Giustizia deriva dal latino "iustum" che significa "giusto". Per vivere insieme bisogna seguire la legge morale della giustizia, ma cos'è la giustizia?

La virtù rappresentata dalla volontà di riconoscere e rispettare il diritto di ognuno tramite l'attribuzione di quanto gli è dovuto secondo la ragione e la legge, una delle quattro virtù cardinali secondo la dottrina Cristiana e ancora, il potere pubblico di realizzare il diritto con provvedimenti aventi forza esecutiva.

È così che viene descritta la giustizia nei nostri vocabolari, sta ad ognuno di noi saper interpretare la corretta descrizione visto che anche il più pericoloso dei criminali crede di agire nel giusto in cuore suo.

La Bibbia, il libro sacro sul quale si giura di dire la verità è nient’altro che la verità in tribunale, ci insegna che la giustizia è Dio ed è anche il verbo, la parola; Dio di verità e giustizia che punisce la falsa testimonianza, lento all’ira, Dio di misericordia.

Riguardo la lentezza di giudizio dei nostri tribunali forse siamo stati i più lenti d’Europa appunto per dare spazio alla parola e al verbo di potersi esprimere in tutte le sue sfaccettature per avere una visione chiara dei fatti accaduti. Ultimamente la nuova riforma ha abbreviato i tempi di valutazione, accorciando anche le parole, tanto la miglior parola è quella che non si dice, secondo la filosofia mafiosa è così che si riescono a portare avanti i migliori o peggiori segreti, i quali sono venuti a galla nel corso del tempo anche involontariamente dando alito ai fatti avvenuti.

Si crede che la misericordia di Dio sia infinita tanto da assolvere anche gli ergastolani per buona condotta pur senza confessione, senza ammettere le situazioni create; all'oscuro di tutto la nuova riforma della giustizia trionfa. Persino ai talk show sono diventati più dettagliati per questioni di poco conto anche confondendo il pubblico, alla fine seguono un copione. Eppure Dio viene descritto di luce, energia, di ordine, non ama la confusione. Dimenticando quello che vivono ogni giorno bambini e innocenti nei paesi sottosviluppati. Dovremmo capire tutti che lo scopo della nostra esistenza non è il "vincere", ma il "crescere" e "condividere". Quando ti accadrà di guardare indietro a ciò che hai fatto, troverai più soddisfazione dai piaceri che hai portato nella vita degli altri che dai momenti in cui li hai emarginati e sconfitti. Aiutare chi ha bisogno non è solo parte del dovere, ma anche della felicità.

Oggigiorno la gente si tiene lontana da discorsi complessi, anche se questi vanno a risolvere delle giuste cause, crede che lasciando fare le cose agli altri sia giuste che sbagliate non abbia conseguenze. Dal momento, però, in cui subiscono dei torti la maggior parte pensa di dover agire occhio per occhio dente per dente altrimenti si viene screditati se non si ricambia con la stessa moneta..

Lo stesso principio che può fare scatenare una guerra: non vince la diplomazia o chi ha ragione, vince chi mostra i muscoli, la legge dell’animale più grosso che mangia quello più piccolo. Al posto di porgere l'altra guancia da chi ci percuote, di amare i nostri nemici e pregare per chi ci perseguita come ci ha insegnato Gesù, visto che siamo una repubblica Cristiana; ma quante volte non riusciamo a sostenere una minima provocazione o piccoli torti che poi portano a una reazione a catena di ira e collera col nostro prossimo? Imparare ad opporsi alla violenza che genera violenza attraverso gesti benevoli muterebbe la società.

In un mondo dove il buono soffre e spesso il cattivo prospera, si fa fatica a dire quale delle due realtà sia più irritante. Se non combatti insieme a chi è vittima delle ingiustizie, se non condividi questa loro dura lotta, consapevole o meno, sarai complice dei suoi oppressori. Quindi se vogliamo il cambiamento in questa società, iniziamo a cambiare noi stessi, cambiando le nostre abitudini, i nostri pensieri, le nostre azioni; per un mondo di pace, amore e di giustizia.

Laura Tuttolomondo e Paolo Di Prima
19 Febbraio 2022

Allegati: