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adrianaDi Adriana Navarro

Prima parte: Sant’Elpidio a Mare
Finalmente inizio la prima parte di questa cronaca che ho promesso a Giorgio,  e a me stessa, del mio viaggio in Italia insieme a Domingo Silva, Erika Pais, Georges Almendras e il loro piccolo figlio Giorgito, dal 14 dicembre 2011 al 15 gennaio 2012. Più che per i fratelli dell’Italia, questa semplice e umile cronaca è stata scritta per coloro che non hanno mai viaggiato in questo paese. Vorrei far  conoscere loro in modo profondo un “programma” strettamente legato a Cristo, e la vita di un uomo che sin da bambino pensa e ama Cristo come pochi esseri in questo mondo. Per questo è stato scelto da Lui, affinché in questo tempo –il più difficile per l’umanità- portasse i segni, le Sue stigmate, il Suo messaggio, la Sua promessa di ritornare. Insieme a quest’uomo, altri uomini e donne, bambini e giovani, si impegnano ad accompagnarlo, a comprenderlo, ad imparare da lui il suo amore per Cristo, a proteggerlo.
adriana1Le parole non saranno mai sufficienti per descrivere i momenti vissuti, ma sono una testimone, possono avvicinare le persone che non hanno avuto questo immenso regalo che la vita mi ha dato.
Tre sono state le tappe fondamentali di questo viaggio, Sant’Elpidio a Mare, Palermo e Catania. Dedicheremo a Palermo la seconda parte di questa cronaca e a Catania la terza. La nostra permanenza durata diversi giorni ci ha permesso di osservare non solo il modo di lavorare dei nostri fratelli italiani, ma anche la convivenza tra loro e con noi, sentire il loro calore, la loro dedizione verso di noi, che è anche dedizione verso l’opera, perché consapevoli che la stessa nasce dall’interazione della propria individualità con quella di tutti.
Gli impegni quotidiani, le difficoltà economiche, le attività operativa qui a Montevideo e diversi altri fattori hanno contribuito a ritardare la stesura di questa cronaca. Ma la parola data a Giorgio il quale me la sollecitava, è stato lo stimolo per non abbandonare. Potrebbe sembrare banale, ma questo è il suo insegnamento, tanto semplice che a volte corriamo il rischio di non apprezzarne la profondità. In questo modo costruisce la sua Opera, stimolandoci, superando qualunque ostacolo, a trasmettere le esperienze vissute in una qualsiasi parte del mondo agli altri, niente deve essere tralasciato, mettendosi in contatto con noi, dandoci i mezzi e coltivando dentro noi i valori spirituali da trasmettere alle anime che vogliono risvegliarsi e che troviamo nel nostro cammino.

Questa cronaca è dedicata ai fratelli di tutto il mondo che forse non conosceranno mai l’Italia, ma che si chiedono come si lavora lì, come è nata l’Opera, chi sono le persone attorno a Giorgio, la loro storia, e tante, tante domande. Anche per coloro che forse stanno iniziando ad approfondire la figura di Giorgio e si chiedono legittimamente se questo uomo è onesto e sincero, o animato dal lucro, se è pazzo, ecc.

Domingo Silva ha collaborato nella correzione di queste righe, è più riconoscibile nelle cronache che raccontano fatti storici o insegnamenti espressi direttamente da Giorgio.

Voglio ringraziare tutti in Italia per la dedizione, l’affetto e la loro convivenza con noi durante tutto il mese che siamo stati lì. Alcuni come Pier Giorgio, Daniele Maculan, Flavio Ciucani, Lorenzo Baldo hanno dovuto tralasciare abbastanza le loro quotidiane attività per stare con noi. Voglio ringraziare Maria José Lastra per la pazienza, l’amore, con il quale ci è stata sempre accanto affinché potessimo comprendere gli incontri in italiano, a Mauro Caruso per la fiducia che ha depositato in noi –Domingo e me- lasciandoci a disposizione la sua casa. So che ci sono state tante altre mani invisibili, e soprattutto le mani di qualcuno che si preoccupa per tutti, anche se a volte non è presente fisicamente. Grazie amico Giorgio.

Il viaggio cominciò forse il giorno precedente quando con i fratelli dell'Uruguay ci incontrammo all’arca per salutarci. Mentre ritornavo a casa in taxi rivedevo i loro volti, i loro sorrisi, i loro baci, i loro saluti. Come se attraverso ogni bacio, ogni abbraccio, loro potessero trasmettere il loro sentire e tramite me attraversare l’oceano fino all'Italia e vedere Giorgio, conoscere chi lo accompagna… e sento che non è il mio viaggio, né quello di Domenico Silva, né quello di Erika Pais, o di Georges Almendras, inizio a sentire la responsabilità di questo viaggio, quasi non mi sono resa conto come ogni piccolo impedimento si sia risolto rapidamente, non ho dubitato un solo istante che dovevo andare…non pensavo a cosa avrei trovato dall'altro lato dell'oceano, pensavo solo al sorriso di Giorgio quando lo avremmo rivisto. 

Il lungo viaggio, le attese, i nervi, i preparativi, così come per gli altri viaggi operativi per accompagnare Giorgio, è inevitabile immaginare proprio la sua stanchezza in tutti questi anni di costanti viaggi, in questo peregrinare per il mondo, e la grande forza di volontà che deve sentire dentro, per non cedere. 

Ovviamente il viaggio ha anche i suoi momenti meravigliosi. Sul volo Madrid-Fiumicino (Roma), Domingo ed io riusciamo a sederci vicino al finestrino e osserviamo un paesaggio mozzafiato, dove le nuvole sembrano montagne, ma anche arbusti su un piano di ghiaccio. La Terra offre sempre ai nostri sensi la sua maestosità, e diversità. L'aeroplano vola stabile e dal finestrino vediamo l'ala che rivela la fragilità dell'uomo di fronte alla Madre. Questo viaggio suggellato da "piccole cabale" mi ha fatto pensare alla Madre Terra, alla sua protezione, sento le turbolenze dell'aereo come una sua carezza che ci culla con il suo soave viavai. Impossibile non emozionarsi, non avere un sentimento di gratitudine.

15 dicembre 2011
Finalmente arriviamo a Roma dove troviamo ad aspettarci con il loro calore Pier Giorgio Caria e Daniele Maculan che ci portano a Sant’Elpidio a Mare. Attraversiamo il paese da ovest a est, da Roma sul Tirreno all’altro versante sul Mare Adriatico, Porto Sant’Elpidio. La prima sorpresa riguarda il paesaggio, attraversiamo montagne per mezzo di enormi tunnel lungo i quali scorre l’autostrada. Enormi infrastrutture, che di fronte alle montagne sono comunque ridotte e ovviamente richiamano la nostra attenzione, perché in Uruguay, una piccola nazione, questo tipo di infrastrutture non esiste. Durante il viaggio parliamo con Pier il quale ci racconta innumerevoli storie. Mentre attraversiamo il Monte Gran Sasso ci racconta che in esso si trova l’entrata ad un grande laboratorio di fisica nucleare, dove è stato scoperto che i neutrini possono viaggiare ad una velocità superiore a quella della luce. Fino ad oggi ci si interrogava sul fatto che uno dei fattori che impediva che esseri extraterrestri visitassero il nostro pianeta era appunto l’impossibilità di viaggiare superando la velocità della luce. Ma questa scoperta può essere lo spunto per contemplare questa possibilità, potrebbero esistere “particelle” che viaggiano ad una velocità superiore a quella della luce. Abbiamo appreso tra l’altro che anche qui, sotto questa montagna, esiste un rifugio antiatomico per il Vaticano. Come non indignarsi pensando che i figli di Dio, quelli che rappresentano Dio in Terra, hanno così poca fede in Lui che hanno deciso di essere i sopravvissuti ad una guerra nucleare o ad una catastrofe, invece di accompagnare i fedeli –come si suppone dovrebbero fare- dichiarandosi portatori della parola di Dio! Forse possiamo immaginare Cristo che entra in un rifugio atomico mentre milioni di esseri periscono?

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16 dicembre 2011
Dopo tanti anni, al nostro arrivo all’arca di Sant’Elpidio a Mare ci rivediamo con Soledad Giraudo, “Sole”. Abbiamo parlato tanto, ovviamente sono successe tante cose nelle nostre vite. Si offre per mostrarci l’arca e lo fa con grande interesse e amore mentre ci racconta la sua vita in questo tempo. Una vita che ha a che vedere con Giorgio, con l’opera, con tutti noi.
L’arca, un grande casolare antico, che noi definiamo patrimonio culturale, ha annessa una costruzione in legno a due falde, bellissima. Questa costruzione è adibita ad ufficio. Così come in tutta l’arca, la prima sensazione è di armonia, precisione, bellezza e pulizia. Gli spazi non sono ben distinti, ma decorati con elementi dell’opera. Tutti ci salutano con amore e pace, arrivano di mattina come chi si reca al proprio lavoro, all’ufficio, ma con gioia, serenità, cosa che non avviene in qualunque posto di lavoro.
Mi colpiscono gli uffici all’ingresso. Già la sera prima rimasi sorpresa: la struttura in legno, calda e bella che ospita molti scaffali contenenti archivi, e archivi, e libri e ancora libri, e ancora archivi e libri. Verso il centro della stanza diverse scrivanie dove si svolge gran parte del lavoro. Nel fondo della stanza si trova la scrivania di Maria José, segretaria di Giorgio. La finestra accanto offre una veduta meravigliosa delle colline e di fronte si trova l’ufficio di Giorgio. Un nodo alla gola mi avvolge appena entro, non c’è dubbio che si tratta dell’ufficio di Giorgio. Bello, non molto grande, un computer, una poltrona e moltissime mensole che deduco contengono l’opera stessa. Un’immensa biblioteca si stende lungo le pareti. Da ogni cosa, da ogni essere che incontriamo, sembra emanare la presenza di Giorgio, che però non si trovava lì.
Il resto dell’arca ha la bellezza propria della costruzione a cui si aggiunge la bellezza che i fratelli le donano ogni giorno. Vediamo molti altri uffici, antimafia, Funima, un salone per bambini, un ufficio per chi si occupa del sito web. Quando ci chiamano per pranzo, ci chiediamo: “ma c’è qualcuno che sta cucinando?” Ci spiegano che le mansioni per cucinare e pulire sono a turni. C’è anche chi si occupa di fare il turno di notte (anche a rotazione), c’è un piccolo orto e ovviamente molte altre persone che vengono a lavorare qui.
Dopo pranzo Pier ci parla dell’importanza di avere cura del corpo per svolgere l’opera. Ci spiega che l’uomo, durante la gioventù, vive senza imparare molto dalle sue esperienze. Poi nella maturità, quando potrebbe far tesoro delle esperienze vissute, il corpo non risponde più alle necessità e questo impedisce di assimilare appunto il massimo apprendimento da queste esperienze. Da qui l’importanza del corpo per giungere alla maturità e fare ciò che desideriamo. Nel nostro caso in particolare: l’Opera stessa. Lui dice che gli esseri di luce possono aiutarci e hanno avvertito l’uomo di curare il corpo.
La sera ceniamo in una pizzeria chiamata “Pizzeria del Corso”, dove lavora Lino, un fratello dell’arca che abbiamo avuto l’enorme piacere di conoscere, un uomo di estrema dolcezza. Dopo cena presenziamo una conferenza antimafia presso il Centro Culturale Giannicola Nerpiti, nella Piazza della Libertà di Tolentino. Una grande locandina annuncia il luogo e la data della conferenza e il tema: “Sebastiano Ardita, Ricatto allo Stato. Il “41bis le stragi mafiose e le Istituzioni” (libro) con l’intervento di Alessandro Bruni, psicólogo e criminologo e i relatori Dottore Sebastiano Ardita, Giovanna Maggiani Chelli e Anna Petrozzi come moderatrice.
Maria José ci diceva prima della conferenza che è molto importante che tutti, anche in America Latina, leggiamo e approfondiamo le cronache Antimafia perché Giorgio “sta toccando con mani l’anticristo”, e ovviamente tutte le persone che incontra nel suo cammino è per volere del Cielo, e soltanto scoprendo quella connessione, quel filo conduttore potremmo capire gli avvenimenti presenti e quelli a venire. Altrimenti –ci dice lei- quando succederanno fatti importanti non saremo in grado di comprenderli.
Nel corso della conferenza abbiamo apprezzato, nonostante le difficoltà della lingua, il dolore nel volto e nelle parole di Giovanna, madre di una giovane rimasta paralitica in seguito ad un attentato di mafia, e vide il suo fidanzato morire bruciato. A partire da quel giorno la vita di questa madre è cambiata per sempre infatti si dedica alla cura di sua figlia e a lottare affinché la gente prenda coscienza di quanto sia terribile l’esistenza della mafia. È presidente dell’ “Associazione Familiari Vittime della Strage di Via dei Georgofili”, collabora molto con Anna Petrozzi e con tutto il movimento Antimafia che fa capo a Giorgio Bongiovanni, formato da gente coraggiosa, da fratelli che lavorano insieme a lui. Lorenzo Baldo ci avrebbe parlato di questa donna durante la nostra visita a Palermo.
Di ritorno dalla conferenza Maria José ci parla un po’ di se. Nativa di Spagna, aveva 20 anni quando lesse un articolo in una rivista che parlava della probabile esistenza di vita in altri mondi. Sentì forte di cercare più informazioni al riguardo e venne a sapere di una conferenza del conosciuto giornalista e ricercatore Juan José Benitez, in Spagna, e decise di andare a vederlo nonostante significasse viaggiare verso un luogo lontano e da sola per ascoltarlo. Successivamente incontrò una ragazza che le parlò di Eugenio Siragusa, e così decise di viaggiare in Italia e iniziare la sua storia nell’opera fino a quando nel 2004, prima che Giorgio si trasferisse in Sudamerica, lei si trasferì a Sant’Elpidio a Mare senza sapere precisamente quale compito avrebbe svolto. Non è necessario dire oggi chi è Maria José e quanto sia vitale all’interno dell’opera. Come lei stessa dice, l’importante è la disponibilità, la voglia e la predisposizione a lavorare. Essere disponibili per qualsiasi cosa il Cielo disponga per noi. Come avremo occasione di vedere, è un insegnamento che Giorgio trasmette e che i fratelli in Italia hanno fatto proprio. Altri fratelli allo stesso modo di Maria José hanno condiviso cose intime della loro vita, ma che sono importanti perché ci spiegano la storia e lo sviluppo dell’opera stessa. È così che a nome di tutti coloro che leggeranno queste righe ringraziamo per quanto hanno condiviso con noi.

