Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Italiano Español English Português Dutch Српски
testa sito 2024

Indice articoli


adriana100Seconda Parte:

28 dicembre 2011
Oggi non siamo andati all’arca, non mi sentivo molto bene e Domingo è rimasto a farmi compagnia. Trovandoci in un paese strano, dove tutti si spostano in macchina perché è difficile spostarsi in un altro modo, dove non conosciamo assolutamente niente e con un clima difficile dovuto all’intenso freddo, ho ringraziato di avere una casa così bella e accogliente come quella del nostro anfitrione in Italia. La casa di Mauro Caruso.
Oltre a goderci questa bella casa, abbiamo anche beneficiato dell’ospitalità di chi l’abita, un uomo profondo, impegnato e che ha la capacità di questionare se stesso sulle proprie azioni e pensieri, una persona riflessiva e affettuosa. Di quelle persone di cui traspare subito un mondo interiore molto ricco.
Mauro vive da solo e ci ha offerto ospitalità con gentilezza e generosità. Lavora tutto il giorno, esce molto presto la mattina, va all’arca e rimane fino a tardi a lavorare. Prima del 26, ogni fine settimana, faceva le prove con i bambini dell’arca per il piccolo spettacolino previsto per il giorno della conferenza, il 26 dicembre. Era molto nervoso e emozionato quel giorno. Ha organizzato lo spettacolo insieme a Ludovica, anche lei dell’arca, che è tutto un personaggio, sembra uscita da un film, la storia di una direttrice di cinema o qualcosa del genere. Magra, super-comica nei suoi gesti, si muove come una ballerina.

29 dicembre 2011
Oggi siamo stati tutto il giorno a casa, sembra che un virus abbia contagiato molte persone dell’arca, anche Domingo e purtroppo anche Giorgio che ha trascorso la notte senza dormire, con vomito, che a lui provoca grande sofferenza per il dolore delle stigmate.
La giornata si è presentata adatta alla riflessione in questo paese così lontano dall’Uruguay. Italia, un paese che forse tutti conoscono a mo di romanzo, come la “culla della mafia”, altri ancora come la terra che ospita il Vaticano, o come un paese del primo mondo, dove si sviluppò uno dei più famosi imperi della storia: l’Impero Romano.
Tuttavia, a noi si sta rivelando un’altra Italia, l’Italia dei miracoli, delle apparizioni mariane, terra di stigmatizzati, di contattati, con i suoi paesaggi variopinti, magnifici e malinconici, che induce a domandarci perché siamo qui. Penso ai miei figli che sono rimasti in un paese all’altro lato dell’oceano e che forse non è molto conosciuto in questo angolo del mondo. Per me sono molto di più dei miei figli, rappresentano molti giovani e bambini. Quando penso a loro penso inevitabilmente a tutti i bambini e giovani. Mi immergo nei miei pensieri e mi rendo conto che il viaggio più sublime è quello che facciamo guidati dalla mano dell’amore. Ho fatto questo viaggio per amore, amore verso un essere speciale e indefinibile come Giorgio Bongiovanni, e per amore alla causa che lui in prima persona porta avanti: Cristo. Per amore sono venuta e per amore devo tornare.
Sono grata alla vita per aver conosciuto una piccolissima parte del significato dell’amore, di quella immensa energia che è l’amore, una delle più potenti che muove tutto ciò che esiste. L’amore è il sapore dell’esistenza, l’allegrezza dell’anima, la gioia dello spirito, il movente per il sacrificio cristico.

