Grant di Dehradun che "almeno 5.000 persone devono essere morte nel diluvio, che ha inflitto gravi danni a vasti tratti del territorio, specialmente nella valle di Kedarnath". Ieri il bilancio ufficiale era ancora fermo a 660 morti, mentre il chief minister (governatore) dell'Uttarakhand, Vijay Bahuguna, ha ipotizzato l'esistenza di 1.000 vittime.
E gli esperti dell'Ufficio meteorologico indiano hanno annunciato nuove piogge, anche torrenziali, a partire da oggì. Inoltre responsabili di alcune organizzazioni non governative hanno segnalato il rapido aumento delle malattie legate alla mancanza di acqua potabile e dei decessi per fame e sete.
24 giugno 2013
SHIVA