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ValeSiciliaSICILIA: Cronaca 7 e 8 marzo 2009

Palermo, 7 marzo 2009: presentazione del libro “Colletti sporchi” di F. Pinotti e L. Tescaroli

Sabato! Finalmente questo giorno tanto atteso è arrivato.
Sono le 16.15, io e Giusy aspettiamo Angelo e Giorgino sotto casa mia.
Fa davvero freddo!
Intorno alle 16.45 arrivano e ci mettiamo in macchina alla volta di Palermo.
Ci fermiamo ad un rifornimento per fare benzina e incontriamo Claudio e Laura che ci aspettavano da qualche minuto. Si riparte.
Il viaggio trascorre tranquillo, il cielo a tratti è sereno, a tratti nero e piovoso.
Giusy è di ottima compagnia (quando c’è lei la radio non serve). Durante tutto il viaggio pone delle domande inerenti l’opera di Giorgio, ci spinge a riflettere e Angelo inizia un monologo sul suo modo di vedere circa il cambio evolutivo, le relative motivazioni, i significati della profezia Maya sull’anno 2012, ecc.

Così arriviamo a Palermo intorno alle 19, ma ci impiegiamo secoli per trovare il luogo della conferenza, che tra l’altro ci capita d’improvviso davanti agli occhi, quasi per caso, proprio quando notiamo la locandina e i carabinieri fuori dal palazzo. Ed io a battere come una matta il dito sul finestrino per indicarlo.
Intanto l’emozione dentro cresce.
Entriamo nella Facoltà di Giurisprudenza e subito notiamo Pino Maniaci che intervista Gioacchino Genchi. Un po’ più in là salutiamo Salvatore Borsellino, anche lui impegnato in una discussione con un ragazzo.
Entriamo in sala e salutiamo i nostri cari fratelli: Meri, Giovanni e Casimiro, poi Lorenzo che ho avuto il piacere di conoscere per la prima volta dal vivo (anche se per lui ero già “famosa” grazie a Facebook), e naturalmente Francesco ed Anna. Finalmente arriva anche il momento di salutare Giorgio, Sonia e Giovanni.

La conferenza inizia intorno alle 21, la sala è piena!
Giorgio Bongiovanni, in qualità di direttore della rivista AntimafiaDuemila, introduce il filmato dell’ultima intervista rilasciata dal giornalista Pippo Fava ad Enzo Biagi una settimana prima di essere assassinato.
Fava inizia con il dire che si fa confusione sul problema della mafia: “come dice anche Sciascia, quelli con cui abbiamo a che fare sono “scassapagghiari” (ruba galline). I mafiosi sono in ben altri luoghi e in ben altre assemblee: i mafiosi stanno in parlamento; i mafiosi a volte sono ministri, sono banchieri; i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione.”
Poi è la volta di Scarpinato che, come non si stanca mai di ripetere anche Salvatore Borsellino, afferma che questa è “una mafia senza mafiosi”. La mafia oggi non si sporca più le mani di sangue, utilizza altri mezzi per far fuori i loro avversari.
Nessun governo di destra, di sinistra o di centro ha potuto governare il nostro paese senza scendere a patti con questo potere.
Il sostituto procuratore Nino Di Matteo ha proseguito dicendo che oggi vogliono controllare la giurisdizione, così come avvenne ai tempi del fascismo. Vogliono centralizzare i poteri e trasformare il pm in un fedele e anonimo esecutore.
Vogliono applicare alla lettera il “Piano di Rinascita” della loggia massonica P2.

E’ il turno di Ingroia, il quale afferma che viviamo in un periodo difficile, forse più di quello vissuto all’epoca delle stragi perché in quei momenti la società ha mostrato una forte voglia di reagire. Oggi invece è anestetizzata. Oggi, la magistratura e l’informazione, sono controllate dai poteri forti.
Poi tocca a Salvatore Borsellino parlare, un momento che io, e penso molta altra gente, aspettava ardentemente.
L’ho sentito parlare dal vivo per la prima volta a Palermo il 18 luglio del 2008, e da quel giorno le sue parole, la sua rabbia, la sua sete di Giustizia mi hanno dato una scossa e una carica mai sentita prima.
Perché è diverso dal sentir parlare un magistrato o qualcuno che ricopre un’alta carica dello Stato. Salvatore è un uomo semplice, un uomo del popolo, uno di noi.

Borsellino inizia con l’accusare l’informazione che oggi non si occupa come dovrebbe, e cioè con obiettività, di casi come quello di De Magistris o di Genchi.
“Certe notizie vengono occultate, per trovare certe notizie devo leggere il libro di Luca Tescaroli. Noi viviamo in una repubblica che è una diretta conseguenza delle stragi del ’92, e purtroppo nei giornali queste notizie non ci sono.
Sembra di essere ritornati al tempo delle veline che distribuivano le cose che si dovevano stampare.”
“La mafia non si sporca più le mani di sangue. Oggi si usa la delegittimazione e si arriva fino alla sospensione di tanti magistrati ed investigatori onesti dalle proprie funzioni. Una morte civile peggiore di quella fisica”.
“Chiedo Giustizia come cittadino italiano, chiedo che siano celebrati i processi come quello ad Arcangioli ripreso mentre portava via la valigetta di mio fratello che conteneva sicuramente l’agenda rossa.
Dovrebbe essere un dovere di questo Stato scandagliare la verità. Questo Stato invece mostra sempre più di non avere il coraggio di processare se stesso”.
Lo ha gridato Borsellino! Ha gridato che non ci sarà mai Giustizia per il fratello Paolo e tutti i morti per mano della mafia, ma lui continuerà a lottare e a gridare per avere Giustizia.
Io avrei voluto alzarmi e dirgli che noi lotteremo con lui e, come disse Falcone, che “la mafia non è invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha avuto un inizio ed avrà anche una fine”.
Subito dopo questo intervento Enzo D’Antona, direttore della redazione di Palermo de “La Repubblica” e moderatore della conferenza, si sente chiamato in causa in prima persona e replica alle parole di Borsellino. Minimizza sullo stato di degrado dell’informazione, almeno per quanto riguarda la sua redazione, magari in buona fede, però obiettivamente oggi come oggi l’informazione è omologata, non esistono punti di vista differenti tali da poter ascoltare più campane.
Per questa ragione il pubblico si è sentito in dovere di reagire e di inveire contro di lui dandogli dell’ipocrita dimostrando il malcontento presente in sala.
Un ragazzo del pubblico grida “vogliamo informazione vera, non c’è verità nei nostri giornali. Io vorrei che queste persone ogni sera venissero intervistate su Rai Uno.”
Da notare la modestia e l’umiltà di Salvatore Borsellino che decide di alzarsi in piedi per placare gli animi dicendo: “scusate, siccome queste reazioni sono state provocate dai miei interventi troppo emotivi, vi prego, siamo qui per sentir parlare Luca Tescaroli, lasciamolo parlare.”
Conclude la conferenza Luca Tescaroli con la presentazione del suo libro “Colletti sporchi”.

Sono le 23.45, è tardi e noi dobbiamo ripartire per Catania.
Purtroppo non c’è tempo per restare a mangiare un boccone in compagnia di Giorgio Bongiovanni e degli altri fratelli.
Salutiamo tutti e ci incamminiamo alla ricerca dell’auto.
Nelle vie principali di Palermo troviamo un gran caos, le strade sono colme di automobili e ragazzi che si sono riversati nella città per la classica uscita del sabato sera.
Fermi ad un semaforo Angelo regala una mimosa a me e Giusy, visto che nel frattempo, essendo scattata la mezzanotte, è già l’8 marzo.
Ci impieghiamo un’ora per uscire da Palermo (questa volta Casimiro non c’è ad indicarci la strada giusta, dobbiamo accontentarci di un navigatore che si riprende tardi e ci fa attraversare tutta la città!).
Finalmente imbocchiamo l’autostrada. Sono le due di notte e non abbiamo ancora cenato!
Così ci fermiamo al primo Autogrill per mangiare un panino al volo, e Giorgino regala a noi ragazze un bacetto “perugina”.
Quindi Claudio, Laura e Giorgino riprendono il viaggio. Noi ci fermiamo un po’ di più perché Giusy vuole fumarsi una sigaretta e ne approfittiamo per andare in bagno.
Riprendiamo anche noi la strada di ritorno.
Mentre Angelo guida accendiamo il portatile per far vedere a Giusy l’intervista rilasciata da Gioacchino Genchi al sito beppegrillo.it, ma purtroppo la connessione è scarsa.
Anche se molto stanca, Giusy ci tiene compagnia alternando momenti di lucidità a momenti di sonno profondo.
Sono le 4, finalmente siamo arrivati a Catania. Lasciamo Giusy sotto casa, poi Angelo accompagna me, e lui fa rientro a casa sua.
Con la felicità nel cuore per la bella serata e per la consapevolezza di rivedere tutti il giorno seguente, finalmente mi metto a letto…



Nicolosi, 8 marzo 2009: riunione dell’Associazione “Dal Cielo alla Terra”, delegazione Sicilia

Mi sveglio intorno alle 10 molto stanca per la nottata passata in auto, nonostante questo, però, non vedo l’ora di incontrare nuovamente Giorgio e gli altri fratelli.
Dopo pranzo ci vediamo con Angelo e Giusy, e insieme ci rechiamo all’Hotel Biancaneve.
Arrivati a destinazione perdiamo parecchio tempo a trovare l’ingresso principale dell’albergo: sembra quasi nascosto! Nel frattempo da fuori si sente la voce di Sonia Alea.
Fortunatamente vediamo Giorgino uscire dall’Hotel e ci facciamo indicare l’entrata.
Nella hall troviamo Giovannone sdraiato su un divano che riposa, sicuramente anche lui molto stanco per la serata di ieri.
In sala c’è Sonia che parla ai fratelli e racconta i dettagli della conferenza di sabato a chi non ha potuto parteciparvi.
Salutiamo tutti e con grande piacere ci rendiamo conto che è presente anche la vecchia guardia di Torregrotta (Filippo Rando, Saro Sframeli, Adriana, Stefano, Mimma, Nunzio, Ruggero e altri loro amici che l’estate scorsa ci hanno dato una grossa mano ad installare l’impianto elettrico nella sede di Nicolosi).
Ad un certo punto Sonia riceve una telefonata: è Giorgio che l’avverte di aver sanguinato. Quindi corre in stanza a raggiungerlo lasciando la parola a Lorenzo.
Questi si sofferma a parlare della piacevole sensazione che ha provato il giorno prima alla conferenza, quando la gente ha reagito con forza alle parole di D’Antona nel momento in cui quest’ultimo ha provato timidamente a difendere l’informazione di cui anch’egli è protagonista. E’ rimasto molto colpito da questa reazione perché ormai è evidente che la gente è consapevole di ciò che sta accadendo in Italia. E’ informata dei fatti, grazie anche alla rete, ed ha solo bisogno di input propositivi. E sostanzialmente Borsellino ha questa funzione. E’ come se la gente avesse bisogno di questi uomini, i giusti, coloro che hanno il coraggio di sollevare il velo dell’ipocrisia e della menzogna perché possa scuotersi.
A questo punto Giorgio entra in sala e ci saluta. Prende la parola e riallacciandosi al discorso sulla mafia spiega come la Sicilia negli ultimi duecento anni sia stata stretta nella sua morsa affinché potesse emergere in negativo agli occhi dell’opinione pubblica. “Perché questa è la terra (assieme a tutti i paesi latini) che lo stesso Eugenio indicava come luogo di rinascita e di reincarnazione per coloro che un tempo gridarono «Gesù!» e non «Barabba!»”. Luogo che negli ultimi tempi avrebbe ospitato lo scontro tra i figli della luce ed i figli delle tenebre.