17 dicembre 2011
Domingo, Georges e io abbiamo accompagnato Sonia alla festa della scuola di Sonietta. Nonostante non comprendessimo bene la lingua, il linguaggio delle emozioni è facilmente comprensibile. Tutti i bambini erano eccitati, perché la festa avrebbe dato inizio alle vacanze di Natale. Emozione e dispiacere al pensiero che Giorgio non poteva esser presente, come forse non lo è stato in tante altre, perchè in viaggio da diversi giorni. Forse perché sono madre e so cosa significa per un bambino che i propri genitori siano presenti in queste occasioni, anche perché qualche volta non mi è stato possibile farlo, non ho potuto evitare di pensare quanto questa bambina doni a questa opera e a quanti momenti in cui potrebbe stare con lei Giorgio rinuncia per dedicarsi ad altri esseri. Per fortuna, Sonietta aveva lì la sua mamma che piangeva emozionatissima, presente per tutti e due.
Sonia ci presenta la maestra di Sonietta, piena di gioia come una bambina nel condividere quei momenti con noi, e con chiunque possa sentire l’amore. La maestra ha gli occhi luminosi, un essere capace di comprendere l’Opera e che ha protetto e appoggiato Sonietta durante il periodo scolare.
Dopo il saggio decidiamo di fare una passeggiata fino all’arca, Domingo, Georges e io. Faceva tanto freddo ma era bellissimo. Il paesaggio tra le colline, il lavoro fatto per ricavare terre per coltivare, è un terreno che ha molte pietre. Ogni tanto, in cima ai colli si scorgono delle case. In genere costruite in mattone e legno.
Il pomeriggio Sonia e Sonietta partono all’incontro di Giorgio che non ci raggiungerà a Sant’Elpidio a Mare fino al 23 dicembre.
La sera andiamo a cena da Mariela Corvaro, dove conosciamo Luca Trovelessi, Mara della Coletta e suo marito Valter. Un bellissimo casolare dove vivono diverse famiglie per ridurre i costi, come abbiamo visto fanno altri componenti dell’arca per riuscire a lavorare per l’opera senza dover aumentare i turni di lavoro fuori. Ad ogni modo la casa è bellissima in mezzo all’incantevole paesaggio che ho descritto prima.
In questo luogo, Sant’Elpidio a Mare, sembra che ogni cosa si sia fermato, tutto invita alla riflessione, o forse anche all’indifferenza, se non si ha consapevolezza del mondo in cui viviamo.
Durante la cena, tra una parola in spagnolo e un’altra in italiano, come possiamo, con gesti e sorrisi, Antonella Morelli mi racconta brevemente il suo inizio nell’Opera. Fece un sogno con uno stigmatizzato che le parlava. Fino a quel momento lei non conosceva nessuno stigmatizzato o la relazione di uno stigmatizzato con Cristo. Il giorno dopo, al lavoro, le mostrarono una foto di Giorgio e in seguito un conoscente glielo fece conoscere. Da allora, 7/8 dicembre del 1992, la sua vita è cambiata per sempre.
Abbiamo commentato con Antonella che è molto bello ascoltare come ognuno di noi si è avvicinato all’opera, non per curiosità, ma per comprendere come la vita tesse i fili per darci l’opportunità di incontrarci, trovare il nostro cammino e questa opera meravigliosa dopo esserci spogliati – o almeno cerchiamo sinceramente di farlo- dal personalismo e dall’ego.

18 dicembre 2011
In questo giorno abbiamo pranzato a casa di Gennarino e Bianca, i genitori di Mara Testasecca, insieme ad Antonella e Raúl Blazquez. È stato molto bello, sempre la stessa ospitalità, lo stesso interesse nel comunicare con noi, nel tradurre. Nel papà di Mara mi è sembrato di vedere quegli anziani che in alcune culture –non in quella occidentale- sono venerati per la loro saggezza. Mara stessa lo venera, non con un rituale, ma con rispetto e interesse di dialogare e ascoltare suo padre. Il pranzo: delizioso.
Durante il pranzo, non riuscendo a trattenere l’emozione Domenico e io scoppiamo in un pianto. Erika ci dice che si deve al fatto che mai avremmo pensato di trovarci lì. Ma è molto di più. Mara è come Giorgio, lo rappresenta in modo tale che la sua è una continua scoperta dell’opera e di Giorgio e fa sì che amiamo l’opera sempre di più. Nella semplicità della sua parola, nella gioia, nella complicità di una figlia con i propri genitori si nasconde uno spirito che rappresenta l’amore in Terra: Mara.
La sera partecipiamo ad una riunione di arca senza la presenza di Giorgio.  Per la prima volta si stava realizzando una riunione preparatoria in caso di emergenza, per sapere come agire all’arca. Giorgio ha detto che il mare penetrerà circa 20 km all’interno e non vogliono trovarsi impreparati. Vediamo poi insieme un’intervista al magistrato Nino Di Matteo sul suo ultimo libro. A radice di questo approfondiamo il pericolo che rappresenta uno Stato debole di fronte a Cosa Nostra, uno stato facile da manipolare da grandi poteri che si nascondono tra la mafia e la corruzione.
In attesa del collegamento con Giorgio leggiamo un suo sms dove saluta tutti dicendo che siamo LA SUA CERTEZZA. Inizia il collegamento skype e Maria José si offre gentilmente da interprete. Come consuetudine si inizia con i saluti, i sorrisi. Si commentano le ultime notizie e i messaggi che lui riceve per lasciare posto alle nostre domande o commenti.
Vorrei trasmettere un commento di Giorgio in seguito ad una conferenza che diede a Bari il 10 dicembre. È stata pubblicata una notizia dove viene accusato di fare Antimafia per poter attaccare il Vaticano.
Giorgio fa il paragone di come Cristo predicava in Palestina che era vicina a Gerusalemme e oggi come oggi “predichiamo in Sicilia”, che è vicina al Vaticano. “La nuova Gerusalemme” è la terra latina dove Cristo sta predicando  non fisicamente. Era una “lontana provincia dell’Impero Romano”, così come oggi è “una lontana provincia dell’Impero Usa”.
Un diacono di Messina gli rivolge una domanda che riguarda la preghiera e Giorgio risponde che è meglio fare le opere che pregare, che la Madonna si è stancata delle preghiere e dei pellegrinaggi. Meglio fare le opere e spendere i soldi a tale scopo. Riguardo al 2012, tema presente in ogni incontro, Giorgio dice che è un tempo di scelta individuale, faccia a faccia, e chi rimane indietro sarà travolto dagli eventi. I tiepidi saranno distrutti, mentre chi si schiera a favore del male non sarà distrutto, ma sarà Cristo a giudicarli e “distruggerli”.
Giorgio sottolinea che dobbiamo integrare, legare la spiritualità e la cosmicità, deve esserci una preparazione interiore verso la nuova era, la scienza dello spirito.

adriana319 dicembre 2011
Domenico Silva, Raúl Blázquez e io partiamo la mattina verso Loreto, insieme a Flavio Ciucani che ci fa da guida. Lui è uno storico, il viaggio è estremamente interessante e fruttifero per noi. Lungo il tragitto ci racconta tante storie con grande dinamicità compresa la storia della Santa casa di Loreto. Dentro la chiesa c’è una casa di origine Palestina dove vissero Maria, Giuseppe e Gesù. Diverse domande sorgono spontanee: com’è giunta fin lì? Non si dovrebbe conoscere questa storia in tutto il mondo, cristiani e non cristiani? Esistono due teorie che spiegano come è avvenuto il trasferimento di questa casa. La prima dice che i crociati, i templari, la trasferirono in più fasi. A questo scopo l’avrebbero smontata e ricostruita sul posto. Il mistero che circonda questa teoria è il materiale che unisce i mattoni, un tipo di calcare tipico della Palestina. Dall’altra parte bisogna analizzare come venivano costruite queste case in origine. Erano formate da tre mura mentre la quarta sarebbe stata costituita proprio dalla roccia alle quali erano addossate le altre tre. La casa è costituita da 3 pareti e mancano le corrispondenti fondamenta, è un mistero anche come si sostiene. È possibile apprezzare quanto spiegato appena si entra nella casa.
All’interno c’è un grande silenzio, le persone entrano in raccoglimento, alcune entrano ed escono velocemente. Istintivamente mi avvicino alle pareti, dopo qualche minuto di contemplazione tocco una pietra particolare, nell’accarezzare quei mattoni provo una sensazione strana,  si avvicina una donna che non conosco e mi dice che su quella pietra si appoggiava Giuseppe quando voleva riflettere. Chiedo a Flavio di tradurmi e scoppio in un pianto. Non so perché mi sono sentita spinta ad accarezzare quei mattoni…
Mi sento un po’ contrariata dal fatto che questa casa si trovi dentro un’enorme chiesa, circondata da strutture in marmo, sculture molto belle, ma che non permettono di apprezzare la casa dall’esterno. Penso che il fatto di abbellirla sia solo un pretesto. In un angolo della chiesa vediamo un dipinto che mostra gli angeli che trasportano la casa, e il disegno di un mezzo che sembrerebbe un’astronave. La Madonna di Loreto è la protettrice degli aviatori, perché? ci chiede Flavio. Ne è la prova l’aereo davanti alla chiesa.

