VALLE DELL´ANGELO

DAL CIELO ALLA TERRA

HO SCRITTO IL 15 DICEMBRE 2023:

VALLE DELL’ANGELO: UN LIBRO, SCRITTO DAL NOSTRO FRATELLO GAETANO FERRARA, PER RILASSARSI E PER RICORDARE LA TRAGICOMMEDIA DELLA PANDEMIA COVID 19.

PIANETA TERRA
15 Dicembre 2023

G. B.

Capitolo 1
La pioggia

Via, lontano dalla città. Aveva bisogno di solitudini bucoliche, di paesaggi incontaminati, di flora e fauna, di fiumi e grotte, di aria fresca e profumata, di uccelli con i loro nidi, di volpi sottocchio, di cinghiali erranti, di farfalle poetiche, di uomini e donne con la pelle lucida come foglie, e con le mani usurate dalla terra.

Le trionfanti ed egoistiche personalità dei cittadini indaffarati fra smart phone e bollette, bancomat e supermercati, al volante di auto sporche di sabbia sciroccosa, o fermi davanti a inutili vetrine psicotiche e compulsive, o eroici pedalanti, o scuole formicai strabordanti a orari prestabiliti, o barboni nigeriani condannati a ergastoli esistenziali senza sbarre se non quelle mortali e invisibili di menti devastate, tutto accompagnato da roccaforti della munnezza sparsa nello spazio cittadino nei cassonetti, col sottofondo costante di accelerate e clacson, di cigolii degli sfreccianti motocicli, delle sirene di ambulanze drammatiche, tutto gli urlava di andarsene.

Come non prendere l’occasione offerta dall’amico al telefono:
“Ho capito che stai esaurito. Vai a casa mia a Valle dell’Angelo. Pensa, 120 abitanti sulle colline del Cilento. Passa che ti do le chiavi, Vieni.”
“Grazie Edo. Scusa, ma ne ho proprio bisogno. Ma quanto posso stare?”
“ Francè, stai tranquillo. Puoi stare quanto vuoi, e poi ora stiamo a marzo e io voglio passarci un paio di settimane quest’estate. Dai, mi fa piacere. Quella casa merita di essere vissuta. Vacci e stai sereno. Passa da me stasera, prendi le chiavi e domani parti. Che ne dici?”
“Si. Mi hai convinto. Passo dopo. Ciao, amico mio.”
“Ciao uagliò, ciao.”

Il suo appartamento a piazza Carlo III, al quinto piano gli offriva sempre lo stesso panorama storico del Palazzo dei Poveri. Dal balcone fumava e piangeva, senza scomporsi. L’odore di Lucia era ancora ben presente, e la sua cremazione non lo aveva cancellato. Erano stati sposati due anni, di cui uno chemioterapico, con escalation definitiva. Un dolore che gli aveva annodato l’anima e graffiato la mente.

Quel balcone, gelido invito a buttarsi giù e farla finita, era anche il posto dove più la ricordava, anche lei affacciata, che si girava guardandolo, sorridendo sensuale, per portarlo dentro la camera da letto.
I loro trentuno anni da coetanei erano pochi per scavalcare la ringhiera e lasciarsi andare, troppo pochi.

Edo era stato chiaro, quando gli consegnò le chiavi:
“Allora, Francè, stammi a sentire. L’indirizzo te l’ho scritto su questo foglietto, piazza Mazzei 13, proprio sopra al comune, al terzo piano. Quella, la piazza è una, solo quella. Ci sono quattro stanze e un salone grande che dà su di un terrazzino con un panorama di tutta la valle. E’ stupendo. Scegli tu dove vuoi metterti. C’è la televisione, il telefono, e devi accendere il WIFI per internet. In una stanza c’è anche un PC, bello grande. E’ un Apple, pure abbastanza nuovo. Usalo, per Face Book, You Tube o quello che vuoi. Nella piazza c’è un salumiere, Alfonso, una fruttivendola, Maria e un macellaio. Quello chiamalo Don Pietro sennò s'incazza, è un tipo burbero ma un brav’uomo. C’è anche la farmacia se hai bisogno, la dottoressa Frangipane, mi pare si chiama Elisa o Elsa, non mi ricordo. Però è assai carina, questo me lo ricordo. Comunque per qualunque cosa, tu rivolgiti al sindaco. Mi conosce ed è una bravissima persona...

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