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sudan_01L'EMERGENZA DEL SUDAN NON È SOLO NEL DARFUR
Le testimonianze del personale di Medici senza Frontiere
Dopo la guerra civile continua il dramma della popolazione senza assistenza
Secondo l'Unicef quella del Sudan è la più grave e complessa crisi umanitaria attualmente in corso nel mondo. L’emergenza medica è continuata per tutto il 2009 in varie parti del paese. Oltre al dramma vissuto nel Darfur - dove secondo le stime Onu sono 300mila le persone morte e più di 3 milioni i profughi - la popolazione del Sudan meridionale ha dovuto far fronte a un aggravarsi della situazione dovuta a un incremento della violenza, al diffondersi di epidemie e allo scarso, se non inesistente accesso alle cure mediche. Quasi cinque anni dopo il Comprehensive Peace Agreement (CPA) che sulla carta ha messo fine a una brutale e pluridecennale guerra civile, il bisogno di medici in tutto il Sudan meridionale resta ancora una priorità, ma le crescenti tensioni stanno creando una situazione di insicurezza. I violenti scontri interetnici scoppiati negli stati dello Jonglei, dell’Upper Nile, del Warrap e nel Lakes durante tutto l’anno hanno provocato stragi e sfollamento di migliaia di persone. Sporadici attacchi ai villaggi da parte del gruppo ribelle ugandese, il Lord’s Resistance Army (LRA), vicino al confine congolese e anche nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) hanno indotto migliaia di sudanesi a fuggire dalle loro case e i rifugiati congolesi ad attraversare il confine e cercare rifugio nello stato del Western Equatoria.
AUMENTO DELLA VIOLENZA - Questo aumento della violenza nel sud si verifica in un contesto in cui la popolazione si trova a convivere con le conseguenze devastanti di una guerra civile terminata nel 2005. Oggi, quasi tre quarti della popolazione non ha accesso neanche ai servizi sanitari essenziali. Durante tutto l’anno, lo staff di 1.200 operatori di Medici Senza Frontiere impiegato nel Sudan meridionale ha curato migliaia di persone affette da malnutrizione, malaria e tubercolosi, fornendo assistenza ostetrico-ginecologica in varie parti del paese.
L'assistenza sanitaria in Sudan
Visto che le epidemie di meningite, morbillo, colera e malaria sono endemiche, lo staff di Msf ha risposto nel 2009 al colera negli stati dello Jonglei, del Warrap e del nord del Bahr-el-Ghazal oltre che nella capitale Juba. Lo staff di Msf sta inoltre rispondendo a un’epidemia di leishmaniosi viscerale – una malattia parassitaria letale, se non trattata – negli stati nello Jonglei e dell’Upper Nile.
L'EMERGENZA DEL DARFUR NON È MAI FINITA - Anche la popolazione del Darfur si trova in condizioni precarie. Milioni di persone sono sfollate all’interno del proprio paese e bisognose di assistenza, mentre sporadici episodi di violenza legati alla guerra e scontri per accaparrarsi le risorse continuano a mietere vite umane durante tutto l’anno. Le forniture di cibo, acqua e assistenza sanitaria per gli abitanti del Darfur sono diventate molto più difficili dopo l’espulsione da parte delle autorità sudanesi di 13 organizzazioni umanitarie internazionali – tra cui due sezioni di Msf – e di tre organizzazioni sudanesi in seguito alle accuse per crimini di guerra e contro l’umanità nei riguardi del presidente sudanese Omar Al -Bashir da parte del Tribunale Penale Internazionale. Gli operatori delle organizzazioni umanitarie rimasti si battono per fornire assistenza alle persone bisognose in un’atmosfera in cui l’insicurezza generale e i sequestri mirati contro di loro ne riducono la capacità di valutare i bisogni, in particolare nelle zone rurali spesso tagliate fuori dai programmi di assistenza, e di rispondere alle continue necessità dei quasi 2 milioni di persone che ancora vivono nei campi destinati agli sfollati interni. Msf continua a fornire assistenza medica a tutte le persone che ne hanno bisogno e attualmente lavora in diverse località del Darfur.
27 settembre 2010(ultima modifica: 12 ottobre 2010)
Corriere della Sera