30 dicembre 2011
Dopo pranzo all’arca, come di consueto, conversiamo con Pier, ma questa volta si aggiungono Georges, Francesca –una giovane che compiva 20 anni proprio questo giorno e che lavora per antimafia-, Monica Centofante, Riccardo La veglia la sua fidanzata Federica Leone e Aaron.
Si discute sul fatto che non è più tempo di cercare nello yoga, nella meditazione o nell’insegnamento dogmatico della Chiesa il cammino dell’evoluzione o del perfezionamento. Chi ha oggi un po’ di conoscenza e di sensibilità deve FARE. Possiamo praticare lo yoga o recitare una preghiera per stare meglio, stare in armonia con noi stessi, ma il nostro cammino è FARE, perché dopo la conoscenza che abbiamo, se pensiamo che meditare o fare yoga aiuta la nostra evoluzione siamo ipocriti. Pier dice che quando una persona è pronta, forse per il percorso evolutivo delle vite precedenti, sempre c’è qualcosa che la risveglia. Non per forza deve essere un avvistamento o un fenomeno cosiddetto spirituale; qualunque cosa ci spinga ad agire per il prossimo fa parte di questo risveglio. Abbiamo parlato molto di Eugenio Siragusa, del valore di Eugenio, un contattato che fu coerente durante i quarant’anni d’opera. Sono tanti i contattati; Billy Meier, ad esempio, diede il suo messaggio per soli 4 anni, dopo cadde in depressione, successero delle cose e i suoi seguaci si chiusero in una setta. Commentiamo con Pier che l’opera di Eugenio fu molto importante, i messaggi che riceveva non erano solo di ammonimento, ma davano la soluzione di tutti i nostri problemi. Ad Eugenio era stato annunciato che fino al 1967 gli extraterrestri avevano un piano: se il 30% dell’umanità accettava la loro presenza e assimilava le loro intenzioni di aiutare l’uomo, sarebbero discesi sulla Terra per stabilire un protettorato portando le loro soluzioni. Questo spiegherebbe i numerosi avvistamenti nei decenni 50 e 60 che miravano anche ad evitare una guerra nucleare.
Abbiamo parlato anche delle predizioni di Eugenio –lui era molto arrabbiato con l’uomo-, nel 1992 finiva il conto alla rovescia per l’umanità la quale sarebbe finita distrutta da un asteroide. Questo portò alla divisione nelle arche quando la data citata da Eugenio fu superata. Secondo Pier Eugenio diede un messaggio un po’ distorto. In realtà nel 1992 iniziò l’ultimo katun –di cui parlano le profezie maya-  che è un conto alla rovescia per l’umanità, un periodo di 20 anni che iniziò nel 1992 e finirà alla fine del 2012. Secondo le ricerche effettuate da Pier in verità nel 1992 un asteroide passò molto vicino alla Terra, forse segnando solo l’inizio del conto alla rovescia.
Un altro tema di cui abbiamo parlato spesso con Pier è come avere cura della nostra salute, il corpo deve essere in buona salute per muoversi in questa dimensione. Ci parla dell’ascorbato di potassio che è una combinazione di BICARBONATO DI POTASSIO+VITAMINA C,  che va assunto un giorno si e uno no. È una molecola scoperta da Gianfranco Valsè Pantellini. Protegge da tutte le malattie degenerative. Quando una cellula ammalata diventa cancerogena, modifica il suo modo di nutrirsi. La molecola agisce obbligando la cellula a ritornare a nutrirsi come in origine, se non riesce, la cellula muore. Poi ci parla di Clarbruno Vedruccio (cercare informazione su trimprob) un fisico inventore di un apparecchio tanto sensibile capace di scoprire il cancro due anni prima della sua comparsa, cioè quando le cellule malate iniziano a manifestarsi. Questo uomo pagò di tasca propria il brevetto perché volevano comprarglielo per nascondere la scoperta che non conveniva alle industrie farmaceutiche. Costruirne uno costa intorno ai 45.000 dollari e non produce effetti nocivi sulla persona. Abbiamo parlato anche di altre invenzioni come il motore a idrogeno che svilupparono gli inglesi ai tempi della seconda guerra mondiale. Non avendo acceso al petrolio svilupparono questi motori e li istallarono in tutte le loro macchine. Finita la guerra ritirarono tutti ai motori di questo tipo per evitare il suo proseguimento.