“L’ultima cosa che mi è rimasta da fare nella mia vita, e la mia vita coincide con la mia missione perchè io non ho vita senza missione, è cercare di stimolare il popolo della Sicilia, in particolare, e poi la gente di tutta Italia”. Devo farlo “in questo posto dove sono nato, cresciuto e reincarnato, dove è nato Eugenio, dove si sono manifestate tantissime apparizioni della Santa Madre Maria, come le lacrime di nostra Madre a Siracusa, verso gli anni ‘50, che hanno aperto la strada alla parte finale, quella che precede l’arrivo di Suo Figlio”. Ella “apriva la strada a quei segni che poi, in Sicilia, si sarebbero manifestati a iosa”.
“Questo è il tempo della seconda venuta di Cristo: è l’ultimo tempo. Devo correre, anche se sono stanco e mi devo trascinare un po’, a volte, perché all’appuntamento di cui mi parlò la Madonna a Fatima manca la Sicilia. Per questo chiedo aiuto ai fratelli e alle sorelle per risvegliare le anime alla Verità, perché la Verità in questa terra non la conoscono, e quella che conoscono è una verità manipolata. Menzogne, inganni, un Cristo molto debole, o un Cristo addirittura falso. Poi c’è chi conosce il Cristo molto meglio di noi, ma si sente solo, incompreso e addirittura perseguitato.
Noi dobbiamo fare questa raccolta, senza pensare nel modo più assoluto di essere i pastori di questo gregge, perché il pastore è uno solo, ma neanche di farlo in modo anarchico o fanatico come è stato fatto nel passato. Dobbiamo farlo in modo serio, altruista ed organizzato: essere efficienti per poter fare ciò che si deve, avendo ognuno l’umiltà di riconoscere ciò che si sa o non si sa fare”.

Dopo avere spiegato in cosa consiste la sua missione in Sicilia, Giorgio lascia a noi la parola per descrivere brevemente lo stato dei lavori di ristrutturazione che stiamo effettuando da qualche mese presso la sede di Nicolosi.
Enzo Raneri racconta dei vari problemi che abbiamo dovuto affrontare e si sofferma su quello più grave, il problema dell’infiltrazione d’acqua (che non siamo ancora riusciti a risolvere).
Nonostante questo, però, afferma di non essere propenso a lasciare lo stabile, di non volersi ancora arrendere. Ed essendo un esperto in materia Giorgio gli da fiducia, confermando con ottimismo di sentire che il cielo ci aiuterà in qualche modo.

Poi interviene Salvo Briga, amico di vecchia data di Giorgio, che ci sorprende tutti mostrandoci delle foto scattate da lui stesso dalla cima del monte Sona-Manfrè qualche settimana fa. Le foto ritraggono un oggetto discoidale luminoso!

Verso le 18 arrivano alcuni simpatizzanti, persone che si sono avvicinate in vario modo all’esperienza di Giorgio, attraverso il sito internet, le conferenze, la televisione o altre circostanze.
Alcuni di questi pongono delle domande, come ad esempio Grazia (detta Gray, che non so se ha fatto caso, ma in inglese vuol dire “grigio”…) che racconta alcune sue esperienze, alcuni suoi sogni. Ci dice di insegnare matematica e scienze in una scuola media e che da quando si è avvicinata a questo percorso spirituale non riesce più a fare lezione in classe perché i bambini le raccontano di “strani avvenimenti” e le fanno domande inerenti all’argomento in questione che magari non ci si aspetta da bambini di quell’età.
Anche Serenella, che ha fatto molta strada da Agrigento per venire fin qui, ci parla della sua esperienza personale e di ciò che l’ha portata ad avvicinarsi a Giorgio, a sentire l’esigenza di approfondire l’aspetto spirituale della propria vita.
In particolare lei, in questo momento, assieme ad altri amici si sta occupando di organizzare una conferenza a tema ufologico-spirituale in terra di Sicilia, conferenza che vedrà come ospite lo stesso Giorgio Bongiovanni e che avrà luogo il prossimo 4 aprile ad Agrigento.