adriana420 dicembre 2011
Andiamo all’arca passeggiando insieme a Domingo y Georges. Oggi il cielo è azzurro e ci rincuora. Arriviamo quasi all’ora di pranzo. Approfitto per scattare alcune foto dell’arca da mostrare a Montevideo. Più tardi decidiamo di andare a Porto Sant’Elpidio e veniamo accompagnati da Mauro Caruso e Pier Giorgio. Arrivati a Porto, Pier rimane con noi a prendere un gelato e conversiamo sulle apparizioni previe e successive alle stigmate. Ci racconta che lì vicino si trova il luogo che loro denominano “I tre pini”, dove avvenne l’apparizione della Vergine e di Gesù il primo novembre 1989, due mesi dopo la stigmatizzazione di Giorgio. Si trova vicino alla costa, con vista mare. Se Giorgio avesse accettato l’intervento della Chiesa sicuramente in questo posto sarebbe stata innalzata una basilica. Invece vi troviamo un piccolo tavolo, due sedili in legno e qualche gioco per bambini. Quel giorno Giorgio cadde in estasi e vide uscire dal mare una nave. Vide la Madonna e Gesù. La Vergine gli disse che da quel momento in poi Suo Figlio si sarebbe occupato dell’umanità, ma se la gente non si sarebbe pentirà il luogo sarebbe stato coperto dall’acqua per molti km.
Siamo grati di essere stati in questo posto. Ci viene spiegato da Pier che all’interno dell’arca si trova una quercia, dove è apparsa la Madre. Gli chiedo se l’apparizione è avvenuta per segnare un luogo determinato e mi risponde che lì c’è una porta che conduce ad Eldorado, dove alcune persone hanno visto degli esseri e sono presenti dei guardiani.
Maria José si occupa della redazione praticamente tutto il giorno. Con il suo accento spagnolo, è una persona molto dolce ma decisa, votata al sacrificio. Si è offerta volontariamente di tradurci mentre eravamo in comunicazione via skype con Giorgio durante la riunione di giorno 18. Ci ha invitato a casa e ho potuto osservare la sua premura nel tradurre quello che non capivamo, e allo stesso tempo tradurre in italiano per suo figlio Isacco e per Sonia, bella giovane mamma del piccolo Maurice che vivono a casa sua. È una sua caratteristica fare in modo che tutti siano coinvolti nella conversazione. La sera ceniamo a casa di Giorgio insieme a Mara, Lorella, Pier, Aaron e Giovanni. Mara ci racconta che prima di viaggiare insieme a Giorgio per il mondo lei aveva una palestra dove faceva terapia ed era frequentata da tanta gente e molti bambini. Molte riunioni di arca si sono svolte proprio lì. Potremmo dire che dal punto di vista umano lei aveva un futuro promettente, tuttavia un giorno decise di lasciare tutto e chiuse la palestra per accompagnare Giorgio.
Pier ha spiegato perché i contattisti fanno delle cose molto profonde e per altri aspetti si comportano quasi come bambini, addirittura commettendo degli errori. Per semplificarlo ci fa immaginare che noi la mattina ci alziamo e andiamo a lavorare in un lussuoso ufficio, con tutte le comodità e dove tutti sono felici e la notte andiamo a dormire in un luogo povero, dove c’è freddo, gente affamata e tutti sono tristi. Quanto tempo potremmo resistere ad un cambio così brusco? Inoltre ci spiega come la Chiesa ci ha insegnato dei concetti che stabiliscono che se gli uomini sono elevati, devono praticamente essere santi, e se non lo sono, allora sono demoni.

adriana521 dicembre 2011
Il pomeriggio andiamo insieme ad Antonella a visitare alcuni punti di Porto Sant’Elpidio significativi per l’opera. Questa città, sulle rive del Mare Adriatico, dista pochi km da Sant’Elpidio a Mare. Visitiamo il luogo dove Giorgio ebbe la prima apparizione della Madonna, in Via Palestro, a pochi passi dal suo luogo di lavoro, la prima casa di Giorgio, Lorella e Mara, in Via Asti, 23 e la via dove Giorgio incontrò Gesù. La compagnia di Antonella è stata gradevole e divertente.
La sera ceniamo da Mara, Pier ci informa che in Siria sono state uccise 150 persone… Conversiamo con lui su diversi temi, la storia di questo luogo, il fatto che la storia racconta che i greci erano pedofili, i romani adoravano il corpo, in verità erano omosessuali, la donna era soltanto progenitrice, i maya non furono mai trovati, erano scomparsi prima dell’arrivo dell’uomo bianco e gli Incas avevano un sistema organizzativo tale che da un punto centrale si ramificava tutto ciò di cui avevano bisogno. La terra era distribuita secondo il calcolo stimato del fabbisogno di una persona. Tante cose vengono taciute…Non conviene al sistema capitalista.     


23 dicembre 2011

Passeggiando per Porto Sant’Elpidio visitiamo gli uffici di Studio 3 insieme ad Almendras e Pier, dove recentemente si stanno trasferendo, un edificio nuovo molto carino. Ci riceve Beatrice Favazza e Silvia, un’altra ragazza che lavora lì. Torniamo all’arca e ci viene a salutare Betti, la madre di Mariela, Diego e Matías Corvaro.
Conversiamo con Pier durante il pranzo e insieme ripercorriamo la storia della Santa casa di Loreto. Sembra che si trovi in questo posto dal 1221, ma esisterebbero altri due punti dove sarebbe stata posata durante il trasferimento. Secondo lui la storia che siano stati i templari a portare la casa non è del tutto vera, per gli stessi motivi che ci spiegò Flavio Ciucani. Certamente non vi era nessuna costruzione sul posto in quel tempo.
Mi chiedo perché sia avvenuto un fatto così significativo come questo, quali i motivi e lo chiedo a Pier che mi spiega che secondo lui il motivo è Giorgio stesso, perché Loreto è molto vicino a Sant’Elpidio a Mare. La nostra conversazione scivola su altri temi e ricordiamo il complotto per assassinare i templari in una sola notte, la chiesa faceva parte dei complottisti e uno dei motivi sarebbe stato l’enorme tesoro custodito dai templari ma –aggiunge Pier- fino ad oggi la maggior parte dello stesso non è stato trovato. L’argomento poi si è spostato sull’alimentazione, un tema di vitale importanza, almeno per noi, semplici mortali. Senza fanatismo ritengo che non dobbiamo sottovalutare il cibo, la qualità e il modo in cui ci nutriamo, perché influirà direttamente nella nostra salute e abbiamo bisogno di essere in salute se vogliamo contribuire a servire questa Opera. Io penso sempre che una cosa è Giorgio, che ha in se stesso una grande capacità di alchimizzare tutto e che nei suoi costanti viaggi deve adattarsi a tutto e un’altra cosa siamo noi, che non abbiamo la forza che ha lui. Ad esempio mangiare carne e pasta insieme fa molto male. La carne per essere digerita necessita di un ambiente acido, mentre la pasta necessita un ambiente alcalino. L’organismo digerisce prima i carboidrati, perché li trasforma subito in zuccheri, la carne inizia a putrefarsi dentro l’organismo, eliminando grande quantità di tossine, batteri, tanti veleni che contaminano il nostro corpo, conferendo un brutto odore alla materia, ecc. All’arca i pranzi sono costituiti soprattutto da pasta con diversi condimenti e molta insalata verde o altre verdure crude. Mangiano molta poca carne.
La sera avremo avuto la nostra prima cena insieme a Giorgio all’Arca. Inoltre era previsto un intervento diretto per il programma Tierra Viva, Fabio Mameli e Isacco allestiscono l’attrezzatura. È la prima volta che vediamo Giorgio da quando siamo arrivati in Italia. La sera stessa conosciamo Lorenzo Baldo, sua moglie Maria Loi, e Valeria Di Blasi.
Mi è familiare l’emozione che provano tutti all’arca, molto simile a quella che proviamo a 15.000 km di distanza, a Montevideo, quando sappiamo che Giorgio sarà presente, soltanto che loro sono molti di più. Ma c’è qualcosa in comune, al di là delle lingue, l’attesa di questo essere tanto amato per noi ha delle connotazioni inconfondibili.
Intervistato dalla radio, Giorgio espressa concetti molto importanti, parlando del 2012, un anno che sarà durissimo, perché attraverso la natura si manifesterà la Giustizia Divina e Giorgio ci dice che l’uomo deve capire questo. “Perché se esiste Cristo, e mi consta che esiste -dice Giorgio- deve agire come un giudice quando affronta una causa gravissima come quella di un uomo che uccide e violenta i bambini, provoca guerre, violenta le donne. Cosa può fare? Deve prepararsi per emanare una sentenza con severità, se non lo fa è un giudice corrotto. E Cristo non è corrotto.” Un altro concetto che espressa è che “la maggior parte dell’umanità non è cattiva, ma nemmeno idonea per il nuovo regno perché ha l’istinto del possesso. La maggior parte possiede qualcosa, una donna, un libro, una casa, non bisogna possedere niente per entrare nel Regno dei Cieli. La maggior parte non entrerà, non perché sono assassini, ma perché sono egoisti, materialisti.
Un’altra delle questioni da sottolineare riguarda la domanda sulla “crociata Antimafia”. Giorgio spiega che la crociata più importante è quella che porta avanti in Sicilia (Palermo), perché l’organizzazione criminale lì radicata è una delle più potenti del mondo, sicuramente la più potente del mondo occidentale. “La lotta contro la mafia non è soltanto un impegno sociale o di denuncia –dice Giorgio- è anche spirituale. Queste organizzazioni criminali non sono qui per caso, ma perché questa sarà la Nuova Galilea.” Se stando insieme riuscissimo a distruggere la mafia, e la sconfiggeremmo, si scatenerebbe un effetto domino, che creerebbe le condizioni affinché il mondo inizi a cambiare.
Mi fermo ad osservare tutti, mi soffermo su Mara. Si potrebbe pensare, Mara, che ha accompagnato Giorgio in tutto il mondo, che è stata in migliaia di riunioni e vive insieme a Giorgio, potrebbe essere un po’ distratta mentre Giorgio parla. Tuttavia, il suo sguardo intelligente, luminosa come i suoi occhi, la sua attenzione posta su Giorgio e il messaggio di Natale, attenta, rivolge una domanda a Giorgio, nei suoi occhi vedo affiorare l’emozione – come se la sua connessione invisibile con Cristo brillasse all’improvviso- all’ascoltare la risposta di lui.