31 dicembre 2011
È una bella giornata di sole, un po’ fredda ma non tanto. Pranziamo all’arca e facciamo gli auguri a Erika per il suo compleanno. Aspettiamo l’arrivo di fratelli di Bari e del nord Italia. Dopo pranzo Mariela mi invita a prendere il mate –sentivo la mancanza del mate, inoltre aveva dei regali per noi. Più tardi Pier Giorgio e Fabio Maggiore ci portano insieme con Erika, Almendras, Giorgito, e Domingo a Fermo, in un certo senso la capitale della regione. Ci troviamo nella regione delle Marche e la provincia è Ascoli Piceno. Fermo si trova nella parte più alta, una zona molto bella dalla quale hai praticamente un’ampia visuale. Torniamo a casa all’imbrunire. Ci ha sorpreso che fa buio molto presto qui, praticamente alle 16:30 inizia ad imbrunire. Fuori la temperatura da 8 era scesa a 2,5 gradi e iniziava a fare veramente molto freddo.
Sono venuti oltre 100 fratelli da ogni parte d’Italia: Buia, Pordenone, ecc. Dopo cena Giorgio legge due importanti messaggi. Uno che parla del Magnificat, il cantico della Madonna all’Arcangelo Gabriele, momento in cui l’Arcangelo chiede la disponibilità di Maria di concepire Gesù. È sorprendente la conoscenza che ha della bibbia e il suo modo di interpretarla… come se si fosse trovato lì duemila anni fa.
Il secondo messaggio: “Ai miei fratelli in Cristo”, dove espressa che se potesse dare la vita per garantire la nostra unione lo farebbe e la gioia più grande sarà quando attraverso ciò ognuno di noi riuscirà a dimostrare che siamo figli del Sole. “Il tempo trascorre davanti ai miei occhi come un fiume in piena –prosegue Giorgio-. Vi posso dire che cercherò di compensare ciò che non ho fatto. Mi dispiace non aver fatto più di quello che dovevo fare. Cercherò di compensare ciò, e dare la vita per questo ideale. Mi sento un uomo felice, nonostante la mia tristezza per ciò che accade nel mondo. Ma è una scelta dell’uomo”. … Rifletto per qualche istante, è un grande compromesso per tutti coloro che amiamo e vogliono seguire questa Opera… ci rendiamo conto di chi è Gesù? Ci rendiamo conto di cosa desidera Giorgio? Le sue parole continuano a spargere saggezza per ore. Giorgio dona se stesso in corpo e anima in queste riunioni. Iniziano le domande, una dietro l’altra… Fabio Maggiore, Flavio Ciucani, Pier, tutti chiedono con spontaneità. Sorprende il fatto che persone che sanno tanto dell’opera chiedono e chiedono, anche se molte delle domande riguardano le interpretazioni bibliche e anche i messaggi.
Giorgio cerca sempre di rispondere dando il giusto insegnamento, la risposta più chiara, più esatta, cercando sempre la nostra comprensione spirituale, attraverso anche la logica, suscitando emozione e quel sentimento che porta lo spirito ad assimilare la conoscenza. Mi soffermo su una domanda di Flavio Ciucani il quale trasmette a Giorgio la sua preoccupazione pensando che aspettiamo così tanto Cristo che forse non ci rendiamo conto di quanto possa essere vicino, o quanto possa essere vicina la Sua Venuta. Giorgio risponde con una specie di chiave per non errare… “Pensate, ‘quanto amo Giorgio?’, sembra una cosa banale ma è proprio lì che trovi la concentrazione. Perché tu mi ami e io amo te. Quando non mi amerete più la concentrazione si perderà. Tutto dipende da questo. Ecco dov’è la chiave. È molto  importante quello che ho detto. Ci sono uomini che ti hanno preceduto in questa opera che non ci sono più, perché non mi amano più, come quando una coppia si separa… Tra di voi non provate lo stesso amore che sentite per me, e io lotterò fino a distruggermi se è necessario per riuscirci”.
Tutti sappiamo che questa affermazione di Giorgio è vera, forse tra alcuni di noi c’è un sentimento più forte che con altri, credo sia così in qualunque parte del mondo. Ma se dobbiamo pensare ad un esempio d’amore di cui Giorgio ci parla e che dobbiamo avere tra noi, quell’esempio è Mara, Lorella e Sonia. La forma in cui si appoggiano, si parlano, si sorridono, lavorano insieme, e l’amore che trasmettono agli altri è lo stesso amore verso Giorgio, lo stesso amore verso l’Opera.
Si passa a temi più concreti come la partecipazione di Giorgio al Congresso del Movimento Alternativa, un movimento politico creato da Giulietto Chiesa. Presente questa sera un rappresentante di detto movimento. Un’ulteriore opportunità di appoggiare quel campo di lotta per una causa giusta, dove si sviluppano valori positivi. Giorgio sottolinea: “noi non condizioniamo Giulietto e tanto meno lui condiziona noi, ma facciamo lo stesso discorso”.
La riunione continua ancora per ore e Giorgio è rilassato, ovviamente sono normali gli incontri prolungati, sono abituati, gioiscono di essere qui, della presenza di Giorgio e di questo incontro intimo. Giorgio suona una bella melodia che interrompe per il dolore delle stigmate. Continuano gli insegnamenti, le domande e anche se prende la forma di una riunione tra amici, questa è una scuola spirituale. Voglio soffermarmi su una domanda di Mara: “Qualcuno ha detto che ci hai dato la gnosi. La gnosi si riceve o si nasce predisposti?” Giorgio risponde: “Si nasce predisposti. È la conoscenza suprema la chiave per comprendere chi siamo, da dove veniamo e perché siamo qui. La gnosi è una grazia che devi guadagnarti giorno per giorno. Quando hai ricevuto la conoscenza, sei un uomo divino. Ma la conoscenza si acquisisce attraverso lo studio e l’azione. Può essere donata dallo Spirito Santo se una persona si sacrifica per il prossimo. Ma il percorso normale è quello delle molte reincarnazioni per ascendere alla quarta dimensione, la quinta, e arrivare poi alla gnosi. L’uomo ha paura perché è ignorante…”.
Durante l’incontro Maria José mi parla di Donatella, una ragazza mora, molto simpatica, con cui non abbiamo avuto la possibilità di parlare anche perché la barriera idiomatica si fa sentire e provoca una certa inibizione, ad ogni modo ci spiega che è lei che si incarica di distribuire indumenti dentro l’arca. Con la dura crisi che si vive in Europa, anche l’arca fa degli sforzi per mantenersi, più persone condividono uno stesso appartamento, si prestano le macchine, anzi, le mettono a disposizione dell’arca e dell’opera in se, si lavora alcune ore fuori e altre dentro l’arca stessa. Anche gli indumenti donati all’arca vengono distribuiti, un modo preventivo di ciascuno per risparmiare. Rifletto sul fatto che non è un compito facile, non si tratta di conoscere solo le diverse taglie, ma anche i gusti di ciascuno. Penso ci voglia molto amore e dedizione. Forse un compito che non trascende, come questa cronaca, ma un compito fondamentale che richiede una buona conoscenza del fratello e ammiro realmente quello che fa questa ragazza. Ci sono tanti altri compiti anonimi che si svolgono dentro l’arca, come la cura dell’orto di cui si occupa Franchino, il quale vive a circa ottanta km dall’arca e viene tutti i fine settimana per occuparsi del bellissimo orto, che produce una parte degli alimenti che consumano a pranzo tutti i giorni all’arca.
Ho trascorso qualche pomeriggio anche accanto a Valeria Di Blasi mentre si prendeva cura dei bambini dell’arca. I bambini non sono mai da soli, c’è sempre un adulto con loro. Il primo pomeriggio che siamo state insieme praticamente abbiamo comunicato solo con sorrisi e gesti e tramite i bambini, tra i quali si trovava Giorgito che viveva la sua esperienza insieme ai bambini italiani. Valeria è una persona riservata, con dei bellissimi occhi neri, grandi, profondi e un bellissimo sorriso. È una persona che si relaziona con ogni bambino secondo la propria personalità. L’ho vista giocare con un gioco di società per ore con una bambina, o ad un gioco di ballo con quelli più irrequieti, e offrire loro la merenda. Ci sono altre mamme che l’accompagnano in questo compito.
Questa lunga riunione è finita alle tre del mattino.

