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arcarosarioCRONACA ARCA DI ROSARIO

Circa dieci anni fa, il sottoscritto, che in quel tempo era appena un adolescente, accende la televisione e ¡ascolta un signore con i guanti bianchi che parla della Madonna, degli Extraterrestri, del Cristo, dell’Umanitá!
Umanitá, una parola che oggi dovrebbe acquistare un vero significato per tanti! Quel giovane, da quel momento in poi inizió un cammino fino ad allora impensabile.
Dicembre 2007, sono le 18:00, siamo 20 persone riunite nello studio di Inés Lépori, provenienti da luoghi diversi, con esperienze di vita e personalitá diverse tra loro, che si sono date  appuntamento per organizzare la futura Arca di Rosario. Un signore che si chiama Juan Alberto prende la parola e chiede: Voi sapete che siamo in guerra?
Questa frase ha segnato il prologo di quanto sarebbe avvenuto dopo, l’agente catalizzatore di tutte le nostre aspirazioni altruistiche, di tutti i nostri valori posti al servizio dell’Opera; Inés chiude la riunione dicendo: “Tutto ció che chiedete per l’Opera del Padre vi sará dato”.
Marzo 2008, con gratitudine, vale la pena confessare con grande stupore la risposta alle nostre preghiere, ci siamo messi all’opera con Vanesa e Georgina per pulire una grande casa che ci è stata messa  a disposizione come sede dell’Arca di Rosario. Abbiamo unito la nostra forza di volontá per raggiungere qualcosa di grande e prodigioso come lavorare per l’Opera, quando tra le vecchie e umide carte troviamo un vecchio numero della rivista “Nonsiamosoli”. Si tratta di una delle prime pubblicazioni che raffigura nella copertina l’immagine del Cristo e il titolo “Il tempo é venuto”, un segno chiaro che avvalla il nostro impegno. È difficile sintetizzare tutto lo sforzo, la volontá, la complicitá da parte di tutti i membri di questo meraviglioso gruppo affinché questo “progetto” venga portato avanti. Mi vengono in mente le parole di Giorgio a Montevideo: “Dovete sentire dentro la gioia di esistere”. Questo è il “sentimento” che si è respirato durante i giorni in cui abbiamo lavorato nella casa, durante le riunioni, per il semplice fatto di condividere un momento della nostra esistenza con i fratelli, con i propri compagni di lotta, con i propri compagni di sentiero, nella certezza che ci accomunano gli stessi ideali, lo stesso obiettivo. Precisamente in quei giorni abbiamo ricevuto la notizia della visita di Giorgio per la prima volta alla nostra Arca, un regalo che non ci aspettavamo e che ci ha permesso di condividere momenti di insegnamento, di rivelazione, di amicizia con i fratelli di tutta America, dai quali abbiamo imparato molto.
Per chiudere l’anno e come regalo abbiamo organizzato una cena insieme a tutti i fratelli di Rosario e Las Parejas, vissuta in un’atmosfera di buon umore e di “Gioia di Esistere”, che credo abbia caratterizzato questo gruppo sin dall’inizio in un anno segnato dalle sfide, dalle sorprese, dalla rivelazione riguardo al futuro che ci chiama a prendere parte a questa lotta instancabile che da diversi anni porta avanti il nostro Giorgio, un anno segnato dalle ingiustizie ma anche dalla chiamata per molte anime che si sono aggiunte nel cammino, anime che credono che un giorno le cose cambieranno e cercano di mettere il loro impegno.
Dedico ai miei compagni di lotta di questo tempo, con tutto il mio Amore, le parole dell’anima del nostro poeta argentino Almafuerte (Pedro Bonifacio Palacios):

AVANTI!

Si te postran diez veces, te levantas
otras diez, otras cien, otras quinientas:
no han de ser tus caídas tan violentas
ni tampoco, por ley, han de ser tantas.
Con el hambre genial con que las plantas
asimilan el humus avarientas,
deglutiendo el rencor de las afrentas
se formaron los santos y las santas.
Obsesión casi asnal, para ser fuerte,
nada más necesita la criatura,
y en cualquier infeliz se me figura
que se mellan los garfios de la suerte...
¡Todos los incurables tienen cura
cinco segundos antes de su muerte!

Andrés Volpe
Rosario – Argentina

8 gennaio 2009