24 dicembre 2011.
adriana6

Iniziamo la mattina con un buon caffè a Sant’Elpidio riflettendo sull’opera insieme ad Almendras, mentre il piccolo Giorgio va avanti e indietro a giocare ricordandoci che bisogna sempre lasciare spazio ai bambini e al loro mondo dentro il messaggio.
Come ogni giorno ci incontriamo all’arca per pranzo. Questa volta ci troviamo a dialogare con Tino Favazza, un brillante tenore che abbiamo avuto l’opportunità di sentire cantare l’Ave Maria.
Questo uomo, amico di infanzia di Giorgio, è venuto a trascorrere il Natale qui con la sua famiglia. Ci racconta che dal ‘78 all’80 era frequente che un piccolo gruppo di 4-5 giovani, tra i quali lui, rimanessero in macchina tutta la notte, dopo le riunioni con Eugenio Siragusa, parlando del messaggio che lui portava su fenomeni spirituali, ufologici, ecc. In quel momento c’era un gruppo di circa 10 persone che erano “tutelate” da Eugenio, tra i quali Giorgio e lo stesso Tino. Secondo Tino, questo gruppo, un po’ protetto da Eugenio, ricevette quella scintilla che doveva far “emergere” e “preparare” Giorgio.
La sera, nella riunione dell’arca, come sempre, Giorgio realizza seminari per i presenti. Cito alcuni dei più importanti. Gli viene chiesto perché la Chiesa non  riconosce che gli insegnamenti di Gesù fossero conosciuti prima della Sua predicazione, come ad esempio dagli Esseni. Risponde che la Chiesa ha voluto racchiudere –e occultare- tutto nella rivelazione di Gesù, per questo motivo toglie importanza al prima e al dopo. Inoltre non vuole riconoscere gli esseni, altrimenti dovrebbe riconoscere che Gesù frequentava altre scuole. “In questa vita voglio fare più di ciò che fece Giovanni il Battista, perché non voglio che il male mi tagli la testa, voglio essere io ad attaccare il male”.
In questo giorno Giorgio consegna il rubino a Lara Borsoi. Mi emoziona fino alle lacrime il rispetto e la devozione nella semplicità con cui lei lo riceve.
Dopo il pranzo all’arca nasce un interessante dialogo con Flavio Ciucani e Tino Favazza. A me e a Domingo viene raccontata la storia dell’apparizione sotto la quercia che c’è all’arca che all’epoca era nata da poco. Un giorno erano seduti di fronte alla quercia e Giorgio dice a Luca che sotto la quercia c’era un essere. Flavio non lo vedeva e Giorgio insiste e si alza, fa un giro attorno alla quercia e guarda verso la porta di ingresso dell’arca e dice a Flavio e agli altri: “Sapete, vedo una lunga fila di macchine e molta gente che verrà in questo luogo”.
Il 2 settembre Giorgio fu stigmatizzato e l’1 di novembre si adempiva la profezia di Giorgio: molta gente arrivava alla notizia delle stigmate…
L’emozione della Vigilia di Natale, il pensiero in Cristo e il Natale si avvicinano. Non posso evitare di pensare ai miei figli. Li amo. Sono con me, sono parte di tutto. Li amo e li ringrazio profondamente di avermi permesso e compreso la mia venuta qui, in questa terra, in Italia.
Giorgio regala a tutti una foto della piccola Sonia insieme al Volto di Cristo che apparve in un albero a Montevideo (Uruguay). Ci dice che per lui è uno dei più bei segni, perché è la foto di una bambina innocente e pura che tocca l’albero dove si sta manifestando Cristo ai suoi piedi.
Più tardi ci legge un messaggio di Natale dal titolo “Morire d’amore”, … così bello, ci esorta a morire d’amore, a lasciar morire il nostro ego affinché nasca l’amore che è impreso nell’atomo creante di idrogeno.
Dopo si succedono le domande alle quali Giorgio risponde con entusiasmo e amore verso tutti… Così si conclude questa riunione della Vigilia di Natale. Mara ci invita a partecipare a casa di Giorgio alla consegna dei regali di Natale insieme a Mara, Sonia, Lorella, Sonietta, Antonella, Sonia De Marco, il suo piccolo Maurice, Emanuele, Sandra De Marco, Elisabetta Montevidoni e suo sposo Romeo, Giovanni e la sua fidanzata Barbara Drago, Aaron, figlio di Mara e la sua fidanzata Myriam, Tino Favazza, sua moglie Nena e suo figlio Simeone, Beatrice Favazza e il suo fidanzato Roberto Senigagliesi, Valeria Di Blasi, Erika, Georges e Giorgito.
Dopo averci parlato di Cristo e di cose tanto sublimi, riflette questo amore nello scambio tradizionale dei regali, donandoci il suo sorriso e la sua partecipazione. Lo osservo, è il primo ad animare, scherzare, in modo da “togliere” solennità, e lasciare esprimere ai bambini la gioia di vivere e anche la nostra. Osservando la scena, penso e sento i miei figli, che sono tanto lontani, li raggiungo con tutto il mio amore per ritornare di nuovo qui. Sono qui, a casa degli esseri che risvegliano in me un amore forte, e insieme a Giorgio che è l’essere che Dio mi ha inviato in risposta alle mie preghiere: Padre, dimmi cosa devo fare, dove devo stare. Per un istante sento quasi che sono in due luoghi contemporaneamente, che è possibile che l’anima voli, voli sempre eliminando qualunque distanza, fuori dal tempo se va dietro all’amore.
Concluso lo scambio dei regali Giorgio si reclina sul divano con lo sguardo di chi cerca in questo mondo qualcosa che appartiene ad altri mondi. Si rialza di scatto ed inizia a suonare l’organo, una melodia bellissima che io non avevo mai sentito prima. Sonia mi dice che è nuova, ancora in fase di composizione. Mi faccio trasportare dalle note, mentre qualcuno saluta prima di andare via e altri rimangono assorti come me. Sonia mi abbraccia e la tenerezza che esprime si unisce all’armonia delle note. Sono momenti in cui l’amore prende forma in questo mondo, momenti belli da custodire come nutrimento dell’anima nei tempi a venire. Penso a tutti i fratelli rimasti a Montevideo e sento che devo portare loro questo amore al mio ritorno. Elisabetta Montevidoni mi ha regalato una catenina con un cuore e mi dice che è il cuore di tutti “loro” da portare con me a Montevideo. Sono queste le parole che riesco a capire con il mio italiano in fase di apprendimento.

25 dicembre 2011
Stiamo aspettando Giorgio all’arca. Flavio parla e Tino traduce. L’argomento è San Francesco d’Assisi. Il suo nome originale era Giovanni. La gente del posto sembra non lo considerasse molto intelligente. Flavio dice che probabilmente la madre di Francesco era catara, ci spiega che i catari avevano il vangelo ma nascosto, perché era vietato. I catari predicavano il vangelo discretamente. Francesco non sarebbe stato folgorato, ma iniziato mentre si trovava in prigione.
La conversazione continua e scivola su altri temi, interviene Pier… L’opera di Giorgio sta entrando in un anno molto importante, l’ultimo della scelta. Le generazioni di cui parlava Cristo stanno per concludersi. Inoltre c’è un ciclo di cui non si parla, soltanto gli extraterrestri lo fanno, un periodo di 700.000.000 di anni si sta concludendo. Alla fine di questo periodo la Terra crescerà violentemente, fortemente per prendere un nuovo equilibrio. Ecco perché ci troviamo in una situazione unica per questa umanità. Pier dice di “approfittarne”. Aggiunge che quello che dice Giorgio sulla disponibilità è molto importante perché “i signori della fiamma” possono intervenire e darci qualunque dono abbiamo bisogno. Se noi diamo la nostra disponibilità saremo “spinti” verso l’Opera. Pier sottolinea la responsabilità della cultura occidentale, che si è disinteressata degli altri mentre a loro non è mancato niente. Gli uomini non sono abituati a sentire parlare così, o parlano solo di UFO, o solo di spiritualità... Bisogna imparare a mettere in relazione i diversi aspetti della realtà e osservare come questi si intrecciano per comporre una trama.
Mara parla della disponibilità non sottoforma di immolazione, ma nel senso proprio della disponibilità chiedendo a Dio di aiutarci a trovare il nostro cammino per effettuare un cambio.
Arriva Giorgio e inizia la riunione con la lettura di un messaggio: “Solo l’amore crea e consola”…

adriana726 dicembre 2011.
In questo giorno c’è stata la conferenza nel quartiere storico vicino all’abitazione di Mauro e Giorgio. Un luogo bello, che suscita mistero e curiosità trasportandoci in altri tempi, in altre vite. Piccole finestre, portoni di legno grosso, curve, vicoli stretti in pietra, mura alte, silenzio, ombre, quante vite, quanto tempo, quanti desideri! … Mi sorprende molto lo stato di conservazione dei mattoni che compongono le costruzioni. Il teatro Luigi Cicconi, un bellissimo teatro, molto accogliente. Quando entriamo si respira la stessa atmosfera che in Latino America prima di una conferenza. I fratelli preoccupati, assorti nei loro compiti, adoperandosi affinché ogni cosa sia perfetta. All’ingresso un banchetto con libri, dvd in modo che il pubblico porti a casa qualcosa che lo aiuti a conoscere meglio Giorgio Bongiovanni, la sua missione in questo piccolo pianeta, l’annuncio del Ritorno di Cristo, la realtà che abbiamo dei vicini nel cosmo, vicini con un’alta evoluzione spirituale, etica e tecnologica che cercano di aiutarci. La conferenza si protrae per circa quattro ore e mezza. L’esposizione di Pier precisa, collegando benissimo il fenomeno dei cerchi nel grano con l’esperienza mistica di Giorgio, con il tempo della scelta secondo le profezie maya. Più tardi Tino Favazza, con la sua voce impressionante, canta “a cappella”; lo spettacolo dei bambini che ci emoziona e ci intenerisce tutti. La testimonianza di un giovane, Riccardo La veglia, che ha visitato la mensa del Paraguay e per ultimo il brillante intervento di Giorgio, il quale ha risposto alle domande del pubblico. Le stesse sono state di confronto e molto costruttive per tutti.

adriana827 dicembre 2011
Dopo una lunga passeggiata insieme a Georges e Domingo, ci ritroviamo all’arca, conversando con Pier sugli Stati Uniti. Lui è stato lì e ci commenta le sue impressioni. Ci dice che la globalizzazione è stata inventata dagli USA per appropriarsi del capitale del mondo e se dobbiamo fare un paragone, gli USA sembrerebbero la reincarnazione di Roma.
Rimango a pensare… se analizziamo l’impulso bellico, l’impulso di conquista di questo paese che ha cercato di imporre al mondo l’idea che la democrazia sia l’unico sistema di governo possibile, di imporre che sono l’unico paese che può “giudicare” se in altri paesi del mondo vengono rispettati i diritti umani, che impone i propri organismi finanziari nel mondo, che ha imposto la sua moneta in molti paesi del mondo e che dall’altra parte non rispetta, ad esempio, il protocollo di Kioto, essendo il maggiore responsabile dell’inquinamento  ambientale nel mondo e pertanto il principale protagonista che ha contribuito al cambio climatico che costerà la vita a milioni di esseri umani in tutto il mondo. Così come fece l’Impero Romano, spinto da ambizione di potere e da una grande superbia. Nel secolo XXI, questo paese si arroga ogni diritto sul mondo e sembra commettere lo stesso errore di Roma. Tutto l’Impero finisce con il distruggere se stesso. Non sta succedendo proprio questo agli Stati Uniti?  … Secondo Pier è il peggior popolo mai visto, imbottiti di psicofarmaci, stressati, competitivi… E io aggiungerei che sono molto ingenui, perché prigionieri di quell’orgoglio e superbia che si lasciano ingannare e manipolare e non si informano veramente sulla gravità delle cose che sono di sua responsabilità e non rivendicano ai loro governanti di realizzare un cambio, anzi, li lasciano fare mentre loro corrono tutta la vita dietro al successo e al consumo. Il tipico film yanqui.
Il pomeriggio ci riuniamo nel salone-mensa, è con noi un fratello che avremo l’onore di conoscere molto profondamente a Palermo: Lorenzo Baldo.
adriana9In questa occasione Lorenzo parla a tutta l’arca spiegando il lavoro antimafia. Spiega che l’attività principale si concentra sul tema del libro che ha scritto insieme a Giorgio dal titolo “Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino”. E ci spiega anche l’importanza dell’Agenda Rossa di Borsellino che scomparve durante l’attentato che costò la vita al giudice. Non si tratta di una comune agenda in quanto potrebbe contenere dei dati importanti che potrebbero far luce sulla cosiddetta “trattativa” tra mafia e Stato. Ci racconta di una foto giunta alla redazione Antimafia di un carabiniere che subito dopo l’attentato si avvicinò all’auto e portò via la valigetta contenente l’agenda rossa. Giorgio decise di portare questa foto agli ordini competenti per fornire nuove prove utili alle indagini, invece di pubblicarla che avrebbe sicuramente aumentato il rating di Antimafia ma avrebbe rappresentato anche un avviso per le persone coinvolte. Lorenzo ci disse che gli avvenimenti trattati nel libro coincidono con le investigazioni realizzate nel corso degli anni.
C’è un altro libro “Assedio alla Toga” –che Giorgio ha regalato a Domingo a Natale - scritto da Nino Di Matteo e da Loris Mazzetti per portare la verità alla gente. Lorenzo continua dicendo che appoggiare qualcuno che dieci anni fa parlava di trattativa era molto difficile, oggi questo termine è molto comune. Molti attaccano mediaticamente i magistrati come Di Matteo o Ingroia, dicendo che loro hanno “fantasie”. Inoltre la lotta si fa difficile per i tempi di prescrizione dei delitti.
I magistrati hanno un ruolo fondamentale nell’informazione pubblica, stimolando la ricerca di valori, dello studio dei fatti. Lorenzo sostiene che anche questo è molto importante, non soltanto protestare con una manifestazione, la quale serve anche per scaricare l’emotività, ma non basta. “Ingroia non si concede un minuto per respirare, è un’anima in pena, che corre facendo una guerra… interviste, incontri, conferenze, interviste…”. Non basta scrivere articoli, dare opinioni. Inoltre ci parla del compromesso di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, nella ricerca della verità, un cammino di sacrificio. Questi uomini stanno dedicando tutta la loro vita alla ricerca della Verità, e nonostante possano essere atei, seguono un principio cristico “solo la verità vi renderà liberi”. La verità su come si intrecciano i fili tra gli uomini che ci governano, è una parte della verità che bisogna conoscere, se vogliamo eliminare la corruzione, se vogliamo almeno adottare l’atteggiamento giusto per non contribuire a questo sistema di corruzione imposto.
Successivamente prende la parola il nostro caro amico e maestro Giorgio Bongiovanni che si riallaccia al discorso iniziato da Lorenzo. Ascoltare entrambi, con la loro passione, conoscenza e amore per la vita, per la vita altrui, con la responsabilità che sentono verso le future generazioni dona a questo discorso un contenuto più che spirituale. In questo momento si sente forte l’amore per l’uomo, il desiderio che la giustizia regni, ma non vendetta verso uomini che fanno tanto male, bensì desiderio di eliminare i mali che causano tanto dolore a tanti, che è impossibile non sentire che Cristo stesso è qui con noi, che ci ascolta, ci vede, seduto in mezzo a noi.
Giorgio aggiunge che l’agenda rossa potrebbero averla dal Vaticano agli ideatori degli attentati o addirittura essere stata distrutta. Ci sono due gruppi nella questione della trattativa: uno il gruppo di uomini e donne che intervennero nella prima trattativa, e che diede origine alla Nuova Repubblica, che seguì gli attentati di Capaci e di Via D’Amelio e che è stato consentito dal governo italiano fino al giorno d’oggi. Attualmente c’è un nuovo gruppo che lavora per una nuova trattativa che permetta la continuità di uomini corrotti al servizio del potere e che membri della mafia attuale possano continuare con tutti gli affari illeciti che la mafia gestisce.
Giorgio dice che più che la mafia erano i servizi di intelligenza a conoscere il contenuto dell’agenda rossa, questo prova che lo Stato è mafia, perché i servizi di intelligenza appartengono allo Stato. Allora gli attentati sono avvenuti in complicità con lo Stato e non solo con la paternità della mafia. Se fossero scoperti gli ideologi degli attentati contro Falcone e Borsellino si darebbe origine ad un “effetto dominò”, che porterebbe la gente a credere in tutte quelle cose che oggi denunciamo e provocherebbe sicuramente effetti in Europa e più tardi negli USA e in altri luoghi.
L’incontro continua e più tardi ci colleghiamo con Montevideo, ci emozioniamo nonostante la connessione non fosse ottima. Quanto sarebbe bello trasmettere le emozioni nitidamente e non attraverso queste righe.



adriana100Seconda Parte:

28 dicembre 2011
Oggi non siamo andati all’arca, non mi sentivo molto bene e Domingo è rimasto a farmi compagnia. Trovandoci in un paese strano, dove tutti si spostano in macchina perché è difficile spostarsi in un altro modo, dove non conosciamo assolutamente niente e con un clima difficile dovuto all’intenso freddo, ho ringraziato di avere una casa così bella e accogliente come quella del nostro anfitrione in Italia. La casa di Mauro Caruso.
Oltre a goderci questa bella casa, abbiamo anche beneficiato dell’ospitalità di chi l’abita, un uomo profondo, impegnato e che ha la capacità di questionare se stesso sulle proprie azioni e pensieri, una persona riflessiva e affettuosa. Di quelle persone di cui traspare subito un mondo interiore molto ricco.
Mauro vive da solo e ci ha offerto ospitalità con gentilezza e generosità. Lavora tutto il giorno, esce molto presto la mattina, va all’arca e rimane fino a tardi a lavorare. Prima del 26, ogni fine settimana, faceva le prove con i bambini dell’arca per il piccolo spettacolino previsto per il giorno della conferenza, il 26 dicembre. Era molto nervoso e emozionato quel giorno. Ha organizzato lo spettacolo insieme a Ludovica, anche lei dell’arca, che è tutto un personaggio, sembra uscita da un film, la storia di una direttrice di cinema o qualcosa del genere. Magra, super-comica nei suoi gesti, si muove come una ballerina.

29 dicembre 2011
Oggi siamo stati tutto il giorno a casa, sembra che un virus abbia contagiato molte persone dell’arca, anche Domingo e purtroppo anche Giorgio che ha trascorso la notte senza dormire, con vomito, che a lui provoca grande sofferenza per il dolore delle stigmate.
La giornata si è presentata adatta alla riflessione in questo paese così lontano dall’Uruguay. Italia, un paese che forse tutti conoscono a mo di romanzo, come la “culla della mafia”, altri ancora come la terra che ospita il Vaticano, o come un paese del primo mondo, dove si sviluppò uno dei più famosi imperi della storia: l’Impero Romano.
Tuttavia, a noi si sta rivelando un’altra Italia, l’Italia dei miracoli, delle apparizioni mariane, terra di stigmatizzati, di contattati, con i suoi paesaggi variopinti, magnifici e malinconici, che induce a domandarci perché siamo qui. Penso ai miei figli che sono rimasti in un paese all’altro lato dell’oceano e che forse non è molto conosciuto in questo angolo del mondo. Per me sono molto di più dei miei figli, rappresentano molti giovani e bambini. Quando penso a loro penso inevitabilmente a tutti i bambini e giovani. Mi immergo nei miei pensieri e mi rendo conto che il viaggio più sublime è quello che facciamo guidati dalla mano dell’amore. Ho fatto questo viaggio per amore, amore verso un essere speciale e indefinibile come Giorgio Bongiovanni, e per amore alla causa che lui in prima persona porta avanti: Cristo. Per amore sono venuta e per amore devo tornare.
Sono grata alla vita per aver conosciuto una piccolissima parte del significato dell’amore, di quella immensa energia che è l’amore, una delle più potenti che muove tutto ciò che esiste. L’amore è il sapore dell’esistenza, l’allegrezza dell’anima, la gioia dello spirito, il movente per il sacrificio cristico.

30 dicembre 2011
Dopo pranzo all’arca, come di consueto, conversiamo con Pier, ma questa volta si aggiungono Georges, Francesca –una giovane che compiva 20 anni proprio questo giorno e che lavora per antimafia-, Monica Centofante, Riccardo La veglia la sua fidanzata Federica Leone e Aaron.
Si discute sul fatto che non è più tempo di cercare nello yoga, nella meditazione o nell’insegnamento dogmatico della Chiesa il cammino dell’evoluzione o del perfezionamento. Chi ha oggi un po’ di conoscenza e di sensibilità deve FARE. Possiamo praticare lo yoga o recitare una preghiera per stare meglio, stare in armonia con noi stessi, ma il nostro cammino è FARE, perché dopo la conoscenza che abbiamo, se pensiamo che meditare o fare yoga aiuta la nostra evoluzione siamo ipocriti. Pier dice che quando una persona è pronta, forse per il percorso evolutivo delle vite precedenti, sempre c’è qualcosa che la risveglia. Non per forza deve essere un avvistamento o un fenomeno cosiddetto spirituale; qualunque cosa ci spinga ad agire per il prossimo fa parte di questo risveglio. Abbiamo parlato molto di Eugenio Siragusa, del valore di Eugenio, un contattato che fu coerente durante i quarant’anni d’opera. Sono tanti i contattati; Billy Meier, ad esempio, diede il suo messaggio per soli 4 anni, dopo cadde in depressione, successero delle cose e i suoi seguaci si chiusero in una setta. Commentiamo con Pier che l’opera di Eugenio fu molto importante, i messaggi che riceveva non erano solo di ammonimento, ma davano la soluzione di tutti i nostri problemi. Ad Eugenio era stato annunciato che fino al 1967 gli extraterrestri avevano un piano: se il 30% dell’umanità accettava la loro presenza e assimilava le loro intenzioni di aiutare l’uomo, sarebbero discesi sulla Terra per stabilire un protettorato portando le loro soluzioni. Questo spiegherebbe i numerosi avvistamenti nei decenni 50 e 60 che miravano anche ad evitare una guerra nucleare.
Abbiamo parlato anche delle predizioni di Eugenio –lui era molto arrabbiato con l’uomo-, nel 1992 finiva il conto alla rovescia per l’umanità la quale sarebbe finita distrutta da un asteroide. Questo portò alla divisione nelle arche quando la data citata da Eugenio fu superata. Secondo Pier Eugenio diede un messaggio un po’ distorto. In realtà nel 1992 iniziò l’ultimo katun –di cui parlano le profezie maya-  che è un conto alla rovescia per l’umanità, un periodo di 20 anni che iniziò nel 1992 e finirà alla fine del 2012. Secondo le ricerche effettuate da Pier in verità nel 1992 un asteroide passò molto vicino alla Terra, forse segnando solo l’inizio del conto alla rovescia.
Un altro tema di cui abbiamo parlato spesso con Pier è come avere cura della nostra salute, il corpo deve essere in buona salute per muoversi in questa dimensione. Ci parla dell’ascorbato di potassio che è una combinazione di BICARBONATO DI POTASSIO+VITAMINA C,  che va assunto un giorno si e uno no. È una molecola scoperta da Gianfranco Valsè Pantellini. Protegge da tutte le malattie degenerative. Quando una cellula ammalata diventa cancerogena, modifica il suo modo di nutrirsi. La molecola agisce obbligando la cellula a ritornare a nutrirsi come in origine, se non riesce, la cellula muore. Poi ci parla di Clarbruno Vedruccio (cercare informazione su trimprob) un fisico inventore di un apparecchio tanto sensibile capace di scoprire il cancro due anni prima della sua comparsa, cioè quando le cellule malate iniziano a manifestarsi. Questo uomo pagò di tasca propria il brevetto perché volevano comprarglielo per nascondere la scoperta che non conveniva alle industrie farmaceutiche. Costruirne uno costa intorno ai 45.000 dollari e non produce effetti nocivi sulla persona. Abbiamo parlato anche di altre invenzioni come il motore a idrogeno che svilupparono gli inglesi ai tempi della seconda guerra mondiale. Non avendo acceso al petrolio svilupparono questi motori e li istallarono in tutte le loro macchine. Finita la guerra ritirarono tutti ai motori di questo tipo per evitare il suo proseguimento.

31 dicembre 2011
È una bella giornata di sole, un po’ fredda ma non tanto. Pranziamo all’arca e facciamo gli auguri a Erika per il suo compleanno. Aspettiamo l’arrivo di fratelli di Bari e del nord Italia. Dopo pranzo Mariela mi invita a prendere il mate –sentivo la mancanza del mate, inoltre aveva dei regali per noi. Più tardi Pier Giorgio e Fabio Maggiore ci portano insieme con Erika, Almendras, Giorgito, e Domingo a Fermo, in un certo senso la capitale della regione. Ci troviamo nella regione delle Marche e la provincia è Ascoli Piceno. Fermo si trova nella parte più alta, una zona molto bella dalla quale hai praticamente un’ampia visuale. Torniamo a casa all’imbrunire. Ci ha sorpreso che fa buio molto presto qui, praticamente alle 16:30 inizia ad imbrunire. Fuori la temperatura da 8 era scesa a 2,5 gradi e iniziava a fare veramente molto freddo.
Sono venuti oltre 100 fratelli da ogni parte d’Italia: Buia, Pordenone, ecc. Dopo cena Giorgio legge due importanti messaggi. Uno che parla del Magnificat, il cantico della Madonna all’Arcangelo Gabriele, momento in cui l’Arcangelo chiede la disponibilità di Maria di concepire Gesù. È sorprendente la conoscenza che ha della bibbia e il suo modo di interpretarla… come se si fosse trovato lì duemila anni fa.
Il secondo messaggio: “Ai miei fratelli in Cristo”, dove espressa che se potesse dare la vita per garantire la nostra unione lo farebbe e la gioia più grande sarà quando attraverso ciò ognuno di noi riuscirà a dimostrare che siamo figli del Sole. “Il tempo trascorre davanti ai miei occhi come un fiume in piena –prosegue Giorgio-. Vi posso dire che cercherò di compensare ciò che non ho fatto. Mi dispiace non aver fatto più di quello che dovevo fare. Cercherò di compensare ciò, e dare la vita per questo ideale. Mi sento un uomo felice, nonostante la mia tristezza per ciò che accade nel mondo. Ma è una scelta dell’uomo”. … Rifletto per qualche istante, è un grande compromesso per tutti coloro che amiamo e vogliono seguire questa Opera… ci rendiamo conto di chi è Gesù? Ci rendiamo conto di cosa desidera Giorgio? Le sue parole continuano a spargere saggezza per ore. Giorgio dona se stesso in corpo e anima in queste riunioni. Iniziano le domande, una dietro l’altra… Fabio Maggiore, Flavio Ciucani, Pier, tutti chiedono con spontaneità. Sorprende il fatto che persone che sanno tanto dell’opera chiedono e chiedono, anche se molte delle domande riguardano le interpretazioni bibliche e anche i messaggi.
Giorgio cerca sempre di rispondere dando il giusto insegnamento, la risposta più chiara, più esatta, cercando sempre la nostra comprensione spirituale, attraverso anche la logica, suscitando emozione e quel sentimento che porta lo spirito ad assimilare la conoscenza. Mi soffermo su una domanda di Flavio Ciucani il quale trasmette a Giorgio la sua preoccupazione pensando che aspettiamo così tanto Cristo che forse non ci rendiamo conto di quanto possa essere vicino, o quanto possa essere vicina la Sua Venuta. Giorgio risponde con una specie di chiave per non errare… “Pensate, ‘quanto amo Giorgio?’, sembra una cosa banale ma è proprio lì che trovi la concentrazione. Perché tu mi ami e io amo te. Quando non mi amerete più la concentrazione si perderà. Tutto dipende da questo. Ecco dov’è la chiave. È molto  importante quello che ho detto. Ci sono uomini che ti hanno preceduto in questa opera che non ci sono più, perché non mi amano più, come quando una coppia si separa… Tra di voi non provate lo stesso amore che sentite per me, e io lotterò fino a distruggermi se è necessario per riuscirci”.
Tutti sappiamo che questa affermazione di Giorgio è vera, forse tra alcuni di noi c’è un sentimento più forte che con altri, credo sia così in qualunque parte del mondo. Ma se dobbiamo pensare ad un esempio d’amore di cui Giorgio ci parla e che dobbiamo avere tra noi, quell’esempio è Mara, Lorella e Sonia. La forma in cui si appoggiano, si parlano, si sorridono, lavorano insieme, e l’amore che trasmettono agli altri è lo stesso amore verso Giorgio, lo stesso amore verso l’Opera.
Si passa a temi più concreti come la partecipazione di Giorgio al Congresso del Movimento Alternativa, un movimento politico creato da Giulietto Chiesa. Presente questa sera un rappresentante di detto movimento. Un’ulteriore opportunità di appoggiare quel campo di lotta per una causa giusta, dove si sviluppano valori positivi. Giorgio sottolinea: “noi non condizioniamo Giulietto e tanto meno lui condiziona noi, ma facciamo lo stesso discorso”.
La riunione continua ancora per ore e Giorgio è rilassato, ovviamente sono normali gli incontri prolungati, sono abituati, gioiscono di essere qui, della presenza di Giorgio e di questo incontro intimo. Giorgio suona una bella melodia che interrompe per il dolore delle stigmate. Continuano gli insegnamenti, le domande e anche se prende la forma di una riunione tra amici, questa è una scuola spirituale. Voglio soffermarmi su una domanda di Mara: “Qualcuno ha detto che ci hai dato la gnosi. La gnosi si riceve o si nasce predisposti?” Giorgio risponde: “Si nasce predisposti. È la conoscenza suprema la chiave per comprendere chi siamo, da dove veniamo e perché siamo qui. La gnosi è una grazia che devi guadagnarti giorno per giorno. Quando hai ricevuto la conoscenza, sei un uomo divino. Ma la conoscenza si acquisisce attraverso lo studio e l’azione. Può essere donata dallo Spirito Santo se una persona si sacrifica per il prossimo. Ma il percorso normale è quello delle molte reincarnazioni per ascendere alla quarta dimensione, la quinta, e arrivare poi alla gnosi. L’uomo ha paura perché è ignorante…”.
Durante l’incontro Maria José mi parla di Donatella, una ragazza mora, molto simpatica, con cui non abbiamo avuto la possibilità di parlare anche perché la barriera idiomatica si fa sentire e provoca una certa inibizione, ad ogni modo ci spiega che è lei che si incarica di distribuire indumenti dentro l’arca. Con la dura crisi che si vive in Europa, anche l’arca fa degli sforzi per mantenersi, più persone condividono uno stesso appartamento, si prestano le macchine, anzi, le mettono a disposizione dell’arca e dell’opera in se, si lavora alcune ore fuori e altre dentro l’arca stessa. Anche gli indumenti donati all’arca vengono distribuiti, un modo preventivo di ciascuno per risparmiare. Rifletto sul fatto che non è un compito facile, non si tratta di conoscere solo le diverse taglie, ma anche i gusti di ciascuno. Penso ci voglia molto amore e dedizione. Forse un compito che non trascende, come questa cronaca, ma un compito fondamentale che richiede una buona conoscenza del fratello e ammiro realmente quello che fa questa ragazza. Ci sono tanti altri compiti anonimi che si svolgono dentro l’arca, come la cura dell’orto di cui si occupa Franchino, il quale vive a circa ottanta km dall’arca e viene tutti i fine settimana per occuparsi del bellissimo orto, che produce una parte degli alimenti che consumano a pranzo tutti i giorni all’arca.
Ho trascorso qualche pomeriggio anche accanto a Valeria Di Blasi mentre si prendeva cura dei bambini dell’arca. I bambini non sono mai da soli, c’è sempre un adulto con loro. Il primo pomeriggio che siamo state insieme praticamente abbiamo comunicato solo con sorrisi e gesti e tramite i bambini, tra i quali si trovava Giorgito che viveva la sua esperienza insieme ai bambini italiani. Valeria è una persona riservata, con dei bellissimi occhi neri, grandi, profondi e un bellissimo sorriso. È una persona che si relaziona con ogni bambino secondo la propria personalità. L’ho vista giocare con un gioco di società per ore con una bambina, o ad un gioco di ballo con quelli più irrequieti, e offrire loro la merenda. Ci sono altre mamme che l’accompagnano in questo compito.
Questa lunga riunione è finita alle tre del mattino.