1 gennaio 2012
Giorgio prende il libro “l’imitazione di Cristo” e offre a coloro che vogliono chiedere qualcosa a Cristo di farlo con il libro nelle mani, concentrandosi un attimo e aprendo una pagina spontaneamente per avere la risposta. Dice che attraverso questo libro Cristo parla o ti obbliga a tirare fuori quello che hai nel cuore. Alcuni fratelli prendono il libro uno dopo l’altro. A volte è Giorgio ad offrire il libro a qualcuno in particolare. Mi sorprendo quando il libro arriva a Lorenzo Baldo, non ricordo esattamente il brano che legge, ma il commento di Giorgio sì: “Eh sì! Cosa può dire a te Cristo, se sei un puro”? Non avevamo ancora avuto modo di conoscere Lorenzo personalmente, era un altro regalo che Giorgio ci aveva preparato. Sapevamo solo che è uno dei principali colleghi dell’Antimafia di Giorgio, conoscevamo qualcosa delle sue attività attraverso le cronache e il suo ampio e sincero sorriso nel salutarci. Come lui anche Maria Loi, sua moglie, sono due esseri luminosi, dai grandi sorrisi. Lorenzo è di quelle persone che esprime amicizia attraverso un saluto, una di quelle persone che ti colpiscono. Non potevamo ancora immaginare l’esperienza indimenticabile che ci aspettava a Palermo insieme a lui.
Antonella chiede a Giorgio di raccontare il suo incontro con Gesù tanti anni fa a Porto Sant’Elpidio: “Io avevo già avuto esperienze, non avevo ancora le stigmate. Era l’anno 86-87, mi trovavo al lungomare e vedo un uomo con i capelli lunghi, barba, vestito come un indiano, pantalone, gilet e scarpe. Io ero in macchina, andavo piano. Lo guardo e lo supero di circa duecento metri e sento come se qualcuno volesse risucchiarmi, allora torno indietro. Ero una persona di fede, ma molto razionale. Quando mi saluta, dalla voce, Lo riconosco. Ho scritto qualcosa che mi ha detto per i fratelli di quel periodo. Non era la prima volta che lo incontravo. Mi ha annunciato cose che si sono avverate in questi vent’anni. Non ricordo quante volte io l’abbia visto, è come chiedermi quante volte ho incontrato Sonietta. Non lo so perché vivo con lei. Sento che più che incontralo, io vivo, convivo con Lui”.
All’arca di Sant’Elpidio a Mare si trova una porta dimensionale, dove è stata collocata una piccola madonnina dentro un altarino in pietra, di circa 80 cm. di altezza sotto un’ alta e bellissima quercia.
In proposito Giorgio spiega che questa può farci sentire sensazioni, amplificare la capacità di incontrare gli esseri del Cielo o aumentare la capacità intellettiva, ecc., ma dice anche che il valore veramente fondamentale è la capacità di donarsi al prossimo. “Il prezzo da pagare è annullarsi completamente. Io sono disposto a lasciare tutto, persino la bambina che è il diamante della famiglia. Voglio solo la felicità delle persone che amo, la mia non mi interessa. Per questo motivo il Dio Solare viene e mi parla. È chiaro che se mi regalano amore, devo ringraziare. Attraverso molte persone che mi donano amore io so che è Lui che mi sta ricompensando. Ad esempio i miei figli sono un regalo dello Spirito Santo, i fratelli che ho sono un regalo dello Spirito Santo, perché non potrei fare ciò che faccio senza di voi”.
Le domande si succedono una dietro l’altra, come l’acqua di una cascata e Giorgio più tardi, parlando di una possibile persecuzione nei suoi confronti, ci dice che gli esseri che lo contattano gli hanno detto: “Noi ti proteggiamo da tutto, ma non possiamo proteggerti dai tuoi fratelli e da te stesso. Solo nel caso in cui il tradimento di chi ti ama possa mettere in pericolo l’Opera, allora interveniamo. Se ti tradiscono non possiamo fare niente... Loro non possono andare contro l’Opera di Cristo che comporta la passione di Cristo, il tradimento di Cristo, la persecuzione. E’ parte del mistero dell’Opera di Cristo. Se c’è un tradimento devo accettarlo e viverlo come lo ha vissuto Cristo. Per questo motivo vi parlo sempre del vittimismo, il vittimismo porta al tradimento, prima verso voi stessi e poi verso l’Opera. Io ho bisogno di guerrieri e non di vittime”. “Gli extraterrestri mi hanno detto che nelle arche si infiltreranno o si sono infiltrati personaggi dei servizi di intelligenza, anzi, non nelle arche, ma attorno alle stesse. Non nell’intimità come oggi”.
Un’altra domanda riguarda i motivi della venuta di Cristo sulla Terra in quel determinato momento della nostra storia: “Ci sono migliaia di motivi. La causa principale è che l’umanità si trovava, allora come oggi, ad un incrocio. L’umanità non è nata tremila anni prima di Cristo, come ci dicono, ma centinaia di migliaia di anni prima e si trovava in un punto cruciale, dove poteva intraprendere un cammino positivo, c’erano tutti i presupposti. Se avessero accettato Gesù per effetto dominò, sarebbe cambiato tutto. Il popolo di Israele aveva una genetica forte e se lo avessero accettato avrebbero portato l’umanità ad una grande evoluzione. Lo dimostra il fatto che è avvenuto il contrario. Di fatto il cristianesimo conquistò perfino i romani, ma l’effetto dominò fu al contrario”.
… Giorgio suona una musica in sintonia con il paesaggio del posto, salite, discese, attese, verdi chiaro e scuro, ma con l’ansia del viaggiatore che desidera arrivare alla fine del viaggio. Si rifugia nella sua musica e ce la regala, tutto allo stesso tempo. Le note suonano e suonano… Anche io sento il desiderio di correre fino alla fine del viaggio. Ma dov’è? Qual’è?  Perché questo bisogno di correre? Che mondo è questo, Dio? Che mondo è?
… Giorgio: “Siamo stati un po’ di giorni insieme. Non so quante altre volte potremo farlo. Custodiamo questi momenti dentro il nostro cuore e ci daranno forza per affrontare le battaglie”.
In un certo momento Giorgio ci dice che dobbiamo ringraziare le donne se ancora siamo vivi nel pianeta. “Ho un rispetto sacro per la donna”, ci dice. “È la verità, gli uomini hanno perso la battaglia. Gli uomini come me, che gridano, sono un’eccezione. È una prova che l’uomo ha fallito, altrimenti sarebbero molti di più. L’uomo ha perso tutte le battaglie spirituali, abbiamo perso la dignità, la forza, i valori del Tao. Gli uomini dovrebbero essere più umili. Esalto gli uomini delle arche, perché considero che loro sono uomini veri. Ma l’uomo ha fallito la sua missione”. Rispondendo ad un’altra domanda dice che Gesù Cristo si è manifestato in altre incarnazioni cristiche tramite Krishna, Buddha, Confucio, ma l’essere cristico più elevato è Gesù Cristo.
Nonostante il passare delle ore le domande continuano su temi diversi: “Il gruppo Bilderberg è uno strumento del potere mondiale, ma è frequentato da personalità dell’occidente. E in Oriente?”. Giorgio risponde: “Il gruppo Bilderberg è un gruppo di rappresentanti di potenti che si incontrano tra loro e pianificano gli eventi. La Cina è un potere centrale insieme alla Russia, sono la contrapposizione del gruppo Bilderberg e negoziano tra loro. Russia e Cina non attaccheranno, si difenderanno. La Russia può garantire le risorse ai suoi abitanti, garantisce protezione alla Cina che a sua volta garantisce le risorse alla Russia. La strategia è attaccare la Russia e la Cina tra il 2017 e il 2020, anche loro concordano sul fatto che pochi ricchi si devono salvare. Ma la Russia si è ribellata contro l’Europa e questo fa si che si realizzi la profezia di Fatima.”
Questa riunione si conclude con l’annuncio di Giorgio che porterà i suoi amici sudamericani, cioè noi, alla montagna sacra, l’Etna, e a Palermo. Salutiamo alcuni fratelli che devono fare ritorno a Pordenone. Tra loro Sandra De Marco, Mara Della Coletta e Valter, suo sposo. Tre abbracci molto sentiti. Non ci rivedremo più. Nonostante la difficoltà della lingua, gli sguardi parlano e anche i gesti del corpo. In questi giorni Sandra si è seduta vicino a noi e abbiamo condiviso piccole e grandi cose. Anche cose di Maurice, suo nipotino, dolce e molto vivace. Mara Della Colletta ha un volto un po’ da bambina, di una persona pronta ad ascoltare, simpatica, come lo è anche Valter. Di ritorno a casa ci soffermiamo a parlare un momento con Mauro Caruso, nostro anfitrione e così come hanno fatto altri fratelli, ci racconta come ha conosciuto Giorgio e come è entrato a far parte dell’Opera. Lui aveva un gruppo di amici con i quali condivideva la lettura del vangelo. Un giorno, anni fa, vide Giorgio in televisione e uno dei suoi amici, stranamente, sapeva come metterlo in contatto con Giorgio. È così che lo incontra e vede il modo di lavorare nell’arca, dove la disponibilità a condividere tutto, a mettere da parte se stesso, è un modo di realizzare i valori cristici.

2 gennaio 2012
Giorgio deve ripartire nuovamente per due o tre giorni. Pomeriggio usciamo con Georges e durante la passeggiata ci racconta la storia di come Giorgio è salito sul Cerro Pan de Azúcar, a Piriápolis, Uruguay. Era venuto in Uruguay per un incontro con i piloti della forza aerea sul fenomeno UFO. Quando stava per salutare il comandante Raul Risso, gli disse che gli sarebbe piaciuto molto salire sul Cerro, precisamente sulla croce costruita sulla cima. Il comandante rispose che ci avrebbe pensato. Più tardi chiamano Giorgio dicendogli di presentarsi ai piedi del Cerro, dove avrebbe trovato un elicottero ad aspettarlo. Una storia interessante che non conoscevo.
Di ritorno all’arca, come d’abitudine, Pier trasforma il dopo pranzo in una piccola lezione. Mi sorprende quando dice che Giorgio ha visto tutto, i cospiratori, i volti di coloro che si riuniscono in segreto e forse anche il volto di chi lo tradirà. Pensare a tutte quelle cose che Giorgio vive giorno dopo giorno, lascia senza parole, commuove profondamente. Le conferenze, le interviste, i viaggi, gli incontri interminabili, i problemi che riguardano il finanziamento dell’opera, l’itinerario e la comodità delle persone che viaggiano, le ricerche antimafia, l’appoggio ai giudici, il dolore delle stigmate, le delusioni… il faro della sua vita le visioni di Cristo e della Madre e la compagnia dei fratelli del Cielo e dei suoi fratelli sulla Terra.
Anche Pier ci racconta qualcosa della sua vita personale, sorprendente per la decisione che ha preso di dedicare la sua vita all’opera. Lui era macchinista ferroviario, una professione che in Italia ti permette di vivere comodamente, un futuro “assicurato”, come diciamo a volte. E per viaggiare insieme a Giorgio, studiare, fare ricerche, decise di lasciarlo –una scelta che spesso si fa all’interno dell’Opera- senza l’approvazione dei genitori che all’inizio erano restii a crederci. Ma Pier spiega bene che pur non possedendo niente questo non gli ha impedito di viaggiare per diffondere il messaggio. Da questo punto di vista lui si sente ricco, perché ha dedicato la vita a ciò che realmente ama.

3 gennaio 2012
Le conversazioni con Pier sono costanti e portano sempre qualcosa di interessante, qualche nuova scoperta. In quest’occasione ci parla di una strana e antica civiltà dell’isola della Sardegna dove è nato. La sua lingua originale è anche molto antica e si dice che questa antica civiltà, i Nuraghi, potrebbe essere appartenuta ad Atlantide.
Parliamo anche di Davide Lazzaretti, vissuto nel 1800. Secondo quanto ci dice Pier, sarebbe una vita precedente di Giorgio. Era uno stigmatizzato ma ne possedeva solo una in fronte a forma di “H”, come l’atomo di idrogeno. Fu un grande rivoluzionario del mondo contadino. Visse in Toscana. Questo uomo credeva che il Ritorno di Cristo sarebbe stato allora. In un dato momento si chiuse in una grotta per chiedere delle risposte. Quando uscì decise di organizzare una manifestazione del proletariato nonostante avesse ricevuto molte minacce e alla fine venne ucciso. La sua vita fu simile a quella di Giorgio. Ma a lui non piace molto parlare di quella vita, rimase molto deluso e soffrì molto, realmente credeva che Cristo sarebbe tornato in quel periodo.
Per ultimo abbiamo parlato dell’inventore e scienziato Nicola Tesla, il quale creò, tra altre cose, il sistema di Corrente Alternata. Tesla inventò un sistema grazie al quale era possibile portare l’energia nelle case senza cavi. Il suo finanziatore decise di non finanziare la scoperta perché la gente non avrebbe più dipeso da lui per i cavi. Inoltre l’FBI, dopo la sua morte, sequestrò i suoi progetti e li nascose al mondo. Così è avvenuto per molti altri scienziati che realmente lavoravano in progetti per il benessere sociale prima che per soddisfare un interesse economico o di lucro di qualche potente.

 adriana104 gennaio 2012
Partiamo molto presto Domingo, Erika, Georges, Giorgito e io, accompagnati da Pier. Destinazione San Giovanni Rotondo, dove Padre Pio svolse la sua opera. Una giornata molto fredda ma l’idea di conoscere questo luogo ci emozionava. L’Italia continuava a sorprenderci, culla di tanti stigmatizzati.
Il viaggio dura diverse ore tra colline e montagne, con un paesaggio caratteristico di questa regione costellato da piccoli paesini e nei punti più alti i caratteristici “quartieri storici”. Il paesaggio varia, il terreno diventa pianeggiante e arrivando a San Giovanni Rotondo nuovamente si eleva. Visitiamo per prima la piccola chiesa dove Padre Pio impartiva la messa. Emozionati rimaniamo a lungo dentro. Si sente la sua energia lì dentro, tutto il resto è impregnato dall’energia delle costruzioni della chiesa e dell’infrastruttura turistica, che sembrano voler appropriarsi di Padre Pio, alcuni per guadagnare la fede dei fedeli, altri per guadagnare economicamente. Abbiamo fatto un lungo percorso perché accanto a questa piccola chiesa se ne erige un’altra veramente immensa. Un percorso lungo nel quale foto e scritte raccontano la vita del Padre. Mi colpisce profondamente la stanza che custodisce gli oggetti personali di Padre Pio che possiamo apprezzare attraverso un vetro.
Vediamo anche l’enorme ospedale che fece costruire, nello sfondo una bellissima montagna, per alleviare la sofferenza delle tante vittime di guerra.
Al momento di partire, Domingo mi indica un piccolo albero di fronte alla vecchia chiesa. Ricordo che dentro la stessa c’era un’iscrizione sotto una foto che menzionava un albero dove la gente riposava in attesa di essere ricevuti dal Padre, o anche dopo averlo incontrato. Forse non si tratta dello stesso albero, ma si trova nello stesso punto. È pieno di uccellini e mi fermo un attimo sentendo che lì c’è una parte dell’anima di Padre Pio, della sua lotta per le anime che cercavano di riscattarsi dal dolore del mondo. I tanti uccellini sembrano rappresentare le anime che attendevano il Padre. Possono percepirlo solo le persone che non cercano la maestosità, ma soltanto la verità e l’amore che questa racchiude.

adriana115 gennaio 2012
Pochi minuti dopo il nostro arrivo all’arca, Georges Almendras intervista Pier Giorgio per il programma che Radio Sarandí trasmette ogni sabato da Montevideo (Uruguay). È emozionante vedere come l’opera si confeziona, si compone grazie ai piccoli pezzi che ogni fratello aggiunge per dimostrarle il suo amore. Il tema è il 2012. Georges parla di una recente notizia che dice che il governo argentino istruirà misure di prevenzione per i cittadini in caso di disastro naturale. Pier cita una notizia simile del 2008 in cui la NASA dava istruzioni ai suoi funzionari così che in caso di disastro naturale o di azioni di terrorismo sapessero dove andare con le loro famiglie, per essere aiutati.
L’uomo è incredibile, sa di trovarsi al bordo di un precipizio ma invece di cercare di non cadere, e tornare indietro sui suoi passi, si gode lo spettacolo cercando di attenuare solamente la caduta. Non so come qualificare questo atteggiamento, innocenza? Stupidità?

 
adriana126 gennaio 2012
L’ultima tappa prima di proseguire il nostro viaggio in Sicilia è Assisi, dove Francesco d’Assisi svolse la sua opera. Ci hanno accompagnato Pier Giorgio e Fabio Maggiore. Abbiamo visto il primo luogo dove San Francesco e i suoi compagni si riunivano, il Santuario Francescano di Rivotorto.
Una piccola costruzione in pietra, anche essa all’interno di una chiesa imponente. Personalmente avrei preferito trovare la costruzione circondata dalla natura, in modo da andare indietro nel tempo e immaginare la realtà che visse San Francesco. Ma è impossibile, l’imponenza delle costruzioni sovrasta, sembra quasi seppellisca questa piccola ma importantissima costruzione. Mi chiedo cosa direbbe San Francesco se vedesse tutte queste costruzioni, cosa sentirebbe. Non c’è collegamento tra l’esortazione francescana di spogliarsi da ogni bene materiale per incontrare Dio e questi monumenti costruiti dalla Chiesa. Lo stesso sentimento mi assale quando visitiamo la Porziuncola, un’altra piccola costruzione dove San Francesco si trasferì nella previsione che sarebbero arrivati altri membri, per avere più spazio. Osservo dall’esterno, assorta, un sentimento di rispetto mi avvolge, mi emoziono, quasi non voglio entrare… non posso evitare la contrarietà che scuote la mia anima nel vedere l’imponenza delle costruzioni, in onore di San Francesco, seppellire il messaggio di umiltà, di connessione con Dio nella semplicità, nell’austerità. Ma dopo abbiamo visitato un posto che ci ha conquistato, l’Eremo di San Francesco. Ci spiegano che Francesco veniva qui a meditare, a stare in armonia con la natura, parlare con Dio. Un luogo di incanto sui pendii della montagna, in un bosco di una bellezza che ti invita a restare lì, dove la natura prevale sulle costruzioni. Vi è anche una statua di Francesco sdraiato a terra con lo sguardo rivolto al cielo.

adriana13

Ancora una riunione con Giorgio ad Arca 3 insieme a tanti fratelli d’Italia. Una delle prime domande viene da Sonia Alea: “quale atteggiamento dobbiamo adottare verso i giovani e i bambini che vanno a scuola e che sono sotto la pressione sociale e culturale che viviamo”? Giorgio risponde rivolgendosi ai giovani presenti: “Dovete amarvi, non dovete essere deboli, se fate qualcosa di sbagliato, ditelo. Siate altruisti, non dovete vergognarvi per il messaggio che portate, perché è lo stesso che vergognarvi della vostra famiglia. Non mentite, difendete la verità. Io alla vostra età difendevo già la verità, anche se ero da solo. Ma sempre c’era qualcuno che mi appoggiava”.
Poi, rivolgendosi ai genitori: “Bisogna educare i bambini con uno spirito di sacrificio”… “Se c’è un pericolo fisico o può essere compromessa la loro stabilità spirituale il no deve essere no. Se invece non è questa la situazione io concedo ampia libertà… Dobbiamo fare attenzione e conoscere le persone che frequentano. Ma se a loro piace una musica, uno sport, anche se a me non piace non posso dire no. A mio figlio Giovanni, che ha 26 anni, io dico no quando riguarda la sua sicurezza. La chiave di tutto questo per me è una: Perché ci sono i nostri figli? Cosa sono venuti a fare? … Io ho visto il futuro dei miei figli e devo guidarli anche “facendo loro la guerra”. Ma questo è personale. Sono convinto che i nostri figli, se si sono incontrati e sono qui, è perché hanno un programma da svolgere e se vanno via deviano il loro cammino. Se si allontanano da quello che stanno facendo si perdono. Forse i nostri figli non sarebbero mai nati se noi non avessimo avuto questa missione. Non so se la responsabilità di quelli che se ne sono andati è dei genitori o dei figli. … Non possiamo imporre le nostre idee ma dobbiamo dirle. Se i nostri figli sono minorenni, dobbiamo dirle con fermezza. Non è un delitto non credere in Cristo. L’importante è che non commettano delitti. Se poi siamo coerenti dobbiamo essere tranquilli. Se diamo l’esempio, prima o poi ritornano”.

adriana14 adriana15

Su come sensibilizzare i giovani riguardo l’opera: “Con apertura, se vedono interesse allora approfondiscono. Non insistete con i giovani che vi ridono in faccia. Adesso sono gli extraterrestri a mandarmi la gente, prima ero io che dovevo andarli a cercare uno per uno. Adesso alle conferenze vengono in 300 perché devono venire. Se qualcuno non è il benvenuto, gli extraterrestri non gli permettono di partecipare. Dobbiamo essere come bambini, spontanei. Non possiamo dire condividi, devi essere buono, se invece noi ci comportiamo da egoisti. L’adulto fa sempre le cose per interesse, o quasi sempre… Il male vuole portarci via i nostri figli, è deciso a farlo… Quando vediamo giovani interessati alla ricerca della verità dobbiamo attirarli verso noi”.
Il problema, secondo gli extraterrestri, è che questa società non ha un futuro. I giovani, ma anche noi, siamo due generazioni nate con una genetica non di questo mondo. I valori della giustizia non sono di questo mondo. Quando arriverà Cristo ci giudicherà dalle azioni, ma anche dai valori che non abbiamo trasmesso alla società. I giovani degli anni 60-65 non sono di questo mondo. Non ci sarà perdonato l’aver fatto fallire la generazione venuta dal cosmo. Il giudizio non sarà tanto per i giovani di oggi, ma per coloro che introdussero “la droga”, la musica infernale, perché quei giovani volevano cambiare il mondo. Offrirono loro solo macchine, droga…, se sono nelle mani di Satana è perché i potenti hanno fatto crollare tutti gli ideali, hanno fatto cadere le grandi proteste. Dobbiamo dare ai giovani una risposta con i valori. Per questo motivo i giovani si avvicinano a noi, perché vedono un punto di riferimento. Ai giovani qui presenti dico che hanno una fortuna immensa di essere qui”.
Rispondendo ad una domanda su come alchimizzare l’avvelenamento del corpo,   Giorgio tocca un tema di cui parla spesso, ma sempre con una sfumatura differente per aiutarci a raggiungere un obiettivo, cioè l’unione spirituale.
“… Noi dobbiamo unirci prima nello spirito. E’ come se Gesù mi avesse dato uno strumento per misurare la nostra unione, quando vedo attraverso di esso che la nostra unione è forte,  che ci sentiamo come una sola famiglia, allora possiamo occuparci di più del nostro corpo. Il mio maestro Eugenio ci diede istruzioni sulla cura del corpo, ma solo quando vedrò l’unione spirituale almeno al cinquanta per cento potremo utilizzare quelle istruzioni. In passato mi sembrava di  vedere un deserto, adesso siamo sulla buona strada. Nel frattempo risvegliamo le anime e uniamoci nello spirito. Se svolgi il tuo lavoro, ad esempio in antimafia, fai come faccio io a Palermo, non resto da solo, cerco tutti. Faccio finta di essere ignorante, chiedo sempre. Se hai gioia nel fare il tuo lavoro e stare insieme agli altri, quello si chiama unione spirituale. La gioia di stare insieme, discutere e poi abbracciarsi, cercare il fratello per lavorare insieme, affrontare le difficoltà. Se mi porti un lavoro fatto bene, ma per farlo hai messo da parte  i tuoi fratelli, anche se i tuoi sono dei buoni articoli io li cestinerò. Organizzare eventi senza fanatismo, senza stress, collaborando tutti insieme. Io devo dare tutti gli elementi per unirsi. Quando c’era poco lavoro da fare, c’erano tante discussioni. Quando abbiamo iniziato a lavorare a favore della causa, siamo migliorati. Ma dire che siamo al cento per cento è molto arrogante. La mia missione mi impone di risvegliare anime e tutto il denaro che viene donato lo utilizzo per questo scopo. Quando Dio mi dirà “stai in silenzio” sarà perché non sarò più qui. Se non ci sarò io dovrete farlo voi, non tacete mai, bisogna annunciare la Venuta di Gesù.
Al Nuovo Regno non vanno persone buone, ne giuste, vanno persone che hanno dato la vita per il prossimo. Per questo dico che sono pochi, sette milioni oltre i bambini. Per questo io voglio dare la vita, perché altrimenti non entro. Questo non significa che ti devono ammazzare, ma che la vita materiale per te non conta niente e che hai lavorato tutta la vita per una giusta causa. Se dici la verità, ma vuoi anche assicurarti un futuro non entrerai! Far parte del Nuovo Regno significa dare la vita. Se abbiamo dei beni dobbiamo lasciare che siano a disposizione dell’Opera, non sono tuoi, ma dell’Opera. Questo discorso non entra nel cuore della gente. Forse non tutti credono nel ritorno di Cristo”.

adriana16

Questa sera è stata la “despedida” di tutti i fratelli di Sant’Elpidio a Mare e come sempre non è facile salutarsi quando uno sente che è lì dove vorrebbe rimanere e continuare la propria vita, se non fosse che si trova a farlo in un altro paese tanto lontano. Ma ricordo le parole con cui mi ha salutato Fabio Maggiore: “A presto, in un’altra vita un giorno ci rincontreremo”. Questo mi fa pensare che il dispiacere degli addii ci fa  valorizzare l’amore. C’è sempre la possibilità di rincontrarci in qualche posto se siamo uniti dall’amore. Questa è la magia, questa è la grandezza della creazione. Ancora una volta, grazie a tutti.

Montevideo, 20 settembre 2012
Adriana Navarro
Collaboratore e correttore: Domingo Silva