Intorno alle 20 arriva il momento di degustare la buonissima torta preparata dal nostro Giancarlo: in essa sono raffigurati i volti di Giorgio e del Cristo.
E ci rendiamo conto che anche oggi si è fatto tardi: la gente ha fatto molte domande e la serata sembra non voler finire mai. Giorgio è molto stanco, ma nonostante questo non si tira indietro ed ascolta tutti i presenti fino all’ultimo.

Così arriva il momento dei saluti. Scambiati i contatti telefonici e le e-mail con alcuni dei presenti interessati ad approfondire la tematica, ringraziamo tutti e andiamo a fare un sopralluogo all’Arca di Nicolosi.
Dopo aver preso atto della situazione in cui si trova l’appartamento, Giorgio decide di dare un mese di tempo per riuscire a trovare le cause dell’infiltrazione d’acqua, superato il quale si dovrà decidere se mantenere o meno lo stabile.

Finalmente andiamo a cenare con Giorgio e gli altri al ristorante “La Nuova Quercia”, dove con Francesco, Anna e Lorenzo abbiamo modo di conoscerci meglio.
Uno dei temi trattati al tavolo assieme a Giovanni e agli altri fratelli è stato quello di una mia esperienza personale da cui sono scaturite varie discussioni sulla razionalità e sull’approccio verso l’esperienza mistica, nella quale c’è chi vede le cose in maniera più razionale e chi invece, essendo più sensibile, si lascia trasportare dalle emozioni.

Dopo cena, una sorpresa inaspettata: una “gita” in montagna fino all’osservatorio astronomico, da cui si può osservare una splendida luna che illumina la notte e produce un meraviglioso effetto fluorescenza riflettendo la propria luce sulla neve che ricopre abbondantemente la cima del monte Etna. Si prova una sensazione molto particolare, tutti con il naso all’insù a guardare il cielo e le stelle, sperando, magari, di vedere anche qualcos’altro. Purtroppo, però, non possiamo rimanere per molto tempo perché fa davvero tanto freddo!!
Riaccompagniamo ciascuno al rispettivo Hotel e salutiamo Giorgio, Sonia, Lorenzo ed Anna.
Io, Angelo. Giusy, Claudio e Laura ci soffermiamo a parlare ancora un po’ nella hall dell’Hotel Biancaneve con Francesco e Giovanni.
Si discute di metodologia, di organizzazione e di approccio verso le attività che dovremo svolgere nell’immediato futuro. Parliamo del modello adottato da parecchi anni con ottimi risultati dal gruppo operativo di S. Elpidio, e che andrebbe preso come un vero e proprio punto di riferimento.

Giusto il tempo di farci dare qualche dritta e…cavolo! E’ l’una e mezza! Giovanni ci fa capire che è ora di andare perché domani devono tornare nelle Marche. Così ci salutiamo e facciamo rientro a casa.

Descrivere la serenità d’animo dopo aver trascorso questi giorni insieme ai fratelli è impossibile, una gioia che ti rimane dentro per settimane e ti aiuta ad affrontare la solita routine in maniera diversa.
Sapere che dovrà passare ancora molto tempo prima di rivedere Giorgio e gli altri mette un po’ di malinconia. Ma sentirli così vicini al cuore, ti da la forza di attendere.
Un’ultima cosa prima di finire questa cronaca: …quel momento sembra non arrivare mai, ma noi ti stiamo aspettando!


Valeria Di Blasi
Catania
18 marzo 2009