1 gennaio 2012
Giorgio prende il libro “l’imitazione di Cristo” e offre a coloro che vogliono chiedere qualcosa a Cristo di farlo con il libro nelle mani, concentrandosi un attimo e aprendo una pagina spontaneamente per avere la risposta. Dice che attraverso questo libro Cristo parla o ti obbliga a tirare fuori quello che hai nel cuore. Alcuni fratelli prendono il libro uno dopo l’altro. A volte è Giorgio ad offrire il libro a qualcuno in particolare. Mi sorprendo quando il libro arriva a Lorenzo Baldo, non ricordo esattamente il brano che legge, ma il commento di Giorgio sì: “Eh sì! Cosa può dire a te Cristo, se sei un puro”? Non avevamo ancora avuto modo di conoscere Lorenzo personalmente, era un altro regalo che Giorgio ci aveva preparato. Sapevamo solo che è uno dei principali colleghi dell’Antimafia di Giorgio, conoscevamo qualcosa delle sue attività attraverso le cronache e il suo ampio e sincero sorriso nel salutarci. Come lui anche Maria Loi, sua moglie, sono due esseri luminosi, dai grandi sorrisi. Lorenzo è di quelle persone che esprime amicizia attraverso un saluto, una di quelle persone che ti colpiscono. Non potevamo ancora immaginare l’esperienza indimenticabile che ci aspettava a Palermo insieme a lui.
Antonella chiede a Giorgio di raccontare il suo incontro con Gesù tanti anni fa a Porto Sant’Elpidio: “Io avevo già avuto esperienze, non avevo ancora le stigmate. Era l’anno 86-87, mi trovavo al lungomare e vedo un uomo con i capelli lunghi, barba, vestito come un indiano, pantalone, gilet e scarpe. Io ero in macchina, andavo piano. Lo guardo e lo supero di circa duecento metri e sento come se qualcuno volesse risucchiarmi, allora torno indietro. Ero una persona di fede, ma molto razionale. Quando mi saluta, dalla voce, Lo riconosco. Ho scritto qualcosa che mi ha detto per i fratelli di quel periodo. Non era la prima volta che lo incontravo. Mi ha annunciato cose che si sono avverate in questi vent’anni. Non ricordo quante volte io l’abbia visto, è come chiedermi quante volte ho incontrato Sonietta. Non lo so perché vivo con lei. Sento che più che incontralo, io vivo, convivo con Lui”.
All’arca di Sant’Elpidio a Mare si trova una porta dimensionale, dove è stata collocata una piccola madonnina dentro un altarino in pietra, di circa 80 cm. di altezza sotto un’ alta e bellissima quercia.
In proposito Giorgio spiega che questa può farci sentire sensazioni, amplificare la capacità di incontrare gli esseri del Cielo o aumentare la capacità intellettiva, ecc., ma dice anche che il valore veramente fondamentale è la capacità di donarsi al prossimo. “Il prezzo da pagare è annullarsi completamente. Io sono disposto a lasciare tutto, persino la bambina che è il diamante della famiglia. Voglio solo la felicità delle persone che amo, la mia non mi interessa. Per questo motivo il Dio Solare viene e mi parla. È chiaro che se mi regalano amore, devo ringraziare. Attraverso molte persone che mi donano amore io so che è Lui che mi sta ricompensando. Ad esempio i miei figli sono un regalo dello Spirito Santo, i fratelli che ho sono un regalo dello Spirito Santo, perché non potrei fare ciò che faccio senza di voi”.
Le domande si succedono una dietro l’altra, come l’acqua di una cascata e Giorgio più tardi, parlando di una possibile persecuzione nei suoi confronti, ci dice che gli esseri che lo contattano gli hanno detto: “Noi ti proteggiamo da tutto, ma non possiamo proteggerti dai tuoi fratelli e da te stesso. Solo nel caso in cui il tradimento di chi ti ama possa mettere in pericolo l’Opera, allora interveniamo. Se ti tradiscono non possiamo fare niente... Loro non possono andare contro l’Opera di Cristo che comporta la passione di Cristo, il tradimento di Cristo, la persecuzione. E’ parte del mistero dell’Opera di Cristo. Se c’è un tradimento devo accettarlo e viverlo come lo ha vissuto Cristo. Per questo motivo vi parlo sempre del vittimismo, il vittimismo porta al tradimento, prima verso voi stessi e poi verso l’Opera. Io ho bisogno di guerrieri e non di vittime”. “Gli extraterrestri mi hanno detto che nelle arche si infiltreranno o si sono infiltrati personaggi dei servizi di intelligenza, anzi, non nelle arche, ma attorno alle stesse. Non nell’intimità come oggi”.
Un’altra domanda riguarda i motivi della venuta di Cristo sulla Terra in quel determinato momento della nostra storia: “Ci sono migliaia di motivi. La causa principale è che l’umanità si trovava, allora come oggi, ad un incrocio. L’umanità non è nata tremila anni prima di Cristo, come ci dicono, ma centinaia di migliaia di anni prima e si trovava in un punto cruciale, dove poteva intraprendere un cammino positivo, c’erano tutti i presupposti. Se avessero accettato Gesù per effetto dominò, sarebbe cambiato tutto. Il popolo di Israele aveva una genetica forte e se lo avessero accettato avrebbero portato l’umanità ad una grande evoluzione. Lo dimostra il fatto che è avvenuto il contrario. Di fatto il cristianesimo conquistò perfino i romani, ma l’effetto dominò fu al contrario”.
… Giorgio suona una musica in sintonia con il paesaggio del posto, salite, discese, attese, verdi chiaro e scuro, ma con l’ansia del viaggiatore che desidera arrivare alla fine del viaggio. Si rifugia nella sua musica e ce la regala, tutto allo stesso tempo. Le note suonano e suonano… Anche io sento il desiderio di correre fino alla fine del viaggio. Ma dov’è? Qual’è?  Perché questo bisogno di correre? Che mondo è questo, Dio? Che mondo è?
… Giorgio: “Siamo stati un po’ di giorni insieme. Non so quante altre volte potremo farlo. Custodiamo questi momenti dentro il nostro cuore e ci daranno forza per affrontare le battaglie”.
In un certo momento Giorgio ci dice che dobbiamo ringraziare le donne se ancora siamo vivi nel pianeta. “Ho un rispetto sacro per la donna”, ci dice. “È la verità, gli uomini hanno perso la battaglia. Gli uomini come me, che gridano, sono un’eccezione. È una prova che l’uomo ha fallito, altrimenti sarebbero molti di più. L’uomo ha perso tutte le battaglie spirituali, abbiamo perso la dignità, la forza, i valori del Tao. Gli uomini dovrebbero essere più umili. Esalto gli uomini delle arche, perché considero che loro sono uomini veri. Ma l’uomo ha fallito la sua missione”. Rispondendo ad un’altra domanda dice che Gesù Cristo si è manifestato in altre incarnazioni cristiche tramite Krishna, Buddha, Confucio, ma l’essere cristico più elevato è Gesù Cristo.
Nonostante il passare delle ore le domande continuano su temi diversi: “Il gruppo Bilderberg è uno strumento del potere mondiale, ma è frequentato da personalità dell’occidente. E in Oriente?”. Giorgio risponde: “Il gruppo Bilderberg è un gruppo di rappresentanti di potenti che si incontrano tra loro e pianificano gli eventi. La Cina è un potere centrale insieme alla Russia, sono la contrapposizione del gruppo Bilderberg e negoziano tra loro. Russia e Cina non attaccheranno, si difenderanno. La Russia può garantire le risorse ai suoi abitanti, garantisce protezione alla Cina che a sua volta garantisce le risorse alla Russia. La strategia è attaccare la Russia e la Cina tra il 2017 e il 2020, anche loro concordano sul fatto che pochi ricchi si devono salvare. Ma la Russia si è ribellata contro l’Europa e questo fa si che si realizzi la profezia di Fatima.”
Questa riunione si conclude con l’annuncio di Giorgio che porterà i suoi amici sudamericani, cioè noi, alla montagna sacra, l’Etna, e a Palermo. Salutiamo alcuni fratelli che devono fare ritorno a Pordenone. Tra loro Sandra De Marco, Mara Della Coletta e Valter, suo sposo. Tre abbracci molto sentiti. Non ci rivedremo più. Nonostante la difficoltà della lingua, gli sguardi parlano e anche i gesti del corpo. In questi giorni Sandra si è seduta vicino a noi e abbiamo condiviso piccole e grandi cose. Anche cose di Maurice, suo nipotino, dolce e molto vivace. Mara Della Colletta ha un volto un po’ da bambina, di una persona pronta ad ascoltare, simpatica, come lo è anche Valter. Di ritorno a casa ci soffermiamo a parlare un momento con Mauro Caruso, nostro anfitrione e così come hanno fatto altri fratelli, ci racconta come ha conosciuto Giorgio e come è entrato a far parte dell’Opera. Lui aveva un gruppo di amici con i quali condivideva la lettura del vangelo. Un giorno, anni fa, vide Giorgio in televisione e uno dei suoi amici, stranamente, sapeva come metterlo in contatto con Giorgio. È così che lo incontra e vede il modo di lavorare nell’arca, dove la disponibilità a condividere tutto, a mettere da parte se stesso, è un modo di realizzare i valori cristici.

2 gennaio 2012
Giorgio deve ripartire nuovamente per due o tre giorni. Pomeriggio usciamo con Georges e durante la passeggiata ci racconta la storia di come Giorgio è salito sul Cerro Pan de Azúcar, a Piriápolis, Uruguay. Era venuto in Uruguay per un incontro con i piloti della forza aerea sul fenomeno UFO. Quando stava per salutare il comandante Raul Risso, gli disse che gli sarebbe piaciuto molto salire sul Cerro, precisamente sulla croce costruita sulla cima. Il comandante rispose che ci avrebbe pensato. Più tardi chiamano Giorgio dicendogli di presentarsi ai piedi del Cerro, dove avrebbe trovato un elicottero ad aspettarlo. Una storia interessante che non conoscevo.
Di ritorno all’arca, come d’abitudine, Pier trasforma il dopo pranzo in una piccola lezione. Mi sorprende quando dice che Giorgio ha visto tutto, i cospiratori, i volti di coloro che si riuniscono in segreto e forse anche il volto di chi lo tradirà. Pensare a tutte quelle cose che Giorgio vive giorno dopo giorno, lascia senza parole, commuove profondamente. Le conferenze, le interviste, i viaggi, gli incontri interminabili, i problemi che riguardano il finanziamento dell’opera, l’itinerario e la comodità delle persone che viaggiano, le ricerche antimafia, l’appoggio ai giudici, il dolore delle stigmate, le delusioni… il faro della sua vita le visioni di Cristo e della Madre e la compagnia dei fratelli del Cielo e dei suoi fratelli sulla Terra.
Anche Pier ci racconta qualcosa della sua vita personale, sorprendente per la decisione che ha preso di dedicare la sua vita all’opera. Lui era macchinista ferroviario, una professione che in Italia ti permette di vivere comodamente, un futuro “assicurato”, come diciamo a volte. E per viaggiare insieme a Giorgio, studiare, fare ricerche, decise di lasciarlo –una scelta che spesso si fa all’interno dell’Opera- senza l’approvazione dei genitori che all’inizio erano restii a crederci. Ma Pier spiega bene che pur non possedendo niente questo non gli ha impedito di viaggiare per diffondere il messaggio. Da questo punto di vista lui si sente ricco, perché ha dedicato la vita a ciò che realmente ama.

3 gennaio 2012
Le conversazioni con Pier sono costanti e portano sempre qualcosa di interessante, qualche nuova scoperta. In quest’occasione ci parla di una strana e antica civiltà dell’isola della Sardegna dove è nato. La sua lingua originale è anche molto antica e si dice che questa antica civiltà, i Nuraghi, potrebbe essere appartenuta ad Atlantide.
Parliamo anche di Davide Lazzaretti, vissuto nel 1800. Secondo quanto ci dice Pier, sarebbe una vita precedente di Giorgio. Era uno stigmatizzato ma ne possedeva solo una in fronte a forma di “H”, come l’atomo di idrogeno. Fu un grande rivoluzionario del mondo contadino. Visse in Toscana. Questo uomo credeva che il Ritorno di Cristo sarebbe stato allora. In un dato momento si chiuse in una grotta per chiedere delle risposte. Quando uscì decise di organizzare una manifestazione del proletariato nonostante avesse ricevuto molte minacce e alla fine venne ucciso. La sua vita fu simile a quella di Giorgio. Ma a lui non piace molto parlare di quella vita, rimase molto deluso e soffrì molto, realmente credeva che Cristo sarebbe tornato in quel periodo.
Per ultimo abbiamo parlato dell’inventore e scienziato Nicola Tesla, il quale creò, tra altre cose, il sistema di Corrente Alternata. Tesla inventò un sistema grazie al quale era possibile portare l’energia nelle case senza cavi. Il suo finanziatore decise di non finanziare la scoperta perché la gente non avrebbe più dipeso da lui per i cavi. Inoltre l’FBI, dopo la sua morte, sequestrò i suoi progetti e li nascose al mondo. Così è avvenuto per molti altri scienziati che realmente lavoravano in progetti per il benessere sociale prima che per soddisfare un interesse economico o di lucro di qualche potente.

 adriana104 gennaio 2012
Partiamo molto presto Domingo, Erika, Georges, Giorgito e io, accompagnati da Pier. Destinazione San Giovanni Rotondo, dove Padre Pio svolse la sua opera. Una giornata molto fredda ma l’idea di conoscere questo luogo ci emozionava. L’Italia continuava a sorprenderci, culla di tanti stigmatizzati.
Il viaggio dura diverse ore tra colline e montagne, con un paesaggio caratteristico di questa regione costellato da piccoli paesini e nei punti più alti i caratteristici “quartieri storici”. Il paesaggio varia, il terreno diventa pianeggiante e arrivando a San Giovanni Rotondo nuovamente si eleva. Visitiamo per prima la piccola chiesa dove Padre Pio impartiva la messa. Emozionati rimaniamo a lungo dentro. Si sente la sua energia lì dentro, tutto il resto è impregnato dall’energia delle costruzioni della chiesa e dell’infrastruttura turistica, che sembrano voler appropriarsi di Padre Pio, alcuni per guadagnare la fede dei fedeli, altri per guadagnare economicamente. Abbiamo fatto un lungo percorso perché accanto a questa piccola chiesa se ne erige un’altra veramente immensa. Un percorso lungo nel quale foto e scritte raccontano la vita del Padre. Mi colpisce profondamente la stanza che custodisce gli oggetti personali di Padre Pio che possiamo apprezzare attraverso un vetro.
Vediamo anche l’enorme ospedale che fece costruire, nello sfondo una bellissima montagna, per alleviare la sofferenza delle tante vittime di guerra.
Al momento di partire, Domingo mi indica un piccolo albero di fronte alla vecchia chiesa. Ricordo che dentro la stessa c’era un’iscrizione sotto una foto che menzionava un albero dove la gente riposava in attesa di essere ricevuti dal Padre, o anche dopo averlo incontrato. Forse non si tratta dello stesso albero, ma si trova nello stesso punto. È pieno di uccellini e mi fermo un attimo sentendo che lì c’è una parte dell’anima di Padre Pio, della sua lotta per le anime che cercavano di riscattarsi dal dolore del mondo. I tanti uccellini sembrano rappresentare le anime che attendevano il Padre. Possono percepirlo solo le persone che non cercano la maestosità, ma soltanto la verità e l’amore che questa racchiude.

adriana115 gennaio 2012
Pochi minuti dopo il nostro arrivo all’arca, Georges Almendras intervista Pier Giorgio per il programma che Radio Sarandí trasmette ogni sabato da Montevideo (Uruguay). È emozionante vedere come l’opera si confeziona, si compone grazie ai piccoli pezzi che ogni fratello aggiunge per dimostrarle il suo amore. Il tema è il 2012. Georges parla di una recente notizia che dice che il governo argentino istruirà misure di prevenzione per i cittadini in caso di disastro naturale. Pier cita una notizia simile del 2008 in cui la NASA dava istruzioni ai suoi funzionari così che in caso di disastro naturale o di azioni di terrorismo sapessero dove andare con le loro famiglie, per essere aiutati.
L’uomo è incredibile, sa di trovarsi al bordo di un precipizio ma invece di cercare di non cadere, e tornare indietro sui suoi passi, si gode lo spettacolo cercando di attenuare solamente la caduta. Non so come qualificare questo atteggiamento, innocenza? Stupidità?

 
adriana126 gennaio 2012
L’ultima tappa prima di proseguire il nostro viaggio in Sicilia è Assisi, dove Francesco d’Assisi svolse la sua opera. Ci hanno accompagnato Pier Giorgio e Fabio Maggiore. Abbiamo visto il primo luogo dove San Francesco e i suoi compagni si riunivano, il Santuario Francescano di Rivotorto.
Una piccola costruzione in pietra, anche essa all’interno di una chiesa imponente. Personalmente avrei preferito trovare la costruzione circondata dalla natura, in modo da andare indietro nel tempo e immaginare la realtà che visse San Francesco. Ma è impossibile, l’imponenza delle costruzioni sovrasta, sembra quasi seppellisca questa piccola ma importantissima costruzione. Mi chiedo cosa direbbe San Francesco se vedesse tutte queste costruzioni, cosa sentirebbe. Non c’è collegamento tra l’esortazione francescana di spogliarsi da ogni bene materiale per incontrare Dio e questi monumenti costruiti dalla Chiesa. Lo stesso sentimento mi assale quando visitiamo la Porziuncola, un’altra piccola costruzione dove San Francesco si trasferì nella previsione che sarebbero arrivati altri membri, per avere più spazio. Osservo dall’esterno, assorta, un sentimento di rispetto mi avvolge, mi emoziono, quasi non voglio entrare… non posso evitare la contrarietà che scuote la mia anima nel vedere l’imponenza delle costruzioni, in onore di San Francesco, seppellire il messaggio di umiltà, di connessione con Dio nella semplicità, nell’austerità. Ma dopo abbiamo visitato un posto che ci ha conquistato, l’Eremo di San Francesco. Ci spiegano che Francesco veniva qui a meditare, a stare in armonia con la natura, parlare con Dio. Un luogo di incanto sui pendii della montagna, in un bosco di una bellezza che ti invita a restare lì, dove la natura prevale sulle costruzioni. Vi è anche una statua di Francesco sdraiato a terra con lo sguardo rivolto al cielo.

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Ancora una riunione con Giorgio ad Arca 3 insieme a tanti fratelli d’Italia. Una delle prime domande viene da Sonia Alea: “quale atteggiamento dobbiamo adottare verso i giovani e i bambini che vanno a scuola e che sono sotto la pressione sociale e culturale che viviamo”? Giorgio risponde rivolgendosi ai giovani presenti: “Dovete amarvi, non dovete essere deboli, se fate qualcosa di sbagliato, ditelo. Siate altruisti, non dovete vergognarvi per il messaggio che portate, perché è lo stesso che vergognarvi della vostra famiglia. Non mentite, difendete la verità. Io alla vostra età difendevo già la verità, anche se ero da solo. Ma sempre c’era qualcuno che mi appoggiava”.
Poi, rivolgendosi ai genitori: “Bisogna educare i bambini con uno spirito di sacrificio”… “Se c’è un pericolo fisico o può essere compromessa la loro stabilità spirituale il no deve essere no. Se invece non è questa la situazione io concedo ampia libertà… Dobbiamo fare attenzione e conoscere le persone che frequentano. Ma se a loro piace una musica, uno sport, anche se a me non piace non posso dire no. A mio figlio Giovanni, che ha 26 anni, io dico no quando riguarda la sua sicurezza. La chiave di tutto questo per me è una: Perché ci sono i nostri figli? Cosa sono venuti a fare? … Io ho visto il futuro dei miei figli e devo guidarli anche “facendo loro la guerra”. Ma questo è personale. Sono convinto che i nostri figli, se si sono incontrati e sono qui, è perché hanno un programma da svolgere e se vanno via deviano il loro cammino. Se si allontanano da quello che stanno facendo si perdono. Forse i nostri figli non sarebbero mai nati se noi non avessimo avuto questa missione. Non so se la responsabilità di quelli che se ne sono andati è dei genitori o dei figli. … Non possiamo imporre le nostre idee ma dobbiamo dirle. Se i nostri figli sono minorenni, dobbiamo dirle con fermezza. Non è un delitto non credere in Cristo. L’importante è che non commettano delitti. Se poi siamo coerenti dobbiamo essere tranquilli. Se diamo l’esempio, prima o poi ritornano”.

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Su come sensibilizzare i giovani riguardo l’opera: “Con apertura, se vedono interesse allora approfondiscono. Non insistete con i giovani che vi ridono in faccia. Adesso sono gli extraterrestri a mandarmi la gente, prima ero io che dovevo andarli a cercare uno per uno. Adesso alle conferenze vengono in 300 perché devono venire. Se qualcuno non è il benvenuto, gli extraterrestri non gli permettono di partecipare. Dobbiamo essere come bambini, spontanei. Non possiamo dire condividi, devi essere buono, se invece noi ci comportiamo da egoisti. L’adulto fa sempre le cose per interesse, o quasi sempre… Il male vuole portarci via i nostri figli, è deciso a farlo… Quando vediamo giovani interessati alla ricerca della verità dobbiamo attirarli verso noi”.
Il problema, secondo gli extraterrestri, è che questa società non ha un futuro. I giovani, ma anche noi, siamo due generazioni nate con una genetica non di questo mondo. I valori della giustizia non sono di questo mondo. Quando arriverà Cristo ci giudicherà dalle azioni, ma anche dai valori che non abbiamo trasmesso alla società. I giovani degli anni 60-65 non sono di questo mondo. Non ci sarà perdonato l’aver fatto fallire la generazione venuta dal cosmo. Il giudizio non sarà tanto per i giovani di oggi, ma per coloro che introdussero “la droga”, la musica infernale, perché quei giovani volevano cambiare il mondo. Offrirono loro solo macchine, droga…, se sono nelle mani di Satana è perché i potenti hanno fatto crollare tutti gli ideali, hanno fatto cadere le grandi proteste. Dobbiamo dare ai giovani una risposta con i valori. Per questo motivo i giovani si avvicinano a noi, perché vedono un punto di riferimento. Ai giovani qui presenti dico che hanno una fortuna immensa di essere qui”.
Rispondendo ad una domanda su come alchimizzare l’avvelenamento del corpo,   Giorgio tocca un tema di cui parla spesso, ma sempre con una sfumatura differente per aiutarci a raggiungere un obiettivo, cioè l’unione spirituale.
“… Noi dobbiamo unirci prima nello spirito. E’ come se Gesù mi avesse dato uno strumento per misurare la nostra unione, quando vedo attraverso di esso che la nostra unione è forte,  che ci sentiamo come una sola famiglia, allora possiamo occuparci di più del nostro corpo. Il mio maestro Eugenio ci diede istruzioni sulla cura del corpo, ma solo quando vedrò l’unione spirituale almeno al cinquanta per cento potremo utilizzare quelle istruzioni. In passato mi sembrava di  vedere un deserto, adesso siamo sulla buona strada. Nel frattempo risvegliamo le anime e uniamoci nello spirito. Se svolgi il tuo lavoro, ad esempio in antimafia, fai come faccio io a Palermo, non resto da solo, cerco tutti. Faccio finta di essere ignorante, chiedo sempre. Se hai gioia nel fare il tuo lavoro e stare insieme agli altri, quello si chiama unione spirituale. La gioia di stare insieme, discutere e poi abbracciarsi, cercare il fratello per lavorare insieme, affrontare le difficoltà. Se mi porti un lavoro fatto bene, ma per farlo hai messo da parte  i tuoi fratelli, anche se i tuoi sono dei buoni articoli io li cestinerò. Organizzare eventi senza fanatismo, senza stress, collaborando tutti insieme. Io devo dare tutti gli elementi per unirsi. Quando c’era poco lavoro da fare, c’erano tante discussioni. Quando abbiamo iniziato a lavorare a favore della causa, siamo migliorati. Ma dire che siamo al cento per cento è molto arrogante. La mia missione mi impone di risvegliare anime e tutto il denaro che viene donato lo utilizzo per questo scopo. Quando Dio mi dirà “stai in silenzio” sarà perché non sarò più qui. Se non ci sarò io dovrete farlo voi, non tacete mai, bisogna annunciare la Venuta di Gesù.
Al Nuovo Regno non vanno persone buone, ne giuste, vanno persone che hanno dato la vita per il prossimo. Per questo dico che sono pochi, sette milioni oltre i bambini. Per questo io voglio dare la vita, perché altrimenti non entro. Questo non significa che ti devono ammazzare, ma che la vita materiale per te non conta niente e che hai lavorato tutta la vita per una giusta causa. Se dici la verità, ma vuoi anche assicurarti un futuro non entrerai! Far parte del Nuovo Regno significa dare la vita. Se abbiamo dei beni dobbiamo lasciare che siano a disposizione dell’Opera, non sono tuoi, ma dell’Opera. Questo discorso non entra nel cuore della gente. Forse non tutti credono nel ritorno di Cristo”.

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Questa sera è stata la “despedida” di tutti i fratelli di Sant’Elpidio a Mare e come sempre non è facile salutarsi quando uno sente che è lì dove vorrebbe rimanere e continuare la propria vita, se non fosse che si trova a farlo in un altro paese tanto lontano. Ma ricordo le parole con cui mi ha salutato Fabio Maggiore: “A presto, in un’altra vita un giorno ci rincontreremo”. Questo mi fa pensare che il dispiacere degli addii ci fa  valorizzare l’amore. C’è sempre la possibilità di rincontrarci in qualche posto se siamo uniti dall’amore. Questa è la magia, questa è la grandezza della creazione. Ancora una volta, grazie a tutti.

Montevideo, 20 settembre 2012
Adriana Navarro
Collaboratore e correttore: Domingo Silva